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Gallipoli, momumento a Piri Reis |
Piri Reis conosciuto presso la ristretta schiera di studiosi di cartografia antica è però sconosciuto al grande pubblico. È curioso notare come della carta che l’ha reso famoso si perse completamente traccia sino al 1929, quando fu ritrovata dal Direttore dei Musei Nazionali Turchi, Halil Etem Eldem, durante i lavori di ristrutturazione del Topkapi. Pochi sanno dell’esistenza di questo grande cartografo nato a Gallipoli in Turchia che rappresenta nella sua mappa disegnata nel 1513 parti del mondo ancora non scoperte alla sua epoca (XVI sec.). Piri Reis si occupò della stesura di una carta che riassumeva tutte le conoscenze geografiche del tempo e quella ritrovata ne rappresenta soltanto una parte, infatti si servì di circa venti mappe per tracciare la sua.
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Carta del mondo di Piri Reis |
Di conseguenza si tratta di un documento storico importantissimo, che riassume tutta la conoscenza cartografica antica con una sapiente mescolanza di fonti arabe e occidentali.
L’importanza del personaggio è attestata dal fatto che l’UNESCO ha proclamato il 2013 l’anno di Piri Reis. Giulia, determinata e tenace ha deciso di cogliere la palla al balzo e di organizzare nell’ambito del Festival dell’Editoria del Mare un convegno in onore di Piri Reis, il primo organizzato in Italia, in un anno che dovrebbe essere ricco di manifestazioni per celebrare la Carta del mondo.
Non è stata una passeggiata organizzarlo: bilancio economico molto contenuto, e lentezza nel ricevere risposta ai nostri inviti. Ma più incontravamo difficoltà, più ci intestardivamo a portare a termine il nostro progetto, confortate dal determinante supporto dell’Ammiraglio Paolo Bembo.
Abbiamo così ottenuto il patrocinio di prestigiose organizzazioni quali la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, la Lega Navale Italiana, la Società Geografica Italiana e l’Ambasciata Turca a Roma e con la collaborazione dell’Ufficio del Turismo Turco.
Il primo passo è stato capire chi fossero i più importanti studiosi della Carta del Mondo, trovando una rosa di nomi che illustrassero le varie teorie in modo da dare un quadro completo delle problematiche legate alla famosa Carta. È stato fondamentale Paolo Bembo, appassionato studioso di cartografia antica e di Piri Reis, tanto da essere invitato a tenere conferenze su questo argomento in varie parti del mondo compresa la Turchia.
Secondo passo era contattare gli eventuali relatori e indagare sulla loro disponibilità. Questa fase è stata alquanto dura poiché, essendo questo l’anno di Piri Reis, gli esperti non si sbilanciavano aspettando il calendario di tutte le manifestazioni che avrebbero avuto luogo, prima di accettare. Un giorno sembrava che non potesse venire nessuno, il giorno dopo un numero superiore alle nostre possibilità pregava di essere invitato. Difficile incastrare tutte le tessere di questo mosaico senza offendere nessuno e salvando la qualità del convegno che doveva dare voce alle varie ipotesi evitando ripetizioni.
A sn, nella foto, Monica Ardemagni introduce il simposio
Terzo passo l’organizzazione del viaggio, della logistica e la preparazione di tutti i documenti necessari per lo svolgimento del simposio. Quanto alla logistica, l’organizzazione dello Yacht Med Festival ha deciso di ospitare i relatori sulla “Signora del vento”, prestigioso veliero a tre alberi, un cinque stelle navigante, sul quale si è svolto anche il convegno. La sala messa a disposizione, con il fascino del veliero, è risultato un ambiente suggestivo e adatto ad accogliere un convegno dedicato a cartografi e grandi viaggi.
Nella foto, da sn. il prof Gregory McIntosh, il Capitano della Marina Turca, Erdogan Simsek , Giulia D’Angelo e l’Ammiraglio Paolo Bembo
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Gregory McIntosh |
Così dopo tante ansie (chi viene? Come viene? e quando?), ho tirato un sospiro di sollievo quando ho visto riunito tutto il team dei relatori provenienti da varie parti del mondo. Mi sentivo come un cane pastore che vuol tenere unito il suo gregge; c’era sempre qualcuno che dava forfait e mancava all’appello!
Fatte le prove del microfono, inserite le presentazioni nel computer, arrivate le autorità per il saluto di benvenuto, finalmente si inizia.
Il primo intervento è stato quello del Capitano della Marina Turca, Erdogan Simsek, un uomo schivo che ha cercato, riuscendoci, di non recare problemi all’organizzazione. Un po’ intimidito e impacciato perché era la prima volta che si esprimeva in inglese in pubblico, man mano la sua voce si è fatta più sicura e ha illustrato la figura di Piri Reis quale soldato, marinaio, cartografo e scienziato. Un uomo versatile, appassionato collezionista di carte, attento osservatore, ma anche un ottimo militare che prese parte alla campagna d’Egitto e all’assedio di Rodi nel 1522 al servizio di Solimano il Magnifico. Nel 1547 fu nominato Ammiraglio della flotta Ottomana nell’Oceano Indiano per contrastare i Portoghesi e impedire loro di avere basi sulla costa araba. Durante questo incarico gli fu intimato di assediare la fortezza portoghese di Ormuz all’ingresso del Golfo Persico, ma l’impresa non gli riuscì (forse non era lui stesso convinto dell’utilità).
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Antonio Ventura |
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Gulsah Celiker, “regina delle rose” |
Già il titolo del secondo intervento dell’Ammiraglio Paolo Bembo “Piri Reis, i Veneziani: e se le loro conoscenze cartografiche arrivassero dall’Oriente?” la dice lunga sugli interrogativi che la carta pone. Il cartografo turco, dice Bembo, illustra zone che in teoria non erano state ancora scoperte ufficialmente. Come ha fatto Piri Reis a riportare queste zone? Era in possesso di carte segrete? La sua teoria è che certamente Piri Reis si è servito della carta di Cristoforo Colombo (del resto lo afferma lui stesso esplicitamente) e di altre carte che forse il genovese possedeva. Fatto sta che oggi non esistono né la carta realizzata da Colombo né copie di questa, per cui ciò che più ad esse si avvicina sta all’interno della carta di Piri Reis.
Tutti danno ormai per certo che popoli nordici avessero già “scoperto” il nuovo continente, come sembrerebbe dalla cosiddetta Vinland Map che risulta essere di 50 anni antecedente alla scoperta dell’America, che in essa risulta riportata come una grande isola. Ma il problema principale è scoprire come abbiano fatto Colombo o altri navigatori a venire in possesso di questi documenti segreti. Un’ipotesi, condivisa da alcuni studiosi, è che Colombo avesse accesso a documenti segreti spagnoli e portoghesi i quali comprendessero addirittura informazioni provenienti dalla Cina via Venezia. Infatti all’inizio del XV secolo la Cina aveva allestito una flotta potentissima di navi, capaci di attraversare gli oceani.
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La flotta cinese di Zheng He |
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La caravella di Colombo paragonata alla nave di Zheng He |
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Simone Bozzato |
Correlando le varie idee, i fatti e le ipotesi, ne è venuto fuori un quadro tutt’altro che certo ma, a dire di Bembo, non manca di un suo fascino e può avere una buona percentuale di veridicità. Semplici fatti lo dimostrerebbero.
I cinesi nei primi anni del XV secolo si avventurarono sui mari del mondo provvedendo con ogni probabilità a cartografarne la gran parte.
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Copertina del libro di Menzies |
Un’ipotesi derivata è quindi che tali navigatori non sfidassero proprio l’ignoto, come comunemente si crede ma verificassero piuttosto la veridicità dell’esistenza di luoghi che seppure mai visitati da loro, trovavano riscontro in quelle esotiche documentazioni.
Una cosa molto probabile, conclude Bembo, è quindi che Piri Reis sia riuscito a mettere le mani anche lui su alcuni di tali documenti e ad inserirli nella sua carta.
Può darsi che da qualche remoto archivio possa prima o poi saltar fuori una prova certa di quanto prova ad affermare Bembo. “Per ora, tale certezza non esiste ma, conclude, restiamo comunque affascinati dall’intreccio di rapporti che già 600 anni or sono davano importanza a relazioni planetarie delle quali Piri Reis ci ha trasmesso testimonianza attraverso i secoli.”
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Libro di McIntosh |
Planisfero cinese del 1763 ritenuto una riproduzione della carta di Zheng He del 1418, ritrovata da Lui Gang nel 2005
Le ipotesi sostenute da Charles Hapgood, da G. Hancock e dallo stesso Menzies, non hanno valore scientifico e sono da scartare, afferma McIntosh. In realtà la Carta di Piri Reis ha un valore inestimabile come documento di un’epoca, per la quantità di dettagli, disegni e descrizioni in turco che ne fanno anche un capolavoro letterario e artistico. Rappresenta una fusione perfetta fra conoscenze e fantasia, fra cultura orientale e occidentale, fra tradizioni medievali e rinascimentali, fra il vecchio e il nuovo mondo.
Dalle Americhe al Mediterraneo con la relazione dello storico Antonio Ventura “Il Regno di Napoli nel Kitab – i Bahriye di Piri Re’is e nella geo-cartografia Italiana”. Il Kitab-i Bahriye (Libro del mare) non è altro che un accuratissimo portolano del Mediterraneo in cui Piri Reis descrive con attenzione e mirabile precisione tutti i riferimenti utili ad un navigante, nella fattispecie un navigante della flotta ottomana che si avvicinava ad un territorio nemico. Infatti a quell’epoca ottomani e cristiani si contendevano la supremazia del Mediterraneo che, per pochi anni ancora, rappresentava un punto di forza.
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Carovana di Marco Polo |
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Planisfero di Fra Mauro del 1459 |
Costantino Marconi, ricercatore ENEA in Antartide, è impressionato dalla precisione con cui Piri Reis ha rappresentato l’Antartide quando era libera da ghiacci. Inoltre si domanda come mai Piri Reis riporta la corretta disposizione delle Ande prima di Magellano. Inoltre come è possibile che abbia disegnato l’isola di Marajo che è stata scoperta solo nel 1800? Come ha potuto disegnare il corso di un ramo del Rio della Plata che risale a 15.000 anni fa e che oggi non esiste più? Tutte queste domande senza risposta, fanno pensare a carte precedenti, molto, ma molto antiche che risalgono addirittura all’epoca dei Greci. O forse, sono carte disegnate durante le perlustrazioni della grande flotta cinese che era in grado di varcare oceani e raggiungere terre lontane, grazie alle loro robustissime navi, quattro volte più grandi di quelle europee. Anche se non è provato, è possibile che le esplorazioni fossero iniziate ben prima di quanto comunemente sostenuto, anche perché per anni ha dominato una concezione europa–centrista, come se altre culture non fossero in grado di disegnare carte precise e solcare mari lontani.

A ds, Vinland Map. Tutti danno ormai per certo che popoli nordici avessero già “scoperto” il nuovo continente, come sembrerebbe dalla cosiddetta Vinland Map che risulta essere di 50 anni antecedente alla scoperta dell’America, che in essa risulta riportata come una grande isola.
Simone Bozzato, Segretario Generale della Società Geografica Italiana, pur invitando a tenere i piedi in terra, non può scientificamente confutare le ipotesi presentate da Paolo Bembo e da Costantino Marconi. Gli interrogativi rimangono ancora senza risposta, finché non sarà trovato un documento che ne confermi la veridicità scientifica. Ma, a volte la fantasia riesce ad intuire verità che la scienza non sa spiegare. Lasciamo aperto uno spiraglio verso queste fantasie. Comunque la mappa di Piri Reis continua a farci sognare con leggende di tempi lontani e con domande senza risposta.
Con la mente piena di queste affascinanti ipotesi, organizzatori e relatori, proseguono il dibattito intorno a un lunghissimo tavolo, elegantemente apparecchiato, al ristorante Antico Vico, invitati dal Presidente della Camera di Commercio di Latina, Vincenzo Zottola. Davanti ad un calice di vino e raffinate pietanze a base di pesce e crostacei, la discussione sul mistero della carta di Piri Reis riprende, e nessuno recede dalla propria posizione... Il mistero continua, ed io libera dall’ansia e per effetto del vino mi sento leggera come una libellula, e commossa, brindo ad Antonio, a cui Giulia ha voluto dedicare il convegno.
Monica Ardemagni Barrile