Fa molto caldo nell'Artico. Le
osservazioni meteorologiche mostrano che, all'inizio di luglio, la superficie
del ghiaccio era sotto la linea del 2012, anno che aveva visto il record minimo
in questa zona. Questo fenomeno è spiegato da pressioni atmosferiche molto
elevate nel nord del continente americano, con un massimo sulla Groenlandia e
basse pressioni sul lato eurasiatico. L'aria calda che risale lungo la costa
del Mare di Laptev e un avvio molto veloce del periodo di scioglimento estivo causano
una grande rottura del ghiaccio della banchisa.
Dalla fine di giugno, il tasso di fusione si è accelerato e sono stati persi
più di 2,2 milioni di kmq di ghiaccio (un'area più grande di quella della
Groenlandia). Ciò corrisponde a una scomparsa di 110.000 km2 al giorno, che è
il doppio del normale. L’11 luglio scorso, la superficie dei ghiacci era di
8,19 milioni di kmq. L'anno scors, alla stessa data, misurava 9,08 milioni di
kmq.
Dal fine settimana del 14 luglio, la situazione sta cambiando con la comparsa di un minimo freddo centrato sull'Artico. Le conseguenze sulla banchisa sono ancora difficili da determinare, tra un effetto potenzialmente positivo, con una massa d'aria più fresca e umida, che limita a priori il riscaldamento negli strati bassi dell’aria, e un effetto negativo per una dispersione e un indebolimento dei ghiacci dovuto ai venti legati a questo tipo di depressioni artiche.
Dal fine settimana del 14 luglio, la situazione sta cambiando con la comparsa di un minimo freddo centrato sull'Artico. Le conseguenze sulla banchisa sono ancora difficili da determinare, tra un effetto potenzialmente positivo, con una massa d'aria più fresca e umida, che limita a priori il riscaldamento negli strati bassi dell’aria, e un effetto negativo per una dispersione e un indebolimento dei ghiacci dovuto ai venti legati a questo tipo di depressioni artiche.