Il
libro ha avuto ben nove anni di gestazione e già ne parlava nel 2008 nel libro Adesso basta quando conobbe la storia
del pirata Dragut. Da allora ha cominciato il lavoro di studio e di
documentazione. È stato nel suo villaggio natale, ha cercato documenti nel
Palazzo Topkapi di Instanbul, poi nell’archivio storico di Siviglia, in giro
per l’Italia e poi tanto lavoro di ricerca nel Web. Quindi dopo almeno sei anni
di studio ne è venuto fuori non un
romanzo storico propriamente detto ma, in senso manzoniano, un romanzo di
ambientazione storica nel contesto che va dal 1485 al 1565 e in quel contesto c’è la storia dei
personaggi realistici perché la storia di Dragut è esattamente quella e
verosimile, con l’inserimento di nuovi personaggi. Rais non è il suo primo vero
grande romanzo, il primo è Stojan Decu, l’altro uomo
scritto nel 2005 al quale è molto legato.
Questo però è un romanzo più complesso e articolato anche se il suo editore sia
convinto che si tratta di una storia popolare, molto più vicino a L’ombra del vento di Carlos Zafon, per
fare un esempio. Ne è risultato un romanzo leggibilissimo e avvincente.
Ma perché Dragut? Lo spiega lo
stesso Perotti: “Perché è un personaggio straordinario, con una storia
particolare, era il primo e unico pirata ottomano non convertito, era un
protoanarchico, un uomo che i suoi stessi ufficiali non osavano guardarlo negli
occhi, un uomo ingestibile con un carattere diciamo mostruoso, un vero cattivo,
come non è stato Barbarossa. È stato un grande ammiraglio, potuto reggere il
passo con il suo più grande antagonista, Andrea Doria più potente ammiraglio di
tutti i tempi, un vero scontro da duellanti. La seconda ragione è più
letteraria perché io combatto una piccola battaglia contro Salgari, il buon
Salgari che tutti abbiamo letto. Lui come altri ha fatto una cosa che ha avuto
impatto drammatico sulla cultura. Perché invece di occuparsi della storia
millenaria dei pirati del Mediterraneo, con storie già scritte che andavano
soltanto romanzate, si è inventato dei pirati inesistenti in Malesia. A vent’anni
sono andato in Malesia sulle orme di Sandokan e la gente mi guardava come se io
fossi un ubriacone. Non avevano mai sentito parlare né di Sandokan né di Janez.
Mentre i pirati dei Caraibi, spesso dei
personaggi inventati, come Jack Sparrow, sono
durati poco più di duecento anni, altro che storia millenaria del Mediterraneo,
dagli shardana agli etruschi, dai romani a Dragut…”