Nicolò Carnimeo è piombato in libreria all’improvviso come sempre gli
capita, tra una conferenza e l’altra in giro per il mondo. All’Università di
Bari insegna Diritto
della Navigazione e dei Trasporti, si occupa di navi, porti, coste, tutela
dell’ambiente e anche di pirati. È
sua infatti una
delle prime inchieste Nei mari de pirati, sulla pirateria
moderna. Ne abbiamo parlato sul nostro magazine nel 2011. E le sue grandi
passioni, scrivere e viaggiare, lo hanno portato a confezionare un libro
inchiesta, Come è profondo il mare, sulla più grande discarica del pianeta, il Great Pacific Garbage
Patch, l’immensa isola fluttuante negli oceani formata da tutti i rifiuti di
plastica che abbiamo gettato in mare negli ultimi 50 anni. La capacità di
Carnimeo di traguardare l’orizzonte, come scrive Predrag Matvejevic nella
prefazione al libro, si trova, nel suo respiro planetario, nell’analisi lucida
di uno scenario reale. Scenario che il nostro “navigatore” descrive dopo aver
fatto un lungo viaggio, che lo ha portato dagli oceani al nostro Mediterraneo,
alla scoperta “della più grande discarica del pianeta” lanciando un
preoccupante allarme sul livello di inquinamento dei nostri mari.
Nella foto scattata in libreria Nicolò Carnimeo tra Giulia D’Angelo e Marco Firrao
Ma
l’incontro è anche servito a Nicolò per parlarci di un libro fresco di stampa,
Siamo liberi scritto da Elena Sacco che lavora e vive a Milano, con i suoi due
figli. Dopo una lunga carriera come pubblicitaria e dopo aver portato al
successo la propria agenzia, oggi è consulente per le strategie di
comunicazione di aziende, personaggi dello spettacolo e talent. È rimasto talmente coinvolto dal racconto che ha
voluto presentarlo.
Mollare tutto si può. Elena lo decide insieme al suo compagno Claus, un
anno dopo aver visto la morte in faccia. Vendono la loro redditizia agenzia
pubblicitaria e partono sulla barca a vela Viking, destinazione mondo. La
ciurma è la famiglia: Claus, Elena, la figlia di sette anni Nicole e Jonathan,
appena nato. La rotta è impostata su un altrove che sembra irraggiungibile: dal
“paradiso” della Martinica alle contraddizioni di Cuba, dai pericoli di Panama
all’incanto della Polinesia. Infine, Milano. Dopo sette anni infatti Elena
decide di affrontare una nuova avventura: riportare a casa i figli. Fa rotta
verso una normalità tutta da conquistare e scopre, tra fatiche e vittorie, che
ogni viaggio vero si misura sul ritorno. E che mollare tutto non basta, occorre
il coraggio di cambiare. Questo libro è
l’appassionato, comico, struggente diario di bordo di una famiglia, la parabola
di una coppia, il percorso di una donna. Una storia esotica e insieme
metropolitana, remota e vicinissima, che rimane nella mente e nel cuore dopo
aver letto la parola “fine”, perché la parola “fine”, in realtà, non è mai
scritta.