Che tassa avrebbe pagato? |
Della tassa di stazionamento trasformata poi in tassa di possesso ne abbiamo parlato a
febbraio e maggio 2012. Ora la politica del “fare” del governo delle “larghe
intese”, ha introdotto per la nautica importanti novità.
A Roberto Neglia,
responsabile dei Rapporti Istituzionali di UCINA Confindustria Nautica, abbiamo
chiesto di spiegarcele nel dettaglio.
Partiamo dalla norma.
Due importanti
novità. Come noto c’è innanzitutto l’abolizione della tassa di possesso fino a
14 metri e il dimezzamento per le barche da 14,01 a 20 metri. Gli importi
restano invariati per le unità di grandi dimensioni e i super yacht. Le barche
a motore di 14,01-17 metri pagano dunque 870 euro, quelle di 17,01-20 metri
pagano 1.370 euro l’anno. Permangono tutte le altre regole già vigenti:
riduzione del 50% degli importi per le unità a vela (sono considerate tali
quelle il cui rapporto fra superficie velica e potenza del motore espresso in
KW non sia inferiore a 0,5), abbattimento per vetustà – del 15%, 30% e 45%,
dopo 5, 10 e 15 anni dal 1º gennaio dell'anno successivo a quello di
costruzione – esenzione per le attività commerciali (in questo caso deve pagare
il locatario pro quota per i giorni di utilizzo), esenzione per il primo anno
di immatricolazione.
Roberto Neglia |
Poi c’è il “noleggio occasionale”.
Con il decreto
“Liberalizzazioni” dello scorso anno eravamo riusciti a rendere lecito poter
effettuare occasionalmente il noleggio della propria imbarcazione, attività
prima proibita. La norma prevedeva un tetto di 30.000 euro per il quale è
applicata la cedolare secca del 20% su quanto incassato, ma non era entrata in
vigore perché il decreto attuativo è di qualche settimana fa. Ora siamo
riusciti a far a sostituire i 30.000 con un limite più razionale di 40 giorni
annui, anche a tutela delle imprese del settore.
Questo cosa comporta per le società di
charter?
A mio avviso
solo un beneficio. Lei quanta gente conosce che mette su un banchetto per
affittare la propria casa al mare? Io nessuno, si va da un’agenzia e gli si dà
l’incarico. Avverrà lo stesso e le società in questo modo potranno reperire le
barche sul mercato privato, senza obbligatoriamente doverle acquistare tutte.
Se invece si vuole ragionare con la logica della licenza chiusa dei tassinari
come si dice a Roma - allora… . Ma non si va molto avanti.
Napoli, Borgo Marinari |
A guadagnarci saranno anche i privati.
Si potranno
permettere i costi di gestione della barca, ma ci guadagna anche lo Stato che
alla fine dei conti incasserà di più.
Come funziona a livello pratico?
Per la
conduzione delle imbarcazioni è sufficiente la patente nautica – per le navi da
diporto è richiesto il titolo professionale – e la condotta può essere affidata
a terzi, purché patentati, secondo le norme sulla prestazione di lavoro
occasionale. Prima di effettuare ogni singola operazione si deve darne
comunicazione in via telematica alla Capitaneria di porto e all’Agenzia delle
Entrate. Basta compilare e sottoscrivere il modello in formato pdf
pubblicato sul sito istituzionale delle CP - http://www.guardiacostiera.it/ - e
mandarlo via mail alla Capitaneria territorialmente competente e all’indirizzo dc.acc.noleggio@agenziaentrate.it.
In caso si dia luogo a prestazione di lavoro occasionale si deve darne
comunicazione secondo le modalità operative già previste dall'Inps e dall'Inail
in questa materia.
E a chi obietta che non è giusto pensare
alle barche dei ricchi di questi tempi?
Rispondo
semplicemente che ci sono barche per molte tasche, ma a costruirle son sempre
operai. Che negli ultimi tre anni – a causa di politiche repressive e a
pregiudizi ideologici tipo questo – sono stati persi 18.000 posti di lavoro nella
produzione e 20.000 nei servizi e nel turismo nautico. Infine, che secondo il
Censis ogni 3,8 barche si crea un posto di lavoro. Quindi ci si dovrebbe
occupare molto di più di nautica e far tornare a crescere questo settore, come è
avvenuto nel decennio 2000-2010, quando nella nautica si assumeva a mani basse.
Barca da charter |
Si dice che lei sia il rappresentante
della nautica in Parlamento.
No, è Ucina a
essere il “sindacato” della nautica. Anche in Parlamento.
Cosa vuol dire in concreto fare questo
lavoro?
Che oltre a
concepire un intervento normativo, devi presentare dei conti molto affidabili
sulla copertura economica. E sui tuoi documenti – a parte il vaglio politico - ci
passano la lente d’ingrandimento la Ragioneria generale, il Dipartimento
Finanze, l’Agenzia delle Entrate, il Legislativi dei ministeri interessati, il Dipartimento affari
giuridici e legislativi di
Palazzo Chigi, i Servizi Bilancio e le Commissioni Bilancio dei due rami del
Parlamento e sicuramente ho dimenticato qualcuno. Devi studiare, avere la
risposta su ogni possibile richiesta di chiarimenti, dati, serie storiche,
riferimenti normativi e fornire al momento giusto ogni informazione utile agli
organi dello Stato, che rimangono gli unici decisori.
“BOLLINO BLU” E NON
CI PENSI PIU’
Dopo la presentazione ufficiale alla Darsena di Fiumicino
(Roma) la macchina dle “Bollino blu” si è messa in moto grazie al rapido
intervento del nuovo Comandante Generale della Guardia Costiera, amm. Felicio
Angrisano. La stagione inizia dunque con un percorso di semplificazione e di
coordinamento per i controlli di routine sulle imbarcazioni - in collaborazione
con le Capitanerie di porto, la Guardia
di Finanza, la Polizia di Stato, i Carabinieri con la finalità di rendere più
efficace la sorveglianza in mare, aumentando la sicurezza ed evitando
duplicazioni nelle verifiche. Constatata la regolarità della documentazione di
bordo, le dotazioni di sicurezza e il versamento della tassa di possesso, verranno
rilasciati agli interessati un attestato di verifica e appunto il “bollino” adesivo,
ad attestare per l’anno in corso che quell’unità da diporto è in regola, così
da evitare controlli analoghi. Sullo
sticker è anche riportato il numero del soccorso in mare delle CP il 1530 - da
attivare in caso di pericolo. Ricordiamo che contestualmente a questa
iniziativa, il governo ha definito alcune direttive, in particolare specificando
che le strutture operative della Guardia Costiera devono fornire in anticipo la
propria pianificazione agli analoghi reparti della Guardia di Finanza e delle
altre forze di polizia, in modo da programmare l’attività ispettiva, effettuare
un coordinamento provinciale dei pattugliamenti in mare ed evitare
sovrapposizioni fra i diversi corpi.