Ma sarà davvero antipolitica quell’avversione verso la
classe dirigente e le sue forme di autotutela che pare ormai caratterizzare la
generalità degli elettori italiani? O non è forse il contrario, cioè la ricerca
di nuovi modelli di rappresentanza che ridiano ai cittadini la titolarità del
diritto di decidere sul proprio destino?
Per provare a dare una risposta a questa domanda di
partecipazione, per iniziativa del sottoscritto, di Mario Staderini e Angelo Bonelli, un gruppo
di romani, tra cui esponenti di comitati, associazioni, valontariato, hanno
pensato di rendere operativo uno strumento previsto dallo statuto del Comune di
Roma e mai prima utilizzato: il referendum.
Con 50.000 firme autenticate, da raccogliere in tre mesi, i
cittadini della Capitale possono infatti richiedere che un quesito venga
sottoposto al voto popolare nel corso della successiva primavera. Al contrario
di quelli nazionali i referendum cittadini non sono abrogativi ma danno la
possibilità di avanzare proposte.
Così abbiamo individuato ben otto temi sui quali stiamo
raccogliendo le previste firme (il termine ultimo è il prossimo 30 settembre)
per portare la città al voto insieme alle elezioni amministrative del 2013.
Tra questi temi ce n’è uno che riguarda il mare, non tutti
infatti sanno che il Comune di Roma ha una delle più grandi estensioni costiere
d’Italia. Il referendum chiede di ripristinare un corretto rapporto tra
sfruttamento commerciale e fruibilità della spiaggia: oggi a Ostia è
praticamente interdetto il libero accesso alla spiaggia e il lungomare è
ridotto ad un “lungomuro”, che preclude persino la vista del mare.
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U. Croppi e il consigliere Provinciale G. Lobefaro |
Tutti gli altri temi ruotano intorno a questioni che hanno
comunque a che fare con la qualità della vita, dei servizi e con i diritti alla
persona.
Vediamo quali sono:
Mare Libero.
Libero accesso dei bagnanti al mare e ripristino della visibilità del mare di
Roma; riequilibrio al 50% tra spiagge libere e attrezzate.
Mobilità. Progressiva riduzione del traffico privato nel centro storico per
dare tempi certi ai bus, corsie preferenziali protette e tranvie, piste
ciclabili e blocco per i pulman turistici; Trasformazione dei treni pendolari
in linee metropolitane.
Stop al
consumo di suolo. Puntare sul recupero e rinnovo
dei tessuti urbani già esistenti, attraverso
un’edilizia che non consumi suolo ma a recuperare quello che
già c’è.
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Croppi in libreria raccoglie l’adesione di Giulia D’Angelo |
Rifiuti zero.
Rivoluzionare le politiche sui rifiuti in modo da riciclarne e riutilizzarne il
più possibile, differenziata e porta a porta in tutta la città; utilizzazione
delle discariche solo per una piccola parte di rifiuti trattati.
Famiglie di fatto.
Rimozione delle discriminazioni nei servizi e nelle attività del comune tra
famiglie, che siano sposate o no, eterosessuali o omosessuali.
Registro dei
testamenti biologici. Istituzione di un registro comunale dei testamenti
biologici che raccolga le disposizioni anticipate di trattamento sanitario e di
fine vita dei cittadini che intendano depositarle.
Libertà di scelta dei
servizi alla persona. Per asili nido, assistenza anziani e disabili, fermo
restando il ruolo del Comune, il referendum si riferisce a quella parte di
servizi già oggi affidati a strutture non pubbliche e chiede l’istituzione di
bonus che le famiglie potranno sfruttare nel modo e nelle strutture che
riterranno più idonee.
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Piazza del Popolo, uno dei cento banchetti |
Meno partitocrazia. Ridurre
i costi dell’apparato amministrativo azzerando i consigli di amministrazione
delle aziende municipalizzate in cui il comune sia socio unico, che esistono
soltanto come luogo di consociativismo e clientelismo: affidandole a un
amministratore unico ci saranno meno poltrone da spartirsi e un risparmio di
sei milioni di euro l’anno.
Insomma si tratta di una
occasione concreta per dare forma alla richiesta della maggioranza dei
cittadini che non vogliono più delegare le scelte ad una classe politica
autorferenziale ma riappropriarsi del diritto di decidere.
Per questo rivolgiamo a
tutti i residenti nella Capitale a un appello a firmare, a parlarne con amici,
parenti, colleghi, magari offrire il proprio aiuto ai tavoli di raccolta o dare
un piccolo contributo (l’iniziativa è totalmente autofinanziata): si può
firmare in tutti i municipi o ai tavoli allestiti su strada, che saranno
segnalati ogni giorno sul nostro sito: www.romasimuove.it.
Restano pochi giorni e molto
lavoro da fare. Potrebbe essere il primo strumento concreto per cambiare
davvero le regole della politica!
Umberto Croppi
Umberto Croppi, è stato assessore alla Cultura del Comune di Roma, attualmente è direttore generale della Fondazione Valore Italia