Se il nostro plurisettinanale,
nato nel 2010, invece che online, con le sue trecentomila e passa pagine
visitate, fosse distribuito nelle edicole questo che state per leggere sarebbe
il numero 482. Certo parliamo di briciole se paragonate alle centinaia di ore
di programmi che vanno in onda, giorno e notte, sulle TV. Però il nostro vanto
è quello di offrire spesso notizie e argomenti che trovano poco o niente spazio
sui media generalistici. Un esempio è il caso dei record che può vantare Enna,
di cui poco o niente si sa, e di Kore – fanciulla figlia della dea Demetra – la
sua cittadella universitaria. Enna posta al centro della Sicilia è il capoluogo
di provincia più alto d’Italia: la sua rocca è stata definita dai romani “Umbilicus Siciliae” e per la sua posizione strategica “Urbs Inexpugnabilis”.
Record numero uno: ha una
popolazione di novemila studenti su circa cinquantamila abitanti! La sua
giovane Università Kore, quest’anno compie dieci anni, ha appena inaugurato la nuova
biblioteca, una megastruttura di 12mila metri quadrati, sette piani, poco meno
di mille posti a sedere, dieci chilometri di scaffali per ospitare 180mila
volumi. Non solo.
Antonella Versaci |
Da poco Kore ha sostituito le sue 5362 lampadine a
incandescenza o al neon diventando ufficialmente il primo ateneo al mondo
completamente illuminato con LED. Ancora: è al 2° posto assoluto in Italia
(considerando sia le statali che le non statali) per gradimento degli studenti.
Da non crederci, è stato
realizzato in appena tre anni, uno dei più imponenti laboratori di ricerca
scientifica europea, a partire dal “Marta”, acronimo di Mediterranean
Aeronautic Research & Trasportation Academy dove si trova l’unico
simulatore di volo per studiare lo stress dei piloti “Full motion” gestito da
una Università europea. È l’unico modello in Italia, ne esistono soltanto tre nel mondo. Inoltre è operativo uno dei
centri sismici più all’avanguardia chiamato L.E.D.A., Laboratory of Earthquake
engineering and Dynamic Analysis. Ha strumenti di
ricerca unici per le dimensioni delle due tavole vibranti che lo compongono in
grado di simulare terremoti e di testare la resistenza alle scosse telluriche
di strutture civili e di parti meccaniche sottoposte a sollecitazioni molto
elevate.
Simulatore di volo Full Motion |
A questi record si aggiunge una ciliegina sulla torta, una vera
eccellenza, il Laboratorio di Restauro dei Beni Architettonici e Culturali della
Facoltà di Ingegneria e Architettura
diretto da una giovane ricercatrice, 42 anni, Antonella Versaci. Siciliana
doc di formazione è ingegnere, ha vissuto molto fuori, prima in Francia, poi a Venezia con l’Unesco
intessendo buoni rapporti con altre università, ora però ha concentrato la sua
attenzione sul suo territorio.
L’abbiamo conosciuta perché Sebastiano Tusa direttore
della Soprintendenza del Mare ha stipulato una convenzione con il suo
laboratorio per ottenere il rilievo
tridimensionale, ad elevata definizione, dei reperti recuperati nei fondali
delle Isole Egadi di cui tanto abbiamo scritto. In particolare, le operazioni di misura hanno interessato
uno dei dieci rostri e cinque dei sette elmi
ritrovati di cui uno, non ancora restaurato, presentava ancora le
caratteristiche concrezioni formatesi nel corso delle migliaia di anni di
permanenza in mare.
Braccio di misura laser |
“Sorpreso,
mi chiede la professoressa Versaci illustrandomi le attività di Kore, di vedere
tanta eccellenza nel profondo sud? Nella Sicilia centrale in un posto
completamente isolato che è sempre stato il meno visitato e conosciuto rispetto
alla Sicilia costiera, in effetti non c’è praticamente nulla se non questa
Università nata con enormi difficoltà.
Da Catania abbiamo una superstrada mentre
da Palermo, causa il noto crollo del cavalcavia, è molto complesso arrivare
specie per le carenze del servizio pubblico, io stessa che arrivo dal messinese
mi arrangio con la mia auto. Ciò significa per noi perdere clientela, ovvero
gli studenti.” Dopo il sacrosanto sfogo Antonella, così mi chiede di chiamarla,
mi spiega: “Il nostro laboratorio è stato impostato sull’innovazione
tecnologica. Ci occupiamo ben oltre di restauro la nostra particolarità è
legata al rilevamento e alla riproduzione virtuale e materiale di quelle che
sono le grandi ricchezze del patrimonio archeologico mettendoci al servizio
degli enti stipulando numerosi convenzioni con varie soprintendenze.
Acroliti di Morgantina |
Prima di
dedicarci ai rostri ci siamo occupati degli acroliti di Morgantina, gli otto pezzi, due teste, mani e piedi, scolpiti in marmo che venivano uniti
con stoffe e legni custoditi nel Museo di Aidone sono stati scelti per
rappresentare la Sicilia nel padiglione Italia dell’Expo. I frammenti appartengono a due statue di grandezza di poco superiore al
vero, raffigurano Demetra e Kore, sedute e affiancate. Abbiamo eseguito il rilievo tridimensionale ad
elevata definizione degli otto reperti utilizzando uno strumento certamente tra
i più performanti oggi in uso, uno scanner che combina una sonda laser
collegata all’estremità del braccio di misura che permette di manovrare
manualmente il braccio laser con grande libertà di movimento, evitando
qualsiasi contatto fisico con i reperti.”
Fresatrice |
Ma torniamo ai tesori delle Egadi. “Le operazioni,
spiega la Versaci, sono state condotte in quattro macro fasi di lavoro:
acquisizione dei dati 3D con il braccio di misura laser dotato di tecnologia handheld 3D scanner (precisione massima
±25μm); ricognizione fotografica per lo sviluppo delle texture foto-realistiche da applicare ai modelli 3D (projection mapping); post-elaborazione
dei dati in laboratorio per la definizione di modelli poligonali e sviluppo
della piattaforma web per la visualizzazione/presentazione digitale dei modelli
realizzati. L’ultima fase rappresenta una rilevante innovazione a supporto di
una concezione diffusa dei beni culturali, in quanto permette di accrescere
“virtualmente” l’interazione degli utenti della rete con questi antichi
manufatti, attualmente visibili al pubblico solo durante esposizioni
temporanee.”
Così è stata “costruita” una
replica estremamente realistica e in scala reale del rostro in bronzo lungo
quasi 90 cm e alto circa 60 cm a partire da blocchi di polistirene, “scolpiti”
da una fresatrice a controllo numerico, levigati con carta abrasiva dalla grana
molto fine e stuccati per rendere uniformi le superfici anche nei punti di
assemblaggio tra le parti.
Che dire? Anche se l’ho
descritta in modo estremamente sintetico si tratta sicuramente un’esperienza
“eccellente” condotta con successo da tecnici altamente qualificai con
strumentazioni estremamente avanzate e performanti, che ha messo in luce lo
spiccato spirito di intraprendenza della Facoltà di Ingegneria e Architettura
dell’Università Kore e del laboratorio diretto da Antonella Versaci.
Maurizio
Bizziccari