Enrico Corsetti |
spaghetti con i ricci di Santa Marinella, ci ha raccontato della sua ultima impresa a vela su un hobie cat in giro per l’arcipelago toscano. Una sorta di Camping nautico tanto di moda negli anni 60 e 70. Dalla sua persona, come sempre, traspariva, nel racconto, una passione vera per le barche, la vela e soprattutto per il mare. Una passione che è capace di trasmettere a chi lo ascolta e credo anche a chi legge questo suo resoconto del viaggio in solitario sul suo Tigro.
Giulia D’Angelo
L’hobie cat (Wikipedia docet…) è un catamarano a vela ideato in California dallo statunitense Horbert “Hobie” Alter all'inizio degli anni sessanta.
Enrico e il suo Tigro |
Oggetto: A spasso con Tigro
Otto giorni vissuti intensamente cavalcando Tigro, il mio Hobie Tiger 18: solo lui ed io!
Otto giorni da ricordare, per me, soprattutto per essere riuscito, da solo, a realizzare questo mio piccolo sogno e a gestire le emergenze durante le navigazioni più impegnative.
Otto giorni e circa 300 miglia di Mare vero, dalla Lega Navale di Ostia (fucina di vera Gente di Mare), fino all'isola d'Elba e ritorno. Tre le tappe all'andata e tre al ritorno: Ostia/S.Agostino, poco dopo Civitavecchia; S.Agostino/Talamone; Talamone/Isola d'Elba; Isola d'Elba/Isola del Giglio; Isola del Giglio/S.Severa; S.Severa/Ostia.
Ogni tappa è legata ad avvenimenti ed emozioni che non posso dimenticare, ma due in particolare hanno segnato questa mia esperienza: Talamone/Elba con 20/30 kts di Scirocco e Giglio/S.Severa con 20/30 kts di Maestrale. Entrambe con Mare formato e un paio di mt. d'onda frangente, affrontate con 2 mani di terzaroli la prima e con una mano la seconda.
Ecco i brevi racconti delle due tappe.
Mercoledì 13 agosto 2014, Talamone/Elba,
che soddisfazione attraversare con 20/30 kts di Scirocco, onda formata, ripida e frangente, cavalcando Tigro. Due mani di terzaroli e fiocchetto rollato, velocità tra gli 8 e i 14 kts, i timoni in risonanza… Non sapevo come mi sarei comportato. La tensione c’era, ma ero determinato, concentrato. Conoscevo bene la meteo che avrei dovuto affrontare e dopo una breve notte praticamente insonne, alle 6 della mattina cominciavo i preparativi e alle 07:30 ero già in acqua. Tigro in versione conservativa ed io con maglia in licra (la mia seconda pelle), muta da combattimento (quella da tre mm.) e sottocasco da sci, eravamo pronti. Il vento cominciava a soffiare con intensità, come previsto, ma la tensione svaniva presto e riuscivo a eseguire tutte le operazioni calcolando il tempo tra le onde, per non aggiungere peso sottovento nel momento sbagliato.
Due mani di terzaroli |
Domenica 17 agosto, una tappa da “prova del 9” Isola del Giglio/S.Severa
Alle 6 della mattina sono già all’opera per mettere via la tenda, preparare Tigro ed entrare in acqua al più presto per evitare inutili “problemi burocratici”, visto che a breve la spiaggia del Campese si riempirà. So che il Maestrale mi raggiungerà tardi, ma è meglio andare. L’attesa del Vento è dura e la randa con una mano di terzaroli, non mi aiuta di certo.
Un selfie in navigazione! |
In mio soccorso arriva il Maestrale e le allucinazioni volano via con lui.
Tigro ed io cominciamo a correre nel Vento. Prima sotto gennaker e poi, al gran lasco, con solo randa con una mano di terzaroli. E sarà così fino a Capo Linaro: che adrenalina!
20, 25 nodi o forse più, onde di 2 mt frangenti.
Il timore di non essere all'altezza, pensieri brutti che ti passano per la mente e poi, come d'incanto, la semplicità di gestire Tigro su questo impetuoso fiume in piena.
Tigro a Talamone |
Lasciare il timone per qualche secondo e calcolare il tempo tra le onde per trovare un rimedio, non è semplice, ma tutto fila liscio, anche se, poco dopo, la drizza spi trova il modo di avvolgersi intorno al fiocco. Ma Tigro procede imperterrito, si comporta in modo fantastico e i suoi 18 piedi, sembrano 18 metri, trasmettendomi sempre una sensazione di grande sicurezza.
L’arrivo a Capo Linaro è festeggiato dal salto di un enorme tonno a pochi metri dalla prua. Passato il capo, le onde spariscono e l’arrivo a Santa Severa è lento con la randa terzarolata e senza la possibilità di utilizzare fiocco e gennaker.
È quasi notte e un Hobie 18 del circolo velico di S. Severa mi viene incontro per farmi strada, dove atterriamo alle 22:00.
La “battaglia” è vinta! Che grande esperienza anche questa tappa: quattordici ore al timone, tanta stanchezza, ma altrettanta soddisfazione, condita dalla piacevole e festosa accoglienza degli amici della Velica.
Tigro al Centro Velico Naregno |
Un grazie particolare alle belle persone incontrate durante questo viaggio, ma soprattutto ai preziosi consigli di Tullio Picciolini, presidente della Lega Navale Italiana di Ostia e fuoriclasse delle lunghe navigazioni in catamarano e a Daniele Pirozzi, anche lui un maestro dei raid con i Formula18, che con il suo mantra “non devi scuffiare, non devi scuffiare”, mi ha aiutato a mantenere la concentrazione durante i momenti più difficili.
Buon Vento!