Sempre più giù. Alessia record del mondo a meno 104

Forse è azzardato il paragone con le Ama, celebrate da Fosco Maraini nel primo reportage etnografico subacqueo? Le Ama nell’isola di Hèkura, al largo delle coste Giappone, praticavano in apnea la pesca agli awabi (molluschi: in italiano “orecchia di mare”). Però ugualmente ci piace immaginare come un’Ama l’atleta romana Alessia Zecchini, che sta scrivendo la storia del suo sport, l’immersione subacquea. A soli 24 anni ha raccolto record su record. Mercoledì 10 maggio alle Bahamas ha realizzato il record del mondo di apnea in assetto costante con monopinna,  immergendosi fino a 104 metri dopo che Hanako Hirose, un’atleta giapponese, aveva realizzato -103 metri. Così Alessia ha superato l’inossidabile primato della leggendaria Natalia Molchanova, i cui -101 metri resistevano dal settembre 2011. Per Alessia, che prima di domenica deteneva contemporaneamente il
record del mondo in sei specialità differenti e che ha già vinto in carriera 8 medaglie d’oro mondiali,
si tratta del settimo primato mondiale. Un en plein che la proietta di diritto nell’Olimpo di questo sport, di cui è diventata ormai un punto di riferimento. “Sono felicissima – il suo commento affidato ad un video pubblicato sui suoi canali social –, ho realizzato il sogno che avevo da tanto tempo. Grazie alla mia tenacia, ce l’ho fatta: l’apnea come qualsiasi altro sport, è fatta di passione, di determinazione, di capacità di capire dagli errori per poter fare sempre meglio!”
L’Apnea è una disciplina in continua evoluzione e rappresenta il futuro dello sport subacqueo. Attualmente in Italia e nel mondo sono praticate le specializzazioni della Dinamica con Attrezzi (Monopinna e Pinne), della Dinamica senza Attrezzi, della Dinamica Speed & Endurance, della Statica, dell’Assetto Costante con Attrezzi

(Monopinna e Pinne), dell’Assetto Costante senza Attrezzi e del Jump Blue. Le prime cinque specialità si svolgono in bacino delimitato, mentre le altre quattro in mare e in lago.
L’Italia è Nazione leader in questo sport, avendo conquistato, con la propria Squadra Nazionale, molteplici titoli europei e mondiali CMAS, oltre ad aver stabilito, con i propri atleti innumerevoli record. Le origini dell’apnea si perdono nella notte dei tempi, i primi apneisti si immergevano per raccogliere conchiglie, corallo, spugne. I romani usavano gli urinatores per sabotare le navi nemiche o per recuperare oggetti perduti un mare. Il primo record di immersione in apnea è del 1913 quando Haggi Statti, un pescatore di spugne greco con una pietra da 15 kg legata ad una cima, riuscì in un fondale tra i 70 e gli 80 metri a individuare e recuperare l’ancora della corazzata Regina Margherita.“Di quello di raccoglitori di spugna non ci può essere lavoro peggiore 

per un uomo, dico, nessun lavoro che porta con sé più dolore.” Oppiano, poeta greco, così descrive il lavoro dei pescatori di spugne in un poema sulla pesca (Halieutica) dedicato a Marco Aurelio. L’impresa del greco per molti anni è stata ritenuta una prestazione del tutto eccezionale, fino a che, a metà Novecento, esplose una vera e propria “corsa alla profondità” che vide protagonisti autentici pionieri come Raimondo Bucher (primo primatista di apnea ufficiale nel 1952), Ennio Falco, Enzo Maiorca, Angela Bandini, Stefano Makula, Jacques Mayol e, più recentemente, Pipin Ferreras, Umberto Pelizzari e Gianluca Genoni. Se volete approfondire l’argomento consigliamo questi libri che potete ordinare direttamente nel sito ilmare.com:
Angela degli abissi, di Carlo Tedeschi, dedicato a Angela Bandini; Il respiro degli abissi, un viaggio nel profondo di James Nestor; Corso di Apnea a cura di Umberto Pelizzari e Stefano Tovaglieri; gli ultimi due dedicati a Enzo Maiorca con Il Mare con la M maiuscola, e al mitico Jacques Mayiol con L’Uomo delfino, storia e fascino dell’apnea, da non perdere!