La battaglia di Capo Passero nel dipinto di Richard Paton |
La battaglia decisiva si svolse a Capo Passero l’11 agosto di quell’anno: la flotta inglese al comando dell’ammiraglio sir George Byng, I° Primo Visconte di Torrington, sgominò quella spagnola agli ordini del vice-ammiraglio Don Antonio de Castaneta. A quei tempi la potenza di una nave da guerra si giudicava dai cannoni imbarcati. L’ammiraglia della flotta inglese, la poderosa HMS Barfleur, era armata con 90 pezzi, la rivale, la Real San Felipe, soltanto 74! In totale le 22 navi inglesi sparavano le loro salve con 1354 cannoni mentre gli spagnoli, che di navi ne avevano 26, rispondevano con il fuoco di 1089 cannoni.
Ora la domanda che si pone l’archeologo Sebastiano Tusa, direttore della Soprintendenza del Mare della Sicilia, è proprio questa. “I cinque cannoni di ferro, l’affusto completo, la spingarda, le palle di cannone e il materiale ferroso concrezionato ancora non identificato che abbiamo trovato in sette metri d’acqua, nella sabbia di fronte alla spiaggia di Avola, tra Siracusa e Capo Passero nel golfo di Noto, appartengono a una delle sette navi spagnole affondate nel 1718? Ipotesi affascinante. Facendo una prova di sondaggio nella sabbia, continua Tusa, abbiamo trovato sotto la sabbia a una decina di centimetri delle parti lignee, immaginiamo debba esserci parte dello scafo. Non possiamo saperlo perché è uno dei classici esempi di spostamento del fondo sabbioso con le correnti che ha messo in evidenza il rinvenimento. Impossibile ora stabilire quanto ci sia dello scafo della nave.
Al centro Sebastiano Tusa |
Le prossime mosse sono, conclude Tusa, continuare l’investigazione per identificare il relitto, proteggere l’area (è stata già emessa un’ordinanza) e poi, anche se il momento è assai critico, aspettiamo di trovare dei finanziamenti, però con quello che possiamo fare noi con i nostri mezzi e personale, l’aiuto della GdF oltre a quello dei volontari, speriamo di fare qualche sondaggio più approfondito prima dell’inverno pieno.”
L’affusto completo di ruote |
Così Avola già famosa nel mondo per il suo “Nero” e la pasticceria, legata alla Mandorla Pizzuta d'Avola, se le ipotesi di Tusa verranno confermate, sarà famosa anche per il relitto spagnolo, che magari sarà quello della nave Esperanza da 46 pezzi comandata da Don Juan Delfino y Barlande. Chissà?
Le operazioni a mare sono state condotte dai subacquei della Soprintendenza del Mare con il supporto di Matteo Azzaro del Diving "El Cachalote" di Marzamemi, dal nucleo sommozzatori della Guardia di Finanza di Messina e dalla Sezione Operativa Navale della GdF di Siracusa.
Nell'ultimo anno il Reparto navale delle Fiamme gialle ha rinvenuto, sempre nel Siracusano, un cannone spagnolo a Capo Passero, uno a Capo del Melo, e due ancore di epoca romana a Capo Murro di Porco.
Le immagini sono fermi immagine del video messo in rete dalla GdF