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Se non fosse per il libro dell’Ammiraglio Salvatore Grillo
– presentato sulla Nave Scuola Giorgio Cini della GdF durante lo Yacht Med Festival di Gaeta – “Alfa, alfa – zulu, zulu, il Semaforo, per una storia delle telecomunicazioni della Marina Militare”, una profana come me, non addetta ai lavori, non avrebbe
saputo nulla del mondo dei semafori e delle telecomunicazioni della Marina
Militare, mettendo nello stesso calderone torri saraceni, fari, e semafori. Grillo, ripercorrendo le tappe della propria carriera, descrive la storia
conclusa del mondo delle stazioni semaforiche
e delle comunicazioni classiche, sostituito oramai dalle nuove
tecnologie. Il libro è stato concepito e realizzato proprio con l’intenzione di
non fare dimenticare quello che è stato “il
mondo, per molti aspetti fantastico, delle telecomunicazioni della Marina
Militare” del quale l’autore è “onorato
di aver potuto fare attivamente parte nella sua quarantennale carriera”.
Ad un primo approccio, il libro potrebbe apparire arido e di
scarso interesse. In realtà, l’Ammiraglio con un sapiente dosaggio di informazioni
storiche e tecniche, vicende di vita quotidiana, riflessioni personali e storie
di uomini, riesce a farci penetrare nella storia della telegrafia (dal greco
scrittura a distanza) che si perde nella notte dei tempi. Fino al XVII secolo i
sistemi usati erano ottici e acustici, andavano dal fuoco durante la notte, o
dal fumo o specchi riflettenti di giorno.
A ds. L’Ammiraglio Salvatore Grillo mostra il primo volume – Ottico – un’edizione storica del 1931, del Codice Internazionale dei Segnali.
La velocità della trasmissione delle
notizie era, quindi, molto lenta. Un gran balzo in avanti fu fatto nel XVII
secolo con il “telegrafo ottico” ideato dal francese Claude Chappe, con il
quale si potevano trasmettere ben 8500 parole. L’invenzione della corrente
elettrica, della pila di Alessandro Volta
e gli studi di André Marie Ampère rivoluzionarono l’antico sistema della
telegrafia. A Samuel Morse si deve la realizzazione del telegrafo elettrico su
filo che costituì un ulteriore progresso. Gli studi sul comportamento delle
onde elettromagnetiche portarono alla propagazione dei segnali elettromagnetici
attraverso l’etere (telegrafia senza fili), fino alla geniale invenzione di
Guglielmo Marconi che riuscì ad inviare segnali radioelettrici a distanze
notevoli rivoluzionando totalmente la
tecnica della trasmissione a distanza.
Salvatore Grillo e Monica Ardemagni |
Oggigiorno non ci rendiamo conto
dell’importanza di tali segnalazioni non solo per motivi militari, commerciali,
di navigazione, ma di assistenza medica. Quante vite umane sono state salvate
grazie all’introduzione nel Codice Internazionale dei Segnali di un capitolo
medico, comprensibile in tutte le lingue.
Le tappe della carriera professionale si alternano con
episodi di vita che mettono in risalto l’umanità di Salvatore Grillo. Si descrivono i
primi anni di addestramento e di formazione professionale per la carriera del
“semaforista”, la rigida disciplina, il rancio, le libere uscite, le
esercitazioni, lo studio e tutto l’impegno necessario per raggiungere la meta
finale. Non mancano episodi divertenti, riflessioni, ricordi, descrizioni di
paesaggi incantevoli. L’autore apprezza la vita in tutte le sue manifestazioni:
gli sconfinati paesaggi marini, la semplicità delle trattorie di Ischia, la famiglia che è parte fondamentale del suo
essere. Non c’è solo il militare, ma l’essere umano con i suoi affetti
(tenerissime le parole che rivolge alla moglie Paola e alle figlie Angela e
Valeria), il suo entusiasmo e la fede nei suoi ideali. Dalle righe traspare
forte il senso del servizio, della Patria, valori quasi scomparsi fra i giovani
che sembrano privi di motivazioni e di fiducia nel futuro. Questa constatazione
mi riempie di malinconia, realizzo come si è incattivito il mondo, quasi avesse
perso la propria giovinezza. Salvatore Grillo, attraverso una prosa semplice e
diretta, riesce a comunicarci un senso di energia incredibile, l’energia di un
uomo che sapeva dove arrivare e che ci è riuscito mediante l’impegno e il
sacrificio.
Monica Ardemagni