Questo che vi presentiamo non è un museo come gli altri.
Qui l’anima delle cose è fatta di materia. Per questo, se volete, e con il rispetto dovuto a tutti i testimoni del passato, potete toccare gli scafi, i legni, gli oggetti esposti. Loro non si offenderanno, e forse, anche attraverso le vostre mani, qualcosa verrà tramandato.
Questi oggetti non sono gelosi, anzi, come capita alla persone anziane, hanno piacere di raccontare la loro storia. Quindi potete fotografare ciò che volete, e fare girare le foto tra parenti e amici. Naturalmente, dicendo che si si tratta del Museo della Marineria di Cesenatico.
Il Museo ha sede nel tratto più
antico e caratteristico del porto canale di Cesenatico. Esso è la sintesi di
tanti secoli di storia marinara: di piccole e grandi vicende legate alle
barche, alla pesca e ai traffici marittimi.
Nell'adiacente sezione a terra del Museo della Marineria,
sono esposti i reperti della marineria, gli strumenti d’uso, e sono
opportunamente illustrate le tecniche di costruzione degli scafi e quelle usate
per i vari tipi di pesca e per la manovra delle vele. Cesenatico oggi, con le
sue darsene, canali e vene d'acqua, è anche un importante centro per la moderna
nautica da diporto; il Museo della Marineria, che evoca le dure esperienze
umane del passato, ha fra l’altro lo scopo d’insegnare alle presenti e future
generazioni un modo certamente più consapevole di vivere il mare.
Cesenatico, grazie alla sua dimensione più raccolta e familiare, è tra le prime località a intuire che un turismo che smarrisce le proprie radici legate all’ospitalità e all’incontro rischia di esaurire la sua attrattiva e dequalificarsi nella concorrenza al ribasso. Per questo, sin dagli anni ’70 del Novecento, alcuni operatori insieme all'Azienda di Soggiorno iniziano a lavorare per valorizzare il patrimonio locale di storia, tradizione, tipicità, cultura. La spinta determinante a questa azione viene dalla realizzazione del Museo della Marineria, le cui basi vengono poste nel convegno dedicato nel 1977 a “La marineria romagnola, l’uomo e l’ambiente”: è qui che
viene lanciata l’idea-guida del “museo all’aria aperta”, costituito da barche
galleggianti poste nel loro ambiente naturale del Porto Canale, e mantenute
vive con l’alzata delle vele e lasciandone alcune naviganti per tramandare
anche il “patrimonio intangibile” dei saperi e delle tradizioni; ma
soprattutto, “museo all'aria aperta” significa realizzare qualcosa che sia
parte integrante e sottolineatura di un centro storico recuperato e
valorizzato, e strettamente legato alla comunità dei cittadini. In questo modo,
la nascita del museo e il recupero dei luoghi della memoria locale diventano lo
specchio nel quale una comunità di abitanti può riflettersi e tornare
consapevole di una storia e una tradizione comune, che rischiava di essere
offuscata dai rapidi cambiamenti provocati dallo sviluppo turistico.
Qui l’anima delle cose è fatta di materia. Per questo, se volete, e con il rispetto dovuto a tutti i testimoni del passato, potete toccare gli scafi, i legni, gli oggetti esposti. Loro non si offenderanno, e forse, anche attraverso le vostre mani, qualcosa verrà tramandato.
Questi oggetti non sono gelosi, anzi, come capita alla persone anziane, hanno piacere di raccontare la loro storia. Quindi potete fotografare ciò che volete, e fare girare le foto tra parenti e amici. Naturalmente, dicendo che si si tratta del Museo della Marineria di Cesenatico.
Cesenatico dalla sua origine, fino
alla svolta economica del turismo, si è sempre identificata con il porto, e non
solo nel nome “Porto Cesenatico”, ma nel lavoro, nella vita sociale e
politica; nel fermento di esistenze che sedimentandosi nel tempo hanno dato
origine all’anima del paese: quell’umore che ancora oggi permea le rive del
porto canale, contornate da edifici a schiera un tempo dimora di pescatori e
sede di magazzini per zolfo, sale, carbone, e attrezzi da pesca.
Nella sezione galleggiante del Museo sono raccolti i
prototipi delle barche dell’alto e medio Adriatico, che in estate mostrano
ancora le colorate vele “al terzo” decorate con i simboli delle famiglie dei
pescatori, che frequentarono il porto di Cesenatico dopo la scomparsa della
vela e prima dell’avvento della motorizzazione.
Cesenatico, grazie alla sua dimensione più raccolta e familiare, è tra le prime località a intuire che un turismo che smarrisce le proprie radici legate all’ospitalità e all’incontro rischia di esaurire la sua attrattiva e dequalificarsi nella concorrenza al ribasso. Per questo, sin dagli anni ’70 del Novecento, alcuni operatori insieme all'Azienda di Soggiorno iniziano a lavorare per valorizzare il patrimonio locale di storia, tradizione, tipicità, cultura. La spinta determinante a questa azione viene dalla realizzazione del Museo della Marineria, le cui basi vengono poste nel convegno dedicato nel 1977 a “La marineria romagnola, l’uomo e l’ambiente”: è qui che
Genius loci
era per i latini lo spirito che testimoniava l’anima più autentica di un luogo:
ed è proprio questa anima ad affascinare e a motivare ancora oggi le persone al
viaggio e all’incontro con luoghi e gente diversa. Lo spirito più autentico del
turismo è legato perciò alla dimensione dell’incontro, della scoperta, della
conoscenza, e da questo punto di vista il Museo della Marineria a Cesenatico è
stato importante soprattutto come rivelatore del genius loci, cioè per restituire un senso e una identità a luoghi e
spazi del centro storico, a monumenti, piazze e luoghi di incontro.
Grazie a questa ritrovata capacità di “rileggere” e
comprendere lo spirito dei luoghi, furono recuperate e restaurate già negli
anni ’70 le “conserve”, antiche ghiacciaie per la conservazione del pesce,
insieme alla caratteristica piazza dove sorgevano; poi le banchine del Porto
Canale, la principale eredità storica cittadina, sottratte alle auto e tornate
ad essere luoghi di incontro e passeggiata per la gente. Insieme a questo, è
stato recuperato e reso visibile ciò che resta delle due antiche torri, quella
medievale e quella a difesa contro i pirati. Infine, quale ultima e suggestiva
sottolineatura di un legame profondo e a volte tragico tra una comunità e il
suo mare, sul molo di Ponente è stata aperta una nuova piazza dedicata alle
“Spose dei Marinai”, con un monumento che ricorda queste donne mentre durante
le burrasche, insieme ai loro figli, attendevano proprio in quel luogo il
ritorno dei loro uomini.
Davide Gnola
Direttore del Museo
della Marineria di Cesenatico