Sopra e sotto le onde, la singolare storia di un sommergibilista

Entrando nella libreria Il Mare, la prima cosa che colpisce il visitatore è il pannello posto sopra il libro delle firme. Riproduce la memorabile dedica “Pour les amoureux de la Mer” scritta da Bernard Moitessier nel 1999 quando ci fece visita e che recita:
Quando ho fatto il giro degli scaffali della libreria Il Mare, mi è sembrato di sognare: non potevo credere ai miei occhi nel vedere riuniti così tanti libri inerenti al mare! È incredibile… Tutto questo in migliaia di libri scritti e vissuti dall’alba dell’umanità. Il tesoro di Alì Babà”, dove non manca niente, e che si rinnova man mano che vi si attinge, Bravissimo!”
Pur conoscendo, per ovvi motivi, la libreria sempre mi capita girando tra gli scaffali, come ha fatto il grande Bernard, di fare scoperte, tra i così tanti libri, che subito attirano l’attenzione. Ero di fronte al settore Marina Militare Storia (gli scaffali sono divisi in settori) e quasi nascosto, noto un elegante astuccio blu che nasconde un libricino dalla copertina cartonata, anch’essa blu e con la sovracopertina in carta Conqueror vergata, da veri intenditori, dal formato inusitato largo dodici centimetri e alto quattordici. È titolato Sopra e sotto le onde. L’avvincente e singolare storia della lunga guerra del sommergibilista Giovanni Mario Rota, classe 1918. La storia è stata raccolta dal giornalista Emilio Magni, un giusto omaggio alla singolare avventura in guerra del marinaio sommergibilista M. G. Rota.
Otto anni di guerra (l’ultimo conflitto mondiale) e di prigionia raccontati meticolosamente. Classe 1918, nato in provincia di Lecco, Rota non aveva mai parlato di quegli anni, fino a che non decise di “mettersi a raccontare fino in fondo”. Si arruolò da marinaio nel 1938, fu catturato nel ’42 dagli inglesi, dopo che il suo sommergibile Cobalto fu colpito da un caccia britannico, poi fece tanti anni di prigionia, Quando tornò a casa nel ’46 aveva con sé un ritaglio del Times di Londra, che riportava le foto dell’affondamento del Cobalto e del recupero e cattura dei superstiti da parte dei marinai inglesi. Il fotoreporter al lavoro sul caccia immortalò la scena. Durante la prigionia, per caso si ritrovò tra le mani il giornale con le foto e lo conservò dentro le suole di un paio di scarpe che non indossò più. Ma nella storia di Rota non emerge solo la vita di mare, prima sopra le onde, sul caccia Folgore, poi sotto, nel sommergibile Cobalto.
Non ci sono solo i lunghi anni della prigionia, ci sono tanti episodi di grande umanità, di dedizione alla Marina, ai suoi comandanti, di amicizia con i commilitoni e colpisce anche la buona considerazione con la quale il prigioniero Rota tieni i carcerieri inglesi.
Non mi dilungo nella descrizione, lascio a voi il gusto di scoprire, pagina dopo pagina fino alla numero 252 il racconto che fa il sommergibilista della sua guerra, una scoperta che vi costerà venticinque euro, sicuramente ben spesi.
Mau. Biz.