Marco Firrao |
Iniziamo presentando Manifesti navali scritto a due mani da Gabriele Cadringhr e Anne Wealleans, un libro di grande formato, 30x40 cm, edito nel 2009.
Sulle compagnie marittime e le loro navi sono stati pubblicati centinaia di libri, di solito volumi fotografici. Queso si propone invece di scoprire la loro storia in modo diverso, illustrandola attraverso i manifesti che ogni compagnia produsse per far conoscere le proprie navi e le proprie tratte. Le compagnie marittime sono nate verso la metà del XIX secolo, praticamente in contemporanea alla litografia, per cui il manifesto è divenuto rapidamente il mezzo di comunicazione privilegiato e lo è rimasto per circa un secolo, fino agli anni Sessanta del secolo passato, quando l’aereo ha definitivamente sostituito la nave per i viaggi da un continente all’altro.
Il manifesto marittimo ricostruisce un storia, che è artistica e culturale, umana e industriale insieme. Artistica perché naturalmente vi è un’evoluzione del design.
L’immagine della nave che fa la sua comparsa nel XX secolo accompagnata da informazioni sulle rotte servite, assumerà un’importanza crescente dal punto vista grafico e visivo nei manifesti Art Nouveau. Nella successiva grande epoca Art Déco, maestri come Cassandre firmano opere – come per il Normandie o l’Atlantique – che rimangono nell’immaginario. Infine, nel dopoguerra e sino alla fine delle rotte transatlantiche, il manifesto si adatta nuovamente al gusto del momento, quello dell’arte moderna.
Ma vi erano anche i funzionari coloniali, i militari, i commercianti, i turisti folle di persone hanno viaggiato su queste navi, le più grandi macchine da trasporto che l’uomo abbia mai costruito. Infine storia industriale, perché i transatlantici costituivano le «vetrine» dei loro rispettivi paesi, mettendone in opera tutte le capacità tecnologiche. Gli interni dal canto loro, riflettevano i più recenti progressi, sia artistici che tecnici: si pensi ad esempio al Normandie, i cui arredi erano opera dei migliori artisti dell’epoca.
Questo libro vuole raccontare la storia delle compagnie marittime e dei loro transatlantici attraverso i manifesti pubblicitari. Un intero secolo di avventure marittime e sociali è rievocato attraverso le storie artistiche, culturali, umane e industriali.
Il France, che fu l’orgoglio della Marina mercantile francese, è in corso di smantellamento su una lontana spiaggia indiana; lo United States, ultimo transatlantico ad aver vinto il Nastro Azzurro, arrugginisce in un angolo del porto di Philadelphia; il Queen Mary, il più celebre della lunga dinastia di transatlantici inglesi, è diventato una nave albergo per americani in vena di nostalgie nel porto di Long Beach…
Ma dove sono le centinaia di altre navi che hanno solcato i mari del globo per più di un secolo? Dove sono il Lusitania e il Mauretania, gemelli di classe della Cunard, il Kaiser Wiehleml II, l’Imperator? E dove ancora il Paris, l’Ile de France, veri palazzi galleggianti, dimostrazioni viventi dell’arte e dello stile francesi, il Bremen e l’Europa, simboli della rinascita tedesca tra le due guerre, il Rex e il Conte di Savoia, fiori all'occhiello della Marina italiana, il New Amsterdam, il più grande dei transatlantici olandesi e, infine, il Normandie, il pù smisurato di tutti i levrieri del mare, meraviglia della tecnica e del design? Sono stati demoliti o sono persi nel mare e di loro non resta che il ricordo, gli oggetti e le foto che fanno la gioia dei collezionisti.
Nel libro sono riprodotti più di cento manifesti, dalle prime riproduzioni delle imbarcazioni del XIX secolo proseguendo verso l’Art Nouveau e l’Art Déco, tutte le navi mitiche che hanno fatto parte della storia straordinaria – a tratti incredibile – delle compagnie marittime. Questi manifesti destinati a far sognare allora fanno sognare ancora oggi.