Andar per Isole nel Mare Egeo: Piccole Cicladi e Ios

Andar per Isole.
Diario, riflessioni, indicazioni utili e consigli
di Roberto Soldatini
Un navigatore solitario in Egeo
V parte: Piccole Cicladi e Ios

Bonaccia: assenza totale di vento e mare piatto. Domani tornerà il Meltemi, previsto molto forte per dopodomani. Intanto mi sposto dal Vathi di Sifnos alle Piccole Cicladi, che come dice il nome è un gruppo di isole più piccole dell’arcipelago.
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A sn. Denecia nel nuovo marina di Koufonisi, inaugurato tre anni fa, uno dei pochi a pagamento nelle isole greche e tra quelli incontrati fin’ora il più caro.
Scelgo Koufonissi come prima fermata, perché vorrei incontrare un amico che domani parte, per questo sono partito anche senza vento, andando a motore, cosa che detesto e cerco sempre di evitare: oltre a non avere la magia del navigare con il vento, a non essere ecologico, il suo rumore mi rintrona nella testa, così abitualmente mi metto sul seggiolino del pulpito di prua (l’ho modificato apposta) contemplando il mare, leggendo un libro. 
 
A ds.  Nelle via della chora di Ios, a settembre, s’incontrano solo greci locali, così che si può respirare la vita vera dell’isola.

A nulla varrebbe mettere della musica per coprire il rumore, la musica non serve a questo, a dire il vero non la metto neanche quando navigo a vela, perché preferisco la musica del mare e del vento, un’armonia perfetta che solo ai distratti può sembrare silenzio. Inoltre per ascoltare la musica, soprattutto quella classica, ritengo ci sia bisogno di concentrazione assoluta, senza altri elementi che la possano distogliere da essa. Per questo ho messo in barca un impianto stereo professionale utilizzato per le sale di incisione, che mi godo sulla poltrona del “salotto” di Denecia o sul letto della cabina di poppa, selezionando uno dei migliaia cd immagazzinati nel mio computer senza alcuna compressione.
In navigazione l’impressione avuta che la maggior parte di quelli che affittano le barche a vela qui le usino prevalentemente a motore è confermata dal fatto che quando c’era vento (e quando c’è, è sempre forte) non ho incontrato nessun’altra barca, mentre oggi che non c’è vento per le Cicladi, che sto attraversando per una cinquantina di miglia da ovest verso est: c’è un gran traffico! E alcune barche che incontro sono con le vele aperte: senza vento e senza onda?...

A sn. Tutte le chora delle isole sono estremamente curate, i greci hanno conservato il gusto del bello della loro civiltà antica.

Gli incidenti invece capitano in situazioni tranquille come questa, probabilmente perché si abbassa lo stato di guardia: ho perso l’equilibrio inavvertitamente spostandomi all’interno del pozzetto e sono finito contro lo schienale delle panche. Dolore! Suppongo di avere la costola inferiore destra incrinata. Dovrò fare il più possibile le manovre con il braccio sinistro per almeno una settimana, perché quando uso il destro mi fa un male cane! Non sarà facile. Beh, dopo avere navigato con una gamba ingessata proverò anche quest’altra esperienza. Confermo che è meglio togliere sempre la manovella del winch: se fossi finito su quella il danno sarebbe stato sicuramente peggiore. Per consolarmi mi vengono a trovare i delfini: stavo giusto pensando che è da Gallipoli, prima che traversassi lo Ionio, che non li incontravo. 

 

A ds. Foto da cartolina, lo so, ma la bellezza del panorama visto dalla cima della chora di Ios non si può tacere.

Ne vedo uno che rimane sotto alla prua a pochi centimetri dalla scafo mantenendo la stessa velocità di Denecia con una precisione impressionante per una decina di minuti! Il tempo di salutarci e sono in vista di Koufonissi. Anche qui c’è un porto nuovo non segnalato sui portolani, anche questo completato tre anni fa, nel 2009, anche questo costruito probabilmente con i soldi della Comunità Europea (la Grecia ha adottato l’euro nel 2002), anche qui un giovane nostromo bello e gentile, anche qui si paga, ma di più che a Sifnos: trentatré euro, compresa acqua e luce. Ahi, ahi, spero non sia il segnale che le cose comincino a cambiare, che la Grecia cominci ad allinearsi con la follia italiana. Scopro poi che su quest’isola è tutto più caro e non ne capisco la ragione, perché non è un isola alla moda molto frequentata, non è bella come le altre, insomma non c’è alcuna ragione che giustifichi prezzi più alti. 
 

A sn. La chora vista dalla cappella sul versante opposto incorniciata dall’ingresso (per fare la foto devo ancorarmi bene a terra, altrimenti il Meltemi mi porta via...): in cima Panagia Gremiotissa e le tre cappelle una più in alto dell’altra.

Non c’è una chora, a dire il vero non sembra esserci neanche un paese: c’è un agglomerato sparso di case costruite in tempi recenti ad uso affitto turisti, alcune anche incompiute, scheletri all’italiana (“mia facia, mia raza”), quindi neanche l’impressione di una natura selvaggia e incontaminata. In pratica una località balneare abbastanza tranquilla senza nessuna attrattiva, né storica, né paesaggistica, a parte qualche bella spiaggia e l’acqua cristallina, ma questi sono “accessori base di serie” in tutte le isole greche. Per chi cerca una vacanza in spiaggia comunque mi rendo conto che le Piccole Cicladi possano essere una possibile scelta. Al momento non è quel che cerco sulla mia rotta.


A ds. Alcuni romantici come me salgono in cima alla chora per vedere il tramonto, come questi tre ragazzi greci.

Arrivano molte barche in questo piccolo porto, gli equipaggi dicono di volere stare al riparo: domani è previsto il ritorno del Meltemi con Beaufort sette, e nei giorni successivi rinforzerà fino a nove, bene, meglio muoversi domani mattina, rotta per Schinoussa. In navigazione la prova del nove: non incrocio nessuna barca, ieri, in assenza di vento, si sono andati tutti a rintanare in qualche porto. Le onde sono si alte di poppa, il vento è si forte, ma “what’s the sailing boats are for”. Al riparo di un’isola il vento cala notevolmente, resisto alla tentazione di aumentare la superficie velica, sapendo che appena si giunge in corrispondenza di un punto dove il Meltemi s’infila arriverà la sua zampata, e infatti...
 Ecco, Shinoussa se si cerca un’isola tranquilla per dedicarsi al riposo assoluto va meglio, niente costruzioni intensive per affitto, due piccoli moli, uno dei quali occupato interamente dai pescatori, una taverna e una spiaggia con l’ombra dei tamarici, bellissima, a pochi metri dal molo. Ed è questa la caratteristica delle Piccole Cicladi, anche se a settembre è relativo, perché l’intero arcipelago si svuota e diventano tranquille anche quelle più grandi. Però se volessi scegliere di darmi alla vita da spiaggia forse sceglierei una delle isole del Dodecanneso tra quelle dove sono approdato l’anno scorso: sono su questo genere ma più gradevoli, come paesaggio, come natura e per come si presentano i piccoli agglomerati di case. Comunque non posso fermarmi, su entrambi i due piccoli moli non c’è posto e non è il caso di inventarsi altri tipi di ormeggio con le previsioni che ci sono. Delle Piccole Cicladi rimane Iraklia e Donoussa ma purtroppo devo rinunciare anche a queste perché con vento forte non offrono ancoraggi sicuri. Consulto rapidamente le carte e dirigo su Ios: altre venti miglia con la scala Beaufort in visibile aumento, ma non è questo a preoccuparmi, bensì trovare posto e ormeggiare sotto raffica.
La rotta per Ios è per 240°, ovest-sudovest, procedo di bolina stretta,  in questo angolo dell’Egeo il Meltemi arriva da nordovest, una volta superato il tratto di mare riparato da Naxos, il vento che s’incanala tra quell’isola e Paros aumenta notevolmente, così come l’altezza delle onde, penso sia anche più di Beaufort sette, ma mi avevano avvertito, “Be careful to Naxos”... Arrivo nelle vicinanze dell’imboccatura del golfo di Ios e ammaino le vele, ma il vento è talmente forte che la barca continua a navigare a ben cinque nodi! Il motore questa volta lo devo accendere più che altro per frenare e non superare l’ingresso del grande porto naturale: è abbastanza riparato, ci sono due moli, uno con i corpi morti, uno senza, i posti liberi sono su quello senza, ma va bene, le manovre d’ormeggio con l’ancora stando da solo tutto sommato sono più facili, inoltre la mia nuova Delta da trentadue chili e la catena da dieci mm più lunga di quella che avevo tengono benissimo quest’anno! Difronte alla banchina c’è tutto, forno, supermercati, bar e ristoranti con wifi, le colonnine dell’acqua che volendo funzionano con una scheda da cinque euro ma l’ormeggio non si paga. Alla fine mi è andata bene nella ricerca del posto dove ripararmi per i prossimi tre-quattro giorni, mercoledì la scala Beaufort dovrebbe scendere da nove a sei.
Ios è l’isola dei party, ma a settembre è più godibile: si svuota quasi totalmente dei turisti e vive di vita propria. Salgo subito a piedi alla chora, appena due chilometri, nelle viuzze incontro solo qualche negoziante seduto sui gradini del proprio negozio che saluta sorridendo, forse nella speranza che uno dei pochi turisti entri a comprare qualcosa, ma più probabilmente perché gentile, come tutti i greci. Proseguo poi a salire su fino alla Panagia Gremiotissa, oltre la quale ci sono tre piccole cappelle bianche, una più in alto dell’altra, in una gara verso il cielo. L’ultima è sulla punta della collina attorno alla quale si dipana la chora, da qui una vista mozzafiato del porto naturale di Ios, la grande spiaggia in fondo ad esso e l’isola di Sifnos all’orizzonte. Tramonto spettacolare! Fino a che il Meltemi mi terrà qui, durante questa piacevole sosta forzata verrò sempre ad aspettarlo, deciso. Scendendo per il dedalo di strade e scale strettissime i gatti, come in ogni chora, vengono sempre in contro di corsa per farsi accarezzare, si capisce che qui sono molto amati. Gatti e chiesette bianche sono gli elementi più numerosi e fotografati sulle isole greche. Cosa hai visto in Grecia? Cat and Church! Ma anche castelli veneziani e templi di Apollo...
Tutti mi dicono che a Ios oltre alla chora non c’è altro da vedere, che non vale la pena di andare alla presunta tomba di Omero, ma io affitto lo stesso una macchina: sono qui e non vado a vedere che aria tira sul resto dell’isola? Non vado a vedere che aria si respira alla tomba di Omero? Ed arrivarci è già di per se un’emozione: una strada lunga dodici chilometri che passa in mezzo ad una natura brulla e  disabitata e porta solo qui, finisce davanti a un sentiero che porta verso il cielo, la solitudine di questo luogo, una tomba vuota su un promontorio a picco sul mare, il fatto che al mio arrivo non ci sia nessuno e io sia completamente da solo in questo posto che trasuda magia, rimanere qui in contemplazione senza riuscirmi a staccare, le tantissime piramidi formate da sassi di varie dimensioni che sono attorno alla tomba e disseminate per tutto il territorio circostante: migliaia di persone che hanno il bisogno di testimoniare la loro presenza e di rendere omaggio al grande scrittore. 

 

A sn. Commozione: stare a lungo da solo difronte alla tomba di Omero... arrivarci con una lunga strada deserta che porta solo qui... scoprire migliaia di piccole piramidi fatte con sassi che testimoniano la presenza di viandanti e il loro desiderio di rendere omaggio al grande scrittore...

Questo è il rispetto per la memoria. Sono manifestazioni commoventi che sono presenti un po’ ovunque dove le persone sentono di essere fortemente radicate alle origini del loro paese e hanno bisogno di esprimerle. 
In questa locazione copre la venerata testa del promotore del santo Omero (Iropotos, Vita di Omero, cap.34, V sec. AC)
E gli abitanti di Ios portano alla luce la tomba di Omero nella loro isola ed in un altro posto la tomba di Climene dicendo che lei fu la madre di Omero (Pausanias, II sec DC).
Passeggiando lungo il porto per guadare le barche ormeggiate ne noto una particolarmente bella, c’è sopra un tipo che mi saluta: Alberto! Ha assicurato l’ormeggio della mia barca ad Amorgos quando mi sono rotto lil piede, e subito è festa nel pozzetto di Gaia, insieme a tre simpatici veneziani che hanno la barca vicino a lui (Roberto, Sebastiano, Renzo) e Marcus, uno skipper greco con un’esperienza di quarant’anni, non usa né carte nautiche né gps perché conosce a memoria ogni tratto di questo mare e conosce tutti i segreti del Meltemi, mi conferma che consultare carte meteo e previsioni qui non serve a molto, è più utile chiedere ai pescatori, in attesa di acquisire un’esperienza personale. Oggi, lunedì, annusando l’aria ho l’impressione che sia il momento giusto per partire, quasi nello stesso momento sento un altro skipper greco di charter di lunga data ormeggiato vicino a me che dice ai suoi ospiti australiani “I think the italian is going”, chiedo a lui che ne pensa e mi da conferma, anche il sito che i greci sostengono sia abbastanza attendibile per le previsioni locali, Meteo.gr, ha modificato all’ultimo momento il bollettino per oggi: Beaufort sei, domani di nuovo otto-nove, bene, rotta per Santorini!

Ci vediamo lì alla prossima puntata.

Roberto Soldatini