Fabrizio Carbone: racconto d’autunno dalla Finlandia

Ruska è parola finlandese con cui si sintetizza un momento particolare dell’autunno: quando le foglie delle 4 specie di betulle, dalla nana alla pendula, prendono il colore del giallo oro prima di cadere a miliardi di milioni e ricoprire il sottobosco, scivolare lungo i fiumi portate dalla corrente, finire nei grandi laghi tra cui, quassù al bordo del circolo polare artico. il Kitka, lungo 72 chilometri. Un piccolo grande mare di acqua dolce e potabile.
Comincio così con un riferimento marino, visto che sono ospitato nel bel blog della libreria internazionale Il Mare, questo racconto d’autunno. Sono 31 anni che vado e torno dalla Finlandia, sono 15 anni che con mia moglie Patrizia (autrice delle fotografie che accompagnano sempre i miei testi), abitiamo per mesi una casa rossa in legno di abete artico, accanto al lago Kitka, la casa dei Due Cieli, famosa tra tutti i naturalisti, gli ornitologi e i fotografi appassionati di Grande Nord. Sono anni che assisto ai cambiamenti climatici in atto dall’osservatorio privilegiato delle grandi finestre che si affacciano sulla radura, sul giardino e sulla foresta intorno a noi. I cambiamenti climatici da 31 anni a questa parte vogliono dire tante cose:
1) non c’è più il freddo intenso a secco che precipitava tra gennaio e marzo a punte di -40. Oramai anche i -30 sono attimi dell’inverno;
2) ci sono sempre più periodi tra maggio e settembre quando le temperature massime oscillano tra i +20 e persino i +30;
3) ci sono sempre più periodi piovosi e freddi d’estate che mettono a repentaglio le nidiate dei grandi tetraonidi che nidificano a terra: i galli cedroni, i galli fornelli, le pernici bianche nordiche e i francolini di monte;
4) stanno comparendo sempre di più piante come gli ontani, i frassini e varie specie di salici che sono il segnale inequivocabile di mutamenti importanti della flora nordica.
Insomma vivere quassù al nord (ricordiamoci però che dal circolo polare artico al nord ci sono 2700 chilometri!) è per me un momento dell’anno di grande interesse.

Così voglio raccontare come funziona una giornata di metà settembre, cosa si può fare, cosa si può vedere. Intanto l’alba, lunghissima, rosseggiante con il cielo sereno. E subito si anima la vita intorno

a casa: alle mangiatoie predisposte sui tronchi di alberi sapientemente posizionati e scenograficamente fotografici si alternano non solo le specie più comuni: cince, pettirossi, fringuelli, verdoni, peppole. Improvvisa è l’apparizione del picchio rosso maggiore e del più raro picchio cenerino. Saltuaria la presenza delle famiglie di ghiandaie siberiane. In lontananza volano lo sparviero e l’astore. In lotta tra loro le ghiandaie comuni e gli scoiattoli, la specie europea che qui non ha da temere la competizione dello scoiattolo europeo. Sul bordo della radura più lontana si fa vedere l’alce che va a leccare un blocco di sale posizionato a bella posta su un palo a 2 metri di altezza.
In giardino entrano i tordi a branchi e, quando le bacche rosse del sorbo sono mature, oltre ai tordi arrivano i meravigliosi beccofrusoni, i più amati tra i birdwatchers italiani che non li possono osservare se non a queste latitudini. Ma un’altra meraviglia è l’ermellino, o meglio la famiglia di ermellini, che hanno le tane in giardino a pochi metri da casa.
È possibile anche la presenza del visone, questa specie è di origine nordamericana, e del cane procione, originario della Manciuria. Intorno alla casa abitano le beccacce, ambitissime dai cacciatori italiani, ma protette nel nordest della Finlandia. In questo periodo le lepri variabili, così si chiamano, indossano ancora il mantello estivo. D’inverno sono bianche candide, come gli ermellini, ma con la punta delle orecchie nera. Si esce di casa per andare a raccogliere bacche. In giardino il ribes nero e nel bosco gli ultimi mirtilli neri e i mirtilli rossi che maturano con l'avanzare dell'autunno. Nelle torbiere si raccolgono gli ossicocchi, karpalo in finlandese, le bacche color amaranto lucente che hanno più vitamina C e antiossidanti che si conosca. La stagione dei funghi è alla fine ma può capitare ancora qualche porcino della specie Boletus edulis pinicola, fungo di cui sono ghiotte le renne ma che i finlandesi di questa regione nordica non raccolgono.
Sono gli ultimi giorni in cui è ancora possibile avvistare gli orsi bruni europei. Ci sono capanni di avvistamento dislocati nelle vicinanze del confine russo dove si aspetta in silenzio l’arrivo di questi grandi plantigradi che tra la fine di novembre e la metà di dicembre andranno in letargo, a seconda delle temperature e della neve.
Accompagno i miei ospiti che vogliono vivere questa esperienza nei capanni di avvistamento dei miei amici Tuomo e Pekka nella zona di Kuntivaara, a tre quarti d'ora di macchina da casa. Qui a volte si incontrano anche una mezza dozzina di orsi; a volte anche una madre coi piccoli nati a febbraio. Si resta, volendo, anche la notte. Di solito si esce con un barlume di luce e a piedi si torna alle macchine: meno di un chilometro nella foresta, veloci e in silenzio per non disturbare la Natura.
Il tramonto. La giornata finisce con le luci splendide dei tramonti artici: il sole scende lentissimo e la purezza dell'aria permette di osservare il cambiamento dei colori minuto dopo minuto, per alcune ore. Poi, se il cielo è sereno, a buio si spera nell'aurora boreale che, come tutti sappiamo, dipende dalle esplosioni solari. Il fenomeno, ricercatissimo, un must della vacanza nordica, può verificarsi in qualsiasi momento delle 24 ore ma lo si può osservare solo a buio.
E quando c’è la Revontulet, questo il nome finlandese, basta uscire di casa oppure cercare un buon punto aperto da bordo lago o dalla cima di una collina. È la conclusione più bella di una giornata di fine autunno nel Koillismaa. la terra di nordest della Finlandia.
Le luci artiche possono ondeggiare a lungo oppure per pochi minuti. Possono colorarsi anche di viola, rosa, verde e giallo. La prima volta lasciano senza fiato.

Fabrizio Carbone – le fotografie sono di Patrizia Chiozza