Un viaggio tra gli Oceani per capire come viverli in modo sostenibile

I temi dei rapporti tra oceani e clima l’oceanografo Sandro Carniel, li affronta con un approccio multi e interdisciplinare. E il risultato è ben presentato nel suo ultimo lavoro Oceani, Il futuro scritto nell’acqua. Non è un manuale, e nemmeno un libro tecnico, semplicemente ha descritto storie di mare vissute che contengono alcune verità sui nostri oceani. Avventure di mare, aneddoti e racconti della vita di un ricercatore, come la vita a bordo di una nave oceanografica o il mondo sommerso. Una lettura piacevole e soprattutto adatta a tutti, con molte conoscenze scientifiche.
L’idea è nata dopo le classiche quattro chiacchiere con gli amici al bar che non si occupano di scienza e nemmeno sanno come i nostri oceani si stiano riscaldando e di quanto ghiaccio ogni anno si sciolga. Dopo anni di articoli scientifici rigorosi, Carniel ha sentito il bisogno di spiegare alla gente quello che ha capito in 20 anni di lavoro, così ha scritto in tono leggero solide verità.

 
A ds nella foto: L’innalzamento del livello del mare ha già compromesso molti atolli e isole oceaniche situate quasi al livello del mare, come le isole Marshall o Salomone. Entro il 2020, gli scenari più probabili stimano in almeno 70-100 centimentri l’innalzanento dei mari rispetto al 1700, con inevitabili conseguenze in molte città costiere come New York o Venezia.
Il primo capitolo dà un’idea perfetta di quello che ha inteso dire, portando il lettore direttamente in un paradiso come le isole Hawaii, uno dei posti in cui veramente si può capire come la terra, l’aria e l’acqua siano parte
di un grosso sistema estremamente connesso. Queste isole nascono dal magma della terra e vengono rimodellate di continuo dalle correnti portate dai venti alisei… e sono protette da una barriera corallina che è uno dei siti più ricchi di vita al mondo. Per determinare la temperatura media del Pianeta un ruolo fondamentale è svolto dai cosiddetti “gas serra”. Di questo e degli effetti che questo aumento ha anche sugli oceani se ne parla nel libro, descrivendo però anche quanto sia difficile e costoso misurare i nostri mari.
Un’altra parte del libro svela come gli oceani non siano poi così vasti e profondi da essere al riapro da qualsiasi attacco. Gli oceani sono dei veri giganti, rispetto l’atmosfera e anche rispetto alle foreste, e per questo hanno risentito dell’aumento dei gas serra in modo molto più lento. Ma non sono in grado di resistere a tutto, e ora si stanno svegliando. E il loro risveglio può non essere per nulla tranquillo, dato che il 97% dell’acqua del pianeta si trova nei nostri oceani. Sono di gran lunga il serbatoio principale da dove evapora l’acqua non salata, e quindi sono loro che controllano l’umidità e le piogge del Pianeta. Ovviamente nel cercare di aiutarci rallentando gli effetti di un clima che cambia emerge che per i nostri mari il pericolo maggiore è proprio quello di subire degli “attacchi multipli”. Sono solo alcuni esempi lo sovrasfruttamento della pesca, le microplastiche, le bombe sottomarine inesplose, l’acidificazione, l’estrazione incontrollata di minerali dagli abissi.
Il libro si apre e si chiude con un Prologo ed un Epilogo dove vengono presentati due personaggi (Romolo e Angie) che vivono “nel mare” e “di mare”, ma in epoche diverse.  Nel Prologo Romolo è un possibile nostro antenato di un paio di migliaia di anni fa, l’altra una donna che vive ai nostri giorni ma dall’altra parte del Pianeta. Il loro ruolo nel libro è presentare due rapporti diversi col mare, mostrare quanto essi siano distanti tra loro, e come di fatto per l’uomo moderno sia molto, molto più difficile pensare di adattarsi a cambiamenti veloci. Perché le nostre esigenze sono di molto cresciute, perché siamo oramai più di sette miliardi e il nostro livello di confort viene facilmente intaccato: una pioggia intensa, una forte grandinata, l’innalzamento dei mari di 50 centimetri rappresenta oggi un problema molto più serio, che coinvolge centinaia di migliaia di persone. L’Epilogo non è quindi un inno “ai bei tempi andati”, ma piuttosto un richiamo alla nostra responsabilità, ed alle scelte consapevoli, che possono permetterci di stare su questo Pianeta in modo sostenibile. E grazie agli oceani. Anche sotto l’ombrellone, cercando un po’ di refrigerio, come abbiamo fatto in questa torrida estate.