Un bel progetto. Certo, è il Progetto Donna!

Anna Sardone, presidente della cooperativa Progetto Donna
Metti che in questi momenti di crisi nera sia il caso di far conoscere con una mirata operazione di marketing quello che è definito il pesce povero. Costa veramente poco ed è altrettanto nutriente e saporito come l’orata o le spigole. Una risposta?
Per esempio “Spadellando, solo nostro, solo fresco” una saporita occasione per promuoverlo riempiendo, gratuitamente, i “cartoccetti” con una frittura di paranza sbarcata poche ore prima dai pescherecci ormeggiati nella darsena del porto di Civitavecchia di fronte ai fornelli dove alcune simpatiche signore con le mani bianche di farina (ne hanno consumati più di venti chili) hanno spadellato qualcosa come due quintali e mezzo tra calamari, alici, argentine, pannocchie, spatole, seppioline, merluzzetti e triglie.
Si riempono i cartoccetti
Senza far mancare un buon bicchiere di vino bianco doc. È lo stesso pesce “povero” che quel giorno è stato venduto all’asta. “Le alici a 1,50 euro al chilo, le argentine a due, le sciabole a tre, i gamberi di prima scelta a 6  e le spannocchie a due” informa una di quelle signore.
Metti anche che alcuni pescatori avvertano la necessità di vedere gestito al meglio l’aspetto commerciale della loro attività per far crescere oltre agli incassi, la qualità del loro servizio.
Le cassette pronte per lo scarico
La risposta nell’uno e nell’altro caso la dà “Progetto Donna” una cooperativa creata tre anni fa da otto “scatenatissime” signore: Anna, Rita, Pina, Angela, Serena, Rossella, Mina, Margherita. La più giovane ha 42 anni, la meno giovane, che di anni ne ha 50, si è meritata i galloni di presidente, si chiama Anna Sardone.
L’armatore della barca Crescenzo I
Otto donne, massaie per definizione, che si trasformano di punto in bianco, non senza trepidazione, in donne di successo dentro un mondo per definizione di uomini per gestire l’asta del mercato del pesce di Civitavecchia. Luogo simbolo, dove fino a ieri non aveva mai messo piede una rappresentante del gentil sesso, a parte qualche sporadica commerciante con partita iva…
Il nome dato alla cooperativa risponde alla esigenza di guardare al futuro, nel gettare avanti (che è poi la traduzione letterale di proiectum, il nome latino di progetto) le proprie idee. E quali siano queste idee ce le spiega la Presidente di Progetto Donna.
A. Sardone predispone la dichiarazione di sbarco
“Siamo tutte mogli e figlie di pescatori. In un certo momento della nostra vita abbiamo maturato la convinzione e la necessità di aiutare i nostri mariti, per cercare di aumentare la redditività delle barche da pesca, chi meglio di noi può gestire il loro portafoglio? Allora ci siamo costituite in cooperativa per riorganizzare il settore amministrativo dell’asta del pesce che si tiene tutte le sere qui a Civitavecchia. Tradotto in soldoni per noi significa rappresentare le paranze, quelle barche che pescano esclusivamente con lo strascico, e operano qui a Civitavecchia. Curiamo la vendita del loro pescato conferito all’asta, sottolinea Anna con enfasi, ci occupiamo della gestione dei locali, delle vendite, delle fatturazioni, delle riscossioni, tutta la parte amministrativa è nelle nostre mani. Per questo ci viene riconosciuta una percentuale sulle vendite dell’otto per cento che ci permette di far fronte alle spese e pagare i nostri stipendi.
Registrazione del venduto
Nastro trasportatore e comprator
Per fare fronte ai nostri problemi famigliari ci siamo organizzate in turni, 2 pomeridiani a settimana e due la mattina. Riusciamo così a creare continuità nell’arco della giornata e della settimana. Di conseguenza prendiamo uno stipendio pari alle 16 ore settimanali.
La coop è al terzo anno di vita, funziona dal settembre 2009, ora non solo è in attivo, ma sta anche ripagando le pendenze, i debiti, della vecchia gestione che era affidata a un’altra cooperativa, la “Pescatori e caratisti” (la proprietà delle barche da pesca è suddivisa in 24 parti, in gergo carati). Chiudeva in perdita perché avevano poca attenzione nella gestione delle spese che sono tante tra affitti, spese sanitarie, controlli, gestione del personale.
L’astatore Raffaele Ambrosino
Il nostro primo investimento è stato quello di rendere automatiche tutte le operazioni legate alla vendita e di informatizzare il sistema con un programma di gestione studiato esclusivamente per noi. Così coordiniamo tutte le operazioni dell’asta, da quando il pesce viene scaricato dalla barca a quando viene caricato sul furgone del commerciante. Senza i dovuti controlli può capitare di tutto, anche che qualche cassetta sparisca. Conosco quest’asta da molto tempo, era un’asta piuttosto nervosa, si litigava facilmente per un motivo o per l’altro. La nostra presenza ha evidentemente intimorito un mondo così maschilista per niente abituato a trovarsi donne tra i piedi. Il segreto del nostro successo, conclude Anna, è che gestiamo questo lavoro con allegria, basandoci sulla cortesia, sul sorriso e sulla serenità, sempre.
Gamberi battuti a €/Kg 7,00, acquistati dall’astatore
E poi i nostri mariti, esclama in chiusura, dopo una giornata di duro lavoro, non possono anche preoccuparsi di sapere se il commerciante ha pagato o no, se la contabilità è in ordine!”
A Civitavecchia la tradizionale pesca con la paranza è praticata da 18 barche, tutte aderenti all’associazione di cooperative Agci Pesca. Levano l’ancora che è ancora buio, fanno al massimo quattro calate al giorno e tornano al tramonto con il pescato già sistemato nelle cassette. Il tempo di fissare gli ormeggi e viene subito portato nei locali del mercato dove come prima cosa passa il controllo sanitario del veterinario che nello stesso tempo registra nome della barca, numero delle cassette e peso compilando, per ogni barca, in automatico il Giornale di bordo e dichiarazione di sbarco.
Polpi a €/Kg 3,50 acquistati da (sigla) EMP4
Per esempio il 23 ottobre, la Ulderico II ha scaricato 38 cassette per un totale di 147,70 chili. Un buon risultato, in confronto con la media annuale che è di 20 cassette, perché sono appena usciti dal periodo di fermo biologico, che come si sa è studiato per permettere il ripopolamento delle specie.
Ogni cassetta, il peso medio è di 4 chili, viene posta su un nastro trasportatore dove un addetto “aggiusta” il pesce per renderlo visibile ai compratori che sono sistemati sui gradini in alto. L’asta è aperta solo a professionisti, pescherie, grossisti, ristoratori, supermercati e le operazioni di vendita si svolgono velocemente. Ogni cassetta arresta la sua marcia quando arriva sulla bilancia elettronica, sul tabellone luminoso appare il peso esatto e prezzo base d’asta fissato dall’astatore che contemporaneamente mostra la cassetta.
A. Nardone mostra il telecomamdo usato dai clienti
Gamberi di prima scelta, €/Kg 9,00
In quel momento inizia l’asta vera e propria con i rialzi, ogni compratore ha un telecomando e in base al numero delle pigiate si ottiene il prezzo finale di aggiudicazione che appare sul tabellone con la sigla che individua il commerciante. I dati di ogni singola battuta sono trasmessi al server centrale che elabora la contabilità, documenti di trasporto con le relative fatture e il conferimento con l’accredito ai singoli pescatori.
Calamari, €/Kg 4,70
La cassetta continua la sua marcia sul nastro, un addetto copre il pesce con un foglio di carta, un secondo lo copre con il ghiaccio e infine viene sistemata sul bancale del singolo compratore. Anna si è sistemata dentro la sua postazione  da dove controlla ogni fase della vendita. Sul suo computer appaiono tutte le schede di ogni vendita che le arrivano dal server centrale situato al piano superiore, dove Rossella, un’altra socia ha elaborato i dati relativi. Quando si presenta il compratore in automatico si stampa la sua fattura, paga esclusivamente in contanti e a quel punto può ritirare il suo bancale.
Misto di paranza, merluzzi e triglie €/Kg 5,20

La figura dell’astatore, il battitore, è molto importante, è lui che decide l’andamento del mercato. È napoletano, è l’unico “esterno”, si chiama Raffaele Ambrosino. Per contratto, acquista, al prezzo base dell’asta, tutto il pesce invenduto e che poi lui stesso come grossista organizza il trasporto verso i mercati di Napoli o di Milano.
Quel 23 di ottobre in poco meno di due ore sono state battute all’asta esattamente 660 cassette di pesce con un ricavato totale di quindicimila euro.
Per Roberto Arciprete, vicepresidente nazionale di AGCI Agrital, che cura a Civitavecchia l’organizzazione, l’assistenza e lo sviluppo delle 18 barche a loro associate, oltre alla cooperativa Progetto Donna, ci tiene a precisare: “Per noi, anche se siamo soltanto all’inizio, il percorso di Progetto Donna è importantissimo. Si parla molto di filiera corta e di km zero, di valorizzazione del territorio e la cooperativa si dedica esattamente a questo. Unire l’attività produttiva a quella commerciale, pensando anche a un processo di lavorazione e di trasformazione del pescato per tentare di penetrare nei mercati a iniziare dal proprio territorio, far conoscer alla città di Civitavecchia la bontà del proprio pesce, la poesia di questo mare.
Mazzancolle, €/kg 17,00
 Inoltre, continua Arciprete, oltre a produrre e vendere si può anche diversificare l’attività. Per noi Agci, oltre che motivo di prestigio, è importante associare altre realtà come questa delle donne. La nostra intenzione è fare di Civitavecchia un compartimento sperimentale autolimitando ulteriormente i tempi di pesca. Già questa marineria effettua in chiave nazionale, soprattutto nello strascico, il minor numero di ore di pesca attiva. Solitamente fanno dieci ore di pesca al giorno quando in Adriatico pescano h 24. Quindi vorrebbero ulteriormente limitare le ore di pesca in periodi stagionali per consentire di accrescere il novellame e quindi il ripopolamento, e passare da 5 a 4 giorni di pesca alla settimana. Si vuole rafforzare il concetto di pesca responsabile, ovvero prelevare le risorse pensando sempre a mantenere le fonti rinnovabili quelle che garantiscono la riproduzione, il ciclo produttivo.”
Chi può dargli torto?
Testo e fotografie di Maurizio Bizziccari



Fuori concorso!

I marinai mettono in vendita la “mappatella”, il pesce di terza scelta ceduto loro dall’armatore.
Si vende esclusivamente a cassette al prezzo medio da 3 a 5 euro