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Acquerello G.C. Pavia |
La
struttura militare in legno per permettere il passaggio del fiume Reno, fu
concepita da Cesare nel corso delle due campagne contro i popoli germanici,
durante la conquista della Gallia. Il prof. Francesco Maria Pellegrini in un
suo libro del 1898 analizzò la struttura del ponte costruito da Giulio C., così
come descritta nel libro IV° del “de bello gallico”, dandone una propria interpretazione. Personalmente,
avendo avuto la fortuna di aver “dovuto” studiare il latino,
ho preferito leggere la descrizione della costruzione del ponte (in realtà furono due) direttamente da Giulio C. nel suo “De bello gallico”.
Ovviamente
semplificheremo la descrizione tecnica, ed avendo avuto l’accortezza di
tradurre le misure antiche espresse in piedi, le convertiremo in centimetri e metri per una maggiore
godibilità ed ammirazione della grandiosa impresa tecnica compiuta in soli 10
giorni! Ecco come fu costruita quella meraviglia lignea e quali erano i singoli
elementi strutturali che la componevano.
ho preferito leggere la descrizione della costruzione del ponte (in realtà furono due) direttamente da Giulio C. nel suo “De bello gallico”.
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Visione prospettica del ponte |
Gli
elementi fondamentali furono i PILASTRI – due di circa 45 cm di diametro,
lunghezza circa 9-10 metri, collegati a coppia, distanziati di cm 60, appuntiti ad una estremità ed infissi inclinati
secondo la corrente nel letto del fiume, con l’ausilio di
battipali. Di fronte e a valle, a 10 metri
dalla prima coppia si infiggeva una seconda coppia nel letto del fiume ,
sempre inclinata, ma contro corrente. Tra le due coppie citate,
dopo la loro infissione, alla loro sommità fu posto un TRAVERSO a sezione
quadra di cm 60x60,
lungh. 5 metri, con la funzione di collegamento delle
coppie di pilastri, bloccato dall’inserimento di CAVIGLIE, quindi senza l’uso
di chiodi metallici. Tra le due coppie opposte di pilastri si ponevano due
traverse inclinate ed incrociate, sez. cm 30x30, con legature di corda, con la
funzione di irrigidimento del telaio in via di formazione. Dopo la posa di più
elementi delle dette coppie di pilastri-traverso, si collegavano tra di loro le
stesse con TRAVI LONGITUDINALI, sez. cm 60x60, lunghezza 12 metri, con la
funzione di collegamento tra le coppie di pilastri e la successiva posa del
piano di calpestio del ponte. Sulla struttura così approntata si montava del
TAVOLAME, sez cm 40x5, lunghezza metri 4, che costituiva il piano di calpestio del ponte. A valle altri
PALI OBLIQUI, diametro cm 45, infissi nel letto del fiume e collegati con legature alle coppie di pilastri, rafforzavano l’azione
contro lo svellimento delle strutture dovuto alla azione della corrente. A
monte altri PALI VERTICALI, diametro cm 45, infissi verticalmente innanzi alle
coppie di pilastri e non collegati ad essi, evitavano danni che eventuali
oggetti galleggianti, trasportati dalla
corrente, cozzassero contro le le pilastrature del ponte. Riassumiamo
le caratteristiche costruttive e di ambiente: Il ponte era lungo circa 500
metri ed il piano carrabile largo metri 4. Giulio Cesare ne costruì due, uno
nel 55 a. C., l’altro nel 53 a.C., in due località distanti circa due chilometri
tra di loro ed in prossimità di Coblenza. Uno fu demolito dopo
tre settimane, l’altro fu fortificato e divenne permanente. Giulio Cesare
scrisse che impiegarono dieci giorni per erigerlo, ma non precisa il
numero di legionari impiegati. Ampia documentazione ci è pervenuta perché ogni
personaggio delle epoche passate (e presente) ne ha rilevato l’incredibile ingegno e grandezza: Andrea Palladio,
Architetto, ce ne dà una sua versione, a ds; F.M. Pellegrini, nel 1898, traducendo il “de bello gallico”, ne dà
una sua versione costruttiva molto interessante; Altri, tra pittori ed
illustratori, nonché lo scrivente, hanno voluto dare la loro versione grafica. Come si potrà rilevare, le raffigurazioni non illustrano la stessa soluzione
realizzata; ma tutti l’hanno voluta interpretare in omaggio alla capacità
progettuale e tecnica ideata da Giulio Cesare circa 2100 anni fa; la
pragmaticità, la logica e l’intelligenza del progetto, trascurando poi l’incredibile
tempo di realizzazione, sarebbe anche ai nostri giorni ben difficilmente
concepibile e attuabile
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Disegno cotruttivo F. M. Pellegrino |
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Ricostruzione A. Palladio |
G. Carlo Pavia