Ponzio Pilato, che fece per viltade il gran rifiuto, ha dato  il suo nome all’isola di Ponza per una leggenda che lo volle esiliato  sull’isola e di conseguenza anche al libro di Vincenzo Bonifacio Pontio, l’Isola di Pilato, dal mito alla realtà. 
E soltanto un ponzese doc come Vincenzo Bonifacio poteva  costruire con più di sei anni di lavoro un libro del genere su Ponza, un  libro scientifico, forse il primo dedicato ad un'isola probabilmente da  tanti troppo amata ma ancora sconosciuta. Uno studio inedito che  fornisce un aiuto straordinario per la conoscenza di Ponza, da quella  del mito a quella reale, attraverso la cartografia, da quella tolemaica a  quella moderna con una scrupolosa ricerca attraverso biblioteche,  archivi, collezionisti privati, preziose riproduzioni, come fotografie  di tanti frammenti di storia.L’arte di rappresentare e descrivere i luoghi è molto antica e va di pari passo con la storia dei popoli. Le prime immagini delle isole mediterranee risultano quelle di epoca romana, anche se sicuramente altre le hanno precedute. Tali rappresentazioni più che nell'ambito delle opere geografiche rientrano
in quelle a carattere simbolico, come il mosaico di Haidra (Tunisia). Altre volte sono ispirate a motivazioni ideali, come le rappresentazioni della Sardegna dell'Orbis Pictus, realizzate entrambe per celebrare le conquiste dell'impero.
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| Carta Tolemaica, inizio sec. XV | 
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| Al-Idrisi, Golfo di Napoli e Isole, XII secolo | 
Il mappamondo viene inciso su un gran disco d'argento di 6 metri di diametro che, purtroppo, in breve tempo viene perduto. L’opera cartacea, chiamata in italiano “sollazzo per chi si diletta nel girare il mondo” è invece duratura e descrive tutte le terre conosciute ed è corredata di ben dodici carte regionali.
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| Piri Re’is, Tirreno (Museo del Mare, Instanbul) | 
Da quella data le incursioni nella nostra penisola e nelle isole non si contano più. Più volte i pirati saraceni eleggono come base strategica proprio l’arcipelago ponziano e da esso partono per effettuare sortite a danno delle navi in transito o per portare attacchi alle città costiere. È lecito supporre che dalla fama negativa creatasi intorno all'arcipelago fosse derivato un isolamento materiale e culturale. Si giustificano in tal modo le scarse e confuse conoscenze che si rilevano nella letteratura geografica e cartografica fino al XVII secolo. Dopo Idrisi, con l’affermarsi della potenza ottomana, la cartografia islamica conosce un nuovo splendore intorno al 1500 grazie a Piri Re’is, ammiraglio e cartografo al servizio di Solimano il Magnifico.
particolari urbanistici e i rilievi collinari. Nella carta compare per la prima volta un rilievo completo, non solo degli elementi architettonici maggiori, come le strutture portuali, ma anche delle costruzioni minori tra le quali sono differenziate le abitazioni ipogee, in nero, da quelle in muratura in rosso.


