Un mondo di insetti ci salverà. Prepariamoci a riceverli e a non aver paura di loro

Crostino con scorpione saltato in padella
Una nuova moda, un modo di vivere che fa tendenza, insomma stili di vita che si affermano negli States, normalmente dopo un anno, più o meno, arrivano anche nel vecchio continente e quindi anche da noi. Prepariamoci allora a vedere a breve anche nella patria della dieta mediterranea e della pizza, ristoranti che avranno nei loro menu gustosi piatti a base di insetti. Un primo esempio ce lo dà un ristorante californiano, il Thjphoon di Santa Monica, che presenta un menù tipico di tanti paesi asiatici. 
Tra le sue specialità ha inserito larve, scorpioni, grilli saltati in padella e formiche fritte. Gli scorpioni saltati in padella e serviti su crostini con gamberetti, specialità di Singapore, rappresentano una vera e propria sfida culinaria di grande successo. I grilli fritti sostituiscono alla grande le patatine, paragonabili nel gusto addirittura ai gamberetti. La cucina con gli insetti è sicuramente una dieta ricca di proteine. 
Già oggi sono oltre duemila le specie commestibili e raccomandate anche dalla FAO: una dieta a base di cavallette, cicale, grilli e formiche contiene gli stessi valori proteici e minerali della carne di allevamento e garantisce una nutrizione oltretutto più sostenibile.
Il tema dell’impatto che hanno gli allevamenti industriali di bestiame e lo sfruttamento delle terre coltivabili con l’uso intensivo di monocolture e conseguentemente sulla possibilità o meno di nutrire il mondo è sottolineato dal direttore esecutivo dell’International Water Institute di Stoccolma, che recentemente ha dichiarato “Gli animali vengono nutriti a cereali, e anche quelli allevati a pascolo richiedono molta più acqua rispetto alla produzione diretta di grano per il consumo umano. Ma nei paesi sviluppati, e in parte in quelli in via di sviluppo, i consumatori richiedono ancora più carne [...]. Ma sarà quasi impossibile nutrire le future generazioni con una dieta sul genere di quella che oggi seguiamo in Europa occidentale e nel Nord America”.
Le organizzazioni internazionali, vedi l’OMS e la FAO, sono sempre di più preoccupate per l’impatto che hanno gli allevamenti industriali di bestiame e lo sfruttamento delle terre coltivabili con l’uso intensivo di monocolture e conseguentemente sulla possibilità o meno di nutrire il mondo. La popolazione mondiale avviata a toccare i nove miliardi di persone nel 2050, e si calcola che già entro il 2025 oltre il 60% vivrà in condizioni di carenza idrica. È il settore zootecnico che contribuisce significativamente al consumo di acqua principalmente allo scopo di irrigare i campi coltivati per produrre mangimi. Per ottenere 1 kg di manzo servono 15 mila litri d'acqua! Per 1 kg di pollo, 3.500 litri, mentre per la produzione di cereali di acqua ne serve di meno, 3400 litri per il riso, 2 mila per la soia, 1400 per il grano, 900 per il mais, 500 per le patate…
Ma quello dell’allevamento degli animali risulta anche tra i primi responsabili dei numerosi cambiamenti ambientali che negli ultimi decenni si stanno registrando sia a livello locale che globale. La domanda di prodotti d’allevamento è in aumento, a causa della crescita demografica e dei cambiamenti nelle preferenze alimentari: le previsioni, infatti, parlano di una produzione di carne e latte raddoppiata dal 2000 al 2050. Per la salute dell’ambiente questo rappresenta un pericolo, perché comporterà un ulteriore peggioramento delle condizioni ambientali con conseguenti profonde implicazioni nella produzione di alimenti. Già oggi ci sono 1 miliardo di persone cronicamente affamate in tutto il mondo, è evidente che va rivalutato quello che mangiamo e trovare nuovi modi di produrre cibo.
È quello che decine di ricercatori, agronomi e entomologi, stanno studiando da tempo, il risultato di questo lavoro è stato oggetto di una conferenza organizzata il mese scorso a Roma dalla FAO con la presentazione  del rapporto “Edible insects. Future prospects for food and feed security”. Il messaggio è chiaro: il cibo ideale del futuro per salvare il nostro ecosistema è rappresentato dagli insetti, anche se la scienza che studia gli insetti commestibili è ancora in una fase relativamente pionieristica, sono sempre stati una parte della dieta umana, ma nel mondo occidentale è forte il disgusto per il loro consumo. Sebbene la maggioranza insetti usati nell’alimentazione sono raccolti in habitat forestali, in molti paesi si stanno sviluppando sistemi di allevamenti intensivi. Gli insetti offrono una significativa opportunità di fondere le conoscenze tradizionali e la scienza moderna per migliorare la sicurezza alimentare in tutto il mondo.
L’argomento copre un vasta gamma di aree tematiche, dalla conservazione degli habitat all’ecologia, dall’allevamento artificiale di particolari specie, alla manipolazione nei prodotti alimentari e nei mangimi, e per finire alla commercializzazione, con i problemi legati all’etichettatura e alla tracciabilità  di alimenti e mangimi a base di insetti.
Il rapporto, presentando numerosi casi di studio ed esempi, descrive il contributo dato degli insetti alla sicurezza alimentare ed esamina le prospettive future per la loro diffusione commerciale e per diversificare le diete e sottolinea la necessità di sviluppare un quadro normativo per la disciplina della sicurezza alimentare. In conclusione sottolinea come gli insetti commestibili siano una promettente alternativa alla produzione convenzionale di carne, sia per il consumo diretto che per l'uso indiretto come materia prima per ottenere mangimi. Per realizzare pienamente l’enorme potenzialità offerta dai miliardi di insetti che popolano la terra, “il mondo è popolato da insetti più che dagli umani”, molto lavoro deve essere fatto. Queste ricerche e gli studi sicuramente aumenteranno la consapevolezza nel comprendere la molteplicità degli importanti e fondamentali ruoli che gli insetti hanno nel sostenere la natura e di conseguenza la vita umana.
Le fotografie sono tratte dal rapporto FAO Edible insects. Future prospects for food and feed security