Piri Reis. Un convegno per una carta del mondo piena di misteri

27 aprile 2013, ore 10:00: ecco è scoccata l’ora del convegno  “Piri Reis, la Cartografia Antica, il Mediterraneo e Oltre”  per il cinquecentenario della carta del mondo. Convegno voluto dal presidente della Camera di Commercio di Latina Vincenzo Zottola nell’ambito dello Yacht Med Festival di Gaeta, e organizzato da Giulia D’Angelo perché affascinata dalla personalità complessa del grande cartografo e dalla serie di punti interrogativi che la Carta continua a suscitare. Giulia ha scoperto Piri Reis quando un suo caro amico, Antonio Barrile, circa trent’anni fa le regalò una copia della famosa carta acquistata al Museo Topkapi di Istanbul. Nel suo ricordo ha voluto dedicare il convegno proprio a lui, al Buyuk Adam, come affettuosamente veniva chiamato.
Gallipoli, momumento a Piri Reis
Alla moglie di Antonio, Monica Ardemagni, il grande merito di avere composto tutti i tasselli nella costruzione del convegno.
Piri Reis conosciuto presso la ristretta schiera di studiosi di cartografia antica è però sconosciuto al grande pubblico. È curioso notare come della carta che l’ha reso famoso si perse completamente traccia sino al 1929, quando fu ritrovata dal Direttore dei Musei Nazionali Turchi, Halil Etem Eldem, durante i lavori di ristrutturazione del Topkapi. Pochi sanno dell’esistenza di questo grande cartografo nato a Gallipoli in Turchia che rappresenta nella sua mappa disegnata nel 1513 parti del mondo ancora non scoperte alla sua epoca (XVI sec.). Piri Reis si occupò della stesura di una carta che riassumeva tutte le conoscenze geografiche del tempo e quella ritrovata ne rappresenta soltanto una parte, infatti si servì di circa venti mappe per tracciare la sua.
Carta del mondo di Piri Reis
È accertato poi che sarebbe riuscito ad attingere elementi anche dalle carte di Colombo (catturando, probabilmente, qualcuno che aveva accompagnato il navigatore genovese nei suoi viaggi). Però oggi non esistono né la carta realizzata da Colombo né copie di questa, per cui ciò che più ad esse si avvicina sta all’interno della carta di Piri Reis.
Di conseguenza si tratta di un documento storico importantissimo, che riassume tutta la conoscenza cartografica antica con una sapiente mescolanza di fonti arabe e occidentali. 
L’importanza del personaggio è attestata dal fatto che l’UNESCO ha proclamato il 2013 l’anno di Piri Reis. Giulia, determinata e tenace  ha deciso di cogliere la palla al balzo e di organizzare nell’ambito  del Festival dell’Editoria del Mare un convegno in onore di Piri Reis, il primo organizzato in Italia, in un anno che dovrebbe essere ricco di manifestazioni per celebrare la Carta del mondo.
Non è stata una passeggiata organizzarlo: bilancio economico molto contenuto, e lentezza nel ricevere risposta ai nostri inviti. Ma più incontravamo difficoltà, più ci intestardivamo a portare a termine il nostro progetto, confortate dal determinante supporto dell’Ammiraglio Paolo Bembo.
Abbiamo così ottenuto il patrocinio di prestigiose organizzazioni quali la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, la Lega Navale Italiana, la Società Geografica Italiana e l’Ambasciata Turca a Roma e con la collaborazione dell’Ufficio del Turismo Turco.
Il primo passo è stato capire chi fossero i più importanti studiosi della Carta del Mondo, trovando una rosa di nomi che illustrassero le varie teorie in modo da dare un quadro completo delle problematiche legate alla famosa Carta. È stato fondamentale Paolo Bembo, appassionato studioso di cartografia antica e di Piri Reis, tanto da essere invitato a tenere conferenze su questo argomento in varie parti del mondo compresa la Turchia.
Secondo passo era contattare gli eventuali relatori e indagare sulla loro disponibilità. Questa fase è stata alquanto dura poiché, essendo questo l’anno di Piri Reis, gli esperti non si sbilanciavano aspettando il calendario di tutte le manifestazioni che avrebbero avuto luogo, prima di accettare. Un giorno sembrava che non potesse venire nessuno, il giorno dopo un numero superiore alle nostre possibilità pregava di essere invitato. Difficile incastrare tutte le tessere di questo mosaico senza offendere nessuno e salvando la qualità del convegno che doveva dare voce alle varie ipotesi evitando ripetizioni.
A sn, nella foto, Monica Ardemagni introduce il simposio

Terzo passo l’organizzazione del viaggio, della logistica e la preparazione di tutti i documenti necessari per lo svolgimento del simposio. Quanto alla logistica, l’organizzazione dello Yacht Med Festival ha deciso di ospitare i relatori sulla “Signora del vento”, prestigioso veliero a tre alberi, un cinque stelle navigante, sul quale si è svolto anche il convegno. La sala messa a disposizione, con il fascino del veliero, è risultato un ambiente suggestivo e adatto ad accogliere un convegno dedicato a cartografi e grandi viaggi. 

Nella foto, da sn. il prof Gregory McIntosh, il Capitano della Marina Turca, Erdogan Simsek , Giulia D’Angelo e l’Ammiraglio Paolo Bembo
Gregory McIntosh

Così dopo tante ansie (chi viene? Come viene? e quando?), ho tirato un sospiro di sollievo quando ho visto riunito tutto il team dei relatori provenienti da varie parti del mondo. Mi sentivo come un cane pastore che vuol tenere unito il suo gregge; c’era sempre qualcuno che dava forfait e mancava all’appello!
Fatte le prove del microfono, inserite le presentazioni nel computer, arrivate le autorità per il saluto di benvenuto, finalmente si inizia.
Il primo intervento è stato quello del Capitano della Marina Turca, Erdogan Simsek, un uomo schivo che ha cercato, riuscendoci, di non recare problemi all’organizzazione. Un po’ intimidito e impacciato perché era la prima volta che si esprimeva in inglese in pubblico, man mano la sua voce si è fatta più sicura e ha illustrato la figura di Piri Reis quale soldato, marinaio, cartografo e scienziato. Un uomo versatile, appassionato collezionista di carte, attento osservatore, ma anche un ottimo militare che prese parte alla campagna d’Egitto e all’assedio di Rodi nel 1522 al servizio di Solimano il Magnifico. Nel 1547 fu nominato Ammiraglio della flotta Ottomana nell’Oceano Indiano per contrastare i Portoghesi e impedire loro di avere basi sulla costa araba. Durante questo incarico gli fu intimato di assediare la fortezza portoghese di Ormuz all’ingresso del Golfo Persico, ma l’impresa non gli riuscì (forse non era lui stesso convinto dell’utilità).
Antonio Ventura
Gulsah Celiker, “regina delle rose”
Accusato di essersi lasciato corrompere dai nemici, fu condannato a morte e decapitato in Egitto nel 1553 a quasi 85 anni. E dire che 500 anni dopo sarebbe diventato una celebrità non solo in Turchia ma in tutto il mondo per i suoi meriti di cartografo e intellettuale!
Già il titolo del secondo intervento dell’Ammiraglio Paolo Bembo “Piri Reis, i Veneziani: e se le loro conoscenze cartografiche arrivassero dall’Oriente?” la dice lunga sugli interrogativi che la carta pone. Il cartografo turco, dice Bembo, illustra zone che in teoria non erano state ancora scoperte ufficialmente. Come ha fatto Piri Reis a riportare queste zone? Era in possesso di carte segrete? La sua teoria è che certamente Piri Reis si è servito della carta di Cristoforo Colombo (del resto lo afferma lui stesso esplicitamente) e di altre carte che forse il genovese possedeva. Fatto sta che oggi non esistono né la carta realizzata da Colombo né copie di questa, per cui ciò che più ad esse si avvicina sta all’interno della carta di Piri Reis.
Tutti danno ormai per certo che popoli nordici  avessero già “scoperto” il nuovo continente, come sembrerebbe dalla cosiddetta Vinland Map che risulta essere di 50 anni antecedente alla scoperta dell’America, che in essa risulta riportata come una grande isola. Ma il problema principale è scoprire come abbiano fatto Colombo o altri navigatori a venire in possesso di questi documenti segreti. Un’ipotesi, condivisa da alcuni studiosi, è che Colombo avesse accesso a documenti segreti spagnoli e portoghesi i quali  comprendessero addirittura informazioni provenienti dalla Cina via Venezia. Infatti all’inizio del XV secolo la Cina aveva allestito una flotta potentissima di navi, capaci di attraversare gli oceani.
La flotta cinese di Zheng He
Una massa di 30.000 uomini a bordo di centinaia di navi. Le più grandi misuravano 146 metri di lunghezza per 55 di larghezza, avevano nove alberi e potevano portare sino a 2000 tonnellate di merci ciascuna. Per fare un raffronto, il grosso della flotta veneziana, che all’epoca, possiamo considerare seconda subito dopo la cinese, era costituito da trecento galere, lunghe circa 46 metri, larghe sei e con una capacità di carico di sole 50 tonnellate! Nonostante la perdita di quasi ogni informazione circa questo passato illustre della marineria cinese, un primo indizio della presenza di Cinesi nei porti dell’India meridionale ci viene dalla coincidenza quasi perfetta dei pochi racconti superstiti con quelli di un mercante veneziano, Niccolò da Conti.
La caravella di Colombo paragonata alla nave di Zheng He
Simone Bozzato
E se avessero i cinesi raggiunto zone allora sconosciute agli Europei? Condividendo alcune delle ipotesi di Gavin Menzies, un ex ufficiale della Marina di Sua Maestà Britannica, Paolo Bembo sostiene che queste carte provenissero proprio dalla Cina grazie agli scambi con Venezia e che Colombo sapesse benissimo dove stesse andando quando salpò dirigendosi verso occidente. Recentemente, però, sono stati dati alle stampe altri studi e speculazioni che hanno del sensazionale. Tutto ciò che questo ex comandante di sommergibili nucleari afferma troverebbe, inoltre, ulteriore conferma nella scoperta, fatta in Cina, di una carta del 1763 che però sarebbe la riproduzione di un’altra carta, quest’ultima del 1418, in cui si vede praticamente tutto il mondo oggi conosciuto e questo ben 74 anni prima che Colombo “scoprisse” l’America!
Correlando le varie idee, i fatti e le ipotesi, ne è venuto fuori un quadro tutt’altro che certo ma, a dire di Bembo, non manca di un suo fascino e può avere una buona percentuale di veridicità. Semplici fatti lo dimostrerebbero.
I cinesi nei primi anni del XV secolo si avventurarono sui mari del mondo provvedendo con ogni probabilità a cartografarne la gran parte.
Copertina del libro di Menzies
La maggior parte della documentazione derivata da questa impresa viene distrutta. Prima che ciò avvenga però, i Veneziani, da lungo tempo in contatto con il Celeste Impero, riescono a mettere le mani su alcune di tali carte che prendono la via di Venezia. i Portoghesi riescono ad acquistare alcune di tali carte che terranno fra le cose più segrete e che forniranno guida e riferimento ai grandi navigatori del tempo.
Un’ipotesi derivata è quindi che tali navigatori non sfidassero proprio l’ignoto, come comunemente si crede ma verificassero piuttosto la veridicità dell’esistenza di luoghi che seppure mai visitati da loro, trovavano riscontro in quelle esotiche documentazioni.
Una cosa molto probabile, conclude Bembo, è quindi che Piri Reis sia riuscito a mettere le mani anche lui su alcuni di tali documenti e ad inserirli nella sua carta.
Può darsi che da qualche remoto archivio possa prima o poi saltar fuori una prova certa di quanto prova ad affermare Bembo. “Per ora, tale certezza non esiste ma, conclude, restiamo comunque affascinati dall’intreccio di rapporti che già 600 anni or sono davano importanza a relazioni planetarie delle quali Piri Reis ci ha trasmesso testimonianza attraverso i secoli.”
Libro di McIntosh
Il più grande esperto del mondo di Piri Reis, l’americano Gregory McIntosh Vice-presidente della California Map Society, venuto da Los Angeles, non condivide queste ipotesi e si attiene alla versione ufficiale. Nella sua brillante ed esauriente presentazione “La Mappa del 1513 è importante perché…”, McIntosh si limita a giudicare la Carta per quello che è, cioè un documento storico interessantissimo, una delle dodici grandi mappe a muro su pergamena giunte a noi. Non vede niente di misterioso, siamo noi a creare dei problemi giudicandola secondo conoscenze acquisite in seguito. Piri Reis è importante per la capacità che ha avuto di assemblare in un’unica mappa informazioni provenienti da varie carte e tradizioni, arricchendola di disegni e iscrizioni, e riuscendo a dare al tutto una mirabile uniformità e precisione. Certamente si è servito di carte precedenti, fra l’altro anche di una carta di Colombo, come lui stesso asserisce riguardo alle Antille: “…queste coste si chiamano le coste delle Antille che un genovese infedele di nome Colombo, ha scoperto…”. McIntosh smonta le congetture derivanti dalla rappresentazione dell’Antartide, scoperta solo nel XIX secolo, che risalirebbe ad un periodo anteriore alla glaciazione. Fin dall’antichità si è pensato che ci fosse un ipotetico continente contrapposto all’emisfero nordico, quasi da contrappeso, continente che appare in tutte le carte medioevali.
 Planisfero cinese del 1763 ritenuto una riproduzione della carta di Zheng He del 1418, ritrovata da Lui Gang nel 2005

Le ipotesi sostenute da Charles Hapgood, da G. Hancock e dallo stesso Menzies, non hanno valore scientifico e sono da scartare, afferma McIntosh. In realtà la Carta di Piri Reis ha un valore inestimabile come documento di un’epoca, per la quantità di dettagli, disegni e descrizioni in turco che ne fanno anche un capolavoro letterario e artistico. Rappresenta una fusione perfetta fra conoscenze e fantasia, fra cultura orientale e occidentale, fra tradizioni medievali e rinascimentali, fra il vecchio e il nuovo mondo.
Dalle Americhe al Mediterraneo con la relazione dello storico Antonio Ventura “Il Regno di Napoli nel Kitab – i Bahriye di Piri Re’is e nella geo-cartografia Italiana”. Il Kitab-i Bahriye  (Libro del mare) non è altro che un accuratissimo portolano del Mediterraneo in cui Piri Reis descrive con attenzione e mirabile precisione tutti i riferimenti utili ad un navigante, nella fattispecie un navigante della flotta ottomana che si avvicinava ad un territorio nemico. Infatti a quell’epoca ottomani e cristiani si contendevano la supremazia del Mediterraneo che, per pochi anni ancora, rappresentava un punto di forza.
Carovana di Marco Polo
Poco dopo il centro di interessi sarebbe passato alla conquista di nuove terre al di là dell’Atlantico e il Mediterraneo avrebbe iniziato una lenta e inarrestabile decadenza. La bellissima raccolta di mappe descrive dettagliatamente le torri costiere che rappresentavano un baluardo contro le incursioni dei turchi. Le città alle spalle che ricevevano le segnalazioni di pericolo, le fonti dove fare approvvigionamento di acqua, insomma tutte quelle informazioni che potevano essere utili alla flotta turca. Ma la curiosità prende il sopravvento sul militare. Piri Reis, che non era affatto un semplice  pirata come ci vogliono fare credere, ma un uomo di grandissima cultura – parlava ben sei lingue – descrive minuziosamente le coste e fornisce numerosissime informazioni che esulano dal solo interesse militare. Ventura offre un aspetto particolare del grande cartografo dipingendolo come un uomo di grande cultura, un vero e proprio intellettuale prestato alla marina militare.
Planisfero di Fra Mauro del 1459
Dopo l’intervallo la parola passa di nuovo ad uno straniero, la bella Gulsah Celiker, dal nome poetico “regina delle rose”. Gulsah è una giovane regista turca che fin dalla più giovane età si è entusiasmata al personaggio di Piri Reis, decidendo di girare il documentario Piri Re’ìs Mapmaker of the world. Dal 2005 sta consultando archivi da Istanbul a Bologna, da Venezia a Roma, dall’Italia alla Spagna e Portogallo, studiando documenti che possano avvalorare le varie ipotesi. Ha intervistato e filmato  tutti i grandi studiosi e sta elaborando il materiale per raccoglierlo in un documentario per il cinema e la TV che dovrebbe uscire entro il 2013. Un vero pozzo di scienza, ma come sempre avviene quando si studia, più si sa, più si ha voglia di approfondire l’argomento. Il film rischia di non finire mai, ma per noi la “regina delle rose” è stata una importantissima fonte di informazioni per l’organizzazione del convegno.
Costantino Marconi, ricercatore ENEA in Antartide, è impressionato dalla precisione con cui Piri Reis ha rappresentato l’Antartide quando era libera da ghiacci. Inoltre si domanda come mai Piri Reis riporta la corretta disposizione delle Ande prima di Magellano. Inoltre come è possibile che abbia disegnato l’isola di Marajo che è stata scoperta solo nel 1800? Come ha potuto disegnare il corso di un ramo del Rio della Plata che risale a 15.000 anni fa e che oggi non esiste più? Tutte queste domande senza risposta, fanno pensare a carte precedenti, molto, ma molto antiche che risalgono addirittura all’epoca dei Greci. O forse, sono carte disegnate durante le perlustrazioni della grande flotta cinese che era in grado di varcare oceani e raggiungere terre lontane, grazie alle loro robustissime navi, quattro volte più grandi di quelle europee. Anche se non è provato, è possibile che le esplorazioni fossero iniziate ben prima di quanto comunemente sostenuto, anche perché per anni ha dominato una concezione europa–centrista, come se altre culture non fossero in grado di disegnare carte precise e solcare mari lontani. 
 
A ds, Vinland Map. Tutti danno ormai per certo che popoli nordici  avessero già “scoperto” il nuovo continente, come sembrerebbe dalla cosiddetta Vinland Map che risulta essere di 50 anni antecedente alla scoperta dell’America, che in essa risulta riportata come una grande isola.
 
Simone Bozzato, Segretario Generale della Società Geografica Italiana, pur invitando a tenere i piedi in terra, non può scientificamente confutare le ipotesi presentate da Paolo Bembo e da Costantino Marconi. Gli interrogativi rimangono ancora senza risposta, finché non sarà trovato un documento che ne confermi la veridicità scientifica. Ma, a volte la fantasia riesce ad intuire verità che la scienza non sa spiegare. Lasciamo aperto uno spiraglio verso queste fantasie. Comunque la mappa di Piri Reis continua a farci sognare con leggende di tempi lontani e con domande senza risposta.
Con la mente piena di queste affascinanti ipotesi, organizzatori e relatori, proseguono il dibattito intorno a un lunghissimo tavolo, elegantemente apparecchiato, al ristorante Antico Vico, invitati dal Presidente della Camera di Commercio di Latina, Vincenzo Zottola. Davanti ad un calice di vino e raffinate pietanze a base di pesce e crostacei, la discussione sul mistero della carta di Piri Reis riprende, e nessuno recede dalla propria posizione... Il mistero continua, ed io libera dall’ansia e per effetto del vino mi sento leggera come una libellula, e commossa, brindo ad Antonio, a cui Giulia ha voluto dedicare il convegno. 

Monica Ardemagni Barrile