Aiamola Aiamola. Vogliono uccidere la Regina delle Tonnare

Favigna. Muciara con Rais Gioacchino Ernandes 1983
“Giulia dobbiamo tornare in pista” mi dice al telefono Maria Guccione, mia amica dal 1980 e musa protettrice delle Egadi. Capisco subito che ci sono problemi per la mia isola del cuore: Favignana. Maria racconta “il 17 aprile il Ministero col D.M 6750 ha assegnato alle tonnare italiane una quota indivisa di pesca di 84 tonnellate di tonno. La ditta Castiglione di Trapani ha immediatamente calato le reti in quanto si era già in epoca di passaggio dei tonni rossi Thunnus thynnus e ha assunto decine di operai. In piena campagna di pesca il 30 maggio, DM 235, il Ministero con un improvviso cambio di carte, ha deciso di spartire le quote di pesca del tonno, assegnando a Favignana solo 14 Tonnellate e il resto alla Sardegna. Una  decisione scellerata che uccide definitamente la Regina delle Tonnare perché 14 tonnellate di pesca non bastano neanche a coprire le spese che Castiglione ha già effettuato, quindi la ditta ha annunciato di essere costretta a interrompere la pesca”. La frase di Maria "dobbiamo tornare in pista" è tutta un programma perché ricorda le tante battaglie iniziate negli anni 80 che facemmo insieme a Gin Racheli e Nino
Gioacchino e Clemente con tonno da 500 kg
Allegra, per la salvaguardia e il miglioramento delle isole Egadi. Attraverso le annuali e numerose Settimane delle Egadi durante la pesca del tonno, abbiamo organizzato dibattiti con numerosissimi intellettuali, professori, amanti della natura e giornalisti. Abbiamo lottato strenuamente perché a Favignana non si facesse un altro carcere ma che si abolisse quello esistente, abbiamo coinvolto politici, senatori, deputati per far si che alle Egadi non istallassero le piattaforme petrolifere che l'Agip aveva in programma. Abbiamo anche lottato duramente affinché lo stabilimento Florio, costruito dalla famiglia siciliana a Favignana, venisse restaurato e divenisse un Museo. Tutto questo è stato poi realizzato in 30 anni. Con il prestigioso apporto, poi, del grande archeologo siciliano Sebastiano Tusa che ha ritrovato il luogo della Battaglia delle Egadi e recuperato dal mare una ventina di rostri e altri importanti reperti, senza spendere denari pubblici. Sebastiano ha cercato e trovato la collaborazione gratuita di Giorgio Bass e della nave oceanografica Hercules. Dentro il Museo della tonnara sono in mostra, una parte dei venti rostri appartenuti alle flotte Romane e Cartaginesi, che nelle acque delle Egadi hanno
combattuto la prima guerra Punica, vinta dai Romani il 10 marzo del 241 a.C. Quindi lo stabilimento Florio si è anche arricchito di un museo dedicato a questa battaglia. In questi ultimi anni le isole sono molto migliorate e molti giovani hanno iniziato numerose attività turistiche e non. Insomma una nuova vita attendeva le Egadi e Favignana anche per la speranza, dopo 12 anni di fermo, che finalmente si rimettesse in moto l’industria  della pesca del Tonno.
Aiamola, Aiamola, il canto dei tonnaroti per recuperare la rete della camera della morte e pescare tonni anche di 500 chili, forse non potremo più ascoltarla. La pesca del tonno risale nelle Egadi
Stabilimento Florio Targa commemorativa della pesca di 4345 tonni
 alla preistoria, come dimostrano i graffiti preistorici della Grotta del Genovese ed è molto di più che una semplice pesca: è un rito ancestrale dei popoli del Mediterraneo che potevano nutrirsi abbondantemente grazie al tonno.  Ho partecipato a molti di questi rituali, quando ancora  fino agli anni 90 si pescavano tonni da 500 e più chili e non posso fare a meno di ricordare i vari rais ad iniziare da Gioacchino Ernandes e l’ultimo rais Gioacchino Cataldo detto il “Lungo” che, insieme a Clemente, fu il più fotografato dai turisti mentre salpava i giganteschi tonni dal mare. Come dimenticare Nitto il subacqueo della tonnara e anche i vari pescatori di Favignana come Giuseppe Abbione e Enzo Zabarino e tanti altri fotografati da mio marito Maurizio Bizziccari. Infine sempre quando penso ai tonni di Favignana non posso non ricordare il tonnaroto Vincenzo Sercia detto ”Paciorro” intervistato da Maria Guccione nel suo volume  “E venne il vento e mi  restituì i ricordi”.
https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=guccione+maria&qt=3. 
1984 Favignana convegno con Gin Racheli
Paciorro era lo “Cialomatore” colui che dava il ritmo ai movimenti dei tronnaroti con i suoi canti detti Cialome. La sua bellissima voce roca e acuta per farsi sentire in mezzo al mare, echeggiava e saliva in cielo sopra la nebbia, durante le mattanze con il suo Aiamola Aiamola, Gesù Cristo cu li Santi, aiamola, aiamola, e lu  Santu Sarvaturi, aiamola, aiamola, e criastu luna e sole, aiamola, aiamola e criastu tanta genti aiamola, aiamola, e criastu i pesci a mare, aiamola, aiamola, e li tonni e le tonnare, aiamola, aiamola. Non posso dimenticare il bagno di tutti i tonnaroti dentro l’acqua di mare rossa del sangue dei tonni pescati. E ancora, quel giorno che uscii dalla camera della morte, dove mi ero immersa con Nitto, che mi sentiti tonno e mi mancava l’aria. Colui che ha firmato questo decreto per uccidere la tonnara di Favignana “la Regina delle Tonnare” forse non conosce tutto questo e forse non conosce neanche Favignana, le Egadi e i loro laboriosi abitanti, ma ha dato il verdetto di morte.
Speriamo si ravvedi e cambi la sentenza ascoltando gli abitanti delle Egadi e i siciliani.
Giuia D'Angelo
Le fotografie sono di Maurizio Bizziccari

Per saperne di più:
https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=Tonnara&qa=&qt=3&p=3
https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=pesca+del+tonno&qas=0&qt=3
https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=pesca+del+tonno&qa=&qt=14
https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=castello+di+rete&qa=&qt=14

AGCI Agro Ittico Alimentare Uff. del Responsabile reg.le
Comunicato stampa
A campagna appena iniziata la tonnara di Favignana costretta a chiudere
Giovanni Basciano (Agci Agrital Sicilia): “Gravissimo danno alla azienda Castiglione ed all’intera Sicilia”.

Stabilimento Florio: Vascelli in legno
Trapani 31/05/2019 – Dopo anni di lavoro da parte dell’azienda Nino Castiglione, della Regione Siciliana, del Comune di Favignana, coadiuvate dalle associazioni di categoria e dalla gran parte della ricerca scientifica ed anche delle associazioni ambientaliste, a Favignana era stata calata la tonnara, sperando in una ripartizione delle quote che rispondesse a criteri di sostenibilità economica. Invece ieri (e solo ieri) a campagna ormai iniziata ed a spese ormai affrontate, con il D.M 235 sono state ripartite dal Ministero le quote tra le tonnare fisse, riservando a Favignana solo 14,5 tonnellate.  Il danno per l’azienda è enorme, ma lo è ancora di più per il territorio e per l’intera Sicilia. Vengono vanificate in un sol colpo iniziative di promozione già programmate, bandi regionali aperti, comitati tecnici istituiti dalla Regione per collaborare alla crescita di una iniziativa su criteri di sostenibilità.  “Mi aspetto che la Regione difenda il proprio operato di questi anni volto a favorire il ritorno di una tonnara storica in Sicilia, difendendo cosi anche il grande lavoro fatto da quanti si sono impegnati in questa direzione e ridando sicurezze alla più grande azienda siciliana del settore che ha voluto scommettere sul ritorno di questa attività nell’isola di Favignana.”