Andar per
Isole.
Bonaccia: assenza totale di vento e mare piatto. Domani tornerà
il Meltemi, previsto molto forte per dopodomani. Intanto mi sposto dal Vathi di
Sifnos alle Piccole Cicladi, che come dice il nome è un gruppo di isole più
piccole dell’arcipelago.
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Ios è l’isola
dei party, ma a settembre è più godibile: si svuota quasi totalmente dei
turisti e vive di vita propria. Salgo subito a piedi alla chora, appena due
chilometri, nelle viuzze incontro solo qualche negoziante seduto sui gradini
del proprio negozio che saluta sorridendo, forse nella speranza che uno dei
pochi turisti entri a comprare qualcosa, ma più probabilmente perché gentile,
come tutti i greci. Proseguo poi a salire su fino alla Panagia Gremiotissa,
oltre la quale ci sono tre piccole cappelle bianche, una più in alto
dell’altra, in una gara verso il cielo. L’ultima è sulla punta della collina
attorno alla quale si dipana la chora, da qui una vista mozzafiato del porto
naturale di Ios, la grande spiaggia in fondo ad esso e l’isola di Sifnos
all’orizzonte. Tramonto spettacolare! Fino a che il Meltemi mi terrà qui,
durante questa piacevole sosta forzata verrò sempre ad aspettarlo, deciso.
Scendendo per il dedalo di strade e scale strettissime i gatti, come in ogni
chora, vengono sempre in contro di corsa per farsi accarezzare, si capisce che
qui sono molto amati. Gatti e chiesette bianche sono gli elementi più numerosi
e fotografati sulle isole greche. Cosa hai visto in Grecia? Cat and Church! Ma
anche castelli veneziani e templi di Apollo...
Diario,
riflessioni, indicazioni utili e consigli
di Roberto
Soldatini
Un navigatore
solitario in Egeo
V parte:
Piccole Cicladi e Ios

A sn. Denecia nel nuovo marina di Koufonisi,
inaugurato tre anni fa, uno dei pochi a pagamento nelle isole greche e tra
quelli incontrati fin’ora il più caro.
Scelgo Koufonissi come prima fermata, perché vorrei
incontrare un amico che domani parte, per questo sono partito anche senza vento,
andando a motore, cosa che detesto e cerco sempre di evitare: oltre a non
avere la magia del navigare con il vento, a non essere ecologico, il suo rumore
mi rintrona nella testa, così abitualmente mi metto sul seggiolino del pulpito
di prua (l’ho modificato apposta) contemplando il mare, leggendo un libro.
A ds.
Nelle via della chora di Ios, a settembre,
s’incontrano solo greci locali, così che si può respirare la vita vera
dell’isola.
A
nulla varrebbe mettere della musica per coprire il rumore, la musica non serve
a questo, a dire il vero non la metto neanche quando navigo a vela, perché
preferisco la musica del mare e del vento, un’armonia perfetta che solo ai
distratti può sembrare silenzio. Inoltre per ascoltare la musica, soprattutto
quella classica, ritengo ci sia bisogno di concentrazione assoluta, senza altri
elementi che la possano distogliere da essa. Per questo ho messo in barca un
impianto stereo professionale utilizzato per le sale di incisione, che mi godo
sulla poltrona del “salotto” di Denecia o sul letto della cabina di poppa,
selezionando uno dei migliaia cd immagazzinati nel mio computer senza alcuna
compressione.
In
navigazione l’impressione avuta che la maggior parte di quelli che affittano le
barche a vela qui le usino prevalentemente a motore è confermata dal fatto che
quando c’era vento (e quando c’è, è sempre forte) non ho incontrato
nessun’altra barca, mentre oggi che non c’è vento per le Cicladi, che sto
attraversando per una cinquantina di miglia da ovest verso est: c’è un gran
traffico! E alcune barche che incontro sono con le vele aperte: senza vento e
senza onda?...
A sn. Tutte le chora delle isole sono estremamente
curate, i greci hanno conservato il gusto del bello della loro civiltà antica.
Gli
incidenti invece capitano in situazioni tranquille come questa, probabilmente
perché si abbassa lo stato di guardia: ho perso l’equilibrio inavvertitamente
spostandomi all’interno del pozzetto e sono finito contro lo schienale delle
panche. Dolore! Suppongo di avere la costola inferiore destra incrinata. Dovrò
fare il più possibile le manovre con il braccio sinistro per almeno una
settimana, perché quando uso il destro mi fa un male cane! Non sarà facile.
Beh, dopo avere navigato con una gamba ingessata proverò anche quest’altra
esperienza. Confermo che è meglio togliere sempre la manovella del winch: se
fossi finito su quella il danno sarebbe stato sicuramente peggiore. Per
consolarmi mi vengono a trovare i delfini: stavo giusto pensando che è da
Gallipoli, prima che traversassi lo Ionio, che non li incontravo.
A ds. Foto da cartolina, lo so, ma la bellezza del
panorama visto dalla cima della chora di Ios non si può tacere.
Ne vedo uno
che rimane sotto alla prua a pochi centimetri dalla scafo mantenendo la stessa
velocità di Denecia con una precisione impressionante per una decina di minuti!
Il tempo di salutarci e sono in vista di Koufonissi. Anche qui c’è un porto
nuovo non segnalato sui portolani, anche questo completato tre anni fa, nel
2009, anche questo costruito probabilmente con i soldi della Comunità Europea
(la Grecia ha adottato l’euro nel 2002), anche qui un giovane nostromo bello e
gentile, anche qui si paga, ma di più che a Sifnos: trentatré euro, compresa
acqua e luce. Ahi, ahi, spero non sia il segnale che le cose comincino a
cambiare, che la Grecia cominci ad allinearsi con la follia italiana. Scopro
poi che su quest’isola è tutto più caro e non ne capisco la ragione, perché non
è un isola alla moda molto frequentata, non è bella come le altre, insomma non
c’è alcuna ragione che giustifichi prezzi più alti.
A sn. La chora vista dalla cappella sul versante
opposto incorniciata dall’ingresso (per fare la foto devo ancorarmi bene a
terra, altrimenti il Meltemi mi porta via...): in cima Panagia Gremiotissa e le
tre cappelle una più in alto dell’altra.
Non c’è una chora, a dire
il vero non sembra esserci neanche un paese: c’è un agglomerato sparso di case
costruite in tempi recenti ad uso affitto turisti, alcune anche incompiute,
scheletri all’italiana (“mia facia, mia raza”), quindi neanche l’impressione di
una natura selvaggia e incontaminata. In pratica una località balneare
abbastanza tranquilla senza nessuna attrattiva, né storica, né paesaggistica, a
parte qualche bella spiaggia e l’acqua cristallina, ma questi sono “accessori
base di serie” in tutte le isole greche. Per chi cerca una vacanza in spiaggia
comunque mi rendo conto che le Piccole Cicladi possano essere una possibile
scelta. Al momento non è quel che cerco sulla mia rotta.
A ds. Alcuni romantici come me salgono in cima alla
chora per vedere il tramonto, come questi tre ragazzi greci.
Arrivano
molte barche in questo piccolo porto, gli equipaggi dicono di volere stare al
riparo: domani è previsto il ritorno del Meltemi con Beaufort sette, e nei
giorni successivi rinforzerà fino a nove, bene, meglio muoversi domani mattina,
rotta per Schinoussa.
In navigazione la prova del nove: non incrocio nessuna barca, ieri, in assenza
di vento, si sono andati tutti a rintanare in qualche porto. Le onde sono si
alte di poppa, il vento è si forte, ma “what’s the sailing boats are for”. Al
riparo di un’isola il vento cala notevolmente, resisto alla tentazione di
aumentare la superficie velica, sapendo che appena si giunge in corrispondenza
di un punto dove il Meltemi s’infila arriverà la sua zampata, e infatti...
Ecco,
Shinoussa se si cerca un’isola tranquilla per dedicarsi al riposo assoluto va
meglio, niente costruzioni intensive per affitto, due piccoli moli, uno dei
quali occupato interamente dai pescatori, una taverna e una spiaggia con
l’ombra dei tamarici, bellissima, a pochi metri dal molo. Ed è questa la
caratteristica delle Piccole Cicladi, anche se a settembre è relativo, perché
l’intero arcipelago si svuota e diventano tranquille anche quelle più grandi.
Però se volessi scegliere di darmi alla vita da spiaggia forse sceglierei una
delle isole del Dodecanneso tra quelle dove sono approdato l’anno scorso: sono
su questo genere ma più gradevoli, come paesaggio, come natura e per come si
presentano i piccoli agglomerati di case. Comunque non posso fermarmi, su
entrambi i due piccoli moli non c’è posto e non è il caso di inventarsi altri
tipi di ormeggio con le previsioni che ci sono. Delle Piccole Cicladi rimane Iraklia e
Donoussa ma purtroppo devo rinunciare anche a queste perché con vento forte non
offrono ancoraggi sicuri. Consulto rapidamente le carte e dirigo su Ios: altre
venti miglia con la scala Beaufort in visibile aumento, ma non è questo a
preoccuparmi, bensì trovare posto e ormeggiare sotto raffica.
La rotta per
Ios è per 240°, ovest-sudovest, procedo di bolina stretta, in questo angolo dell’Egeo il Meltemi arriva
da nordovest, una volta superato il tratto di mare riparato da Naxos, il vento
che s’incanala tra quell’isola e Paros aumenta notevolmente, così come
l’altezza delle onde, penso sia anche più di Beaufort sette, ma mi avevano
avvertito, “Be careful to Naxos”... Arrivo nelle vicinanze dell’imboccatura del
golfo di Ios e ammaino le vele, ma il vento è talmente forte che la barca continua
a navigare a ben cinque nodi! Il motore questa volta lo devo accendere più che
altro per frenare e non superare l’ingresso del grande porto naturale: è
abbastanza riparato, ci sono due moli, uno con i corpi morti, uno senza, i
posti liberi sono su quello senza, ma va bene, le manovre d’ormeggio con
l’ancora stando da solo tutto sommato sono più facili, inoltre la mia nuova
Delta da trentadue chili e la catena da dieci mm più lunga di quella che avevo
tengono benissimo quest’anno! Difronte alla banchina c’è tutto, forno,
supermercati, bar e ristoranti con wifi, le colonnine dell’acqua che volendo
funzionano con una scheda da cinque euro ma l’ormeggio non si paga. Alla fine
mi è andata bene nella ricerca del posto dove ripararmi per i prossimi
tre-quattro giorni, mercoledì la scala Beaufort dovrebbe scendere da nove a
sei.

Tutti mi dicono
che a Ios oltre alla chora non c’è altro da vedere, che non vale la pena di
andare alla presunta tomba di Omero, ma io affitto lo stesso una macchina: sono
qui e non vado a vedere che aria tira sul resto dell’isola? Non vado a vedere
che aria si respira alla tomba di Omero? Ed arrivarci è già di per se
un’emozione: una strada lunga dodici chilometri che passa in mezzo ad una
natura brulla e disabitata e porta solo
qui, finisce davanti a un sentiero che porta verso il cielo, la solitudine di
questo luogo, una tomba vuota su un promontorio a picco sul mare, il fatto che
al mio arrivo non ci sia nessuno e io sia completamente da solo in questo posto
che trasuda magia, rimanere qui in contemplazione senza riuscirmi a staccare,
le tantissime piramidi formate da sassi di varie dimensioni che sono attorno
alla tomba e disseminate per tutto il territorio circostante: migliaia di
persone che hanno il bisogno di testimoniare la loro presenza e di rendere
omaggio al grande scrittore.
A sn. Commozione:
stare a lungo da solo difronte alla tomba di Omero... arrivarci con una lunga
strada deserta che porta solo qui... scoprire migliaia di piccole piramidi
fatte con sassi che testimoniano la presenza di viandanti e il loro desiderio
di rendere omaggio al grande scrittore...
Questo è il rispetto per la memoria. Sono
manifestazioni commoventi che sono presenti un po’ ovunque dove le persone
sentono di essere fortemente radicate alle origini del loro paese e hanno
bisogno di esprimerle.
In questa locazione copre la venerata testa del
promotore del santo Omero (Iropotos, Vita di Omero, cap.34, V sec. AC)
E gli abitanti di Ios portano alla luce la tomba
di Omero nella loro isola ed in un altro posto la tomba di Climene dicendo che
lei fu la madre di Omero (Pausanias, II sec DC).
Passeggiando
lungo il porto per guadare le barche ormeggiate ne noto una particolarmente
bella, c’è sopra un tipo che mi saluta: Alberto! Ha assicurato l’ormeggio della
mia barca ad Amorgos quando mi sono rotto lil piede, e subito è festa nel
pozzetto di Gaia, insieme a tre simpatici veneziani che hanno la barca vicino a
lui (Roberto, Sebastiano, Renzo) e Marcus, uno skipper greco con un’esperienza
di quarant’anni, non usa né carte nautiche né gps perché conosce a memoria ogni
tratto di questo mare e conosce tutti i segreti del Meltemi, mi conferma che
consultare carte meteo e previsioni qui non serve a molto, è più utile chiedere
ai pescatori, in attesa di acquisire un’esperienza personale. Oggi, lunedì,
annusando l’aria ho l’impressione che sia il momento giusto per partire, quasi
nello stesso momento sento un altro skipper greco di charter di lunga data
ormeggiato vicino a me che dice ai suoi ospiti australiani “I think the italian
is going”, chiedo a lui che ne pensa e mi da conferma, anche il sito che i
greci sostengono sia abbastanza attendibile per le previsioni locali, Meteo.gr,
ha modificato all’ultimo momento il bollettino per oggi: Beaufort sei, domani
di nuovo otto-nove, bene, rotta per Santorini!
Ci vediamo lì
alla prossima puntata.
Roberto Soldatini