Veramente ardua, al momento del voto, la preferenza da accordare a uno dei cortometraggi, tutti di altissimo livello, presentati nell’edizione 2019 dell’Ocean Film Festival al cinema Moderno a Roma il 16 ottobre, spettacolo di oltre due ore di proiezione, in cui i protagonisti vivono incredibili avventure sotto e sopra le acque.
Nove i titoli a concorso, di cui ben quattro dagli Stati Uniti (Adventure is calling, Manry at sea, Surface e Surfer Dan), due dall’Australia (Emocean e Namanu Rruni-Albatross Island), uno ciascuno da Argentina (Southern Right Whale), Canada (I am fragile) e Gran Bretagna (Forever). Avventura, Wildlife, Immersioni, Surf e Arte le sezioni.
Nei tre titoli della sezione Wildlife l’argentino Southern Right Whale, del regista, produttore ed editore Kevin Zaouali, ci fa immergere nel mare della Patagonia seguendo la Balena Franca e i suoi spostamenti. L’australiano Matthew Newton, fotografo-cineasta residente in Hobart, con Namanu Rruni-Albatross Island, trasporta lo spettatore in un luogo praticamente sconosciuto, nello stretto di Bass, tra Australia e Tasmania, su questa remota isola dove osservare la vita degli Shy Albatros, nome scientifico Thalassarche cauta, una particolare specie endemica che vive solo qui e che gli scienziati stanno studiando per garantirne la sopravvivenza dopo anni di sterminio. I am fragile, del canadese Florian Ledoux racconta il lungo viaggio compiuto dal regista dall’Ovest della Groenlandia a Nunavut, per farci osservare la fragilità della vita degli animali selvatici della zona e come sia l'ora di agire per la loro tutela. “Gli orsi polari affrontano una serie di minacce che incidono sul loro futuro status di popolazione. Sono tra i primi rifugiati del cambiamento climatico. L'osservazione più eclatante durante il mio rapporto è stata l'ovvia mancanza di ghiaccio marino. Il mio obiettivo è che le immagini aiutino a creare sempre più aree marine protette.” dice Florian. Osservare, documentare, proteggere la sua mission.
Sorprendente Forever, del pittore britannico Tony Plant, noto per i suoi intricati e geometrici “dipinti di sabbia”, per il quale l’artista ha dovuto attendere quattro anni prima di riuscire a realizzarlo, aspettando che la marea raggiungesse il livello più basso e il giorno in cui il meteo fosse quello giusto! In questo particolare progetto vengono realizzati dei disegni sulla sabbia di una spiaggia in Cornovaglia, che il mare costantemente cancella.
Prendete ora un lungo respiro ed esplorate il meraviglioso mondo subacqueo dall’Egitto al Messico, dalle Filippine alle Bahamas. Questo il tema dello statunitense Adventure is calling, girato dal subacqueo Lee Burghard co-owner della Wild Shutter Imaging. Incontri ravvicinati con grandi e piccoli animali marini: un’emozione che, pur rinnovandosi, si presenta sempre come se fosse la prima volta. Ci ricorda che immergersi è molto di più di un semplice sport.
Ma com’è il mondo sopra la superficie visto dal di sotto? È quanto ci mostra dagli Stati Uniti il regista John Rodosky, Rodo per gli amici, che con il supporto di Roam Media, ha realizzato Surface, in cui segue il surfer e fotografo francese Ben Thouard mentre scatta le sue nuove immagini - metà sopra e metà sotto le acque. Foto che hanno affascinato gli appassionati di tutto il mondo. Il film è anche un omaggio alla passione di Ben per il suo lavoro, sempre alla ricerca dello scatto perfetto in quell’angolo di paradiso dove abita, Tahiti.
Emocean, dell’australiano Tony “Harro” Harrington, è un omaggio alla passione per l’Oceano, di chi, dai biologi marini ai surfer, condivide avventure, adrenalina, ispirazione, amore e perdite. Tanti episodi in cui ognuno racconta il proprio speciale legame con questo ambiente naturale.
Di un surf particolare racconta Surfer Dan. Il fotografo d’azione Tim Kemple, in questo corto statunitense, vive la storia di Dan, che al di là di onde, oceano, sabbia e sole, classici elementi che vengono in mente quando si pensa al surf, è amante di un suo particolare oceano: le onde ghiacciate del lago Superiore (Michigan). Per molti di noi probabilmente una situazione tra le meno attraenti al mondo, ma per Dan è solo un problema di come si vedono le cose.
Manry at Sea, (Usa, Steve Wystrach), narra la storia di Robert Manry, apparentemente tranquillo redattore appartenente alla borghesia suburbana di Cleveland, che decide nel 1965 di imbarcarsi in un’avventura in piena regola: attraversare l’Oceano Atlantico da solo su Tinkerbelle, una barca a vela di circa 4 metri di lunghezza. “Credo che una delle grandi tragedie della vita sia il fatto che i giovani abbiano molti sogni,” disse Robert Manry “e che quando crescono, scontrandosi con la dura realtà, vi rinuncino a uno a uno, sino a rinunciare a tutti. Non volevo assolutamente che succedesse a me”. Il film rivive l’esperienza vissuta da Robert anche attraverso le testimonianze dei suoi colleghi giornalisti che seguirono il viaggio e crediamo sarà particolarmente apprezzato dagli appassionati di vela.
Il team di Ocean Film Festival Italia propone un programma dedicato al mondo del mare, degli oceani e di chi li protegge, presentando una selezione di alcuni tra i migliori filmati partecipanti all’Ocean Film Festival Australia. Il gruppo cura, organizza e promuove anche il Banff Centre Mountain Film Festival World Tour e il Reel Rock Tour in Italia.
La rassegna ha già avuto due edizioni, nel 2017 e nel 2018, con un successo di pubblico sempre crescente.
Aspettiamo con molto interesse l’edizione 2020.
Giovanni Cespa