Concordia: i commenti di due uomini di mare

Leggiamo sempre con molta attenzione la news letter “DL News Cultura, notizie e commenti a cura di Decio Lucano”, e, come già abbiamo fatto lo scorso anno, riprendiamo anche oggi un suo significativo intervento, che ha pubblicato ieri, sul naugragio della Concordia. Decio Lucano è scrittore e giornalista.

Decio Lucano
Dopo il sinistro della Costa Concordia non avrei voluto scrivere più niente di mare e di marinai, come se una invisibile ma presente “linea d’ombra” mi avesse impedito di proseguire con queste News. Troppo grande la mortificazione per il naufragio di una grandissima nave e per la causa così banale ma altrettanto grave della sua perdita.
Non è questo il progresso che io mi aspetto, c’è troppa superficialità nel nostro mondo di parlatori e messaggiatori.
Provo a scrivere qualcosa (che ho già scritto altre volte e che – non trattandosi di disgrazie – nessuno dei comunicatori ha letto), lo faccio controvoglia.
Per esperienza so che l’inchiesta sarà lunga e le versioni saranno incrociate ed enfatizzate da perizie e motivazioni legali varie. Ma sulla nostra Marina mercantile quel 13 gennaio 2012 si è chiuso un capitolo e si apre un’altra pagina, come se cominciasse una nuova storia di mare e di marinai. (DL)

Tecnologia, lance, professionalità in mare nel centesimo dal naufragio del Titanic
 Questo scrivevamo negli anni passati e in particolare nel giugno del 2011…


Dal 1 luglio 2011 tutte le navi, carico e passeggeri, costruite dopo questa data dovranno essere dotate di un sistema di allarme (Bridge Navigational Watch Alarm System) posizionato sul ponte di comando che si  attiva se “scopre” che l’ufficiale di guardia in navigazione, in presenza di pericolo di collisione o altri rischi come l’incaglio perché fuori rotta, non interviene per distrazione o altre cause in un intervallo di pochi minuti. L’allarme suona nella cabina del comandante e poi via via negli altri locali sensibili allertando l’equipaggio.
Questo sistema collegato con  radar, telecomunicazioni e i vari sensori antincendio, carico, vie d’acqua verrà poi installato su tutte le navi esistenti secondo le risoluzioni IMO.
Avremo quindi una diminuzione dei sinistri marittimi ? Certamente un altro ausilio alla sicurezza entra nell’elenco delle dotazioni di bordo, elenco che è ricco di apparecchiature integrate fra di loro come la cartografia elettronica, l’ecoscandaglio, i radar anticollisione , il GPS, l’AIS, i data recorder, i detector di fumi e principi di incendio nei locali sensibili .

Annotavamo che l’IMO ha decretato il 2012 “anno della sicurezza delle navi passeggeri ” in coincidenza con l’anniversario dei 100 anni dal naufragio del Titanic, 14-15 aprile 1912 ; poco tempo dopo entrava in vigore la prima Convenzione Solas.
Nel 1962 nasceva a Genova la prima Scuola Radar per ufficiali della Marina mercantile sulla scia del naufragio dell’Andrea Doria (1956)  dopo una discussa collisione “radar assistita “ con la svedese Stockolm.
Ci insegnarono allora ad usare correttamente il radar e sbrogliarci nella  cinematica navale , ma, attenzione ci dicevano “ questi apparecchi sono un “AUSILIO ALLA NAVIGAZIONE”, non ci si deve fidare ciecamente, è sempre l’uomo l’arbitro della situazione.
Gli anni ’60 e ’70 furono caratterizzati dalla diffusione a bordo dell’automazione navale, l’obiettivo era di concentrare in sala comando le funzioni delle macchine, della navigazione , delle manovre, e la riduzione delle persone a bordo.
Gli anni però dimostrarono che c’era un limite fisiologico alla riduzione del personale a bordo , infatti solo la macchina con l’automazione non fu  presidiata.
L’uomo solo sul ponte ha molti ausili, ma deve sovrintendere con la sua professionalità la gestione della navigazione.

Le lance di “non” salvataggio
Negli anni Settanta insieme al comandante Gennaro Goglia della Tirrenia iniziammo una battaglia con il giornale Vita e Mare del Collegio Capitani, periodico che allora dirigevo, sulla sicurezza delle lance di salvataggio, lance che più tardi il giornalista Gianni Migliorino sul Corriere della Sera  rilanciò polemicamente chiamandole “lance di non salvataggio”. Per riassumere, le lance, scialuppe come le chiamano gli emuli di Sandokan, erano e sono rimaste come ai tempi dei bastimenti a vela, nonostante molti miglioramenti tecnici  indispensabili ma spesso inutilizzabili secondo la tipologia del sinistro marittimo (nave inclinata , incendio, mare agitato, ecc).
Fu allora che si diffusero le zattere augonfiabili e successivamente solo sulle navi da carico (a seguito di tanti naufragi dove le lance tradizionali non poterono essere usate) vennero installate le lance a caduta (freefall), sistemate verticalmente a poppa, dando la possibilità all’equipaggio  di  imbarcarsi a bordo , rilasciare la lancia e allontanarsi dalla nave sinistrata. Questo significava almeno salvarsi sull’imbarcazione, al coperto, affrontare gli eventi in attesa dei soccorsi
Il problema della precarietà delle lance è ripreso, si può dire quotidianamente e con insistenza , dalle organizzazioni dei naviganti nordeuropei; ci sono innumerevoli casi anche nelle esercitazioni di salvataggio di incidenti mortali nell’ammaino delle lance a causa del loro cattivo funzionamento, e continuano a verificarsi incidenti sulle navi da passeggeri …
Bisogna che la ricerca trovi un sistema a maggior ragione per navi che trasportano cinque/ seimila persone a bordo per evacuarle in caso di sinistro.
Sarebbe un evento importantissimo nell’anno della sicurezza delle navi passeggeri. Ma tra sicurezza e gigantismo delle navi (passeggeri e portacontenitori) non ci può essere dialogo alla faccia delle certificazioni.
Decio Lucano

Nella stessa News, lucano ha anche pubblicato la testimonianza “Un mondo che non riconosco più” di un illustre marinaio scrittore, il Comandanre Flavio Serafini.
Flavio Serafini

Ciao Decio,
Non mi resta che sfogarmi con te ed urlare contro tutto un mondo che non è più il mio, che non riconosco e che non riesco più a tollerare. Urlo contro quel cialtrone che non è un Comandante, privo di “fisique du role” che abbandona  la nave prima degli altri (forse ignorando l'esempio di Gulì, Calamai, ecc !),che non conosce l'arte della navigazione, che è privo di dignità e coraggio, ecc. Urlo  contro chi disonora la bandiera italiana, urlo contro la scuola che prepara solo dei “rurali”; urlo contro i Registri Navali che permettono l'imbarco a migliaia di passeggeri che in caso di emergenza non possono essere gestiti in orribili condomini galleggianti, urlo contro il business che se ne frega della vita umana, urlo contro l’ignoranza generalizzata sulla storia  anche marittima (maestra di vita); urlo contro me stesso che continuo inutilmente a illustrare con gli scritti una professione oggi scomparsa, unica ed eccezionale (quella del “Maitre apres Dieu”), oggi affidata  non più ai capitani di Lungo Corso, ma agli “Operatori dei Trasporti” o meglio, da oggi “Operatori turistici’ perché su certe “vasche da bagno”, si seguono le “rotte turistiche” anche a costo di perdere le navi e di “sputtanare” i colleghi di questo povero Paese!
Ciao Decio, scusa lo sfogo!
Flavio
Com.te Flavio Serafini, Imperia (Italy) 
Direttore Museo Navale Internazionale del Ponente Ligure


Il comandante Flavio Serafini ha trascorso molti anni a bordo di navi mercantili e militari. Autore di molti volumi storici sulla Marineria velica che hanno riscosso notevole successo anche all'estero, è Segretario della Sezione Italiana dell’“Amicale des Capitaines au Long Cours Cape Horniers’ di S. Malo e dell’“Unione Medaglie d’Oro di Lunga Navigazione Imperiesi’.
Membro e collaboratore di diversi Sodalizi culturali, quale fondatore ad Imperia del Museo Navale Internazionale è stato insignito della Medaglia Internazionale al Merito Marittimo.