La collina Velia spianata per la vista del Colosseo


Area romana prima degli insediamenti umani
Ancora una storia “romana”, molto ma molto vecchia proposta dal nostro Giancarlo Pavia “geometra” scrittore. Questa volta andiamo nell’epoca Pleistocenica, indietro nel tempo qualche milione di anni e, con l’ausilio delle immagini dell’Area romana prima degli insediamenti umani, guardiamo com’era conformata la zona della Roma attuale;
si nota immediatamente che il Tevere aveva quasi lo stesso andamento serpeggiante, che le scarse zone pianeggianti (Campo Marzio, Trastevere, Vaticano) già esistevano perché formate da riporti alluvionali; che i famosi “settecolli” già erano tutti presenti, ma se ne notano anche molti altri, oggi quasi sconosciuti quali Cermalus, Carinae, Salutaris, Mucialis, Latiaris, Fagutalis, Cipius, Sucusa, Murcus. 
A ds. Il Mons Testacius (monte Testaccio) che oggi viene conosciuto come rilievo formatosi dallo accumulo di tutti i “cocci”prodotti”  da Roma in tutte le epoche, in realtà era già presente come colle. 
Procedendo nel


tempo, possiamo verificare nella planimetria della Roma iniziale in scala 1/10000, che accanto al Colosseo (che non era ancora stato eretto, dirimpetto ad altri due colli storici, il Cermalus ed il Carinae, ancora esistenti e facenti parte del Viminale e dell’Esquilino, esisteva una collina di medie dimensioni, la Velia, di circa m (500 x 200) di base, 20 di altezza, cioè una superficie di 10 ettari pari a 2 milioni di metri cubi di terra. Su quella collina nei secoli successivi alla fondazione (753°.C.) erano state erette molte domus anche di notevole importanza storica, purtroppo andate perdute. Nel 1930 per la sistemazione della zona archeologica
circostante e per “togliere” la collina dal tracciato della costuenda via dell’Impero (perché avrebbe nascosto la visione del Colosseo dalla piazza Venezia), fu deciso di abbatterla e rimuoverla.
La distruzione della collina Velia
Della rimozione restano poche documentazioni; personalmente ho reperito le tre fotografie che mostrano le varie fasi della demolizione ed asportazione delle terre. Oggi per compiere quella operazione si dovrebbe affrontare un ciclo burocratico non indifferente, con “certificazione” della qualità delle terre, la indicazione ed autorizzazione del luogo di scarico; tutte cautele giuste ed opportune, che “oggi” ci avrebbero consentito di andare a rivedere e  vagliare i reperti accumulati all’epoca. Chissà quanti resti potrebbero chiarire quanto ancora sconosciuto della vita iniziale della nascente Roma!
Giancarlo Pavia

A ds. Restano tracce dell’esistenza di questo “pezzo” di Roma andato distrutto. Le recenti scoperte effettuate durante gli scavi riguardanti il nuovo tratto della linea C della metropolitana, hanno portato alla luce alcunee strutture murarie residue di contorno e sostegno della base della collina Velia e delle sue domus.  

In basso: Vista della cotruenda via dell’Impero , lato Piazza Venezia
 



Le mura della Collina Veia durantte gli scavi per la metro C