1 marzo 1982, numeo 1 |
Piero Pruneti |
Come mensile Archeologia Viva visse fino al 1987, quando Pruneti, per far fronte a pressanti esigenze, passò il giornale alla Giunti Editore, pur rimanendone direttore, che prese cadenza bimestrale con il sottotitolo “Vivere il passato. Capire il presente.” Da allora è al centosessantaquattresimo numero con il sottotiitolo che è diventato semplicemente Storia, tutti costellati da importanti successi e da una tiratura di tutto rispetto, trentamila copie, per essere un periodico specializzato e di nicchia.
La sua redazione è minimale, ma vive grazie a un grande numero di collaboratori tra gli stessi archeologi e ricercatori che hanno fatto di Archeologia Viva il loro punto di riferimento, il luogo privilegiato dove pubblicare i propri lavori.
27 febbraio 2014, numero 164 |
Insomma Pruneti è l’ideatore e curatore della prima grande rivista italiana di divulgazione archeologica con argomenti che spaziano dalla preistoria all’età moderna con un’attenzione particolare al mondo mediterraneo. In ogni numero notiziari, reportage sulle principali scoperte, interviste con i protagonisti, mostre, rubriche tecniche e tanto altro. Ma per i propri lettori Archeologia Viva organizza anche convegni, viaggi, rassegne di cinema, campagne di scavo, attività subacquee, e non finisce mai di stupire. Nell’ultimo numero in edicola, la copertina è dedicata ai templi cambogiani con uno speciale a firma si Sergio Rinaldi Tufi, ma soprattutto è presentato il decimo incontro nazionale di Archeologia Viva che si tiene domenica 2 marzo a Firenze all’Auditorio del Palazzo dei Congressi. Una giornata densa di appuntamenti tra cui spiccano quelli con lo scrittore Viviano Domenici e il docente Andrea Camilleri.
Gli Incontri Nazionali di Archeologia Viva – il grande appuntamento organizzato dalla prima grande rivista scientifica italiana dedicata alle scoperte e alla riflessione sulla storia dell'uomo – sono, come li descrive lo stesso Pruneti, un momento molto atteso da quanti cercano nel passato le ragioni del presente.
Il rischio indotto da politiche inadeguate per la cultura e dalla disinformazione ricorrente sui grandi media è quello di una disastrosa perdita della memoria profonda, quindi di una “confusione dell'essere” a cui sono soggetti i popoli al pari delle singole persone. In questa sorta di analisi collettiva che ci viene proposta dalla ricerca archeologica, tocca a ognuno di noi guardare in faccia “chi, cosa e come” ci ha preceduto. Sono queste le ragioni del nostro incontro a Firenze.
Firenze 2012: IX Incontro Archeologia Viva |