“Poppa vai in mare,
poppa vai con il vento,
portami a Spartivento.”
Dai, recita questa formula magica, trasformati in strega e la tua barca volerà là dove si apre il vento, come facevano le donne eoliane, pescatrici nel reale, nell'immaginario giovani, belle ammalianti, dispettose, capricciose streghe non malefiche che volando andavano a divertirsi in giro per le isole.poppa vai con il vento,
portami a Spartivento.”
Queste e altre storie si sono conservate nelle Eolie grazie a un accurato lavoro di ricerca dell’antropologa Macrina Marilena Maffei che ce le descrive nel suo libro La danza delle streghe. Cunti e credenze nell'Arcipelago eoliano.
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Macrina Marilena Maffei |

sui campi; la necessità economica costringeva le donne a lavorare a bordo anche quando erano incinte o durante l’allattamento dei figli. Non era certo un elemento di modernità e di indipendenza per la donna. Da qui nasce l’antica abitudine eoliana di formare equipaggi interamente femminili durata fino agli ’60 quando c’era una miseria mai vista. Di turismo ancora non si parlava, i mariti o erano emigrati o facevano altri lavori. La donne in mare, forti e eccezionali, si comportavano in tutto e per tutto come i propri compagni maschi. La ciurma al femminile calava la barca in acqua, le donne pescavano da sole, e remando si allontanavano per andare libere in mare, mosse dal desiderio di volar via dalle proprie isole e di divertirsi durante i loro raduni come in un sabba.


Subito dopo nell’ambito di una ricerca promossa dal Ministero del Turismo coordina un gruppo di lavoro per censire i musei del mare del bacino mediterraneo e firma il volume Grande guida ai musei del mare Mediterraneo, dove sono catalogati i musei di Francia, Spagna, Grecia, Malta, Israele, Croazia, Marocco, Montenegro, Slovenia, 111 sono i musei italiani.
Da 8 anni lavora a un progetto per realizzare il primo Museo demo-etnoantropologico del Mare del Lazio, che dovrebbe trovare posto in una antica caserma restaurata di fine 800. Nel corso di questa ricerca nel 2009 cura il catalogo, per conto della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropoligici del Lazio nel Forte Michelangelo di Civitavecchia, di una originale mostra dedicata alle polene dal titolo Le Polene: i volti del mare.

La polena si sa, decorava la prua delle navi, il suo nome, ancora oggi enigmatico, risale al Seicento derivante dal francese poulain “polacco” e più precisamente dall'espressione souliers à la polaine, che indicava una singolare calzatura con la punta lunga e rialzata somigliante appunto alla prua di una nave. La polena è legata alla nave dal vincolo del nome, ma nel tempo è stata anche simbolo delle competizioni tra i vari cantieri navali che hanno incentrato su di essa l'espressione della potenza navale per il controllo dei mari.
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Bellona, 1848, Museo Navale, La Spezia |
Macrina Marilena, ci tiene molto al suo doppio nome, è anche una grande amica della libreria Il Mare, che frequenta dai primi anni ’80 sempre alla ricerca di libri che soltanto da noi poteva trovare.
In occasione della seconda edizione della manifestazione Amor di Mare, ideata dalla nostra Libreria, che quell'anno, giugno 1997, si svolse sulla terrazza del Pincio, fu lei a organizzare e curare l'importante incontro, “un viaggio nell'immaginario collettivo del Mediterraneo” con la partecipazione dell'etnologo Luigi Lombardi Satriani e del cantastorie Mauro Geraci, cultore delle arti e tradizioni popolari siciliane.
Ma.Bi.