A tavola con la Storia della Querina raccontata da Franco Fortunato


Paolo Francis Querini e Franco Fortunato


Della mostra “La storia della Querina” di Franco Fortunato che si è tenuta al Palazzo della Cancelleria, si è chiusa il 22 maggio, ne abbiamo parlato in un precedente servizio. In 56 opere Franco Fortunato è riuscito a raccontare in maniera unica l’odissea di Pietro Querini, nobile veneziano che dopo essere sopravvissuto al naufragio nel 1431 e dopo essere stato soccorso all’isola di Røst nell’arcipelago delle Lofoten è diventato il primo italiano ad aver descritto nel suo diario gli usi e costumi dei pescatori di quell’epoca e si deve a lui la conoscenza dello stoccafisso.
Il 14 Maggio del 1432 Pietro Querini iniziò il viaggio di ritorno da Røst verso Venezia.
Paolo Francis e Maria Vittoria Quirini
E proprio il 14 maggio l’associazione International Stockfish Society grazie ad Andrea Vergari ha organizzato un evento per ricordare che Querini lasciò quell’isola con 60 stoccafissi e per onorare il lavoro di Franco Fortunato. L’associazione, nata a Lubecca nel 2014, ha come obiettivo lo studio, la conoscenza e la divulgazione delle rotte internazionali dello stoccafisso e raccoglie in Europa storici, ricercatori, promotori della sua tradizione.
A raccontarlo, di fronte a un pubblico di appassionati di stoccafisso provenienti dal Trentino, Friuli, Marche e Calabria sono stati lo storico Otello Fabris autore del libro “I misteri del Ragno” e il discendente di Pietro Querini il Nobil Homo Paolo Francis Quirini di Santa Giustina, Patrizio Veneto, Cavaliere di San Marco ereditario di Stola d’Oro, conte di Castel Temene e Casali di Dafnes (Candia) con la presenza della ND Maria Vittoria Querini.
Insalatine di stocco di Mammola
Le opere di Franco Fortunato hanno potuto parlare attraverso i racconti di Paolo Francis Querini. Dall’esilio a Creta della famiglia Querini al naufragio, al ritorno a Venezia, un viaggio con un’attenzione particolare parlando del cibo nel corso dell’odissea di Querini. Dalla Malvasia trasportata dalla Querina e usata al tempo come farmaco, alle spezie usate nelle ricette del tempo a quello che hanno dovuto mangiare i naufraghi per sopravvivere, tutto ha consentito di capire la sofferenza patita dai naufraghi.
Il passaggio dalle tele alla tavola è stato facile. Il ristorante Vino e Camino a piazza dell’Oro ha consentito alla International Stockfish Society di rappresentare le eccellenze gastronomiche d’Italia nel corso di un pranzo dedicato al baccalà. L’antipasto ha aperto il menu con due insalatine allo Stocco di Mammola, dove la Calabria si è unita al baccalà mantecato veneziano. Oggi più che mai il paese fa onore con 13 ristoranti affiliati allo stoccafisso e prepareranno un piatto dedicato al lavoro di Franco Fortunato. Dopo l’antipasto Nord-Sud il piatto Stofiss dei Frati di Rovereto preparato dalla Vulnerabile Confraternita dello Stofiss dei Frati profumato di sedano rapa e reso ancor più nutriente e gustoso dall’aggiunta delle patate. Molti attribuiscono al famoso Concilio il vero start per il consumo dello stoccafisso nel mondo cattolico.
F. Fortunato, Giuseppe Spanò, G. D’Angelo 
Ma non ci si sazia mai con il baccalà e quando ha fatto ingresso lo Stoccafisso all’Anconitana è entrato anche il senso di appagamento. Le due cuoche Rosita Vicente e Michela Polverini hanno confermato con il loro gustosissimo stoccafisso che a buona ragione Ancona da secoli conferma fortissima la tradizione di questo piatto, testimoniata persino dall’esistenza di un’apposita selezione commerciale della materia prima, il Westre Magro Ancona. Ad applaudire la squadra marchigiana una rappresentanza della dirigenza dell’Accademia dello Stoccafisso all’Anconetana, cappeggiata dal Segretario Gilberto Graziosi e dal Presidente Giuseppe Pandolfi.


Ora la mostra di Franco Fortunato si prepara a viaggiare seguendo l’onda culinaria dello stoccafisso e con buona probabilità sarà possibile vedere la mostra a Venezia e alla basilica palladiana a Venezia. Si stanno già facendo i preparativi per accogliere la mostra a Bassano e a Trento, seguendo le tappe più importanti del viaggio di ritorno di Pietro Querini.
Andrea Vergari