Ritorno all’Isola del cuore: come e perché nasce la Nuova Settimana delle Egadi

Un’insieme di coincidenze mi ha riportata di nuovo sull’isola che ho frequentato per venti anni. Favignana, l’Isola del cuore. L’sola che coinvolge per la sua storia, per le sue acque limpide, per i grandi tonni, per le cave di tufo, per i suoi castelli, per il suo stabilimento del tonno, per la prima guerra punica, per la cucina tradizionale del pesce, per i miei amici che vi vivono tutto l’anno, per le isole vicino che la rendono più preziosa e che formano un arcipelago: l’Arcipelago delle Egadi. Le persone che mi hanno coinvolto in questo ritorno sono Maria Guccione e Roberto Soldatini. Maria, dopo aver letto il mio articolo “Una Nuova avventura”, che ho scritto per Altomareblu (il sito ideato dal grande Antonio Soccol e ora diretto da Alessandro Vitale) e dove ho illustrato quanto organizzato a fine aprile per il secondo Festival Internazionale dell’Editoria del mare a Gaeta durante lo Yacht Med Festival, mi telefona per congratularsi dell’iniziativa di Gaeta e per  invitarmi a Favignana per un incontro con Giuseppe Pagoto il neoeletto giovane sindaco.
Roberto, che nel giro in solitario con la sua Denecia (un 43 piedi a vela) , per raggiungere l’Egeo, mi chiama per  invitarmi proprio negli stessi giorni, a veleggiare da Trapani a Favignana. Avevo una gran voglia di tornare all’Isola. Ho, come al solito coinvolto mio marito, e insieme ci siamo messi in viaggio: aereo fino a Trapani, quindi con Roberto su Denecia veleggiamo fino a Favignana.

 A ds: dal forte di Santa Caterina (300 mt slm) panoramica verso Trapani  di un’ala della “farfalla”. In primo piano il centro abitato. L’isola è pragonata a una farfalla il cui corpo è la Montagna Grossa, dove erge il Forte, che la taglia in due.
Le fotografie panoramiche che accompagnano il testo sono di Roberto Soldatini.

A sn: l’ala che guarda Marettimo, sullo sfondo il faro di Punta Sottile

Quanti ricordi!! Quante battaglie!! Quanti personaggi invitati a frequentare l’isola!! Finalmente incontro e ritrovo i miei amici Favignanesi e li faccio conoscere a Roberto, che essendo un musicista di grande sensibilità, subito apprezza coloro che hanno vissuto con me le lotte per salvaguardare Le Egadi: Maria e Giovanna Guccione, Giulia Torrente e Antonio Monachella, Vincenzo e Maria Zabarino, Giuseppe e Giovanna Abbione, Salvatore Tammaro, Scipio, Jose, Mariella e Vincenzo e tanti altri.
La prima volta che arrivai a Favignana nel 1975, mi immersi con le bombole praticamente dentro il porto, in acque pulite e limpide e presi una seppia con le mani, che inserii tra la pelle e la muta, procurandomi un bel morso dall’animale che tentava di scappare.

A ds: il porto e il centro abitato, in primo piano l’ex Stabilimento Florio

Conobbi in quell'occasione Jose che incontrai altre volte a Roma dove veniva spesso. Jose mi decantò la “Mattanza” invitandomi a Favignana alla fine di Maggio. Fu così che tornai due anni dopo e mi immersi nella “Camera della morte” dopo aver chiesto il permesso al proprietario Luigi Parodi, che mi affidò a Nitto, il subacqueo della tonnara. Avevo la macchina fotografica con me e fotografai un grande pesce spada che nuotava indisturbato dentro la rete della tonnara. Per fortuna o per disgrazia, non incontrai lo squalo bianco, che spesso frequentava le stesse acque dei grandi tonni rossi, ma che veniva pescato e ucciso dai subacquei per evitare che si mangiasse i tonni.

A sn: l’approdo turistico, sull destra la Camperia, utilizata per il rimessaggio delle reti e degli attrezzi quando ancora era in attività la tonnara.

La pesca del tonno nelle acque delle Egadi risale alla preistoria, come testimoniano i disegni che si trovano nella grotta del Genovese nell’isola di Levanzo. Un rito cruento che non piace agli ambientalisti. In realtà, io che pure amo il mare e gli animali, non l’ho mai trovato così negativo. Anche se devo dire che mi sono sentita tonno ogni volta che assistevo alla “Mattanza”. Non è il sangue la cosa peggiore, bensì il momento in cui al tonno viene a mancare l’ossigeno e soffoca. Sicuramente questo tipo di pesca primitiva con i suoi interessanti riti, non è così distruttivo come le tonnare volanti e la pesca a strascico. Ora purtroppo a Favignana non si pesca più con le reti fisse il tonno rosso (Thunnus tyinnus) detto anche, per velocità che raggiunge, “da corsa”. 


A ds. in primo piano l’ex Stabilimento Florio completamente restaurato

Ma il mio vero coinvolgimento alle sorti dell’isola inizia nel 1979, quando il direttore dell’Ente provinciale del Turismo di Palermo, Lucio Messina, che avevo conosciuto a Ustica in occasione dei premi Tridenti d’Oro, mi presentò Nino Allegra, suo collega direttore dell’Ente a Trapani che mi coinvolse nella preparazione della “Settimana delle Egadi”: una manifestazione culturale, elaborata per far conoscere e pubblicizzare l’Arcipelago. Dal 1980 al 1985 durante la “Settimana” si parlò di riserve marine, di acquacoltura e soprattutto, mi occupai  dei congressi Internazionali di Archeologia Subacquea, una disciplina di cui mi sono sempre interessata. Molti archeologi italiani (tra cui il giovanissimo Sebastiano Tusa) e stranieri vi  parteciparono così come anche molti giornalisti. Testardamente Nino Allegra ed io volevamo coinvolgere i politici a trovare i fondi per la ricerca e il recupero delle navi Romane e Cartaginesi che parteciparono alla prima guerra punica. In quegli anni l’unico rostro di nave da guerra dell'antichità era stato ritrovato dall'archeologo subacqueo Elisha Linder ad Athlit, in Israele, ed era esposto al museo marittimo di Haifa. Invitai Linder ai convegni di Favignana e da allora nacque una grande amicizia anche con la sua famiglia che dura tutt'ora, malgrado la morte di Elisha.
Un altro grande personaggio che frequentava la “Settimana delle Egadi” apportando il suo contributo di idee, era la scrittrice Gin Racheli.
Gin aveva scritto alla fine del 1979 il volume “Egadi Mare e Vita” nella collana da lei creata per l’editore Mursia, “Andar per Isole”. Ancora oggi ne consiglio la lettura a coloro che vogliono conoscere meglio le isole Egadi in tutti i loro aspetti: storici, archeologici, ambientali.
Anche Gin ormai da anni non è più tra noi. Ma il suo ricordo è vivo nel cuore di chi l’ha conosciuta. Quando andiamo indietro con la nostra memoria io e Maria non possiamo fare a meno di parlare di Gin che ha dato un contributo importante per la cultura e la conoscenza delle isole minori italiane, a cui aveva dedicato molti anni della sua vita.
Andando indietro con la memoria, Maria Guccione, Sebastiano Tusa ed io ricordiamo gli incontri anche a Roma, per impedire lo scempio della costruzione di un nuovo carcere in un’area archeologica, purtroppo non ci furono i fondi per pubblicare gli atti degli interventi dei molti partecipanti.
E come non ricordare il pericolo scampato dell’istallazione delle piattaforme petrolifere nei pressi di Marettimo e i tanti convegni organizzati da Nino Allegra, con la nostra partecipazione, per scongiurare l’avvio delle ricerche petrolifere, che avrebbero distrutto il mare delle isole meravigliose?
Il nuovo sindaco, su indicazione di Maria che da sempre è in prima linea per il vero progresso delle isole, che sono la salvaguardia dei suoi tesori e del mare che li custodisce, mi ha incontrato e mi ha proposto di elaborare un nuovo progetto per le tre isole, ma con tempi molto ristretti e pochissime risorse. Malgrado il buonsenso che ci sconsigliava di intraprendere la “Nuova Avventura” e dopo aver ascoltato il parere positivo di Sebastiano Tusa, che reputo fondamentale per proseguire il discorso culturale, storico, archeologico delle isole, non abbiamo resistito alla tentazione.

A ds: i tornanti per salire al Forte

È stato così che le due attempate signore, Maria ed io, con l’aiuto iniziale di Francesco Torre e quello successivo di Giovanni Basciano e dell’Agci abbiamo accettato la sfida che negli anni futuri dovrà proseguire con più fondi e più tempo per l’organizzazione, anche perché questa volta gli abitanti sono più convinti che in passato e sono coinvolti anche loro in questa scommessa. Hanno toccato con mano e hanno visto l’importanza delle battaglie di Nino Allegra e Gin Racheli per la salvaguardia delle isole. In effetti, principalmente a Favignana ho visto dei miglioramenti che sono andati nella direzione delle proposte dei tanti convegni della Prima Settimana delle Egadi degli anni 80. Così vediamo l'ex stabilimento ristrutturato, i rostri, ben undici i, ricercati e trovati, l’isola più pulita e ordinata. Purtroppo la tonnara con le reti fisse è stata dismessa e il tonno non si pesca più in queste acque. Tra le nuove proposte per le isole c’è anche quella di impegnarsi per investire, non solo la Regione Sicilia, ma anche la Comunità Europea su questo argomento.
A sn: un’immagine poco conosciuta, che non si trova tra le cartoline in vendita sull’Isola…
Piazzato al centro del paese si trova il vecchio carcere ormai in disuso. L’alto muro di cemento che lo circonda nasconde alla vista il Castello di San Giacomo che gli abitanti chiedono sia restituito al Paese.

Per questo abbiamo chiesto l’aiuto di esperti come Antonio Di Natale dell’ICCAT e Giampaolo Buonfiglio presidente dell’AGCI Pesca. Sarà anche il caso di insistere nelle varie proposte fatte da Gin Racheli, ma mai attuate, come ad esempio “La Scuola del Mare”. Oppure di approfondire la recentissima proposta del pescatore Enzo Zabarino di creare una Accademia della Pesca. Noi dell'organizzazione, compreso il giovane Sindaco, cercheremo di trovare i fondi necessari affinché le isole, con in primo luogo l’impegno dei loro abitanti, ritrovino quel fulgore economico che la dinastia dei Florio gli aveva dato in passato, anche e soprattutto attraverso la cultura. Il ritrovamento dei numerosi rostri ritrovati, grazie alla caparbia e alla indiscussa capacità di Sebastiano Tusa, è un fatto unico al mondo e gli abitanti se ne debbono rendere conto: questo è il loro tesoro.

A ds. a bordo della nave Hercules, recupero del decimo rostro nel corso dell’ottava campagna 2013 di ricerche del progetto Archeorete Egadi, realizzato grazie alla collaborazione della fondazione americana RPM Nautical

E i rostri saranno gli ambasciatori delle Egadi nel mondo. Se si riuscisse a ricostruire i modelli di una nave Cartaginese e di una Romana, poi le Egadi, al centro del Mediterrano potranno inviare il loro messaggio in tutto il mondo. Un messaggio importante molto più di una qualsiasi sfilata di moda o l’esibizione di un cantante in voga al momento. È per proseguire il discorso iniziato tanti anni da Nino Allegra e Gin Racheli che infine  abbiamo accettato la proposta (o meglio la scommessa) del neoeletto sindaco ad organizzare la Nuova Settimana delle Egadi. Come si dice tra i marinai Buon Vento! e anche in c.... alla balena ai tonnaroti di Favignana, ai pescatori di Marettimo, ai coltivatori di Levanzo e a tutti gli abitanti delle isole Egadi.

Giulia D’Angelo