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Giulia con Gloria Bertolone e al centro Partenope |
Questo vuole essere un omaggio alla collezione delle ventotto polene, sculture sicuramente tra le più belle e raffinate del mondo, custodite nel Museo Tecnico Navale di La
Spezia, presso l’Arsenale. Presto
saranno accolte in un salone, al piano superiore, tutto a loro dedicato. Abbiamo
avuto, l’occasione di ammirarle e fotografarle con una guida d’eccezione, una
spezzina doc, la scultrice Gloria Bertolone. Nate per decorare la prua
delle navi, indicavano il nome e il mestiere del proprietario. Il suo nome risale
al Seicento derivante dal francese poulain “polacco” e più precisamente
dall’espressione souliers à la polaine, che indicava una singolare
calzatura con la punta lunga e rialzata somigliante appunto alla prua di una
nave.
Atalanta |
Per
prima parliamo della bellissima Atalanta, conosciuta come “la famigerata” o la
“maledetta” fu ripescata nell’Atlantico nel 1866 tra i relitti di una nave
rimasta sconosciuta, e trasferita al Museo spezzino. Rappresenta una giovane
donna con un seno nudo e con la mano che solleva il vestito nell’atto di andare,
qualcuno ha visto in lei le fattezze della dea Atalanta, la mitica cacciatrice.
E poi mostrare i seni al mare si riteneva che placasse le tempeste. La sua
bellezza ha fatto innamorare marinai di mezzo mondo, ha esercitato un grande
fascino tanto che alcuni si sono uccisi per lei. Si racconta che nel 1923 uno
dei custodi del museo se ne invaghì e conscio di non poterla far sua,
finì col suicidarsi impiccandosi di fronte a lei. In seguito si uccise per lei
il falegname che la restaurò e un soldato tedesco che la rubò dal museo durante
l'ultima guerra mondiale.
Il militare tedesco fu ritrovato morto nella stanza accanto alla statua rubata. Un biglietto dedicava ad Atalanta il gesto estremo: Nessuna donna è come te Atalanta, a te offro la mia vita. Di altri morti non si è più saputo niente, ma di lettere d’amore e continue infatuazioni si continua a parlare. Il fascino della polena Atalanta è ancora vivo.
Il militare tedesco fu ritrovato morto nella stanza accanto alla statua rubata. Un biglietto dedicava ad Atalanta il gesto estremo: Nessuna donna è come te Atalanta, a te offro la mia vita. Di altri morti non si è più saputo niente, ma di lettere d’amore e continue infatuazioni si continua a parlare. Il fascino della polena Atalanta è ancora vivo.
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Bellona |
Ma sicuramente la più famosa della collezione in
mostra all’Arsenale è la polena della fregata austriaca Bellona, dea romana
della guerra. È stata realizzata nel 1848 da un anonimo artista maestro d’ascia
e intagliatore di polene che prese a modello la splendida Ebe dello scultore
veneto Antonio Canova. Bellona segna un passaggio determinante nella storia
delle polene, perché la riproduzione di un’opera d’arte, la sua bellezza, le
sue forme seducenti, il seno che mostra davanti al mare, ne fanno la figura più
adatta ad essere una polena. Ma quando la nave austro-ungarica venne disarmata,
Bellona perde la sua funzione di propiziatrice di una buona navigazione e
finisce in un museo. Per nascondere le sue forme avvenenti, il segno voluttuoso
del seno scoperto viene “vestito” con un corpetto di gesso. Soltanto nel 1992
quel corpetto viene eliminato nel corso di un restauro e così Bellona ha
riconquistato la sua vera identità di antica dea della guerra.
Sempre in tema
femminile (2) Euridice, la polena della Regia Fregata Sarda varata nel 1828 nei
cantieri della foce di Genova, rappresenta la ninfa piangente che ha nella mano
destra la fiaccola della vita. La polena apparteneva all’omonima fregata
genovese a bordo della quale prestò servizio Giuseppe Garibaldi.
Ciclope |
Il Ciclope, in legno
intagliato e dorato, rappresenta il fabbro, racconta Ovidio, che nei crateri
dei vulcani costruiva i fulmini per Zeus e le armi per gli dei. Ha la
particolarità di avere un terzo occhio posto in mezzo alla fronte, che gli
consentiva di vedere ciò che era invisibile. Ornava la prua del Mongibello, un
battello a ruota costruito nel 1841 nei cantieri di Castellamre di Stabia.
Quella proveniente dal
piroscafo garibaldino Baleno, ex Fairy Queen inglese, raffigura la regina
Vittoria d'Inghilterra in età giovanile con corona reale.
Polena Vittorio
Emanuele II del regio vascello Re Galantuomo, ex napoletana Monarca. Fu varato
a Castellammare di Stabia nel 1850 col nome di Monarca per conto della Marina
borbonica e nel 1860 entroò a far parte della Marina italiana cambiando il nome
in onore di Vittorio Emanuele II.
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C. Colombo |
Polena
proveniente dalla nave Dora, costruita dagli inglesi per i russi con il nome di
Neva ed acquistata dalla Marina sarda per la spedizione di Crimea (1855) e
raffigura una giovane donna che tiene fra le mani una rosa bianca, forse la
rosa di York.
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Re Vittorio Emanuele II |
Quella raffigurante
la dea Minerva con elmo, spada e scudo sul quale è riprodotta una testa di
Medusa è la polena sistemata sul vascello napoletano Minerva. Su questo
vascello nel 1799 fu impiccato Francesco Caracciolo a conclusione degli eventi
della Repubblica partenopea.
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Euridice |
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Fairy Queen |
a cura di Gloria Bertolone
Da leggere. Li trovate sul sito della libreria http://www.ilmare.com/
Polene, i volti del mare , di Marilena Maffei
Polene, di Giancarlo Costa
Polene, i volti del mare , di Marilena Maffei
Polene, di Giancarlo Costa
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Minerva |