Erica e il suo libro Un anno in barcastop

Roma Libreria Il Mare 6 giugno 2019
Sono arrivata emozionata alla Libreria Il Mare per parlare del mio Un anno in barcastop; a Roma, la mia seconda casa, ci tenevo a fare bella figura.  Avrei voluto far ridere, trasmettere pensieri senza imporre verità assolute, raccontare il mare senza la pretesa di insegnarlo, che, tra il pubblico, ne ero sicura, ci sarebbero stati i Marinai, quelli veri, quelli con le palle a forma di timone.
Abbiamo fatto stretching io e Luca Pellegrini prima di iniziare: un paio di prosecchi di riscaldamento, necessari, pensavamo, a sciogliere la tensione di una presentazione nella capitale.
Ma la tensione se l’è portata tutta via Marco Firrao, prendendo il microfono con la disinvoltura di un ragazzo da pianobar: “Buonasera, benvenuti. Il libro di Enriga, in effetti, è un libro scorevole. Score”.  E io, Enriga, non avrei immaginato partenza migliore per sentirmi a casa, per sentirmi nel pozzetto di una barca battente bandiera romana all’ora dell’aperitivo. Il secondo giro, infatti, l’ha offerto Luca chiedendomi “Senti Enriga, dicce ‘npo’: ma ‘n barca kesse magna?”. E dal “kesse magna”, si è passati a raccontare i lunghi giorni di bonaccia durante la traversata atlantica, la scelta degli imbarchi, il mal di mare, la
vita a bordo, i rapporti che si creano tra le persone dell’equipaggio e la lingua parlata dai barcastoppisti: quel mix di inglese, gesti e tutto il resto.  Ho strappato una risata ai più, raccontando di
come si torna dopo un anno in barcastop: presi da quell’incontrollabile desiderio di carbonara, e di bidet. Insomma ho svelato il libro e sono scaduta nel personale ma mi sentivo a mio agio come a casa e tutti ridevano e condividevano opinioni perché forse si sentivano a casa anche loro. Grazie a Marco e Giulia che mi hanno accolta a bordo per un’oretta il 6 giugno sera a raccontare il Barcastop. Buon vento a chi, dopo i racconti, avrà deciso di farselo un giretto in barca e anche a chi, spaventato dal mal di mare, opterà per un giro in pedalò. Alla prossima!
Erica Giopp