Non più di un mese fa, presentando la Grande Enciclopedia Illustrata dei crostacei dei molluschi e dei ricci di mare vi abbiamo fornito preziosi consigli “per non prendere un granchio”, ovvero per distinguere quando siete in pescheria un gambero rosso da una mazzancolla. Ora invece è la volta di fare conoscenza dei pesci per una scelta accorta quando si vuole preparare una cenetta con i fiocchi… Così, degli stessi autori, i medici veterinari e specialisti nel settore della pesca, Paolo Manzoni e Valentina Tepedino presentiamo il volume gemello, altrettanto imponente: Grande Enciclopedia Illustrata dei Pesci, prima opera completa relativamente a tutte le specie di pesci che vengono commercializzati sul mercato europeo con oltre duemila fotografie e schede descrittive di seicento pesci appartamenti a circa centosessanta famiglie. Scheda dopo scheda l’Enciclopedia fornisce ogni informazione sulla morfologia, diffusione, biologia, modalità di pesca professionale, valore commerciale e informazioni di tipo nutrizionale utili anche a valorizzare il prodotto in cucina. Di grande rilevanza la parte iconografica curata da Giulio Tepedino, l’accuratezza con cui sono state eseguite le oltre duemila fotografie fanno la differenza!
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| Giulio Tepedino |
A proposito del commercio della carne di squali di cui abbiamo parlato nel post del 2 gennaio, riceviamo – e volentieri pubblichiamo – dalla co-autrice dell’Enciclopedia Valentina Tepedino, medico veterinario e direttore di Eurofishmarket, specializzata in Igiene, Ispezione ed allevamento delle Specie ittiche una breve relazione in merito al consumo in Italia ed in Europa di Squaliformi.
“La qualità delle carni dei Selaci varia fortemente da specie a specie. Molto frequentemente tali pesci – in particolare gli Squaliformi – vengono commercializzati in “mezzene” o “tranci” privi di testa e pinne e può risultare problematico stabilire, anche al fine della repressione di eventuali frodi commerciali, l’appartenenza di tali prodotti ad una specie commercialmente pregiata piuttosto che ad una di scadente qualità.
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| Valentina Tepedino |
Una buona conoscenza della sistematica dell’Ordine Squaliformi permette un corretto riconoscimento di questi Selaci quando i soggetti si presentano interi sui nostri mercati in quanto presentano delle differenze sostanziali tra loro soprattutto in riferimento alla posizione delle pinne dorsali, della pinna anale e della forma della coda (schede morfologiche presenti sul sito: www.eurofishmarket.it).
I Selaci, a causa della conformazione del loro apparato urinario eliminano composti catabolici attraverso la cute che – a causa di ciò – emana sempre un caratteristico odore ammoniacale; per questo motivo viene, spesso, tempestivamente spellato. Può essere quindi d’ausilio l’osservazione delle vertebre che permette, a seconda del tipo di calcificazione del centro vertrebrale, la corretta attribuzione del prodotto in esame ad una famiglia o, perlomeno, ad un gruppo di famiglie ( presenti nel Mediterraneo). E, per una conferma , sicuramente più precisa , non resta che richiedere una analisi Isoelettroforetica (è una metodica basata sull’esame delle proteine specie-specifiche di ciascun pesce) del muscolo del pesce e confrontare il tracciato ottenuto con gli standards degli Squaliformi posseduti in archivio. In Italia ci sono diversi Istituti universitari e Zooprofilattici attrezzati per effettuare questa analisi. Nei numerosi corsi effettuati dalla nostra società per i consumatori Eurofishmarket ha evidenziato che la maggioranza dei consumatori non è consapevole di consumare carne di “squaliformi” e che quando acquista “palombi, spinaroli, canesche, verdesche, smerigli, ecc.” non li identifica come squali ma come pesci ossei. In effetti la carne degli squaliformi è una delle maggiormente richieste sul mercato nazionale ed europeo poiché ha il vantaggio che ciascun trancio contiene solo una cartilagine centrale facilmente asportabile (dunque non esiste praticamente scarto in questo prodotto) ed inoltre ha un sapore alquanto neutro e dunque si presta molto bene al gusto dei bambini o di quelle persone che non amano particolarmente pesci dal gusto forte.”


