Mirabilia Maris: ambasciatori molto speciali

Rostro romano
Ercole e Anteo, II a. C.
Conclusa  la Nuova Settimana delle Egadi, si parlerà ancora delle Egadi, ma questa volta in Europa.
I rostri della battaglia navale delle Egadi del 241 a. C. saranno gli ambasciatori delle nostre isole e della Sicilia intera in un tour europeo che inizia l’8 ottobre ad Amsterdam dove si inaugura la mostra “Mirabilia Maris, Sicily and the Sea” presso presso l’Allard Pierson Museum.
I rostri, gli elmi, le anfore e gli altri oggetti recuperati nelle cinque campagne di ricerca con la nave oceanografica Hercules costituiranno una delle attrattive principali della mostra ideata da Sebastiano Tusa in collaborazione con i tecnici e gli archeologi della Soprintendenza del Mare e con i colleghi dell’Allard Pierson Museum di Amsterdam.
Il tour prevede ben 5 tappe fino al 2018: Olanda, Danimarca, Londra, Belgio, Germania. Nella primavera 2016 sarà all’Ashmolean Museum di Oxford fino al 25settembre. Dall’ottobre 2016 al marzo 2017 tornerà a casa a Palermo nell’Arsenale della Marina Regia, sede della Soprintendenza del Mare. Subito dopo si imbarcherà per volare a Copenaghen  dove rimarrà fino all’agosto 2017 al museo Ny Carlsberg Glyptotek. Da settembre 2017 a marzo 2018 è attesa al Royal Museum or Art and History di Brussels. L’ultima tappa del tour, se non ci saranno altre richieste, è in Germania, a Bonn, dove da aprile 2018 ad agosto sarà esposta al Landes Museum.
Anellino con gemma incastonata
La mostra, fatta di oltre 100 oggetti provenienti dai mari siciliani, nasce quale occasione di promozione e di valorizzazione del patrimonio storico archeologico subacqueo recuperato in Sicilia. Questo grande patrimonio finora è stato fruibile per il pubblico soltanto presso i diversi musei di pertinenza del territorio siciliano. La sua finalità è raccogliere quanto è sparso per offrire per la prima volta al pubblico una visione d’insieme più esaustiva dell’intensità degli scambi culturali, dei traffici commerciali nel Mediterraneo, aventi come protagonista la Sicilia, che per la sua posizione fin dalla preistoria è stata il baricentro della navigazione mediterranea, sia al fine di pacifici scambi, sia per operazioni militari di conquista ed espansione da parte di popolazioni diverse. 
Bronzo Reshef X a.C.
La mostra ripercorrerà 2500 anni di storia della Sicilia fino al Sedicesimo secolo, evidenziando anche il difficile lavoro degli archeologi subacquei e le nuovissimi mezzi di indagine e prelievo in alto fondale offerti dalla tecnologia a supporto della ricerca per mare.
Ciascun momento della storia della Sicilia sarà documentato attraverso reperti marini che spaziano dalla statuaria ai complementi di navigazione, dalle suppellettili da mensa in metallo prezioso alle più comuni anfore da trasporto delle diverse tipologie ed epoche (puniche, greche, romane, tardoantiche, arabe, normanne), ai poderosi strumenti da guerra quali i rostri navali in bronzo della battaglia delle Egadi, che concluse nel 241 a. c. la prima guerra Punica, sancendo l’inizio del dominio romano nel mediterraneo.
Oinochea a figure nere V sec a. C.
La mostra, divisa in sette sezioni, mette insieme reperti e pannelli relativi alla storia della Sicilia attraverso i suoi reperti subacquei che illustrano sia le ultime scoperte della Soprintendenza del Mare, sia quelle più antiche dei primordi dell’archeologia subacquea siciliana (Frost, Kaptain, etc. ) con filmati storici, video-installazioni, ricostruzioni virtuali dei siti e relitti, l’edizione completa di un catalogo illustrato della mostra e dei reperti in lingua italiana ed inglese.
Sezione I - I Pionieri: Tracce di Micenei e Fenici: Le testimonianze per le fasi micenee o fenicie più antiche sono rare, sia a terra che in mare. Tuttavia alcuni ritrovamenti fortuiti indicano la straordinaria ricchezza della loro cultura e l'intensità dei loro rapporti con l'occidente: il Reshef di Sciacca, il torso fenicio dallo Stagnone di Marsala, lingotti metallici, il frammento di anfora Myc IIIB da Capo Graziano.
Sezione II: I Greci: commerci e colonizzazione: Il Relitto di Gela dimostra la qualità e la varietà del commercio d'importazione greca che collegava l'importante città di Gela con la madrepatria attorno al 500 a.C. Il carico presenta numerosi suppellettili di pregio, la maggior parte delle quali sarebbe stata destinata a corredo tombale dei più agiati. Le anfore indicano un costante consumo di vino e olio , provenienti da diversi centri produttori della Grecia. Oggetti più modesti permettono di immaginare la vita dell'equipaggio a bordo delle navi commerciali.
Statua fenicio-punica VI a. C.
Il Relitto di Capistello, datato al 300 a.C circa, rappresenta un esempio più tardo di commercio greco e ci permette di introdurre il tema della storia della subacquea e anche del depredamento a cui sono stati sottoposti i beni subacquei. La modellistica navale permetterà di osservare le varietà delle tipologie e le specializzazioni delle navi antiche. Non tutte le navi che hanno solcato il Mediterraneo furono di grandi dimensioni: modellini fittili (da Lipari) illustrano il tipo della nave da guerra o della canoa, insieme ad altri aspetti del mondo della navigazione antica.
Sezione III - Lo scontro nel Mediterraneo: la guerra tra Cartagine e Roma: Cartagine (nell’odierna Tunisia) ha dominato il Mediterraneo occidentale dal IX al III secolo a. C. Nella fase più antica furono le città greche di Sicilia e della Magna Grecia a rappresentare i suoi antagonisti. Durante il III e il II secolo a. C. le Guerre Puniche tra Cartagine e il potere emergente di Roma infuriarono con violenti scontri sul suolo italico e nel Mediterraneo. Alla fine i Romani uscirono vittoriosi dall’epico scontro e Cartagine fu totalmente distrutta nel 146 a. C. Una serie di rostri navali in bronzo, rimasti a giacere sui fondali del mare a N-O di Levanzo sono le testimonianze dirette della Battaglia delle Egadi, 10 Marzo 241 a. C., che portò la vittoria ai Romani e segnò la fine della Prima Guerra Punica. 
Ancora litica
Sezione IV - Il commercio e il traffico d’arte dei romani: Dopo la sconfitta di Cartagine in seguito alla Prima Guerra Punica, la Sicilia divenne provincia romana, trasformandosi in granaio di Roma e fonte principale di approvigionamento , anche illecito, di statue e preziosi manufatti artistici , destinati all'elite affamata d'arte della fiorente città.Reperti particolari quali la zampa bronzea d'elefante a grandezza naturale dal Canale di Sicilia, il gruppo Ercole/Anteo testimoniano il flusso di prodotti artistici diretti in Sicilia, porto di richiamo per tali merci.
Sezione V - Periodo tardo antico e Bizantino: Presso la costa di Scauri, a Pantelleria, prossima all’Africa, un relitto Tardo Romano della seconda metà del V secolo a. C. testimonia la resistenza dei traffici commerciali pur attraverso le instabili condizioni dell’epoca in cui Cartagine è stata conquistata dai Vandali, che si apprestano a invadere le coste italiane. Pentole da cucina con tracce di zolfo furono probabilmente impiegate per creare la pece greca, un arma micidiale; le stesse pentole, la c.d. Pantellerian ware, rappresento il prodotto più pregiato delle esportazioni pantesche antiche attraverso l'intero Mediterraneo.
Patera
Sezione VI - Dominazione e commercio Arabo/Normanno: I Relitti di Abbione (XIII secolo) e di Mondello (X-XII), altri ritrovamenti fortuiti da vari relitti risalenti all’epoca delle dominazioni Araba e Normanna in Sicilia (IX -XIII secolo) evidenziano le influenze del Nord Europa e dell'Oriente sulla cultura siciliana. Sulla spiaggia di Mondello, vasi con iscrizioni arabe condividono il fondale con la ceramica normanna. L’anfora più recente in mostra appartiene a quest’ultimo periodo, mentre diversi reperti con simboli cristiani illustrano l’influenza dell'impero bizantino.
Sezione VII - I traffici marittimi in età moderna: Il relitto rinvenuto al largo delle coste di Sciacca testimonia un’avventura commerciale naufragata agli inizi del sedicesimo secolo. L’artiglieria pesante rinvenuta a bordo narra la precarietà, in cui le navi mercantili ben cariche, si aggiravano, preda di pirati e corsari. Il profitto che il capitano cercava di ottenere, ben conoscendo la carestia che aveva colpito i siciliani a quel tempo, ha causato la fine della nave, in quanto una folla tumultuosa ha saccheggiato la nave carica di grano.