Nino Merola a Andrea Caracci con il Sun
Fast 3200 “Scheggia”, dopo il secondo posto della prima frazione della Trasquadra, hanno toccato terra nel porto di Le Marin nella Martinica la scorsa domenica notte alle 23h57' 20'', piazzandosi 15esimi, primi fra gli italiani in gara. Merola e Caracci erano nel gruppo dei favoriti, e sono stati nelle
posizioni di testa per gran parte della regata.
Veloci e determinati, i due sono stati un po’ sfortunati con le condizioni di vento nella parte finale della traversata da Madeira alla Martinica, concludendo alla fine a meno di 15 ore dal primo (il bello delle regate con yacht praticamente monotipo è proprio questo!). Un bilancio dunque positivo e una esperienza eccezionale per Nino Merola, alla sua prima traversata atlantica, che non mancherà di raccontare sul suo blog su Saily.it. La Transquadra, come abbiamo raccontato nel precedente post è una regata oceanica per “dilettanti” e velisti over 40, in due tappe, biennale, che si corre con barche di serie di 10 metri.
Barche normali, velisti normali, oceano sempre lo stesso, avventura che vale una vita. Una formula semplice e vincente, che ha riscosso un notevole successo.
Il 14° posto assoluto nella tappa oceanica va letto nel complesso: bisogna infatti considerare che Caracci e Merola concorrevano con la flotta Mediterranea (le due tappe della Transquadra prevedono partenza dal Mediterraneo e dalla Bretagna, con riunificazione a Madeira per la seconda tappa comune): dopo essere stati terzi dei mediterranei nella prima tappa, i due velisti di Scheggia hanno concluso al 3° posto della loro flotta anche in Martinica, chiudendo al 2° assoluto.
11 dei 13 equipaggi che li precedono sono infatti bretoni! “Altra categoria – racconta Nino Merola sentito telefonicamente in Martinica – sono decisamente più abituati di noi all’oceano, alle condizoni dure costanti dell’aliseo, alle onde incrociate. Per i primi giorni – continua a raccontare Merola – quando il vento è stato sui 10-14 nodi e c’era da fare scelte tattiche, Scheggia è stata tra i primi scafi dell'intera flotta. Poi siamo entrati nell’autostrada dell’aliseo, 20 nodi secchi e onda formata, andatura in poppa. Da allora abbiamo cominciato a perdere posizioni dai bretoni, perchè loro poggiavano di più con lo spi mentre noi abbiamo l’asimmetrico, e un pilota automatico sottodimensionato. E poi mettiamoci anche la mia inesperienza, era la prima traversata atlantica! Siamo comunque contenti.”
“Scheggia” si è comportato benissimo soprattutto con le difficilissime condizioni meteo che la flotta ha incontrato sin dalla partenza da Madeira. Le numerose forti perturbazioni temporalesche che i hanno incontrato, hanno provocato grossi danni e diversi disalberamenti. Uno degli incidenti sicuramente più grave ha riguardato l’equipaggio italiano di “Cymba”, altro Sun Fast 3200 italiano, con Isidoro Santachecca e Francesco Piva che è stato purtroppo protagonista di un naufragio, senza conseguenze per i due velisti: la barca è affondata in seguito a una grave avaria ai timoni, probabilmente per l’urto con un oggetto sommerso. I due velisti hanno lanciato il Mayday, e sono stati tratti in salvo dall'equipaggio di “Vadgespoir”, il quale ha dirottato dalla regata per soccorrerli. Le barche iscritte quest’anno alla Transquadra erano 97, divise fra equipaggi in solitario (28) e in doppio (69). Partita il 28 gennaio da Madeira la seconda tappa di questa bella regata ha visto arrivare a Le Marin dopo 15 giorni di mare con condizioni molto dure.
Il secondo Sun Fast 3200 italiano in regata è il Mima con Andrea Gancia e Massimo Rufini. I due hanno chiuso al 32° posto arrivando circa 12 ore dopo Scheggia.
Nelle foto a corredo di questo articolo, immagini della partenza da Madeira, per assaporare il gusto della traversata e della grande aventura oceanica su un 10 metri a quarant’anni (passati da un pezzo…), nel cuore della maturità.
Bravo Nino! Bravo Andrea!
Veloci e determinati, i due sono stati un po’ sfortunati con le condizioni di vento nella parte finale della traversata da Madeira alla Martinica, concludendo alla fine a meno di 15 ore dal primo (il bello delle regate con yacht praticamente monotipo è proprio questo!). Un bilancio dunque positivo e una esperienza eccezionale per Nino Merola, alla sua prima traversata atlantica, che non mancherà di raccontare sul suo blog su Saily.it. La Transquadra, come abbiamo raccontato nel precedente post è una regata oceanica per “dilettanti” e velisti over 40, in due tappe, biennale, che si corre con barche di serie di 10 metri.
La partenza da Madeira |
Il 14° posto assoluto nella tappa oceanica va letto nel complesso: bisogna infatti considerare che Caracci e Merola concorrevano con la flotta Mediterranea (le due tappe della Transquadra prevedono partenza dal Mediterraneo e dalla Bretagna, con riunificazione a Madeira per la seconda tappa comune): dopo essere stati terzi dei mediterranei nella prima tappa, i due velisti di Scheggia hanno concluso al 3° posto della loro flotta anche in Martinica, chiudendo al 2° assoluto.
11 dei 13 equipaggi che li precedono sono infatti bretoni! “Altra categoria – racconta Nino Merola sentito telefonicamente in Martinica – sono decisamente più abituati di noi all’oceano, alle condizoni dure costanti dell’aliseo, alle onde incrociate. Per i primi giorni – continua a raccontare Merola – quando il vento è stato sui 10-14 nodi e c’era da fare scelte tattiche, Scheggia è stata tra i primi scafi dell'intera flotta. Poi siamo entrati nell’autostrada dell’aliseo, 20 nodi secchi e onda formata, andatura in poppa. Da allora abbiamo cominciato a perdere posizioni dai bretoni, perchè loro poggiavano di più con lo spi mentre noi abbiamo l’asimmetrico, e un pilota automatico sottodimensionato. E poi mettiamoci anche la mia inesperienza, era la prima traversata atlantica! Siamo comunque contenti.”
“Scheggia” si è comportato benissimo soprattutto con le difficilissime condizioni meteo che la flotta ha incontrato sin dalla partenza da Madeira. Le numerose forti perturbazioni temporalesche che i hanno incontrato, hanno provocato grossi danni e diversi disalberamenti. Uno degli incidenti sicuramente più grave ha riguardato l’equipaggio italiano di “Cymba”, altro Sun Fast 3200 italiano, con Isidoro Santachecca e Francesco Piva che è stato purtroppo protagonista di un naufragio, senza conseguenze per i due velisti: la barca è affondata in seguito a una grave avaria ai timoni, probabilmente per l’urto con un oggetto sommerso. I due velisti hanno lanciato il Mayday, e sono stati tratti in salvo dall'equipaggio di “Vadgespoir”, il quale ha dirottato dalla regata per soccorrerli. Le barche iscritte quest’anno alla Transquadra erano 97, divise fra equipaggi in solitario (28) e in doppio (69). Partita il 28 gennaio da Madeira la seconda tappa di questa bella regata ha visto arrivare a Le Marin dopo 15 giorni di mare con condizioni molto dure.
Il secondo Sun Fast 3200 italiano in regata è il Mima con Andrea Gancia e Massimo Rufini. I due hanno chiuso al 32° posto arrivando circa 12 ore dopo Scheggia.
Nelle foto a corredo di questo articolo, immagini della partenza da Madeira, per assaporare il gusto della traversata e della grande aventura oceanica su un 10 metri a quarant’anni (passati da un pezzo…), nel cuore della maturità.
Bravo Nino! Bravo Andrea!