La serata dedicata alle “prore sorrentine” merita ancora di parlarne, tanto è stato l’entusiasmo che ha suscitato. Lo facciamo riportando, dopo quello che scritto Giancarlo Antonetti nel post precedente, anche i commenti di due dei protagonisti l’attrezzatore di barche d’epoca il napoletano Giovanni Caputo e il mastro d’ascia, , sorrentini doc, Nino Aprea dell’Antico Cantiere del Legno Aprea.
Credetemi, è sempre emozionante parlar
di mare e marineria con persone che condividono la stessa passione. E sabato
scorso alla Libreria Il Mare di Roma la condivisione è stata totale… è stata
una serata bellissima, con incontri davvero entusiasmanti, dove l’attenzione
era tanta e la gioia si poteva leggere negli occhi di tutti… ed è proprio vero
che il mare unisce.
Che dire, se non
grazie di cuore per averci ospitato con tanta familiarità, e grazie alle
persone intervenute, davvero tante! Seppur
trattasi di lavoro, il mio, è una vera e propria ragion d’amore verso le barche
ed il mare…
È incredibile! Da bambino sognavo di costruir barche e oggi lavoro
con uno dei più prestigiosi Cantieri navali italiani, l’Antico Cantiere del
Legno Aprea di Sorrento… Parlare agli
ospiti della serata dell’evoluzione del gozzo sorrentino, dalle sue origini più
remote fino ad arrivare ai nostri giorni, passando per navi onerarie e
vichinghe onde sottolineare la similitudine di forma, o ancora l’assonanza di
nome tra il “lintres” piccola barca d’epoca romana e il “luntro” siciliano,
anch’esso di forma simile al gozzo, la dice lunga sul viaggio evolutivo che ha
compiuto questo tipo di imbarcazione… è stato bello parlar di legni per
costruir barche, fino a sentirne vagamente i profumi…
Confesso d’essermi emozionato, per tanti
motivi… per la cordiale accoglienza del pubblico, per l’attenzione dei ragazzi
dell’istituto Nautico che hanno partecipato attivamente: il fatto di aver
trasmesso nozioni e saper fare di un mestiere come l’attrezzatore navale è
stata davvero una sensazione di piacere e soddisfazione personale… mostrare le
metodologie di un mestiere che – seppur antico – è sempre sulla “cresta
dell’onda”, poiché non v’è vento di modernità che potrà svellere le radici
dell’Arte Marinaresca: un nodo su una cima, una gassa d’amante, per esempio,
non può essere sostituita da null’altro!
La frase “prima d’esser nave fosti foresta frondosa”, divenuto il titolo della serata è stata mutuata da
Catullo, e la scelsi tempo fa per aprire un capitolo di un mio libro, dove si
parlava appunto di barche di legno, quindi quale miglior titolo se non questo
stralciato da un carme del Poeta romano che s’era innamorato a tal punto della
propria barca che – una volta in disarmo – la trasportò nel giardino della sua
villa per poterla contemplare… le barche di legno hanno un’anima, e quelli come
noi, ne sanno ascoltare i silenti canti di gioia.
Giovanni Caputo
Una giornata splendida con persone
splendide! L’evento “Prore sorrentine” alla Libreria Il Mare di Roma è stata
davvero una esperienza piacevole. Poco abituato a parlare ad un folto pubblico,
peraltro attento e appassionato, ho cercato di trasmettere le sensazioni che
fanno del mio lavoro di maestro d’ascia una passione vera e propria. Talvolta –
o forsanche sempre - sento con piacere il carico di responsabilità che ho
ereditato dalla mia famiglia consistente nel fatto di portare avanti il
mestiere di costruttore navale, mestiere che si tramanda nella da oltre
trecento anni; responsabilità che con orgoglio affiderò un giorno nelle mani
dei miei figli, così come mio padre ha fatto con me.
Questo è un lavoro che “senti dentro”,
poiché dar vita ad una barca è un’emozione unica: la scelta dei legni, lo
stortame adatto per le ordinate, l’impostazione della chiglia… e poi, veder
nascere quello che molti sanno possedere un’anima…
Ma anche il restauro di una barca ha il
suo fascino: una barca progettata 50 o anche 100 anni fa è un libro di Arte
Navale che va sfogliato reverenzialmente, studiato e compreso, fino a
immedesimarsi nel costruttore e progettista al fine di riportare la barca agli
antichi splendori senza stravolgerne l’elegante bellezza…
E mi piace anche sentire il Cantiere
come vivaio di nuove giovani leve che si avvicinano con amore e dedizione a
questo lavoro, non privo di sacrifici, ma che offre soddisfazioni impagabili. Trasmettere
i saperi di quest’antico mestiere è emozionante… vedere i giovani che apprendono
con passione è una sensazione impagabile, ed il compito del nostro cantiere è
anche questo: la difesa delle tradizioni marinare, poiché solo navigando in un
mare di storia si potrà tracciare la rotta giusta per il futuro.
Nino Aprea