Tusa con i rostri ambasciatori delle Egadi |
Mirabilia Maris, La Sicilia e il Mare, come vi abbiamo anticipato nel nostro articolo
dello scorso luglio è approdata ad Amsterdam ospite all’Allard Pierson Museum
dell’Università come Sicily and the Sea,
prima delle cinque tappe del suo tour europeo.
La mostra è una visione d’insieme
del patrimonio culturale subacqueo siciliano fatto di oltre cento reperti che
per la prima volta mettono il naso fuori dalla Trinacria. Ripercorre 2500 anni
di storia – come ha spiegato all’inaugurazione Sebastiano Tusa direttore della
Soprintendenza del Mare Regione Sicilia –, sino al sedicesimo secolo, grazie al
lavoro dell’archeologia subacquea siciliana, dall’epoca di Honor Frost e Gerard
Kaptain sino a oggi. Un lavoro complesso, a volte pericoloso, che ora può
avvalersi d’importanti progressi tecnologici.
Gli elmi romani |
Tra i reperti più interessanti
che per la prima volta esposti a livello internazionale vi sono il rilievo
scultoreo raffigurante Eracle ed Anteo, proveniente dalle acque del porto di
Catania, una lastra bizantina con il simbolo cristiano, proveniente dal relitto
di Marzamemi a Sud di Siracusa, oltre agli ormai ben noti ambasciatori delle
Egadi, i rostri della battaglia vinta dai Romani il 10 marzo del 241 a.C. Dei
dodici Rostri recuperati ne sono esposti tre, costituiscono il risultato
concreto della più importante ricerca archeologica subacquea mai fatta al mondo
per avere scandagliato trecento chilometri quadrati di mare alla profondità
media di sessanta metri.
L’organizzazione
della mostra è stata possibile grazie alla grande determinazione da parte del
Direttore dell’Allard Pierson, Wim Hupperetz e del Soprintendente del Mare,
Sebastiano Tusa e alla straordinaria costituzione del consorzio COBBRA, nato ad
hoc per ottimizzarne le spese di gestione. L’acronimo sta a indicare i musei di
Copenaghen, Oxford, Bonn, Brussel e Amsterdam. COBBRA è il primo esempio in
assoluto di musei che uniscono le loro forze e risorse per una “gestione
sostenibile” nella produzione di cultura. Conti alla mano, c’è la certezza di
ricavare per intero le spese sostenute e addirittura di ottenere ricavi da
investire in altre iniziative. Ovviamente tutto questo è stato possibile grazie
all’interazione con la Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia che sotto
la direzione di Tusa, è riuscita nell’impresa di mettere insieme i reperti
distribuiti nei vari musei siciliani e di farli arrivare, senza spese, ad
Amsterdam.
Due
allestimenti fotografici fanno da contorno per fornire spunti di riflessione
politico-culturale: “Arrivo a Lampedusa” un reportage sui migranti sbarcati
sull’isola della franco-italiana Sara Prestianni, e “Salviamo il patrimonio
subacqueo”, una collaborazione UNESCO-Agenzia del patrimonio culturale
olandese.
Dopo
Amsterdam, chiuderà il 17 aprile 2016, la mostra andrà all’Ashmolean Museum di
Oxford, all’Arsenale della Marina Regia di Palermo, alla Ny Carlsberg di
Copenaghen e al LVR-Landes Museum di Bonn. Il tutto accompagnato da uno
splendido e ricchissimo catalogo bilingue di oltre 200 pagine.
Un fatto altrettanto
straordinario è che grazie alla cooperazione internazionale di questi tre anni
oltre ad ospitare la mostra, l’Allard Pierson ha deciso di restituire alla
Regione Sicilia diversi reperti delle sue collezioni provenienti dalle acque di
Lipari. “Un gesto di grande nobiltà e civiltà, ha sottolineato Tusa, che mi
auguro altre istituzioni culturali internazionali vorranno seguire”. Si tratta
di 37 oggetti, alcuni esibiti nella mostra, acquistati nel 1982 da un privato,
frutto probabilmente di un saccheggio del relitto della Secca di Capistello,
risalente al III secolo a.C.
Nella giornata inaugurale ha
partecipato l’Ambasciatore
d’Italia a L’Aja Francesco Azzarello che
ha voluto sottolineare il
valore promozione culturale e turistico della Sicilia in mostra. Riferendosi agli
oltre 11 milioni di turisti che da tutto il mondo convergono ogni anno su
Amsterdam, una parte dei quali potrebbe prendere spunto dalla mostra per
visitare la Trinacria. Senza dimenticare quel bacino di 2 milioni di olandesi
che annualmente vanno in Italia.
Franco Vescera, Giulia D’Angelo e S. Tusa |
Invece molto critico è stato
l’intervento di Tusa che con enorme rammarico ha notato le assenze “tristemente
ingiustificate” delle istituzioni regionali interessate, l’Assessorato al
Turismo e quello alla Cultura. “Nonostante la mostra, ha chiosato, sia una
vetrina di eccezionale rilievo per l’isola e i molti solleciti agli enti
competenti di sfruttare questa grande occasione per organizzare eventi
collaterali finalizzati alla promozione del prodotto Sicilia, non c’è stato
nessun riscontro si è persa così una opportunità di promozione turistica ed
economica”.
Un ulteriore tocco di
sicilianità infine lo ha dato Franco Vescera, definito l’archeologo delle
sementi per il suo amore per le cose antiche e genuine. Di mestiere fa il
panificatore, insieme a moglie e figli in quel di Carlentini in provincia di
Siracusa. Ha tracciato un percorso storico durato anni intervistando i contadini siciliani e fonda il suo lavoro su quattro pilastri fondamentali: il grano antico e salutare, la molitura a pietra, la trasformazione attraverso il “crescente” ed infine la cottura nel forno a legna.
Così ha abbandonato per due giorni il Cluster
Sicilia all’Expo di Milano dove coordina le attività, è piombato a Carlentini,
ha panificato con la farina “tumminia” diverse pagnotte con forme di animali, Sebastiano Tusa e Wim Hupperetz |
Maurizio Bizziccari