tag:blogger.com,1999:blog-8784768691457578162024-03-13T12:09:16.611-07:00Libreria Internazionale Il Marelibreria internazionale il marehttp://www.blogger.com/profile/12670136408561038842noreply@blogger.comBlogger729125tag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-39431591646468271602021-06-14T15:04:00.003-07:002021-06-14T15:13:18.318-07:00Kasya, la delfina volante<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-27JixXyXPAs/YMfOq9nztEI/AAAAAAAAMWs/4_fKaPtdHf8gdNeHR0iClOKRz5aCHvOWACLcBGAsYHQ/s610/generica-2020-1198143.610x431.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="la storia vera della delfina Kasya" border="0" data-original-height="431" data-original-width="610" height="226" src="https://1.bp.blogspot.com/-27JixXyXPAs/YMfOq9nztEI/AAAAAAAAMWs/4_fKaPtdHf8gdNeHR0iClOKRz5aCHvOWACLcBGAsYHQ/w320-h226/generica-2020-1198143.610x431.jpg" width="320" /></a></div>Vi raccontiamo la storia della delfina Kasya avvenuta mentre l’umanità viveva preoccupata e intimorita dal virus Covid 19. Una storia che dimostra come gli uomini, se vogliono, possono porre rimedio ai guasti che infliggono alla natura, cui spesso dimenticano di appartenere. <p></p><p><b>Kasya è l’ultima reduce del delfinario ospitato dentro la gigantesca Milad Tower, il «razzo» che con i suoi 435 metri svetta su Teheran, smantellato a febbraio 2020 a causa del Covid. Nelle vasche il mammifero era rimasto solo, la sua compagna Alpha era morta a dicembre 2019.<span></span></b></p><a name='more'></a><p></p><p>Ma vediamo cosa è successo.</p><p>Kasya si trova nel delfinario posto in cima alla grattacelo iraniano, dove è rimasta per svariati anni. Poi, improvvisamente la crisi. A causa del Covid, il Milad Tower’s Dolphinarium chiude definitivamente e inizia lo smantellamento: portare via l’animale è diventata letteralmente questione di vita o di morte.</p><p><b>YouCare France</b> lancia una petizione su change.org per trovare una soluzione e una nuova casa al cetaceo.</p><p>Il veterinario <b>Massimo Vacchetta</b>, che conduce il centro di animali selvatici “La Ninna”, a Novello, in Piemonte, venuto a conoscenza del problema, si attiva per trovare una soluzione. A Vacchetta si unisce il gruppo «Salviamo gli orsi della luna», fondato da <b>Carmen Aiello</b> per il salvataggio degli orsi neri asiatici.</p><p>Insieme elaborano un piano di soccorso, “<b>Salvate la delfina Kasya</b>”.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-O5l_ltA8x20/YMfORGkTwUI/AAAAAAAAMWY/p2pqVGsgnLsr5q-cX7KZuoPKQMRN36UEACLcBGAsYHQ/s800/K_872338e148.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" src="https://1.bp.blogspot.com/-O5l_ltA8x20/YMfORGkTwUI/AAAAAAAAMWY/p2pqVGsgnLsr5q-cX7KZuoPKQMRN36UEACLcBGAsYHQ/s320/K_872338e148.jpg" width="320" /></a></div>All’inizio si pensa di trasferire Kasya in Mar Nero, dove fu catturata illegalmente, sistemandola in una vasca di riabilitazione in una riserva marina protetta. Ma il trasbordo sarebbe dovuto avvenire nell’estate 2020, quando la temperatura dell’acqua del mare ha valori compatibili con quella del delfinario, ma allora Vacchetta & co non avevano raccolto i fondi sufficienti.<p></p><p>Così inizia un’avventura che definire rocambolesca è poco.</p><p>Intanto tutto parte male, Kasya è rimasta sola, è depressa, non si alimenta. Come tutti forse non sanno, i delfini sono animali sociali, l’interazione fra loro è fondamentale alla vita. Il veterinario russo <b>Ivan Zatsepilov</b> decide di non abbandonarla e di non rassegnarsi. «Una persona incredibile», racconta il collega italiano Massimo Vacchetta del centro «<a href="https://www.laninna.org/" target="_blank">La Ninna</a>». «I delfini soffrono la solitudine come noi: Zatsepilov ha trascorso settimane da recluso, sempre accanto alla vasca per non abbandonare Kasya, che altrimenti si sarebbe lasciata morire».</p><p>Nel frattempo, il Milad Tower’s Dolphinarium chiude definitivamente e inizia lo smantellamento: portare via l’animale è diventata letteralmente questione di vita o di morte. Le associazioni italiane (assieme al diplomatico <b>Daryoush Sowlat</b> e al segretario <b>Mohammad Siahjani</b> del consolato iraniano a Milano, al veterinario iraniano <b>Amir Shirazin</b>, direttore dell’Iran Caspian Seal Conservation Center e al supporto di testimonial come l’attrice <b>Mitra Hajjar</b>) elaborano un piano B: portare Kasya al largo della costa meridionale dell’Iran, nel Golfo Persico, al Kish Dolphin Park, a Kish Island. Ma come trasferire Kasya da Teheran a Kish Island, più di mille chilometri a Sud? In aereo, naturalmente.</p><p>L’operazione è piena d’incognite, il 12 gennaio di quest’anno un tentativo va a vuoto, a causa di un guasto ad un impianto nella struttura a Teheran.</p><p>Ma il 14 gennaio 2021 il fato si dimostra benevolo. Kasya viene trasferita in una vasca che viene sistemata su un volo charter della Pouya Airlines in cui sono stati smontati i sedili per alloggiare il box con la delfina. A bordo un team coordinato dai veterinari <b>Amir Shirazin </b>e <b>Ivan Zatsepilov</b>, composto da Mojtaba Ebadi (senza il quale non sarebbe stato possibile il trasporto aereo), dal videomaker iraniano <b>Katayoon Jahangiri</b> e da <b>Moahamad Norouzian</b>, cameraman e fotoreporter, che hanno documentato il viaggio. In serata la favola si compie: Kasya viene trasferita nella grande piscina del Kish Dolphin Park nella quale si acclimaterà grazie al lavoro dei veterinari <b>Marco Campolo</b> e <b>Manuel Garcia Hartmann</b>. Dalla notte del 14 gennaio scorso Kasya sta bene, è salva.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-mqij5m8bWN4/YMfORKA87kI/AAAAAAAAMWc/smiDYzIj__wSC5QXFBEa2OEcHiAb5-n2gCLcBGAsYHQ/s900/K_1e455033bf.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="506" data-original-width="900" src="https://1.bp.blogspot.com/-mqij5m8bWN4/YMfORKA87kI/AAAAAAAAMWc/smiDYzIj__wSC5QXFBEa2OEcHiAb5-n2gCLcBGAsYHQ/s320/K_1e455033bf.png" width="320" /></a></div>«È stata un’operazione dall’immenso valore simbolico, – commenta Vacchetta – immaginate un gruppo di lavoro composto da persone che amano gli animali e la vita, di lingua, religione, provenienza diverse, che riesce a salvare un animale in un paese complesso come l’Iran. Mai avrei immaginato che sarebbe stato possibile. E non lo sarebbe stato senza l’abnegazione di <b>Ivan Zatsepilov</b> e la disponibilità delle autorità iraniane».<p></p><p>E non è finita.</p><p>«Stiamo lavorando perché questa non sia la soluzione definitiva – specifica Carmen Aiello di “Salviamo gli orsi della luna”, l’associazione che da anni si dedica ai grandi mammiferi nel sudest asiatico. – Valuteremo la possibilità di trasferire Kasya in un Centro di riabilitazione con l’obiettivo di regalarle la libertà in un’area marina protetta.» Per rimediare a quanto accaduto al cetaceo: Kasya infatti, come abbiamo già detto, era stata catturata illegalmente e poi tenuta per nove anni in cattività. <br /><br /><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-FGJPRqqrpwk/YMfORyZBcUI/AAAAAAAAMWg/9CrX5xSHn4Yqp3v12yPERZ5L5MVzZQb3wCLcBGAsYHQ/s699/sostieni%2Bil%2Bprogetto.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Delfina Kasya" border="0" data-original-height="394" data-original-width="699" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-FGJPRqqrpwk/YMfORyZBcUI/AAAAAAAAMWg/9CrX5xSHn4Yqp3v12yPERZ5L5MVzZQb3wCLcBGAsYHQ/w400-h225/sostieni%2Bil%2Bprogetto.png" width="400" /></a></div></div><br /><p></p><p>Il Centro «La Ninna», che si dedica al recupero e alla cura dei ricci e l’associazione «Salviamo gli orsi della luna» hanno anticipato circa trentamila euro, i fondi necessari per trasferire Kasya a Kish Island e mantenerla là fino all’estate 2021. Una somma ancora più grande servirà per trasferirla nel centro di riabilitazione sul Mar Nero e poi liberarla. </p><p><b>Quanti volessero aiutare Kasya nel suo percorso verso la libertà, potranno effettuare una donazione alle due associazioni che stanno coordinando la raccolta fondi: il Centro recupero ricci La Ninna (Iban IT10 K 06305 46851 00001 01574 49) e Salviamo gli orsi della luna (Iban IT 31 R 07601 03200 00009 97417 12), specificando nella causale «Donazione per Kasya». Oppure, semplicemente, attraverso i link</b></p><p><b>https://www.gofundme.com/f/insieme-per-kasya?utm_campaign=p_cp_url&utm_medium=os&utm_source=customer</b></p><p><b>https://www.orsicinesi.org/news/supporta-la-raccolta-fondi-per-kasya/</b></p><p>Articolo a cura di Giovanni Cespa</p>libreria internazionale il marehttp://www.blogger.com/profile/12670136408561038842noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-12898351937999158002021-03-05T11:11:00.006-08:002021-06-14T15:08:44.424-07:00PRESENTATO A ROMA IL MARINA MILITARE NASTRO ROSA TOUR 2021– GIRO D’ITALIA A VELA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div style="text-align: left;"><span style="text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-f829QzE9sL4/YEKBDFzI-rI/AAAAAAAAMLw/jlO2c0HVSLgA0IhaphFyGcCkjGCYi9ncQCLcBGAsYHQ/s1098/MARINA%2BMILITARE%2BNASTRO%2BROSA%2BTOUR%2B2021_SL02_1.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="594" data-original-width="1098" src="https://1.bp.blogspot.com/-f829QzE9sL4/YEKBDFzI-rI/AAAAAAAAMLw/jlO2c0HVSLgA0IhaphFyGcCkjGCYi9ncQCLcBGAsYHQ/s320/MARINA%2BMILITARE%2BNASTRO%2BROSA%2BTOUR%2B2021_SL02_1.jpg" width="320" /></a></div>Si è svolta oggi 4 marzo 2020 in diretta streaming dalla storica biblioteca del Palazzo Marina</span></div></div><br />la conferenza stampa di presentazione della seconda edizione del Marina Militare Nastro Rosa Tour. Sono stati illustrati i dettagli della manifestazione, di fatto un giro d’Italia a vela articolato su sette tappe, che toccheranno alcune tra le più belle località italiane.<span><a name='more'></a></span><br /><br />L’evento, è organizzato da Difesa Servizi S.p.A., in collaborazione con SSi Sports & Events, in partnership con la Marina Militare e con il fondamentale supporto della Federazione Italiana Vela e della Gazzetta dello Sport. <br /><br />L’ammiraglio di divisione Giuseppe Berutti Bergotto, capo dell’ufficio affari generali e del dipartimento d’impiego del personale dello Stato Maggiore della Marina, ha sottolineato nella presentazione che “Non è un caso che la Marina abbia fortemente voluto essere uno degli attori principali del Giro d’Italia a vela, che è un progetto ambizioso e di importanza internazionale”, ma perché “tra la Marina Militare e il mondo della vela il legame sia sempre stato stretto tanto che un marinaio non è un buon marinaio se non conosce la vela”.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-pRxptFBrOwk/YEKBKjK-KVI/AAAAAAAAML0/ZUmg6gtJ0tAdUFa1hGOPm2unzfXBcCGTwCLcBGAsYHQ/s1884/MARINA%2BMILITARE%2BNASTRO%2BROSA%2BTOUR%2B20214.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="MARINA MILITARE NASTRO ROSA TOUR 2021 2" border="0" data-original-height="1105" data-original-width="1884" height="188" src="https://1.bp.blogspot.com/-pRxptFBrOwk/YEKBKjK-KVI/AAAAAAAAML0/ZUmg6gtJ0tAdUFa1hGOPm2unzfXBcCGTwCLcBGAsYHQ/w320-h188/MARINA%2BMILITARE%2BNASTRO%2BROSA%2BTOUR%2B20214.jpg" title="MARINA MILITARE NASTRO ROSA TOUR 2021 2" width="320" /></a></div><div><br /><br />La manifestazione velica, nata con l’intento di raccogliere in un unico evento le tre discipline fondamentali della vela - offshore, inshore e tavole - “muoverà ufficialmente da Genova il prossimo 27 agosto e impegnerà i partecipanti sino al 5 settembre, quando la flotta raggiungerà Napoli dopo aver toccato terra due volte nel Lazio” ha precisato Riccardo Simoneschi general manager di SSi Sport & Events, “il secondo blocco di regate è invece previsto tra il 16 e il 26 settembre e i protagonisti, partiti da Brindisi e dopo aver fatto scalo a Bari e in Emilia Romagna giungeranno a Venezia, eletta a sede della premiazione”. Proprio qui, all’Arsenale, storica ‘casa’ lagunare della Marina Militare verrà introdotta l’edizione 2022.<br /><br />“Il Marina Militare Nastro Rosa Tour 2021, è la sintesi tra la bellezza del nostro Paese e la sana competizione tipica della vela” ha aggiunto l’avvocato Fausto Recchia, amministratore delegato di Difesa Servizi S.p.A., e la nostra azienda, ”rispondendo alla sua vocazione duale, ha deciso di organizzare questo importante evento sportivo di rilievo internazionale”.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-WDsLw826Irc/YEKBcb7UvLI/AAAAAAAAMMA/0M8aDHfT2Sczf-25Qn7XQtcJsW9pWoZggCLcBGAsYHQ/s500/MARINA%2BMILITARE%2BNASTRO%2BROSA%2BTOUR%2B2021I0000ujh5u3n69xA.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="MARINA MILITARE NASTRO ROSA TOUR 2021 3" border="0" data-original-height="333" data-original-width="500" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-WDsLw826Irc/YEKBcb7UvLI/AAAAAAAAMMA/0M8aDHfT2Sczf-25Qn7XQtcJsW9pWoZggCLcBGAsYHQ/w320-h213/MARINA%2BMILITARE%2BNASTRO%2BROSA%2BTOUR%2B2021I0000ujh5u3n69xA.jpg" title="MARINA MILITARE NASTRO ROSA TOUR 2021 3" width="320" /></a></div>Il Nastro Rosa Tour si preannuncia particolarmente interessante perché nelle prove offshore ci saranno gli equipaggi della Double Mixed Offshore, la nuova disciplina in doppio misto che diventerà olimpica a partire da Parigi 2024, mentre nelle varie sedi di tappa a dare spettacolo, con regate in stile Stadium Race, saranno i catamarani high-performance e gli specialisti del kite foiling, attesi anch’essi nel contest “a cinque cerchi” a partire dal 2024.<br /><br />Caratteristiche tecniche del Luka30, progetto dell’ucraino Rodion Luka, medaglia olimpica (2004), campione del mondo (2005) nella classe 49er, imbarcazione usata dall’equipaggio Andrea Pendibene e Giovanna Valsecchi, atleti del Centro Sportivo Agonistico Marina Militare, alla "prima" del Double Offshore Mixed, il Campionato Europeo del 2019 a Venezia.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-2rkoSXclL84/YEKBs4kLkzI/AAAAAAAAMMI/D5CRcd5IQaQfx2ZZJrfnTLwoa5gU08Y6QCLcBGAsYHQ/s1694/MARINA%2BMILITARE%2BNASTRO%2BROSA%2BTOUR%2B20215.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="MARINA MILITARE NASTRO ROSA TOUR 2021 4" border="0" data-original-height="1174" data-original-width="1694" height="222" src="https://1.bp.blogspot.com/-2rkoSXclL84/YEKBs4kLkzI/AAAAAAAAMMI/D5CRcd5IQaQfx2ZZJrfnTLwoa5gU08Y6QCLcBGAsYHQ/w320-h222/MARINA%2BMILITARE%2BNASTRO%2BROSA%2BTOUR%2B20215.jpg" title="MARINA MILITARE NASTRO ROSA TOUR 2021 4" width="320" /></a></div><br />Lunghezza FT – 9.58 m (30 feet), Lunghezza al galleggiamento – 9.20 m<br /><br />Larghezza massima – 2.54 m, Dislocamento – 1820 kg, Peso del bulbo di zavorra 790kg<br /><br />Randa – 29.8 m2<br />J1 – 22.7 m2<br />J2 – 16 m2<br />J3 – 13.5 m2<br />A2 – 83 m2<br />Code0 – 55 m2</div><div><br /></div><div style="text-align: right;"><i>Articolo a firma Giovanni Cespa</i></div>libreria internazionale il marehttp://www.blogger.com/profile/12670136408561038842noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-1045867994246283902020-02-19T10:06:00.002-08:002021-06-14T15:08:34.330-07:00 Il cosiddetto Relitto di Pignataro di Fuori di Lipari<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-GHY1YriLNlE/Xk10IJxgSEI/AAAAAAAATms/wPABSodt5Q0zYl-9ViAPIp-kjOsUk26vQCLcBGAsYHQ/s1600/img128.tif" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-GHY1YriLNlE/Xk10IJxgSEI/AAAAAAAATms/wPABSodt5Q0zYl-9ViAPIp-kjOsUk26vQCLcBGAsYHQ/s320/img128.tif" width="226" /></span></a></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none; font-family: inherit;">Venerdì 21 febbraio alle ore 18,30, presso la Libreria Internazionale Il Mare a Roma in via del Vantaggio 19, Marco Firrao presenta:<i><span class="Apple-converted-space"> </span><a href="https://www.ilmare.com/prodotti/cosiddetto-relitto-di-pignataro-di-fuori-di-lipari.php" target="_blank">Il cosiddetto Relitto di Pignataro di Fuori di Lipari</a></i>, edizioni Arbor Sapientiae. L’autrice Alba Mazza dialogherà con Marco Anzidei ricercatore all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).</span></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="-webkit-font-kerning: none;">La casa editrice Arbor Sapientiae di Roma,<span class="Apple-converted-space"> </span></span><span style="-webkit-font-kerning: none; color: #202020;">specializzata nel settore storico archeologico,<span class="Apple-converted-space"> </span></span><span style="-webkit-font-kerning: none;">prosegue nella sua attenta opera di pubblicazione di volumi molto interessanti che riguardano l’archeologia subacquea. La piccola casa editrice, può anche essere considerata uno strumento di informazione bibliografica e culturale per gli operatori del settore. <span><a name='more'></a></span>Questo volume in particolare, che la Libreria Internazionale Il Mare ha deciso di presentare, riguarda le ricerche archeologiche subacquee effettuate sul relitto Pignataro di Fuori a Lipari<span class="Apple-converted-space"> </span><i>con una revisione del contesto dell’età del bronzo a cinquant’anni dalla sua scoperta,<span class="Apple-converted-space"> </span></i>come recita il suo sottotitolo. È anche un’occasione per ricordare l’amico e il maestro Sebastiano Tusa a circa un anno dalla sua morte. </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-LiJXZXao1gQ/Xk10hDzr-nI/AAAAAAAATm0/wYDs3YiUx8QEl78vZwvaBZfpEoTGSrQ4QCLcBGAsYHQ/s1600/img126.tif" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1436" data-original-width="1436" height="319" src="https://1.bp.blogspot.com/-LiJXZXao1gQ/Xk10hDzr-nI/AAAAAAAATm0/wYDs3YiUx8QEl78vZwvaBZfpEoTGSrQ4QCLcBGAsYHQ/s320/img126.tif" width="320" /></span></a></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none; font-family: inherit;">La pubblicazione è infatti la vincitrice del<span class="Apple-converted-space"> </span><i>Primo Premio Filicudi per Sebastiano Tusa</i>, curato nella grafica e con testi contenenti molti documenti e fotografie riguardanti la Preistoria Eoliana. L’archeologa subacquea Alba Mazza, ha seguito l’insegnamento di Sebastiano Tusa focalizzando i suoi studi alla ricerca e alla tutela del patrimonio sommerso mantenendolo sott’acqua. Si è occupata delle indagini sui relitti delle Eolie anche in alto fondale, usufruendo della guida del grande maestro scomparso. Infatti, come scrive Valeria Livigni Tusa nella presentazione:<span class="Apple-converted-space"> </span><i>Sebastiano Tusa ha formato e appassionato un numero incalcolabile di giovani che hanno fatto tesoro del suo insegnamento ottenendo incarichi nelle più prestigiose Università Europee e extraeuropee.</i></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ychLv1Axyt0/Xk11ivR-g4I/AAAAAAAATnA/Pez-3zpCU_Esba8ke8ffLIr0Q2S6un1EgCLcBGAsYHQ/s1600/img127.tif" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1381" data-original-width="1600" height="276" src="https://1.bp.blogspot.com/-ychLv1Axyt0/Xk11ivR-g4I/AAAAAAAATnA/Pez-3zpCU_Esba8ke8ffLIr0Q2S6un1EgCLcBGAsYHQ/s320/img127.tif" width="320" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span style="font-family: inherit;">Alcuni reperti del relitto di Pignataro</span></i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none; font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">L’attuale Soprintendente del mare della Regione Sicilia prosegue nella sua introduzione:<span class="Apple-converted-space"> </span></span><i><span style="font-family: inherit;">L’originalità del lavoro di Alba Mazza consiste nel riproporre al mondo degli studiosi le vicende di una scoperta che ancora oggi fa discutere (…) confermando la tesi già avanzata da Sebastiano Tusa. Soltanto</span> <span style="font-family: inherit;">l’approfondimento delle indagini, con l’ausilio di nuove tecnologie, ci consentirà di scoprire la morfologia della costa e ricostruire elementi storici legati alla presenza di porti e dei traffici marittimi in grado di evidenziare la centralità eoliana dalle prime forme di navigazione nella preistoria a tempi più recenti.</span></i><span style="font-family: inherit;"> </span></span></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="-webkit-font-kerning: none;">L’autrice, con il suo volume contribuisce ad approfondire lo studio della preistoria nelle isole Eolie e più in generale a quello dell’archeologia subacquea del Mediterraneo. Vi sono pubblicati e aggiornati criticamente, gli studi effettuati negli ultimi cinquanta anni sulla preistoria siciliana e sull’antica navigazione. Grazie all’approccio interdisciplinare, vi troviamo anche introdotti alcuni temi di ricerca che riguardano i cambiamenti del paesaggio, la variazione del livello del mare, la geologia e la geomorfologia. Per tale motivo sarà interessante ascoltare, durante la presentazione del libro, il parere di Marco Anzidei che<span class="Apple-converted-space"> </span></span><span style="-webkit-font-kerning: none; background-color: white;">svolge attività di ricerca sulle deformazioni della crosta terrestre e le variazioni del livello del mare nel Mediterraneo.</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-4CeBAviuY64/Xk110Pz7_iI/AAAAAAAATnI/Zgi_NpJZLOYWW6uFkpLvYQpF8mwAaWT6QCLcBGAsYHQ/s1600/_DSC6543.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1320" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-4CeBAviuY64/Xk110Pz7_iI/AAAAAAAATnI/Zgi_NpJZLOYWW6uFkpLvYQpF8mwAaWT6QCLcBGAsYHQ/s320/_DSC6543.jpg" width="264" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><i><span style="font-family: inherit;">Sebastiano Tusa</span></i></b></td></tr>
</tbody></table>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none; font-family: inherit;">Alba Mazza, nell’introduzione, ci ricorda che Sebastiano Tusa attendeva le bozze di questo libro, pronte purtroppo solo mesi dopo la sua scomparsa e prosegue:<span class="Apple-converted-space"> </span><i>Spero che la pubblicazione di questo volume possa contribuire ad accrescere la conoscenza dell’archeologia delle isole Eolie, ed in qualche modo, farci sentire di meno la sua incolmabile assenza.</i></span></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none; font-family: inherit;">La Libreria Internazionale Il Mare, frequentata con assiduità da Sebastiano, si associa al pensiero di Alba Mazza. </span></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none; font-family: inherit;"><span style="-webkit-font-kerning: none;"><i><a href="https://www.ilmare.com/prodotti/cosiddetto-relitto-di-pignataro-di-fuori-di-lipari.php">https://www.ilmare.com/prodotti/cosiddetto-relitto-di-pignataro-di-fuori-di-lipari.php</a></i></span> </span></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-size: 24px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 29px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="-webkit-font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-size: 24px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none; font-family: inherit;"><b>L’Autrice</b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-30_cVbLYN_g/Xk12EEw7_SI/AAAAAAAATnQ/a3iurpav85YX5eacpYLUsR1LVA1dS32kQCLcBGAsYHQ/s1600/img124.tif" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-30_cVbLYN_g/Xk12EEw7_SI/AAAAAAAATnQ/a3iurpav85YX5eacpYLUsR1LVA1dS32kQCLcBGAsYHQ/s320/img124.tif" width="226" /></span></a></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none; font-family: inherit;">Alba Mazza è un’archeologa siciliana che risiede a Los Angeles. La sua formazione accademica e professionale vanta collaborazioni internazionali con pubblicazioni scientifiche e anche divulgative. Si è laureata con il massimo dei voti in Archeologia Subacquea presso l’Università di Bologna. Nel 2008 si specializza con una tesi in preistoria all’Università di Padova. Ha conseguito un Master in archeologia romana presso l’IBAM-CNR di Catania. Nel 2013 vince una prestigiosa Borsa di Studio del governo australiano e si trasferisce a Sydney dove ottiene il dottorato di ricerca in archeologia nel 2017, con il massimo dei voti. In Italia e all’estero ha coordinato e diretto attività di ricerca partecipando a più di trenta missioni archeologiche. Attualmente è Ricercatore Associato dell’Università di Sydney e Guest Researcher Department del Getty Research Institute di Los Angeles.</span></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none; font-family: inherit;"><b><i>a cura di Giulia D'Angelo </i></b></span></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-family: Times-Roman; font-size: 24px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; margin: 0px; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-size-adjust: auto; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-53595035815001631842020-01-13T10:43:00.002-08:002021-06-14T15:09:34.176-07:00La lunga età del legno<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-l81WbCwcaCU/Xhy1Ts9HfDI/AAAAAAAATdg/3CpSUlN6QWo7Eg5gju6mNkm5p25X6-PwwCLcBGAsYHQ/s1600/sconosciuto.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1072" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-l81WbCwcaCU/Xhy1Ts9HfDI/AAAAAAAATdg/3CpSUlN6QWo7Eg5gju6mNkm5p25X6-PwwCLcBGAsYHQ/s320/sconosciuto.jpg" width="214" /></a></div>
Giovedì 23 gennaio alle ore 18,00 presso la Libreria Internazionale Il Mare a Roma in via del Vantaggio 19, Marco Firrao presenta <a href="https://www.ilmare.com/search.php?q=lunga+et%C3%A0+del+legno" target="_blank"><b><i>La lunga età del legno</i></b></a>, edizioni di Storia e Studi Sociali, con la presenza dell’autore Carlo Ruta.<br />La piccola casa editrice di Ragusa, diretta da una donna forte e intelligente, prosegue nella pubblicazione della collana che si occupa della storia del nostro Mar Mediterraneo e questa volta pubblica un volume dedicato al legno, scritto dallo studioso Carlo Ruta. Il legno è un materiale da sempre usato dall’uomo fin dalla preistoria per attrezzi vari e per la costruzione delle imbarcazioni. <span><a name='more'></a></span>Il legno “è una materia debole”, come lo definisce l’autore, ma in realtà molto resistente e facile da modellare anche e soprattutto per la costruzione delle imbarcazioni. Tra i più antichi esempi di legni usati dall’Uomo, troviamo la Piroga<br />
Monossile, custodita al Museo Preistorico Etnografico
Luigi Pigorini di Roma. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-IKplTvfXcP4/XhyyP9vJZaI/AAAAAAAATc0/-vg0n3T_jgIs5-JccT4B3fzfsq7_YWZ_gCLcBGAsYHQ/s1600/sconosciuto.tiff" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1022" data-original-width="1600" height="204" src="https://1.bp.blogspot.com/-IKplTvfXcP4/XhyyP9vJZaI/AAAAAAAATc0/-vg0n3T_jgIs5-JccT4B3fzfsq7_YWZ_gCLcBGAsYHQ/s320/sconosciuto.tiff" width="320" /></a>Questa grande piroga è stata ritrovata in
località La Marmotta presso il Lago di Bracciano. Essa risale a circa
8000 anni fa. Si trovava in un settore del villaggio, prossimo alla riva
antica del lago, che si crede, sia stata l'area di carenaggio. Si dice
Monossile perché ricavata dalla lavorazione di un unico tronco di legno -
in questo caso - di quercia. Era incastrata in numerosi pali verticali
che servivano per tenerla ferma nella fase di lavorazione. E' lunga m.
10,50 circa e larga quasi m. 1,10; l’esterno è completamente
scortecciato, il fondo è piatto. Gli scavi subacquei condotti a partire
dal 1989, oltre alla canoa, hanno permesso di identificare e documentare
un villaggio palafitticolo di età neolitica molto ben conservato. Carlo
Ruta, in questo saggio dedicato al legno, inizia dalla protostoria,
come la nostra canoa, per definire un modello <br />
<!--more-->interpretativo rileggendo
diverse esperienze di civilizzazione, fino all’età moderna.<br />
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-p-UKCixgazk/Xhy1tFXvkSI/AAAAAAAATds/EE5EhMRWS9QM2pK9wCMVc0DYvKR2baqZQCK4BGAYYCw/s1600/sconosciuto.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="272" src="https://2.bp.blogspot.com/-p-UKCixgazk/Xhy1tFXvkSI/AAAAAAAATds/EE5EhMRWS9QM2pK9wCMVc0DYvKR2baqZQCK4BGAYYCw/s320/sconosciuto.png" width="320" /></a>Rimarca così
le relazioni con il legno. Questa materia di natura organica, ma dotata
di una forza straordinaria, ha segnato profondamente le culture
manuali, le tecniche, i saperi scientifici e la vita materiale di tutti i
tempi. Vengono individuati, nel volume, i nessi strettissimi che
esistono tra gli sviluppi della razionalità e questa materia organica,
da sempre usata per ogni tipo di imbarcazione sia da trasporto che da
guerra. Carlo Ruta ci descrive le storie sia della piroga monossile che
della nave di Cheope e tante altre imbarcazioni, alle quali possiamo
aggiungere le Musciare e i Vascelli per la pesca del tonno, usati per
centinaia di anni nel mare delle Egadi.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-FaBrvoJ4Ow4/Xhyyi_JD-aI/AAAAAAAATdA/I2R0Bk9RlIsz9yl6JCfSM2gkjGlSzJlKACLcBGAsYHQ/s1600/1__%2523%2524%2521%2540%2525%2521%2523__sconosciuto.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="869" data-original-width="1229" height="226" src="https://1.bp.blogspot.com/-FaBrvoJ4Ow4/Xhyyi_JD-aI/AAAAAAAATdA/I2R0Bk9RlIsz9yl6JCfSM2gkjGlSzJlKACLcBGAsYHQ/s320/1__%2523%2524%2521%2540%2525%2521%2523__sconosciuto.jpg" width="320" /></a>Negli orizzonti delle risorse materiali disponibili in natura - afferma l’autore - il legno presenta in realtà caratteri che lo rendono diverso, per la porosità, la duttilità e soprattutto - in rapporto al volume - per la leggerezza. Per tale ragione, sin dalla preistoria, il legno ha una funzione fatta a misura della manualità umana. Questa dote della materia debole è quella che, già nella lunga alba delle civiltà, sollecitava maggiormente le comunità a pensare il rapporto con gli ambienti in maniera plurale e ad incamminarsi verso i tragitti della complessità. <br /><b><i>Giulia D’Angelo</i></b><br /><br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-PoDxQTkWLn0/Xhy3Q8l6V0I/AAAAAAAATeA/K3TB-yYeQ4Ez2u2HsweMgJcEmsqVXKO9wCLcBGAsYHQ/s1600/_DSC6749.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="208" data-original-width="217" src="https://1.bp.blogspot.com/-PoDxQTkWLn0/Xhy3Q8l6V0I/AAAAAAAATeA/K3TB-yYeQ4Ez2u2HsweMgJcEmsqVXKO9wCLcBGAsYHQ/s1600/_DSC6749.jpg" /></a><b><i>L’Autore</i></b><br />Carlo Ruta, storico delle civilizzazioni mediterranee, ha indirizzato il proprio impegno di ricerca sui percorsi del mondo Mediterraneo, sulla storia delle culture materiali e dell’immaginario dall’età antica alla prima modernità. Si è laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Messina. Successivamente si è laureato in Teorie della morale della conoscenza e della comunicazione all’Università degli Studi di Urbino. È autore di alcune centinaia di saggi scientifici. Ha introdotto e annotato cronache del Medioevo (al-Idrisi, Ibn Giubayr, Falcando e altri) e dell'età moderna (Brydone, Von Riedesel, Goethe, Denon, Maupassant, Spallanzani, etc.). Ha condotto studi sulle culture materiali e le tecniche del mondo fenicio, sul ruolo di Cartagine nella strutturazione dell’Occidente, e ancora, sugli sviluppi della razionalità nel mondo greco arcaico e classico e sui percorsi civili della Roma antica. Ha focalizzato inoltre alcuni momenti chiave del Medioevo, con testi sul regnante goto Teoderico, sui saperi del XII secolo, sulle aperture e le ambivalenze del XIII secolo, e sui modi in cui le rivoluzioni tecnico/scientifiche hanno interagito con le grandi scoperte geografiche della prima modernità. Ha tenuto lezioni e seminari didattici, d’indirizzo storiografico, presso l’Università degli Studi di Catania - Dipartimento di Scienze Umanistiche - e presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia dello stesso ateneo. Ha tenuto seminari presso l’Università degli Studi di Palermo - Dipartimento Culture e Società, corso di studi in Paletnologia dei beni culturali. Ha diretto due riviste bibliografiche. Ha curato due portali web di documentazione storica. Dal 2013 è membro della Società Filosofica Italiana, sezione di Urbino. Ha relazionato in centinaia di convegni di studio. È stato consulente scientifico di diverse case editrici, tra cui Castelvecchi di Roma, per la collana “RX, visti da vicino”. Ha svolto dal 2008 al 2012 attività di consulenza sociologica per l’Organizzazione Libera e per la fondazione Libera Informazione. È socio onorario di varie associazioni. Fa parte del comitato scientifico delle Edizioni di storia e studi sociali. Ha condotto reportage e ricerche storico-sociologiche per numerose testate nazionali, tra cui il Manifesto, Narcomafie, Peacelink, Domani Arcoiris, ArcoirisTV, Left Avvenimenti/L’Isola possibile, Libera Informazione. Attualmente è direttore dell’Istituto Mediterraneo di Studi Storici. </div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-14466043475271055882019-12-13T07:02:00.000-08:002021-06-14T15:09:46.421-07:00 l’Albero degli Alberi.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-U-fYMp7j-Ac/XfEm0TuijBI/AAAAAAAATTs/lWmZ7OToLPswjw8u0o2jwkSZaE-HFXR0QCLcBGAsYHQ/s1600/DSC_0815%2B2.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1256" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-U-fYMp7j-Ac/XfEm0TuijBI/AAAAAAAATTs/lWmZ7OToLPswjw8u0o2jwkSZaE-HFXR0QCLcBGAsYHQ/s320/DSC_0815%2B2.jpg" width="251" /></a></div>
Per festeggiare i venti anni di vita dell’Aipan (Animali Italia Paesaggi Arte Natura), l'associazione di artisti che dipingono natura dal vero e dal vivo, l’Orto Botanico di Villa Corsini e Sapienza, l’università di Roma, hanno offerto la serra espositiva, nel magnifico Orto che scende a Trastevere dalle colline del Gianicolo, per un’iniziativa, istallazione, progetto e alla fine mostra con un titolo importante: l’Albero degli Alberi. 31 artisti per costruire insieme un albero che potesse racchiudere altrettante essenze arboricole: quasi dieci metri quadrati di inno alla natura più forte, quella che regala a noi umani non solo la fresca ombra estiva, i fiori e i frutti da raccogliere e gustare ma soprattutto e per prima cosa l’ossigeno per poter vivere. <span><a name='more'></a></span>L’Albero degli Alberi come simbolo a nostra difesa. Così, una volta istallato il grande pannello, una classe elementare ha disegnato a colori le radici riunendo il tutto. Lungo la serra sono state esposte le opere originali degli artisti, guidati da Concetta Flore, attuale presidente dell’Aipan. Gli alberi sono stati dipinti, acquerellati, disegnati dai soci ma anche da un drappello di invitati a partecipare all’idea che ha avuto un successo superiore alle aspettative.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-0YlSl4yLyFk/XfEqH1sjCzI/AAAAAAAATUA/jSpUDWVLK_IcjnN1nbJib77bHysKLHbVwCLcBGAsYHQ/s1600/DSC_0825.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1476" data-original-width="1600" height="295" src="https://1.bp.blogspot.com/-0YlSl4yLyFk/XfEqH1sjCzI/AAAAAAAATUA/jSpUDWVLK_IcjnN1nbJib77bHysKLHbVwCLcBGAsYHQ/s320/DSC_0825.jpg" width="320" /></a></div>
Nei primi due giorni dell'evento, il 23 e il 24 novembre, ci sono stati corsi di pittura e di disegno naturalistico per adulti e per giovanissimi. Ma anche conferenze e incontri che si sono conclusi, un vero finissage, l’8 dicembre con una conferenza sugli alberi nel mondo. Le statistiche dicono che nel mondo di alberi ne sono rimasti 3 mila miliardi (erano 6mila miliardi) e che ne tagliamo 15 miliardi all'anno, piantandone pochissimi in proporzione. Abbiamo 200 mila bocche al giorno in più che devono respirare ossigeno per vivere (80 milioni all’anno) ma non sembrerebbe un nostro problema.<br />
<i>per informazioni vai al blog dell’Aipan </i><br />
<i>aipan.blogspot.com</i><br />
<i>Fabrizio Carbone</i><br />
<br />
<i>Nell’illustrazione di Fabrizio la femmina del ciuffolotto è posata sul ramo della betulla
pendula; il maschio, petto rossiccio, è più indietro. Questa essenza è
tipica della foresta boreale, la taiga, e cresce nel giardino della mia
casa davanti al lago Kitka, Koillismaa, terra del nordest finlandese. Le
foglie dell’albero stanno mutando per l'autunno: diventeranno giallo
oro prima di cadere a terra. </i><b><br /></b><br />
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-90232310143578341062019-11-23T14:24:00.000-08:002019-11-23T14:29:55.947-08:00Irpinia: anniversario di una grande tragedia<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-SILwu1-1hkk/XdmBotrzwlI/AAAAAAAATSY/nU6BlfMPFQUd0o_1y-sabzUxtFnzc27RACLcBGAsYHQ/s1600/1980%2BIrpinia%2Bragazzo%2Bsepolto.tif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-SILwu1-1hkk/XdmBotrzwlI/AAAAAAAATSY/nU6BlfMPFQUd0o_1y-sabzUxtFnzc27RACLcBGAsYHQ/s320/1980%2BIrpinia%2Bragazzo%2Bsepolto.tif" width="213" /></a></div>
Il giorno dopo di quel 23 novembre del 1980, trentanove anni fa, armato della mia inseparabile Leica arrivai tra i primi a Castelnuovo di Conza, piccolo comune poco distante da Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino. Appena percorsi pochi metri di quello che una volta era il corso, fui attirato da una debole voce che chiedeva aiuto. Era quella di Antonio, il ragazzo della fotografia, rimasto sepolto tra i resti della sua casa. Immediati i soccorsi per tirarlo fuori che ho documentato.<br />
Il giorno prima alle 19.34 per novanta interminabili secondi quel terremoto colpì l’Irpinia con una magnitudo di 6.9, pari a circa il decimo grado della scala Mercalli. Una delle più grandi tragedie del nostro Paese che Alberto Moravia così descrisse: “Ho visto morire il Sud”. Decine di comuni vicini all’epicentro — tra i quali Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, Conza della Campania, Laviamo, Muro Lucano — furono quasi rasi al suolo, altri gravemente danneggiati. A Balvano il crollo della chiesa di S. Maria Assunta causò la morte di 77 persone, di cui 66 bambini e adolescenti che stavano partecipando alla messa della sera. Dei 119 comuni irpini, furono 99 quelli che riportarono danni alle strutture. Il sisma fu avvertito pesantemente anche a Napoli dove la gente si riversò in strada per passare la notte.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-7PYRvRqrxGQ/XdmC_VjKU9I/AAAAAAAATSk/x5EsqGFXpTYT79qXbwF335aUGTyERDshwCLcBGAsYHQ/s1600/Irpinia%2B1980.tif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-7PYRvRqrxGQ/XdmC_VjKU9I/AAAAAAAATSk/x5EsqGFXpTYT79qXbwF335aUGTyERDshwCLcBGAsYHQ/s320/Irpinia%2B1980.tif" width="320" /></a></div>
Il tempo ha placato le furenti polemiche sull’erogazione dei fondi per la ricostruzione e sulle risorse destinate allo sviluppo industriale, ma resta vivo il ricordo dell’impegno dei sindaci nella ricostruzione e quello dei volontari di tutta Italia in uno scenario post bellico. Come resta la scossa data dall’arrivo suoi luoghi della tragedia dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e una prima pagina del quotidiano Il Mattino entrata nella memoria collettiva con l’appello «Fate presto.<br />
<b><i>foto di Maurizio Bizziccari </i></b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-zP7yWakcFeE/XdmDet-OoXI/AAAAAAAATSs/eVF6Y6Izn5IqZG5DUbLhS4FEocNRBgCswCLcBGAsYHQ/s1600/Terremoto%2B1%2Bcopia.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1065" data-original-width="1600" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-zP7yWakcFeE/XdmDet-OoXI/AAAAAAAATSs/eVF6Y6Izn5IqZG5DUbLhS4FEocNRBgCswCLcBGAsYHQ/s320/Terremoto%2B1%2Bcopia.jpg" width="320" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Yo29SWIVGg8/XdmDyafHZFI/AAAAAAAATS0/J9tBiNY5GdAa0AcR8vj_8EyQKZ1n2khrwCLcBGAsYHQ/s1600/Irpinia%2B4%2Bcopia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1036" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-Yo29SWIVGg8/XdmDyafHZFI/AAAAAAAATS0/J9tBiNY5GdAa0AcR8vj_8EyQKZ1n2khrwCLcBGAsYHQ/s320/Irpinia%2B4%2Bcopia.jpg" width="207" /></a></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-35528775844286045192019-10-29T09:11:00.002-07:002019-10-29T09:11:38.501-07:00TERZA EDIZIONE DELL’OCEAN FILM FESTIVAL<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">
p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; font: 12.0px Times}
p.p2 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; font: 12.0px Times; min-height: 14.0px}
p.p3 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 12.0px Times; min-height: 14.0px}
p.p4 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 12.0px Times}
span.s1 {color: #000000}
span.s2 {text-decoration: underline ; color: #000000}
</style>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-r60eb0Hf8Xw/Xbhj5Ln7ArI/AAAAAAAAL18/ycKBIFyOPA88JXEKSAwGR5O0XM1HZJDHACLcBGAsYHQ/s1600/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2B04_SURFACE_BEN-THOUARD.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="750" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-r60eb0Hf8Xw/Xbhj5Ln7ArI/AAAAAAAAL18/ycKBIFyOPA88JXEKSAwGR5O0XM1HZJDHACLcBGAsYHQ/s320/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2B04_SURFACE_BEN-THOUARD.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: inherit; text-align: justify;">Veramente ardua, al momento del voto, la preferenza da accordare a uno dei cortometraggi, tutti di altissimo livello, presentati nell’edizione 2019 dell’Ocean Film Festival </span><b style="font-family: inherit; text-align: justify;">al cinema Moderno a Roma il 16 ottobre, spettacolo di oltre due ore di proiezione, in cui i protagonisti vivono incredibili avventure sotto e sopra le acque.</b><br />
<div class="p4">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Nove i titoli a concorso, di cui ben quattro dagli Stati Uniti (Adventure is calling, Manry at sea, Surface e Surfer Dan), due dall’Australia (Emocean e Namanu Rruni-Albatross Island), uno ciascuno da Argentina (Southern Right Whale), Canada (I am fragile) e Gran Bretagna (Forever). </span><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Avventura, Wildlife, Immersioni, Surf e Arte le sezioni.</span><span class="Apple-converted-space" style="font-family: inherit; font-size: small;"> </span></div>
<div class="p4">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><span class="Apple-converted-space"></span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div class="p3">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="p4">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-RwNhXMaxy4c/Xbhj5P_bPBI/AAAAAAAAL10/fyX4jqO23CoNnHF3pERE31DJK1lPqBb7QCLcBGAsYHQ/s1600/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2B4e14d37a296906472a543ee5b8f5d2ac_w500_h250_cp.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="500" height="160" src="https://1.bp.blogspot.com/-RwNhXMaxy4c/Xbhj5P_bPBI/AAAAAAAAL10/fyX4jqO23CoNnHF3pERE31DJK1lPqBb7QCLcBGAsYHQ/s320/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2B4e14d37a296906472a543ee5b8f5d2ac_w500_h250_cp.jpg" width="320" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-TYtUn6Cz8gw/Xbhj5qyuNEI/AAAAAAAAL2A/WlldJyhyOJovHyNdZ0_2P76SuPNWDmEvgCLcBGAsYHQ/s1600/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2B759e39e6e733be9a042f53995f210a05_w500_h250_cp.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="500" height="100" src="https://1.bp.blogspot.com/-TYtUn6Cz8gw/Xbhj5qyuNEI/AAAAAAAAL2A/WlldJyhyOJovHyNdZ0_2P76SuPNWDmEvgCLcBGAsYHQ/s200/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2B759e39e6e733be9a042f53995f210a05_w500_h250_cp.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Nei tre titoli della sezione Wildlife l’argentino <b><i>Southern Right Whale</i></b>, del regista, produttore ed editore Kevin Zaouali, ci fa immergere nel mare della Patagonia seguendo la Balena Franca e i suoi spostamenti. L’australiano Matthew Newton, fotografo-cineasta residente in Hobart, con <b><i>Namanu Rruni-Albatross Island</i></b><i>,</i> trasporta lo spettatore in un luogo praticamente sconosciuto, nello stretto di Bass, tra Australia e Tasmania,<span class="Apple-converted-space"> </span>su questa remota isola dove osservare la vita degli Shy Albatros, nome scientifico <i>Thalassarche cauta</i>, una particolare specie endemica che vive solo qui e che gli scienziati stanno studiando per garantirne la sopravvivenza dopo anni di sterminio. <b><i>I am fragile</i></b>, del canadese Florian Ledoux racconta il lungo viaggio compiuto dal regista dall’Ovest della Groenlandia a Nunavut, per farci osservare la fragilità della vita degli animali selvatici della zona e come sia l'ora di agire per la loro tutela. “Gli orsi polari affrontano una serie di minacce che incidono sul loro futuro status di popolazione. Sono tra i primi rifugiati del cambiamento climatico. L'osservazione più eclatante durante il mio rapporto è stata l'ovvia mancanza di ghiaccio marino. Il mio obiettivo è che le immagini aiutino a creare sempre più aree marine protette.” dice Florian. Osservare, documentare, proteggere la sua mission.</span></div>
<div class="p3">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="p4">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-hJHpWo0CKUw/Xbhj5G9HLrI/AAAAAAAAL14/ldi5XiwZrWUFEaFIBQ1ok-qpNNwbPlXlgCLcBGAsYHQ/s1600/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2B7563595ff23b40f86fc213cdf6e3d499_w500_h250_cp.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="500" height="100" src="https://1.bp.blogspot.com/-hJHpWo0CKUw/Xbhj5G9HLrI/AAAAAAAAL14/ldi5XiwZrWUFEaFIBQ1ok-qpNNwbPlXlgCLcBGAsYHQ/s200/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2B7563595ff23b40f86fc213cdf6e3d499_w500_h250_cp.jpg" width="200" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-bOm7SRAcJLQ/Xbhj6iRyODI/AAAAAAAAL2M/9ayfULgWiNAEDBrGM1NBuFHZJ7rKxOeOgCLcBGAsYHQ/s1600/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2Bb0fe098289737f383aa944a0cff022ee_w500_h250_cp.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="500" height="160" src="https://1.bp.blogspot.com/-bOm7SRAcJLQ/Xbhj6iRyODI/AAAAAAAAL2M/9ayfULgWiNAEDBrGM1NBuFHZJ7rKxOeOgCLcBGAsYHQ/s320/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2Bb0fe098289737f383aa944a0cff022ee_w500_h250_cp.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Sorprendente <b><i>Forever</i></b>, del pittore britannico Tony Plant, noto per i suoi intricati e geometrici “dipinti di sabbia”, per il quale l’artista ha dovuto attendere quattro anni prima di riuscire a realizzarlo, aspettando che la marea raggiungesse il livello più basso e il giorno in cui il meteo fosse quello giusto! In questo particolare progetto vengono realizzati dei disegni sulla sabbia di una spiaggia in Cornovaglia, che il mare costantemente cancella.</span></div>
<div class="p3">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="p4">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-we7n93-eLro/Xbhj6KK5fxI/AAAAAAAAL2E/d03A8kRBgioIYmrTwzgG54VxhBc56Dr-QCLcBGAsYHQ/s1600/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2BKeithMalloyMavericks_ARR3468.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="750" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-we7n93-eLro/Xbhj6KK5fxI/AAAAAAAAL2E/d03A8kRBgioIYmrTwzgG54VxhBc56Dr-QCLcBGAsYHQ/s320/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2BKeithMalloyMavericks_ARR3468.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Prendete ora un lungo respiro ed esplorate il meraviglioso mondo subacqueo dall’Egitto al Messico, dalle Filippine alle Bahamas. Questo il tema dello statunitense <b><i>Adventure is calling</i></b>, girato dal subacqueo Lee Burghard co-owner della <i>Wild Shutter Imaging</i>. Incontri ravvicinati con grandi e piccoli animali marini: un’emozione che, pur rinnovandosi, si presenta sempre come se fosse la prima volta. Ci ricorda che immergersi è molto di più di un semplice sport.</span></div>
<div class="p3">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="p4">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Ma com’è il mondo sopra la superficie visto dal di sotto? È quanto ci mostra dagli Stati Uniti il regista John Rodosky, Rodo per gli amici, che con il supporto di Roam Media, ha realizzato <b><i>Surface</i></b>, in cui segue il surfer e fotografo francese Ben Thouard mentre scatta le sue nuove immagini - metà sopra e metà sotto le acque. Foto che hanno affascinato gli appassionati di tutto il mondo. Il film è anche un omaggio alla passione di Ben per il suo lavoro, sempre alla ricerca dello scatto perfetto in quell’angolo di paradiso dove abita, Tahiti.</span></div>
<div class="p3">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-32FKQoBeOC8/Xbhj69IPykI/AAAAAAAAL2Q/7F4jiopjfaYdCzOuzwEiVtRIVJCMTmMvQCLcBGAsYHQ/s1600/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2Bd232e5ba807e04cabf62c90e4ed461e0_w500_h250_cp.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="500" height="160" src="https://1.bp.blogspot.com/-32FKQoBeOC8/Xbhj69IPykI/AAAAAAAAL2Q/7F4jiopjfaYdCzOuzwEiVtRIVJCMTmMvQCLcBGAsYHQ/s320/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2Bd232e5ba807e04cabf62c90e4ed461e0_w500_h250_cp.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="p4">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><b><i>Emocean</i></b>, dell’australiano Tony “Harro” Harrington, è un omaggio alla passione per l’Oceano, di chi, dai biologi marini ai surfer, condivide avventure, adrenalina, ispirazione, amore e perdite. Tanti episodi in cui ognuno racconta il proprio speciale legame con questo ambiente naturale.</span></div>
<div class="p3">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="p4">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Di un surf particolare racconta <b><i>Surfer Dan</i></b>. Il fotografo d’azione Tim Kemple, in questo corto statunitense, vive la storia di Dan, che al di là di onde, oceano, sabbia e sole, classici elementi che vengono in mente quando si pensa al surf, è amante di un suo particolare oceano: le onde ghiacciate del lago Superiore (Michigan). Per molti di noi probabilmente una situazione tra le meno attraenti al mondo, ma per Dan è solo un problema di come si vedono le cose.</span></div>
<div class="p3">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="p4">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-w6j_7K93i1A/Xbhj6WaHDII/AAAAAAAAL2I/OZ57OzWybz8UQQbRHyn9xD78jsAHWnLTACLcBGAsYHQ/s1600/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2BWild-Dolphins.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="889" height="179" src="https://1.bp.blogspot.com/-w6j_7K93i1A/Xbhj6WaHDII/AAAAAAAAL2I/OZ57OzWybz8UQQbRHyn9xD78jsAHWnLTACLcBGAsYHQ/s320/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2BWild-Dolphins.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit; font-size: small;"><b><i>Manry at Sea</i></b>, (Usa, Steve Wystrach), narra la storia di Robert Manry, apparentemente tranquillo redattore appartenente alla borghesia suburbana di Cleveland, che decide nel 1965 di imbarcarsi in un’avventura in piena regola: attraversare l’Oceano Atlantico da solo su <i>Tinkerbelle</i>, una barca a vela di circa 4 metri di lunghezza. <i>“Credo che una delle grandi tragedie della vita sia il fatto che i giovani abbiano molti sogni</i>,<i>”</i> disse Robert Manry <i>“e che quando crescono, scontrandosi con la dura realtà, vi rinuncino a uno a uno, sino a rinunciare a tutti. Non volevo assolutamente che succedesse a me”.</i> Il film rivive l’esperienza vissuta da Robert anche attraverso le testimonianze dei suoi colleghi giornalisti che seguirono il viaggio e crediamo sarà particolarmente apprezzato dagli appassionati di vela.</span></div>
<div class="p3">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-gWc57e5jdxk/Xbhj7RiZSfI/AAAAAAAAL2U/XpMUyf6EHvAOKLC9AD_C95aFyHD0t1kAwCLcBGAsYHQ/s1600/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2Btinkerbelle-portrait.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="503" height="198" src="https://1.bp.blogspot.com/-gWc57e5jdxk/Xbhj7RiZSfI/AAAAAAAAL2U/XpMUyf6EHvAOKLC9AD_C95aFyHD0t1kAwCLcBGAsYHQ/s200/Ocean%2Bfilm%2Bfestival%2Btinkerbelle-portrait.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="p1">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Il team di<b> Ocean Film Festival Italia propone</b> un programma dedicato al mondo del mare, degli oceani e di chi li protegge, presentando una selezione di alcuni tra i migliori filmati partecipanti all’Ocean Film Festival Australia. Il gruppo cura, organizza e promuove anche <span class="s1">il </span><span class="s2"><i>Banff Centre Mountain Film Festival World Tour</i></span><span class="s1"> e il </span><span class="s2"><i>Reel Rock Tour</i></span><span class="s1"><i> in Italia</i>.</span> </span></div>
<div class="p1">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">La rassegna ha già avuto due edizioni, nel 2017 e nel 2018, con un successo di pubblico sempre crescente.</span></div>
<div class="p1">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Aspettiamo con molto interesse l’edizione 2020.</span></div>
<div class="p1">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><i>Giovanni Cespa</i></span></div>
<br /></div>
libreria internazionale il marehttp://www.blogger.com/profile/12670136408561038842noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-13374288015935797012019-10-25T09:18:00.002-07:002019-10-26T07:51:16.397-07:00Salutiamo Lucio Messina, il gentiluomo inventore del Tridente d’Oro<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-smVTXOgjl4E/XbMVOvFZOzI/AAAAAAAATMw/HGHNyY9nWSgpoK_X64q4tE5XRmj0vj41gCLcBGAsYHQ/s1600/foto%2B%2Btridenti%2BMessina%2Bg.%2BD%2527Angelo2%2B04%2B03%2B08.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1048" data-original-width="1426" height="235" src="https://1.bp.blogspot.com/-smVTXOgjl4E/XbMVOvFZOzI/AAAAAAAATMw/HGHNyY9nWSgpoK_X64q4tE5XRmj0vj41gCLcBGAsYHQ/s320/foto%2B%2Btridenti%2BMessina%2Bg.%2BD%2527Angelo2%2B04%2B03%2B08.jpg" width="320" /></a></div>
Lucio Messina è morto una settimana fa. È andato a raggiungere la sua adorata Maricetta. Si è spento nel sonno silenziosamente. Da vero gentiluomo, senza disturbare nessuno, come era il suo stile. È stato lui, circa 60 anni or sono, ad inventarsi la Rassegna della Attività Subacquee di Ustica con il premio Tridente d’Oro, facendo così conoscere la piccolissima isola a numerosissimi subacquei di tutto il mondo. Ustica per me era una chimera.<br />
<i>Nella foto Lucio Messina con Giulia nel 1999</i><br />
Negli anni 70, le comunicazioni con l’isola da Palermo erano scarse e, per prendere il traghetto, era necessario dormire un giorno nella capitale siciliana. Se per caso il mare era mosso, il traghetto non partiva. Quindi quando Lucio Messina, che ormai da anni organizzava la Rassegna, venne a trovarmi a Roma, nella Libreria Internazionale Il Mare, gli raccontati delle difficoltà che incontravo per raggiungere <span id="goog_801437268"></span><span id="goog_801437269"></span>l’isola. Lucio mi disse: ti inviterò <br />
<a name='more'></a>alla prossima Rassegna per organizzare una mostra di libri di mare. <br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-amu15O1o4Ok/XbMVZ5AkZbI/AAAAAAAATM0/yDHumm2y6j8n8KZIHCWFciW5k0VvFTSTACLcBGAsYHQ/s1600/_DSC5661.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-amu15O1o4Ok/XbMVZ5AkZbI/AAAAAAAATM0/yDHumm2y6j8n8KZIHCWFciW5k0VvFTSTACLcBGAsYHQ/s1600/_DSC5661.jpg" /></a>Da allora tornai ogni anno sull’isola su invito di Lucio e partecipai a vari dibattiti e incontri, fin quando nel 1999, con l’appoggio di Maricetta Messina, mi fu consegnato, tra le pochissime donne, l’agognato Tridente d’Oro. Mi trovai così in compagnia dei “mostri sacri” della subacquea con Cousteau, Quilici, Ripa, Ferraro, Cafiero, Maiorca, Mayol, e tanti altri. <br />
Ero emozionantissima quella sera, sul palco della piazza di Ustica e non riuscii a parlare. Firmai, tremante, la carta che attestava la mia cittadinanza onoraria all’isola. <i>Nella foto il sindaco Attilio Licciardi consegna a Giulia il Tridente d’Oro, alle loro spalle, sorridente, Lucio messina.</i><br />
Poi fui invitata sulla nave oceanografica Bannock da Raffaele Pallotta, il Presidente in carica dell’Accademia. Sulla nave persi la spilla d’oro del Tridente che mi era stata donata insieme al diploma e alla scultura di lava dell’isola, con un grande tridente. Ero disperata, ma Lucio mi disse non ti preoccupare te lo farò rifare e così fu, perché Lucio era un uomo di parola e rispettava gli impegni. Ricordo con gioia le immersioni in apnea sul gommone di Lucio con la giovanissima Roberta e le risate di Maricetta che raccoglieva e mangiava i ricci direttamente in mare. <br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-i3LrbjhaxzI/XbMWcmjJQuI/AAAAAAAATNA/-tYqotXBtFk05RDQUTMQVbEb9yoG7_wlwCLcBGAsYHQ/s1600/_DSC5667.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="710" data-original-width="1023" height="222" src="https://1.bp.blogspot.com/-i3LrbjhaxzI/XbMWcmjJQuI/AAAAAAAATNA/-tYqotXBtFk05RDQUTMQVbEb9yoG7_wlwCLcBGAsYHQ/s320/_DSC5667.jpeg" width="320" /></a>Sempre con Lucio, a Ustica, organizzammo la prima Biblioteca Internazionale del Mare sistemata, all’inizio, dentro la Torre dello Spalmatore. Lucio credeva molto all’amicizia e trovava sempre modo di incontrare gli amici. Mi invitò insieme a Maurizio, mio marito, nella sua casa di San Martino e in quella proprio sul mare di Cefalù. Mi fece conoscere Pantalica – sito archeologico in provincia di Siracusa – e mi portò in giro per le Madonìe, facendomi amare ancora di più la bellissima terra di Sicilia, che lui conosceva benissimo. Ora non posso credere che non sia più tra noi e mi viene da dire: <b><i> </i></b><br />
<b><i>Ciao carissimo Lucio, salutami Maricetta</i></b>.<br />
<br />
<i>Giulia D’Angelo</i></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-35204291664041019722019-10-22T07:28:00.003-07:002019-10-22T07:29:13.654-07:00Il 6 novembre in libreria per un viaggio nel Mediterraneo antico<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-rzBRVg4nwYc/Xa8H30VGbWI/AAAAAAAATKs/ibKhd6TBwygJfeF_a00P5WrB2hbM1v-gQCLcBGAsYHQ/s1600/6698.tif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1599" data-original-width="1103" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-rzBRVg4nwYc/Xa8H30VGbWI/AAAAAAAATKs/ibKhd6TBwygJfeF_a00P5WrB2hbM1v-gQCLcBGAsYHQ/s320/6698.tif" width="220" /></a></div>
Mercoledì 6 novembre 2019 alle ore 18,30 presso la Libreria Internazionale Il Mare in Via del Vantaggio 19 Carlo Ruta e Francesco Tiboni presentano il loro volume <a href="https://www.ilmare.com/prodotti/viaggio-a-cartagine.php" target="_blank"><b><i>Viaggio a Cartagine </i></b></a>– Edizioni di Storia e Studi Sociali – dove si parla di un viaggio nel Mediterraneo antico partendo dall’Oriente. Giovanna Corradini, direttore della Casa editrice, ha intrapreso una bella, coraggiosa e faticosa iniziativa con la collana <b><i>Mediterraneo e Storia</i></b>, collaborando con autori importanti e documentati in archeologia e storia del Mediterraneo antico; <b><i>Viaggio a Cartagine</i></b> è l’ultimo volume di una lunga serie. Iniziativa coraggiosa perché pubblicare libri in questo periodo in Italia e in Sicilia, a Ragusa in particolare, ci vuole coraggio e amore per il proprio paese e la cultura. Per questo la Libreria Internazionale Il Mare collabora alla presentazione dei volumi pubblicati da questa piccola casa editrice. Libri che troviamo molto utili e interessanti, pieni di notizie, a un prezzo molto contenuto, che ci fanno ripercorrere i secoli di storia e di cultura della nostra Italia e dei popoli del Mediterraneo. In <b><i>Viaggio a Cartagine</i></b>, Carlo Ruta, storico e saggista, e Francesco Tiboni archeologo subacqueo e navale accompagnano i lettori in questo viaggio, partendo dalla terra di Canaan, dove si soffermano alla ricerca della civiltà del mondo fenicio per approdare a Cartagine mentre espande la sua civiltà in Occidente.<br />
<a name='more'></a>I Cartaginesi non si occupano solo di una solida agricoltura e di un ricco artigianato, ma hanno uno straordinario estro mercantile e marinaro riconosciuto da tutto il mondo.<br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-AqQWwmKrFC8/Xa8JIQsNAvI/AAAAAAAATK8/HoDacivt3LA0Xcxpsp6PcSCNtUyCJPd_QCK4BGAYYCw/s1600/fenici.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="169" src="https://4.bp.blogspot.com/-AqQWwmKrFC8/Xa8JIQsNAvI/AAAAAAAATK8/HoDacivt3LA0Xcxpsp6PcSCNtUyCJPd_QCK4BGAYYCw/s320/fenici.jpg" width="320" /></a>La padronanza della navigazione li porta a commerciare in tutto il bacino del Mediterraneo e a navigare anche fuori dalle colonne d’Ercole. Ampliando i loro scambi commerciali, si spingono lungo le rotte dei metalli verso le coste della Bretagna e anche oltre. Come da tradizione Fenicia, imprimono svolte importanti anche in processi di sviluppo delle tecniche navali. La loro intraprendenza commerciale li porta a combattere con altre popolazioni tra cui i Greci dell’Occidente, di cui apprendono la cultura. Nel volume leggiamo come per diversi secoli, Cartagine dialoghi con Roma, trovando nei Romani alcuni modelli importanti da emulare. Poi però la lotta per la supremazia commerciale, porterà i due contendenti ad una guerra lunga e sanguinosa, da cui Cartagine uscirà sconfitta, distrutta e travolta da accuse infamanti.<br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-EFIZRkfH1Qw/Xa8JRW2pxII/AAAAAAAATLE/EJqqxHNBCeoJGMs1JqdJEsOT4dPzeawjACK4BGAYYCw/s1600/Gelone%2Baccorda%2Bla%2Bpace%2Bai%2Bvinti%2Bcartaginesi%252C%2Bin%2Bun%2Bdipinto%2Bdi%2BMichele%2BPanebianco%2B%25281850%2529..jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-EFIZRkfH1Qw/Xa8JRW2pxII/AAAAAAAATLE/EJqqxHNBCeoJGMs1JqdJEsOT4dPzeawjACK4BGAYYCw/s320/Gelone%2Baccorda%2Bla%2Bpace%2Bai%2Bvinti%2Bcartaginesi%252C%2Bin%2Bun%2Bdipinto%2Bdi%2BMichele%2BPanebianco%2B%25281850%2529..jpg" width="320" /></a>Non possiamo dimenticare la famosa frase di Marco Porcio Catone <b><i>Carthago delenda est</i></b>. <br />
Carlo Ruta e Francesco Tiboni si mostrano rispettosi verso una civiltà che è stata tra le più complesse dell’età antica. Un libro di grande attualità vista la contemporaneità della mostra “Carthago” visitabile al Colosseo <br />
<b><i>Giulia D'Angel</i>o</b><br />
<br />
Gli autori:<br />
<b>Carlo Ruta</b>. Storico e saggista.<br />
Laurea in Filosofia presso l’Università di Messina. Laurea in Teorie della conoscenza, della morale e della comunicazione, conseguita presso l’Università di Urbino. Autore di alcune centinaia di pubblicazioni, in larga parte scientifiche. Ha introdotto e annotato resoconti di viaggio e cronache del Medioevo e dell’età moderna. Ha diretto riviste bibliografiche. Ha curato due portali telematici di documentazione storica. Ha firmato ricerche e reportage per numerose testate nazionali, tra cui «il manifesto» e «Narcomafie». Ha relazionato in molti convegni storiografici e seminari didattici.<br />
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-hqTqwomc0Qw/Xa8Lqi6hyHI/AAAAAAAATLU/sSjSA9M7x_0nQAzuQybXUTezxEFguTENgCK4BGAYYCw/s1600/Il%2Bcorvo%2Butilizzato%2Bper%2Bgli%2Barrembaggi%2Bdalla%2Bflotta%2Bromana%2Bcontro%2Bi%2BCartaginesi..jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-hqTqwomc0Qw/Xa8Lqi6hyHI/AAAAAAAATLU/sSjSA9M7x_0nQAzuQybXUTezxEFguTENgCK4BGAYYCw/s320/Il%2Bcorvo%2Butilizzato%2Bper%2Bgli%2Barrembaggi%2Bdalla%2Bflotta%2Bromana%2Bcontro%2Bi%2BCartaginesi..jpg" width="320" /></a><br />
<i>a ds. illustrazione del corvo di una nave romana</i><br />
<br />
<b>Francesco Tiboni</b>. Laurea in Paletnologia presso l’Università degli Studi di Milano. Dottorato di Ricerca presso il Centre Camille Jullian dell’Università di Aix en Provence incentrato sul tema della navigazione protostorica del Mediterraneo. Da oltre quindici anni svolge l’attività di archeologo subacqueo e navale, collaborando con diversi enti italiani ed esteri.<br />
<i> </i>È stato membro italiano della Commissione Scientifica Internazionale che ha ideato e finalizzato il progetto UNESCO Pile Dwelling Sites List. È presidente dell’Associazione Atena Cumana. È membro della Society for Nautical Research e corrispondente del «Mariner’s Mirror». Ha firmato parecchie decine di saggi su temi archeologici, in particolare sull’archeologia e sull’iconografia navale, in riviste scientifiche, volumi ed atti di congressi. Ha pubblicato recentemente La presa di Troia. Un inganno venuto dal mare (Edizioni di storia e Studi Sociali,). Collabora con le testate «Sub» ed «Archeologia Viva», e con la trasmissione RAI Linea Blu.</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-8563005315234786412019-10-02T08:41:00.001-07:002019-10-21T00:02:45.928-07:00Incontri con gli autori: Civiltà egee alla scoperta dell'Occidente di Massimo Frasca e Dario Palermo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-QxbIFsLV2ZU/XZTDXTkwwtI/AAAAAAAAL0I/DVPrQbTqzE8FeLH0z35oOABoNKQA_bnZQCLcBGAsYHQ/s1600/civilta%25CC%2580%2Begee%2B3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1072" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-QxbIFsLV2ZU/XZTDXTkwwtI/AAAAAAAAL0I/DVPrQbTqzE8FeLH0z35oOABoNKQA_bnZQCLcBGAsYHQ/s200/civilta%25CC%2580%2Begee%2B3.jpg" width="133" /></a></div>
<b>Mercoledì 16 Ottobre alle ore 18:30</b> presso i locali della Libreria Internazionale Il Mare in via del Vantaggio, 19 Roma presenteremo il nuovo volume di Edizioni di Storia e Studi Sociali<br />
<b><a href="https://www.ilmare.com/prodotti/civilta-egee-alla-scoperta-dell-occidente.php" target="_blank">Civiltà egee alla scoperta dell'Occidente: viaggi, esplorazioni, colonizzazioni</a></b><br />
Saranno presenti i due autori e massimi esperti dell'argomento<br />
<b>Massimo Frasca</b>, docente di archeologia classica, Università di Catania e <b>Dario Palermo</b>, direttore della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici, Università di Catania i quali dialogheranno con la professoressa <b>Irene Berlingò</b>, archeologa, già dirigente Mibact e Soprintendente della Calabria.<br />
"Entrambi gli autori si sono formati in Sicilia pubblicando i maggiori <i>corpora</i> di materiali delle facies siciliane indigene contemporanee alla colonizzazione greca. <br />
<a name='more'></a><b>Massimo Frasca</b> quello della necropoli di Monte Finocchito, eponima dell’età del Ferro di cultura materiale sicula; Dario Palermo quelli di Sant’Angelo Muxaro e di Polizzello, eponimi della stessa epoca, ma di cultura materiale sicana. Entrambi hanno partecipato alle missioni catanesi in Egeo, fino ad assumere la direzione di quelle che si legano maggiormente ai contenuti di questo libro: Massimo Frasca a Kyme eolica, una città chiave, ma solitamente dimenticata, nei processi formativi della colonizzazione calcidese, anche in quella Sikelia rappresentata da Monte Finocchito; <b>Dario Palermo</b> a Priniàs, un centro chiave dei secoli formativi della civiltà greca, che si trova in quell’isola di Creta che ebbe le sue due uniche colonie, Gela e Agrigento, nella Sikania di Sant’Angelo Muxaro e di Polizzello.<br />
Il contributo di Massimo Frasca si intitola Le città alle foci dell’Ermo: Cuma, Smirne, Focea e l’Occidente Il titolo del contributo di Dario Palermo è Creta e la Sicilia. Vite parallele di due grandi isole del Mediterraneo." (<a href="http://www.edizionidistoria.com/discussione" target="_blank">cit. archeologo Fabrizio Nicoletti </a>)<br />
<br />
Il mare Egeo è stato la culla di fiorenti civiltà, come quella minoica, la più antica civiltà urbana dell'Occidente, caratterizzata da una forte componente di estrazione anatolica che da Creta si è irradiata alle terre circostanti, contribuendo alla formazione della civiltà micenea. La proiezione sulle coste egee dell'Asia Minore di Frigi, Lidi, Persiani, eredi delle grandi civiltà anatoliche e orientali ha suscitato l'incontro-scontro con le diverse stirpi greche, Eoli, Ioni, Dori che le abitavano. In particolare, le fiorenti città di Cuma, Focea e Smirne hanno ricavato grandi vantaggi economici dalla felice ubicazione alla foce del fiume Ermo, uno dei principali fiumi dell'odierna Turchia, che consentiva l'accesso alle risorse minerarie dell'entroterra anatolico. Le tre città, oltre che dalla loro vicinanza fisica, furono legate sin dalla loro nascita da un saldo intreccio di tradizioni mitiche e di avvenimenti storici. Al centro di questo intreccio era Cuma eolica che svolse un ruolo rilevante anche nei rapporti con l'Occidente, partecipando con i Calcidesi dell'Eubea alla fondazione di Cuma in Campania, la più antica colonia greca dell'Ovest mediterraneo. Più tardi, verso la fine del VII secolo a.c., ha inizio la navigazione verso l'estremo Occidente dei Focei che intrattennero intensi rapporti con Tartesso, in Spagna, in una regione già conosciuta e abitata dai Fenici. La colonizzazione focea in Occidente si dispiegò soprattutto nel VI secolo a.c. con la fondazione dell'odierna Marsiglia sulla costa meridionale della Gallia e di Elea in Campania. Ancora nel VII secolo si colloca la fondazione della colonia rodio·cretese di Gela sulla costa meridionale della Sicilia, lungo la rotta marittima battuta già dai commercianti micenei e fenici , che dal Levante giungevano nella costa sud siciliana, possibile punto di partenza per la Sardegna e il lontano Occidente alla ricerca di materie prime. La fondazione di Gela si colloca alla fine di un lungo processo di rapporti e di scambi che ha le sue radici nei rapporti storici e mitici sottintesi nella saga che coinvolse il re cretese Minosse che, inseguendo Dedalo fuggito da Creta e accolto dal re sicano Kokalos, trovò la morte proprio nella terra del Sicani.</div>
libreria internazionale il marehttp://www.blogger.com/profile/12670136408561038842noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-10623349346135730202019-09-28T04:31:00.003-07:002019-10-02T08:44:13.059-07:00Le scelte prese ora sono determinanti per il futuro del nostro oceano e della criosfera - Comunicato Stampa Ufficiale IPCC<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-5oW_O-o3L6s/XY9ERCMJDVI/AAAAAAAALy0/m1fOvDAh31QPDjVpSE1eF-itIVliuZdiQCLcBGAsYHQ/s1600/SROCC_cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1237" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-5oW_O-o3L6s/XY9ERCMJDVI/AAAAAAAALy0/m1fOvDAh31QPDjVpSE1eF-itIVliuZdiQCLcBGAsYHQ/s200/SROCC_cover.jpg" width="154" /></a></div>
MONACO, 25 settembre – <b>L’ultimo Special Report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) evidenzia l’urgenza di dare priorità in maniera tempestiva ad azioni coordinate e ambiziose per affrontare cambiamenti persistenti e senza precedenti che riguardano l’oceano e la criosfera.</b><br />
<br />
Il rapporto rileva i benefici per lo sviluppo sostenibile di un adattamento ambizioso ed efficace e, per contro, i crescenti costi e rischi di un’azione ritardata.<br />
L’oceano e la criosfera – le parti ghiacciate del pianeta – giocano un ruolo fondamentale per la vita sulla terra. <br />
<a name='more'></a>670 milioni di persone nelle regioni di alta montagna e 680 milioni di persone nelle zone costiere dipendono direttamente da questi sistemi. 4 milioni di persone vivono permanentemente nella regione artica, e gli stati in via di sviluppo delle piccole isole sono ospitano 65 milioni di abitanti.<br />
<br />
<br />
https://youtu.be/JYFMCU8L0zU<br />
A causa delle emissioni di gas serra presenti e passate, il riscaldamento globale ha già raggiunto 1°C sopra i livelli pre-industriali. Esistono prove schiaccianti del fatto che questa situazione stia provocando gravi conseguenze per gli ecosistemi e per le persone. L’oceano è più caldo, più acido e meno prolifico. La fusione dei ghiacciai e delle calotte polari stanno provocando innalzamento del livello del mare, ed eventi estremi sulle aree costiere stanno diventando più intensi.<br />
<br />
Il Rapporto Speciale dell’IPCC Oceano e Criosfera in un clima che cambia (SROCC –Special Report on Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate), approvato il 24 settembre 2019 dai 195 governi membri dell’IPCC, fornisce nuove prove sui benefici derivanti dal limitare il riscaldamento globale al più basso livello possibile – in linea con gli obiettivi che i governi si sono dati nell’Accordo di Parigi del 2015. Limitare urgentemente le emissioni di gas serra riduce la scala dei cambiamenti che riguardano l’oceano e la criosfera. Gli ecosistemi e la vita che da loro dipende possono essere preservati.<br />
<br />
“Il mare aperto, l’Artico, l’Antartide e le regioni d’alta montagna possono sembrare assai distanti per molte persone,” ha detto Hoesung Lee, presidente dell’IPCC. “Ma noi dipendiamo da loro, siamo influenzati da loro in molti modi, diretti e indiretti, che riguardano meteo e clima, cibo e acqua, energia, attività commerciali, trasporti, tempo libero e turismo, salute e benessere, cultura e identità”.<br />
<br />
“Se noi riducessimo le emissioni nettamente, le conseguenze per le persone e la loro vita sarebbero ancora complesse, ma potenzialmente più gestibili per coloro che sono più vulnerabili,” ha affermato Lee. “Noi miglioreremmo la nostra capacità di resilienza e ci sarebbero maggiori benefici per lo sviluppo sostenibile”.<br />
<br />
Le conoscenze valutate nel rapporto delineano i rischi legati al clima, le sfide a cui sono esposte le persone nel mondo oggi e quelle che dovranno affrontare le future generazioni. Si presentano opzioni di adattamento ai cambiamenti che non è più possibile evitare, gestire i rischi connessi, e costruire resilienza per un futuro sostenibile. L’analisi mostra che l’adattamento dipende dalle capacità degli individui e delle comunità e dalle risorse che hanno a disposizione.<br />
<br />
Più di 100 autori da 36 paesi hanno preso in considerazione per il report la più recente letteratura scientifica in tema di oceano e criosfera in un clima che cambia, facendo riferimento a circa 7.000 pubblicazioni scientifiche.<br />
<br />
Lo Special report dell’IPCC è contributo chiave per i leader mondiali in vista dei prossimi incontri per i negoziati su clima e ambiente, come la UN Framework Convention on Climate Change Conference (COP25) che si svolgerà a dicembre in Cile.<br />
<br />
“Per decenni l’oceano e la criosfera del pianeta hanno ‘trattenuto il calore’ prodotto dal cambiamento climatico, le conseguenze per l’umanità e per la natura sono radicali e gravi,” ha detto Kio Barrett, vice presidente dell’IPCC. “I rapidi cambiamenti dell’oceano e delle regioni ghiacciate del pianeta stanno forzando le persone, delle città costiere come delle più remote comunità artiche, a modificare profondamente i loro modi di vivere”, ha aggiunto.<br />
<br />
“Con la comprensione delle cause di questi cambiamenti e degli impatti che ne risultano, così come con la valutazione delle opzioni disponibili, noi possiamo rafforzare la nostra capacità di adattamento,” ha continuato. “Lo Special Report Oceano e Criosfera in un clima che cambia fornisce la conoscenza che facilita questo tipo di decisioni”.<br />
<br />
<br />
<br />
I maggiori cambiamenti in alta montagna che interessano le comunità a valle<br />
<br />
Nelle regioni montane le persone sono crescentemente esposte a pericoli e a cambiamenti della disponibilità di risorse idriche, afferma il rapporto.<br />
<br />
Ghiacciai, neve, ghiaccio e permafrost stanno diminuendo e continueranno a diminuire. Si prevede che questo aumenterà i pericoli per le persone, in termini di frane, valanghe e alluvioni.<br />
<br />
Ad esempio, per i piccoli ghiacciai in Europa, in Africa orientale, nelle Ande tropicali, e in Indonesia si prevede, per gli scenari con alte emissioni, una perdita dell’80% della massa ghiacciata entro il 2100. L’arretramento della criosfera in alta montagna continuerà ad influenzare negativamente attività ricreative, turistiche e culturali.<br />
<br />
L’arretramento dei ghiacciai in alta montagna contribuisce ad alterare la disponibilità e la qualità dell’acqua a valle, con conseguenze per molti settori quali agricoltura e idroelettrico.<br />
<br />
“I cambiamenti nella disponibilità idrica non colpiranno solamente le persone che abitano le regioni di alta montagna, ma anche le comunità molto più a valle, ” ha detto Panmao Zhai, co-Chair del Working Group I.<br />
<br />
“Limitare il riscaldamento aiuterebbe queste popolazioni ad adattarsi ai cambiamenti nell’approvvigionamento di risorse idriche in aree montane e oltre, e ridurrebbe i rischi legati ai pericoli della montagna,” ha affermato. “Una gestione idrica integrata e una cooperazione transfrontaliera forniscono opportunità per affrontare gli impatti di questi cambiamenti sulle risorse idriche”.<br />
<br />
<br />
<br />
Il ghiaccio fonde, il mare si alza<br />
<br />
I ghiacciai e le calotte polari stanno perdendo massa, contribuiscono così, insieme all’espansione dell’oceano dovuta al suo riscaldamento, al tasso crescente di innalzamento del livello del mare.<br />
<br />
Nel Report si mostra che, mentre nel XX secolo il livello del mare è cresciuto di circa 15cm su scala globale, oggi cresce ad una velocità che è più che raddoppiata – 3,6 mm l’anno – e sta accelerando.<br />
<br />
Il livello del mare continuerà a crescere per secoli. Entro il 2100, anche se le emissioni di gas serra diminuissero radicalmente e il riscaldamento globale fosse contenuto ben al di sotto dei 2°C, l’innalzamento del livello del mare potrebbe arrivare a circa 30-60 cm, mentre potrebbe raggiungere 60-110 cm se le emissioni di gas serra dovessero continuare a crescere in maniera decisa.<br />
<br />
“Nei decenni più recenti la velocità dell’innalzamento del livello del mare ha accelerato. Questo fenomeno è dovuto al crescente contributo di acqua apportato dalle calotte polari in Groenlandia e in Antartide, che si aggiunge al contributo di acqua di scioglimento proveniente dai ghiacciai e all’espansione delle acque più calde del mare,” ha detto Valerie Masson-Dalmotte, co-Chair del Working Group I.<br />
<br />
“Questa nuova valutazione ha anche rivisto i contributi, che risultano più elevati che in precedenza, delle calotte polari in Antartide all’innalzamento del livello del mare previsti al 2100 in caso di elevate emissioni di gas serra”, ha spiegato. “L’ampio intervallo delle proiezioni del livello del mare per il 2100 e oltre è legato al modo in cui le calotte polari reagiranno al riscaldamento, specialmente in Antartide. Molte incertezze ancora rimangono in questo campo”.<br />
<br />
<br />
<br />
Più frequenti gli eventi estremi legati al livello del mare<br />
<br />
L’innalzamento del livello del mare aumenterà la frequenza di eventi estremi legati ad esempio ad alte maree e a tempeste. Le indicazioni che emergono del report ci dicono che, con qualsiasi livello di aumento della temperatura, eventi che nel passato hanno avuto luogo una volta in cento anni, in molte regioni si presenteranno una volta ogni anno entro metà del secolo, aumentando così i rischi per molte città costiere e piccole isole.<br />
<br />
Il Report mostra che, in assenza di importanti investimenti in adattamento, queste popolazioni saranno esposte a crescenti rischi di alluvione. Per alcune nazioni insulari c’è la probabilità di diventare inabitabili a causa dei cambiamenti dell’oceano e della criosfera legati al clima, si afferma nel report, ma è estremamente difficile definire la soglia di abitabilità di queste aree.<br />
<br />
L’incremento di cicloni tropicali, venti e piogge inaspriscono gli eventi estremi legati al livello del mare e i pericoli per le aree costiere. Gli eventi pericolosi saranno ulteriormente intensificati da un aumento dell’intensità media, dell’entità degli uragani, e dei livelli di precipitazione dei cicloni tropicali, in particolare se le emissioni di gas serra rimarranno elevate.<br />
<br />
“Numerose strategie di adattamento sono già in corso di implementazione, spesso in risposta ad eventi alluvionali, e il report mette in evidenza la varietà delle opzioni disponibili in contesti diversi per risposte integrate che anticipino la piena entità del futuro innalzamento del livello del mare,” ha detto Masson-Delmotte.<br />
<br />
<br />
<br />
Come cambiano gli ecosistemi marini<br />
<br />
ll riscaldamento e l’alterazione dei valori chimici degli oceani stanno già distruggendo le specie in tutta la catena trofica, con impatti sugli ecosistemi marini e sulle persone che da loro dipendono, afferma il rapporto.<br />
<br />
Ad oggi, l’oceano ha assorbito oltre il 90% del calore in eccesso nel sistema climatico. Entro il 2100, l’oceano assorbirà da 2 a 4 volte più calore rispetto all’intervallo compreso dal 1970 ad oggi, se il riscaldamento globale è limitato a 2°C e fino a 5-7 volte di più in uno scenario con emissioni più elevate. Il riscaldamento dell’oceano non consente il rimescolamento dei vari strati d’acqua e, di conseguenza, l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive per la vita marina.<br />
<br />
Le ondate di calore marine sono raddoppiate in frequenza dal 1982 e stanno aumentando di intensità. Si prevede che sia il riscaldamento sia le ondate di calore abbiano un ulteriore aumento in frequenza, durata, estensione e intensità. La loro frequenza sarà di 20 volte maggiore in uno scenario a 2°C di riscaldamento, rispetto ai livelli preindustriali e di 50 volte maggiore se le emissioni continuano ad aumentare fortemente.<br />
<br />
L’oceano ha assorbito tra il 20 e il 30% delle emissioni di biossido di carbonio indotte dall’uomo dagli anni ’80, causando l’acidificazione degli oceani. Il continuo assorbimento di carbonio da parte dell’oceano entro il 2100 aumenterà la sua acidificazione.<br />
<br />
Il riscaldamento dell’oceano e la sua acidificazione, la perdita di ossigeno e i cambiamenti nella disponibilità dei nutrienti stanno già influenzando la distribuzione e l’abbondanza della vita marina nelle zone costiere, in mare aperto e sul fondale marino.<br />
<br />
I cambiamenti nella distribuzione delle popolazioni ittiche hanno ridotto il potenziale di cattura globale. In futuro alcune regioni, come gli oceani tropicali, subiranno ulteriori riduzioni, mentre altre regioni, come l’Artico, assisteranno ad incrementi. Le comunità che dipendono fortemente dai prodotti ittici possono avere difficoltà per quando riguarda l’alimentazione e la sicurezza alimentare.<br />
<br />
“La riduzione delle emissioni di gas serra limiterà gli impatti sugli ecosistemi marini che ci forniscono cibo, sostengono la nostra salute e modellano le nostre culture”, ha affermato Hans-Otto Pörtner, co-chair del Working Group II dell’IPCC. “Ridurre le altre pressioni, come l’inquinamento, aiuterà ulteriormente la vita marina a gestire i cambiamenti che avvengono nel suo ambiente, consentendo nel contempo un oceano più resiliente”.<br />
<br />
“Politiche quadro, come quelle per la gestione della pesca e delle aree marine protette, offrono alle comunità opportunità di adattarsi ai cambiamenti e di minimizzare i rischi per i nostri mezzi di sussistenza,” ha aggiunto.<br />
<br />
<br />
<br />
Il ghiaccio marino artico diminuisce, il permafrost fonde<br />
<br />
L’estensione del ghiaccio marino artico sta diminuendo in ogni mese dell’anno e si sta assottigliando. Se il riscaldamento globale fosse stabilizzato a 1,5 ° C al di sopra dei livelli preindustriali, l’oceano artico sarebbe libero da ghiaccio nel mese di settembre – il mese con meno ghiaccio – una volta ogni cento anni. Nel caso di riscaldamento globale di 2 ° C, ciò accadrebbe un anno ogni tre.<br />
<br />
Chi vive nell’Artico, come le popolazioni indigene, ha già adattato il modo di spostarsi e le attività di caccia in base alla stagionalità, alla sicurezza delle condizioni del terreno, del ghiaccio e della neve e alcune comunità costiere hanno pianificato il loro trasferimento. Il successo del loro adattamento dipende dalle loro capacità, dai finanziamenti e dal sostegno istituzionale.<br />
<br />
Ghiacciato per anni, il terreno su cui poggia il permafrost si sta riscaldando e scongelando, si prevede che l’ampio disgelo del permafrost abbia luogo nel corso del XXI secolo. Anche se il riscaldamento globale fosse limitato ben al di sotto dei 2°C, circa il 25% del permafrost superficiale (3-4 metri di profondità) si scongelerà entro il 2100. Se le emissioni di gas a effetto serra continuano ad aumentare fortemente, esiste la possibilità che il 70% del permafrost vicino alla superficie vada perso.<br />
<br />
I permafrost artico e boreale contengono grandi quantità di carbonio organico, quasi il doppio del carbonio presente nell’atmosfera, e se si scongelano, possono contribuire all’aumento della concentrazione di gas a effetto serra nell’atmosfera. Non è chiaro se esiste già un rilascio netto di anidride carbonica o di metano a causa del disgelo in corso del permafrost artico.<br />
<br />
In futuro, l’aumento della crescita delle piante può incrementare lo stoccaggio di carbonio nel suolo e compensare il rilascio di carbonio dal disgelo del permafrost, ma su una scala grandi cambiamenti a lungo termine.<br />
<br />
Gli incendi violenti stanno distruggendo gli ecosistemi nella maggior parte delle regioni della tundra, regioni boreali e regioni montane.<br />
<br />
<br />
<br />
Conoscere per agire<br />
<br />
Ridurre fortemente le emissioni di gas serra, proteggere e ripristinare gli ecosistemi, una gestione attenta dell’uso delle risorse naturali sono tutte azioni che renderebbero possibile preservare l’oceano e la criosfera come fonti di opportunità a supporto dell’adattamento ai futuri cambiamenti, limitando i rischi e offrendo in aggiunta molteplici vantaggi sociali.<br />
<br />
“Saremo in grado di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali solo se mettiamo in atto modifiche senza precedenti delle nostre abitudini in tutti gli ambiti della società, quali l’energia, il territorio e gli ecosistemi, le città e le infrastrutture, nonché l’industria. Le ambiziose politiche climatiche e le riduzioni di emissioni necessarie per realizzare l’accordo di Parigi proteggeranno anche l’oceano e la criosfera e, infine sosterranno tutta la vita sulla Terra,” ha affermato Debra Roberts, co-chair del Working Group II dell’IPCC.<br />
<br />
Questo rapporto fornisce le migliori conoscenze scientifiche disponibili per sostenere le azioni dei governi e delle comunità, incorporando nel loro specifico contesto tali conoscenze scientifiche sui cambiamenti che sono inevitabili e futuri plausibili, per limitare l’entità dei rischi e gli impatti climatici.<br />
<br />
Il rapporto fornisce le prove dei benefici ottenibili con la combinazione della conoscenza scientifica con il sapere locale e indigeno per sviluppare opzioni adeguate al fine di gestire i rischi dei cambiamenti climatici e migliorare la resilienza. Questo è il primo rapporto IPCC che evidenzia l’importanza dell’istruzione per migliorare la conoscenza dei cambiamenti climatici, l’alfabetizzazione alla conoscenza dell’oceano e della criosfera.<br />
<br />
“Quanto più presto e risolutamente agiremo, tanto più saremo in grado di affrontare l’inevitabile cambiamento, gestire i rischi, migliorare la nostra vita e raggiungere la sostenibilità per gli ecosistemi e le persone in tutto il mondo, oggi e in futuro “, ha affermato Roberts.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
————————————————————-<br />
<br />
Maggiori informazioni sul Report sul sito Focal Point IPCC per l’ITALIA<br />
<br />
La cartella stampa a cura del Focal Point IPICC per l’Italia è disponibile a questo link<br />
<br />
<br />
<br />
Il Focal Point Nazionale IPCC può considerarsi come un punto di incontro tra l’IPCC, la comunità scientifica e l’opinione pubblica nazionale al fine di favorire il mutuo scambio di informazioni sulle attività in corso.<br />
<br />
Il Focal Point Nazionale IPCC partecipa alle sessioni plenarie e agli incontri dell’IPCC, rappresenta l’IPCC nel proprio paese e svolge attività di comunicazione e divulgazione riguardo alle attività dell’IPCC.<br />
<br />
L’attività di Focal Point IPCC per l’Italia è svolta da Antonio Navarra presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC).<br />
<br />
Il sito dell’IPCC Focal Point per l’Italia: https://ipccitalia.cmcc.it</div>
libreria internazionale il marehttp://www.blogger.com/profile/12670136408561038842noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-37663432224897724232019-08-01T10:00:00.000-07:002019-10-03T03:20:15.064-07:001929-2019, il Dragone compie 90 anni<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">
p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 12.0px Times}
p.p2 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 12.0px Times; min-height: 14.0px}
</style>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-fios3H886rg/XZXKgRBdZUI/AAAAAAAAL0g/NEtfyTeD2m4QdDDGle_gTcbDA5ddEcPyACLcBGAsYHQ/s1600/dragone%2B02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="169" data-original-width="656" height="102" src="https://1.bp.blogspot.com/-fios3H886rg/XZXKgRBdZUI/AAAAAAAAL0g/NEtfyTeD2m4QdDDGle_gTcbDA5ddEcPyACLcBGAsYHQ/s400/dragone%2B02.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="p2">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Il Dragone, il monotipo a chiglia più diffuso al mondo, compie 90 anni. È nato infatti nel 1929 dalla matita del progettista norvegese Johan Anker. Lungo 8,90 metri, facilmente carrellabile, venne costruito inizialmente in legno e per un quarto di secolo fu scelto come classe olimpica. A partire dal 1970 si cominciò a realizzarla anche in vetroresina, fino a superare gli oltre 6500 esemplari varati nel mondo. Sempre quest’anno l’associazione italiana di classe, fondata nel 1989, festeggia il trentennale.</span><span class="Apple-converted-space" style="font-family: inherit; font-size: small;"> </span></div>
<a name='more'></a><br />
<div class="p2">
<span class="Apple-converted-space" style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="p1">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-4Oek8ktHvVY/XZXKff72bRI/AAAAAAAAL0c/EdwN61R7d28MEoJo-lRaD6Ns_C3U4i7NwCLcBGAsYHQ/s1600/dragone%2B01.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="275" data-original-width="223" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-4Oek8ktHvVY/XZXKff72bRI/AAAAAAAAL0c/EdwN61R7d28MEoJo-lRaD6Ns_C3U4i7NwCLcBGAsYHQ/s200/dragone%2B01.jpg" width="162" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-whdMLDM8VFI/XZXKgkzc5EI/AAAAAAAAL0k/ryvBQ6AYEKI83cFPgZkQ1I-MgZhsrLFRwCLcBGAsYHQ/s1600/dragone%2B03.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="420" data-original-width="630" height="133" src="https://1.bp.blogspot.com/-whdMLDM8VFI/XZXKgkzc5EI/AAAAAAAAL0k/ryvBQ6AYEKI83cFPgZkQ1I-MgZhsrLFRwCLcBGAsYHQ/s200/dragone%2B03.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: inherit; font-size: small;">All’epoca, caratterizzata da yacht a vela di notevoli dimensioni, Anker concepì una barca piccola e dai costi contenuti, in grado di aggiudicarsi la regata organizzata dal Royal Gothenburg Yacht Club. Grazie alla piccola cabina e a due rudimentali posti letto poteva anche compiere brevi crociere nei fiordi.</span></div>
<div class="p1">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Tra il 1948 e il 1972 il Dragone divenne classe olimpica. Poi, da quando fu esclusa dai Giochi, grazie al lavoro dell’IDA (International Dragon Association, www.intdragon.net), che ne ha gestito bene la stazza e limitato la corsa all’armamento, il Dragone ha aumentato la sua diffusione. Oggi è rappresentato in 31 nazioni di 5 continenti. In Italia e in Mediterraneo il cantiere di riferimento per professionalità, restauro e manutenzione è la Sibma Navale di Imperia di Mario e Andrea Quaranta (www.sibma.it), padre e figlio, anche attivi regatanti a bordo del loro Little Diva del 2010, campione italiano in carica. Si calcola che siano ben 1360 gli scafi registrati nel 2019, escluso un pari numero di barche impiegate nel diporto.</span></div>
<div class="p1">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-3qdK8xsjLmI/XZXKfdzBsFI/AAAAAAAAL0Y/U7JmCsYj0x8T5hmdc_x5OAPCA87Fo23zACLcBGAsYHQ/s1600/8-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="600" height="177" src="https://1.bp.blogspot.com/-3qdK8xsjLmI/XZXKfdzBsFI/AAAAAAAAL0Y/U7JmCsYj0x8T5hmdc_x5OAPCA87Fo23zACLcBGAsYHQ/s200/8-1.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Tecnica, fisicità, attenzione al dettaglio, meticolosità. È quanto necessario per condurre un Dragone. Bisogna essere innanzitutto bravi velisti, in grado di gestire contemporaneamente una dozzina di manovre e regolazioni, continuamente modificabili in base alle mutate condizioni di vento e di onda. L’equipaggio può essere composto da 3 o 4 persone. L’importante è, come da regolamento, che non venga superato il peso complessivo di 285 chilogrammi. Non si regata con un vento inferiore a 3 m/s, circa 6 nodi di intensità, ma non sussiste un limite massimo. Ad esempio nel 2018, in occasione del Campionato Italiano Open di Sanremo, si è regatato con oltre 35 nodi di vento, spesso planando sulle onde a 16 nodi di velocità. Pur con tutta la randa issata e lo spinnaker, la tenuta di mare del Dragone si è dimostrata superlativa. I Dragone costruiti dopo il 2009 possono anche permettersi di scuffiare senza temere di affondare, grazie a una riserva di galleggiamento pari a 2100 litri che ne garantisce l’insommergibilità. La barca è facilmente carrellabile e la sua larghezza, inferiore a 2 metri, rientra nel limite massimo dei 2,50 metri per poterla movimentare su strada (il peso è di 1.700 chilogrammi e il pescaggio di 1,20 metri).</span></div>
<div class="p1">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-04KXSwcCeTw/XZXKfVBLgXI/AAAAAAAAL0U/gcE0RcnHhTolxbwzebw5RBCxbNSyio7BQCLcBGAsYHQ/s1600/2-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="600" height="177" src="https://1.bp.blogspot.com/-04KXSwcCeTw/XZXKfVBLgXI/AAAAAAAAL0U/gcE0RcnHhTolxbwzebw5RBCxbNSyio7BQCLcBGAsYHQ/s200/2-2.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Oggi sono tre i principali costruttori al mondo di Dragoni: il danese Borresen (www.borresen.com), che ne ha varati più di 1500 in oltre 60 anni, l’inglese Petticrows (www.petticrows.co.uk), oltre 700 Dragoni costruiti, e il tedesco Glas (www.bootswerft-glas.de) che nel 2019 festeggia 40 anni da quando ha cominciato a produrre queste barche. Da poco più di un decennio si è aggiunto anche il cantiere ucraino Lagoon Royal (www.lagoonroyal.com), autore di new classic in legno a vela e a motore. Il loro Dragone, realizzato interamente in legno e già venduto in diversi esemplari, ha superato con successo i controlli effettuati all’epoca da Gunter Ahlers, stazzatore dell’International Dragons Federation. Oggi il Dragone continua ad essere costruito al ritmo di 40-50 unità all’anno.</span></div>
<div class="p1">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">L’associazione italiana classe Dragone (www.assodragone.it) è stata costituita nel 1989 dal bolognese Piero Guidi, scomparso nel 2008. La figlia Susanna ha poi seguito le orme paterne regatando a bordo di Buriana del 1963. A gestire l’associazione per oltre un ventennio è stato Antonio ‘Tonino’ Viretti, presidente e factotum ancora in carica. Genovese, classe 1936, ex dirigente del settore farmaceutico e velista per oltre mezzo secolo ha sempre regatato sul suo Dragone Fanfouette. I primi Dragoni italiani sono stati Ausonia (ITA-1), un cantiere Beltrami del 1948 donato a metà degli anni Novanta al presidente del Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli, e Blue Mallard (ITA-2), costruito nel 1949 dal cantiere norvegese Brødrene Rolands sul quale ha regatato in passato anche l’ex ammiraglio della Marina Militare Cristiano Bettini. Tra gli altri Dragoni visti sui campi di regata Fafnir III, Japetus, Alì Babà II del 1964, Tramontana, Cloud del pluricampione veneziano Giuseppe Duca, Celina III, Acanto del 1966 e Nathaly del 1961. Galatea II, varato dal cantiere Baglietto di Varazze nel 1951, ha partecipato alle Olimpiadi finlandesi di Helsinki del 1952, dove si è piazzata nona su diciassette partecipanti. Oggi regata grazie ai fratelli milanesi La Scala e sullo scafo sono ben visibili i cinque cerchi olimpici. A Taifun del 1936, costruito in Svezia, e Stella III il primato di essere i più vecchi Dragoni in legno naviganti in Mediterraneo, nonché tra i più antichi al mondo. In epoca recente Taifun ha fatto base presso lo Yacht Club Italiano di Genova. </span></div>
<div class="p1">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Written by <i>Giovanni Cespa</i></span></div>
<div class="p2">
<br /></div>
<div class="p2">
<br /></div>
<br /></div>
libreria internazionale il marehttp://www.blogger.com/profile/12670136408561038842noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-11654282464620858802019-07-26T08:02:00.001-07:002019-10-02T08:46:28.150-07:00La Marina italiana prende in consegna il suo primo UNPAV<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div class="MsoNormal">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-goVpz1BgC9s/XTsVwtBxSVI/AAAAAAAAShs/sqoVq3nEWyALCD4sYLSwTEx-kgFcde1ogCK4BGAYYCw/s1600/Angelo%2BCabrini-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="139" src="https://1.bp.blogspot.com/-goVpz1BgC9s/XTsVwtBxSVI/AAAAAAAAShs/sqoVq3nEWyALCD4sYLSwTEx-kgFcde1ogCK4BGAYYCw/s200/Angelo%2BCabrini-2.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: inherit; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L’Angelo Cabrini è operativo.
L’unità è nel programma Unpav (Unitá Navale Polivalente Alta Velocità),
centrato sulla costruzione di almeno due imbarcazioni di questo tipo. La
seconda unità, il Tullio Tedeschi, verata lo scorso maggio nel cantiere
Intermarine di Messina, sarà completata nel 2020. Progettate per essere in grado di superare i 30 nodi (fino a 50 secondo alcune
fonti), queste barche composite da 185 tonnellate sono equipaggiate con tre motori
diesel MTU da 2000 kW ciascuno e tre idrogetti Kamewa. </span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: inherit; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L'autonomia è data a
1500 miglia a 16 nodi. Oltre l’equipaggio di 9 membri, possono </span></div>
<span style="font-family: inherit;">ospitare 20
commando con le loro attrezzature (letti e locali dedicati in particolare per i
subacquei) per una durata di dieci giorni. Uno scivolo a poppa consente la
messa in acqua veloce di una barca semirigida di 7 metri. Dotati di solide
capacità elettroniche di sorveglianza e comunicazione, gli UNPAV dispongono di
un cannone comando remoto da 12,7 mm, mitragliatrici Dillon, e possono
trasportare lanciatori di missili leggeri, come il sistema anticarro Spike LR.</span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Oltre alle operazioni speciali,
Angelo Cabrini e Tullio Tedeschi saranno in grado di svolgere missioni di
controllo e sorveglianza, protezione delle aree sensibili e lotta al traffico
illecito.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L’unità è intitolata alla Medaglia
d'oro al valor militare Angelo Cabrini, che, Sottotenente di Vascello, combatté
nel secondo conflitto mondiale durante il quale, addestratosi sugli speciali
barchini esplosivi MTM, partecipò al forzamento del porto inglese di Suda
(Creta), concepito e pianificato dal comandante dei mezzi d'assalto di
superficie, capitano di fregata Vittorio Moccagatta, e diretto dal tenente di
vascello Luigi Faggioni. L'azione, condotta alle prime luci del 26 marzo 1941,
culminò con l'affondamento dell'incrociatore pesante inglese York, ad opera del
barchino MTM 2 guidato dallo stesso Cabrini, e con il grave danneggiamento
della petroliera Pericles da 8.324 tsl. L'operazione gli valse la massima onorificenza
militare.</span></div>
<style>
<!--
/* Font Definitions */
@font-face
{font-family:Calibri;
panose-1:2 15 5 2 2 2 4 3 2 4;
mso-font-charset:0;
mso-generic-font-family:auto;
mso-font-pitch:variable;
mso-font-signature:3 0 0 0 1 0;}
/* Style Definitions */
p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal
{mso-style-unhide:no;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
margin:0cm;
margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:12.0pt;
font-family:Calibri;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-language:EN-US;}
.MsoChpDefault
{mso-style-type:export-only;
mso-default-props:yes;
font-size:10.0pt;
mso-ansi-font-size:10.0pt;
mso-bidi-font-size:10.0pt;
font-family:Calibri;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-hansi-font-family:Calibri;}
@page WordSection1
{size:612.0pt 792.0pt;
margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm;
mso-header-margin:36.0pt;
mso-footer-margin:36.0pt;
mso-paper-source:0;}
div.WordSection1
{page:WordSection1;}
-->
</style></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-58798649147188362462019-07-26T08:00:00.000-07:002019-10-02T08:50:34.214-07:00Scioglimento record dei ghiacci Artici<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-FtuY9mNxf-E/XTsVUZykhRI/AAAAAAAAShg/fuDZ-Llov1wfT5BG8RHvcHXn1W2AbyBQgCLcBGAs/s1600/Artico-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="661" data-original-width="1000" height="131" src="https://1.bp.blogspot.com/-FtuY9mNxf-E/XTsVUZykhRI/AAAAAAAAShg/fuDZ-Llov1wfT5BG8RHvcHXn1W2AbyBQgCLcBGAs/s200/Artico-1.jpg" width="200" /></span></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "times new roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span>Fa molto caldo nell'Artico. Le
osservazioni meteorologiche mostrano che, all'inizio di luglio, la superficie
del ghiaccio era sotto la linea del 2012, anno che aveva visto il record minimo
in questa zona. Questo fenomeno è spiegato da pressioni atmosferiche molto
elevate nel nord del continente americano, con un massimo sulla Groenlandia e
basse pressioni sul lato eurasiatico. L'aria calda che risale lungo la costa
del Mare di Laptev e un avvio molto veloce del periodo di scioglimento estivo causano
una grande rottura del ghiaccio della banchisa.</span><br />
<a name='more'></a></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "times new roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span><br /></span>
</span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
Dalla fine di giugno, il tasso di fusione si è accelerato e sono stati persi
più di 2,2 milioni di kmq di ghiaccio (un'area più grande di quella della
Groenlandia). Ciò corrisponde a una scomparsa di 110.000 km2 al giorno, che è
il doppio del normale. L’11 luglio scorso, la superficie dei ghiacci era di
8,19 milioni di kmq. L'anno scors, alla stessa data, misurava 9,08 milioni di
kmq.<br />
Dal fine settimana del 14 luglio, la situazione sta cambiando con la comparsa
di un minimo freddo centrato sull'Artico. Le conseguenze sulla banchisa sono
ancora difficili da determinare, tra un effetto potenzialmente positivo, con
una massa d'aria più fresca e umida, che limita a priori il riscaldamento negli
strati bassi dell’aria, e un effetto negativo per una dispersione e un
indebolimento dei ghiacci dovuto ai venti legati a questo tipo di depressioni
artiche.</span></div>
<style>
<!--
/* Font Definitions */
@font-face
{font-family:Calibri;
panose-1:2 15 5 2 2 2 4 3 2 4;
mso-font-charset:0;
mso-generic-font-family:auto;
mso-font-pitch:variable;
mso-font-signature:3 0 0 0 1 0;}
/* Style Definitions */
p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal
{mso-style-unhide:no;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
margin:0cm;
margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:12.0pt;
font-family:Calibri;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-language:EN-US;}
.MsoChpDefault
{mso-style-type:export-only;
mso-default-props:yes;
font-size:10.0pt;
mso-ansi-font-size:10.0pt;
mso-bidi-font-size:10.0pt;
font-family:Calibri;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-hansi-font-family:Calibri;}
@page WordSection1
{size:612.0pt 792.0pt;
margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm;
mso-header-margin:36.0pt;
mso-footer-margin:36.0pt;
mso-paper-source:0;}
div.WordSection1
{page:WordSection1;}
-->
</style></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-90121316800680274972019-07-09T10:16:00.001-07:002019-10-02T08:47:08.957-07:00Navigare entro e oltre le 12 miglia guidati da un esperto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Z5nWqQnLCcQ/XSY7zRt0FBI/AAAAAAAASfw/d4FHfmSXwT8Vfh9QpE-yPJAUgXifapacACLcBGAs/s1600/44293.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1133" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-Z5nWqQnLCcQ/XSY7zRt0FBI/AAAAAAAASfw/d4FHfmSXwT8Vfh9QpE-yPJAUgXifapacACLcBGAs/s200/44293.jpg" width="141" /></span></a><span style="font-family: inherit;">Con molto piacere mi occupo di questo volume dal titolo lunghissimo <a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=navigare&qa=Damascelli&qt=3" target="_blank"><b><i>Navigare – Guida all’arte della Navigazione - Preparazione agli esami di patente nautica</i></b></a>. Scritto da Umberto Damascelli e Claudio Rinaldini, pubblicato dalla Nautica Newton Editore. Umberto è venuto direttamente alla Libreria Internazionale il Mare a consegnarci il suo libro fresco di stampa, naturalmente con una dedica: “<i>a Giulia e Marco, che il mare lo conoscono bene e lo amano come me. Buon Vento</i>!” Umberto Damascelli, è cliente della libreria il mare da numerosi anni e quando ci veniva a trovare, conoscendo le sue abilità di insegnante, non mancavamo di chiedergli di scrivere un testo per la preparazione degli esami. Più serio e documentato rispetto ai testi esistenti sul mercato. Ora eccolo qui. </span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: inherit;">Il volume è suddiviso in due importanti sezioni: la prima riguarda la navigazione entro le 12 miglia e parte dalla normativa per proseguire con la sicurezza della navigazione. Un capitolo è dedicato al regolamento per prevenire gli abbordi in mare. Vi si spiega come effettuare la navigazione in prossimità della costa e in acque interne, per finire, questa prima parte, con l’Assistenza e il salvataggio, di attualità in questo momento storico. Vi si trovano molti altri altri capitoli riguardanti la parte dedicata alla navigazione entro le 12 miglia dalla costa.</span><br />
<span style="font-family: inherit;">La seconda parte del libro si occupa della navigazione oltre le 12 miglia, diviso in numerosi </span><br />
<span style="font-family: inherit;">argomenti che trattano del galleggiamento delle navi, della loro stabilità, la meteorologia, per proseguire con la navigazione e i suoi problemi in alto mare. Non mancano cenni sulla navigazione <span id="goog_1796286536"></span><span id="goog_1796286537"></span>Astronomica ed Elettronica. Il testo procede con la teoria della vela, le attrezzature e le manovre. Insomma un libro da studiare attentamente prima di avventurarsi in mare. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-hONgjytMkzI/XSS1CyyRrBI/AAAAAAAASfM/RzXw0Mc4MxsVmgqqaD39LCYth4ylLnXEQCEwYBhgL/s1600/Corinto%2B2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1463" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-hONgjytMkzI/XSS1CyyRrBI/AAAAAAAASfM/RzXw0Mc4MxsVmgqqaD39LCYth4ylLnXEQCEwYBhgL/s320/Corinto%2B2.jpg" width="292" /></span></a></div>
<span style="font-family: inherit;">Dicono gli autori, riprendendo dei concetti usati dalla Marina Militare “ La nave deve essere economica e sicura e cioè deve condurre a destinazione con il minimo dispendio di mezzi ed energie, ma nello stesso tempo, senza rischi per la gente di bordo” Questo manuale, quindi è stato pensato e realizzato alla luce delle considerazioni della Marina Militare. Gli autori, pur avendo scritto un ottimo manuale raccomandato il lettore di andare per mare, perché la navigazione si impara navigando.</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Umberto Damascelli, oltre ad essere nostro cliente da numerosi anni, naviga svolgendo attività di Skipper in tutto il Mediterraneo. Da 35 anni si occupa di didattica della navigazione per il conseguimento delle patenti di imbarcazioni e navi. La sua attenzione è rivolta alla Teoria della Nave, Navigazione Piana, Cinematica Navale e Navigazione Astronomica: insomma un vero maestro e ottimo insegnante. Il suo motto preferito è la celebre frase di Pompeo: “Navigare Necesse Est”</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Umberto è genovese doc, ha sempre vissuto in località di mare prima di approdare a Roma. Si è laureato in Matematica presso l’Università di Pisa. È docente ordinario di Matematica e Fisica negli Istituti Tecnici. Ha prestato servizio nelle Capitanerie di Porto e ha condotto studi di Ingegneria Navale: un esperto di insegnamento con un curriculum di </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-YePGRoX8p-Q/XSS2cMDMU-I/AAAAAAAASfY/yK4fL8hGhjYlYWG_9UrULIKPDsBfy1t4QCLcBGAs/s1600/argentario.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1262" data-original-width="1024" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-YePGRoX8p-Q/XSS2cMDMU-I/AAAAAAAASfY/yK4fL8hGhjYlYWG_9UrULIKPDsBfy1t4QCLcBGAs/s320/argentario.jpg" width="259" /></span></a></div>
<span style="font-family: inherit;">tutto rispetto. Damascelli ha trovato un valido collaboratore, nella persona di Claudio Rinadini, in servizio permanente all’Aeronautica Militare, che ha lasciato ultimamente per gestire, insieme al padre, una importante scuola nautica di Roma. Comandante di navi da diporto, è abilitato dalla Provincia di Roma, come insegnante-istruttore. Ottime credenziali per scrivere di navigazione</span><br />
<b><i><span style="font-family: inherit;">Giulia D’Angelo</span></i></b><br />
<a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=navigare&qa=Damascelli&qt=3"><span style="font-family: inherit;">https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=navigare&qa=Damascelli&qt=3</span></a> </div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-61781554993852985942019-06-29T09:06:00.003-07:002019-12-13T07:08:28.100-08:00L’Area Archeologica sotto il nuovo Mercato di Testaccio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-bGxR1tfaCPQ/XRdFI5GoibI/AAAAAAAASd8/m9mhWRPhdhE8Ys310qk5D_VyUn4nDBZ7QCLcBGAs/s1600/DSC_0412.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="133" src="https://1.bp.blogspot.com/-bGxR1tfaCPQ/XRdFI5GoibI/AAAAAAAASd8/m9mhWRPhdhE8Ys310qk5D_VyUn4nDBZ7QCLcBGAs/s200/DSC_0412.jpg" width="200" /></a></div>
Il rione Testaccio si estende per circa 600 ha sulla riva sinistra del Tevere, conserva significative testimonianze e presenze monumentali delle varie epoche e vanta una continuità funzionale, dalla città antica alla città moderna, per la singolare vocazione economico commerciale periodicamente riemersa nel corso dei secoli. Il paesaggio dell’area è profondamente mutato nel corso dei secoli: all’inizio del II a.C la piana del Testaccio fu destinata alla <br />
<a name='more'></a>costruzione di un nuovo porto, l’Emporium, e fino al I- II d.C. occupata da edifici per la conservazione e l’immagazzinamento delle merci tra cui la Porticus Aemilia e da una grande discarica di anfore olearie (Monte dei Cocci o Monte Testaccio). Dal VII sec. d. C. la piana subì un progressivo fenomeno di ruralizzazione e dall’età medievale fu <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-X0IATRoQIBo/XRdFVgJUQMI/AAAAAAAASeA/5YPW9rbUJSoxZMQjt2r2fay_-sRRlbJ0gCLcBGAs/s1600/DSC_0415.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1189" data-original-width="1600" height="237" src="https://1.bp.blogspot.com/-X0IATRoQIBo/XRdFVgJUQMI/AAAAAAAASeA/5YPW9rbUJSoxZMQjt2r2fay_-sRRlbJ0gCLcBGAs/s320/DSC_0415.jpg" width="320" /></a></div>
destinata all’impianto di orti e vigne, assumendo l’aspetto tipico della campagna suburbana con casali. Dopo l’unità d’Italia, il Piano Regolatore del 1871 destinò l’area a ospitare gli stabilimenti industriali e le annesse abitazioni operaie. Lo scavo del Nuovo Mercato Testaccio, un quadrilatero di circa un
ettaro, partito dalla quota stradale di 15,00 metri s.l.m., si è
approfondito fino a raggiungere la quota media di 9,00 metri ca. s.l.m
ed ha restituito una stratigrafia ininterrotta dall’età primo imperiale
alla età contemporanea. Una fase primo imperiale (età augustea-età flavia; I sec. d.C.) ha messo in luce nel settore nordorientale dello scavo e poi in quello occidentale, un sistema di ambienti <br />
coperti e cortili scoperti serviti da viabilità di servizio che risultano peculiari per il materiale da costruzione utilizzato. Tutti i “muri” del sistema sono infatti realizzati con anfore svuotate e <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-P-1RvMEqHgA/XRdFiE-__UI/AAAAAAAASeE/g_Acand0z4kdgi3GjEnDjWQX2dL2haA8QCLcBGAs/s1600/DSC_0417.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1508" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-P-1RvMEqHgA/XRdFiE-__UI/AAAAAAAASeE/g_Acand0z4kdgi3GjEnDjWQX2dL2haA8QCLcBGAs/s320/DSC_0417.jpg" width="301" /></a></div>
reimpiegate impilate le une sulle altre.<br />
Allo stato attuale questo sistema di ambienti è stato identificato, nel settore nordorientale come un’ampia area di discariche per materiale edilizio di reimpiego, costituito per la maggior parte da materiale anforario e laterizio, mentre nel settore occidentale come ambienti, probabilmente di magazzino, con piani pavimentali in terra battuta ben riconoscibili. La successiva fase di età medio imperiale (età traianoadrianea; fine I sec. d. C. – metà II sec. d.C.) è caratterizzata nella porzione occidentale dello scavo dai livelli di costruzione di un edificio di forma trapezoidale, identificato come horreum, costituito da file di ambienti rettangolari prospettanti su un ampio piazzale porticato centrale ed in parte obliterato dalle moderne via B. Franklin, a ovest, e via A. Manuzio, a nord.<br />
Di questo magazzino si conservano esclusivamente i livelli di costruzione. L’horreum venne infatti interamente spoliato in età antica (fine III-inizi IV sec. d.C.) fino alle soglie del piano terreno.<br />
<br />
<b><i>Nella foto l’archeologo Luca Mocchegiani Carpano <span style="font-size: small;">responsabile del Centro di Coordinamento delle Prospezioni Archeologiche del Mercato Testaccio</span></i></b><br />
<br />
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-1412385567010779362019-06-28T09:39:00.000-07:002019-10-02T08:54:10.848-07:00Ustica e i Tridenti d’Oro<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-IMtsGGQkJ3o/XRY0drQ82PI/AAAAAAAAScQ/MG1vQ51VwyAY67U-6w4TqSHX3IfYITebQCLcBGAs/s1600/%2BNapoli%2BAssemblea%2Btridenti%2BMessina%2B%2BGiulia%2B04%2B03%2B08.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1043" data-original-width="1494" height="139" src="https://1.bp.blogspot.com/-IMtsGGQkJ3o/XRY0drQ82PI/AAAAAAAAScQ/MG1vQ51VwyAY67U-6w4TqSHX3IfYITebQCLcBGAs/s200/%2BNapoli%2BAssemblea%2Btridenti%2BMessina%2B%2BGiulia%2B04%2B03%2B08.jpg" width="200" /></a>Dal 1 al 7 luglio 2019, si svolgerà ad Ustica la 60 Rassegna delle Attività Subacquee e sarà dedicata a Sebastiano Tusa, il grande archeologo subacqueo scomparso nei cieli della Somalia. Andava in Tanzania per lavoro Sebastiano, lo avevano invitato per proseguire le ricerche di due Galeoni Portoghesi ritrovati nelle acque di quel paese.<i><u> <b>A sn. Lucio Messina e Giulia D’Angelo</b></u></i><br />
Era il 10 marzo, ma Sebastiano aveva già consegnato parte dei tridenti d’oro del 2019 a Bologna e aveva iniziato, quale Presidente<br />
<a name='more'></a>dell’Accademia Internazionale delle Scienze e Attività subacquee, a programmare la 60 Rassegna di Ustica a cui teneva moltissimo. <br />
Ci aveva inviato per mail un brevissimo messaggio, come era suo uso: “Dateci idee”. Queste due parole volevano dire, datemi una mano. Era stanco Sebastiano, aveva troppi impegni e mi aveva confidato a Bologna che dopo questa 60° Rassegna, avrebbe lascito ad altri la Presidenza dell’Accademia. Capivo <span id="goog_1779931373"></span><span id="goog_1779931374"></span><br />
le sue ragioni perché era oberato di lavoro tra l’Assessorato alla Cultura della Regione Siciliana, la <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-JCd-Elvp1L4/XRY-G7GrPTI/AAAAAAAASdU/ykLc2DkBQbUM-d2zRWBlBnyqjXdmrDCPACLcBGAs/s1600/_DSC5653.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1573" data-original-width="1600" height="314" src="https://1.bp.blogspot.com/-JCd-Elvp1L4/XRY-G7GrPTI/AAAAAAAASdU/ykLc2DkBQbUM-d2zRWBlBnyqjXdmrDCPACLcBGAs/s320/_DSC5653.jpg" width="320" /></a></div>
Soprintendenza del Mare, l’Accademia, i libri che scriveva, gli scavi archeologici di Selinunte, Pantelleria, le Egadi, Ustica e tanti altri, non sapeva a chi dare i resti. Ma gli dissi:“ non lasciare, senza di te questa associazione muore”. <b><i>A ds. Sebastiano Tusa conferisce a Giulia il Tridente Award per la liberia Il Mare</i></b>.<br />
Ci siamo comunque attivati con la Libreria Internazionale Il Mare per la buona riuscita della Rassegna. Ustica per me è sempre stata l’isola del cuore, insieme a Favignana. Avevo dovuto penare vari anni prima di poterla raggiungere. Negli anni 70, le comunicazioni con l’isola, da Palermo erano scarse e
per prendere il traghetto era necessario dormire un giorno nella
capitale siciliana. Se per caso il mare era mosso, il traghetto non
partiva. Quindi quando incontrai Lucio Messina, che da anni organizzava
la Rassegna, gli raccontati delle difficoltà che incontravo per
raggiungere l’isola. “non ti preoccupare” – mi disse Lucio – “ ti
inviterò alla prossima rassegna e organizzerai così una mostra di libri
di mare”. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Da allora tornai ogni anno sull’isola su invito di Lucio e partecipai a vari dibattiti e incontri, fin quando nel 1999, per l’interessamento di Elisha Linder, di Paolo Notarbartolo di Sciara e Alessandro Fioravanti, con l’appoggio di Maricetta Messina, mi fu consegnato, tra le pochissime donne. l’agognato Tridente d’Oro. Mi trovavo in compagnia dei “mostri sacri” della subacquea con <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-1Hj3qVsuC5w/XRY-UJ8DhzI/AAAAAAAASdY/cNACvlScgUoezYCuOGTl0AOxZ1yAJaIHACLcBGAs/s1600/_DSC5661.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1065" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-1Hj3qVsuC5w/XRY-UJ8DhzI/AAAAAAAASdY/cNACvlScgUoezYCuOGTl0AOxZ1yAJaIHACLcBGAs/s320/_DSC5661.jpg" width="212" /></a></div>
Cousteau, Quilici, Maiorca, Mayol, e tanti altri. Ero emozionantissima quella sera, sul palco della piazza di Ustica e non riuscii a spiccicare una frase. Firmai, tremante, la carta che attestava la mia cittadinanza onoraria all’isola. Poi fui invitata sulla Bannock da Raffaele Pallotta, il presidente in carica dell’Accademia e sulla nave persi la spilla d’oro che mi era stata donata insieme al diploma e alla scultura di lava dell’isola con un tridente. Già la Bannock, quanti ricordi: eravamo ad Ustica nel 1980, quando successe l’incidente dell’aereo e l’equipaggio della nave oceanografica fu richiamato per svolgere le ricerche in mare dell’aereo caduto. Erano anni diversi e i ricordi mi assalgono.<br />
A <b><i>sn. il sindaco Attilio Licciardi nomina Giulia cittadina onoraria di Ustica</i> </b><br />
Come dimenticare le immersioni in apnea sul gommone di Lucio e le risate di Maricetta che raccoglieva e mangiava i ricci a mare, con la giovanissima Roberta. E Camillone con la sua Alalunga sott’olio e Don Carmelo con il lavoro di ricerca delle antichità dell’isola. Poi ancora il sindaco Nicola Longo, subacqueo, ma anche agronomo, con la figlia Margherita di otto anni a cui regalali il mio volume Guida alle Conchiglie Mediterranee. Come dimenticare nel 1989 la presentazione a Napoli, durante la Biennale del mare, del Catalogo internazionale dei libri di mare elaborato da Marco Firrao e della Rivista lI Mare, con il suo direttore Maurizio Bizziccari. E la gita con Nicola a Napoli dove eravamo stati invitati ad organizzare una mostra internazionale di libri, per la Biennale Internazionale del Mare organizzata da Raffaele Pallotta. Da Napoli poi la partenza verso <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-si-vO6h0Yxk/XRY-fWZpsrI/AAAAAAAASdg/PtYTNda9-Jga7S-a4F56m5jW2D8Sib7lQCLcBGAs/s1600/Bannock%2BProcida%2B1989%2BMajol%2BGiulia%2BLongo.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1169" data-original-width="1568" height="238" src="https://1.bp.blogspot.com/-si-vO6h0Yxk/XRY-fWZpsrI/AAAAAAAASdg/PtYTNda9-Jga7S-a4F56m5jW2D8Sib7lQCLcBGAs/s320/Bannock%2BProcida%2B1989%2BMajol%2BGiulia%2BLongo.jpeg" width="320" /></a></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-at_XOHPoGrw/XRY1QJr8N5I/AAAAAAAAScg/gGpJm8vhkagF_hplI979AC1V9-5_CQ65QCLcBGAs/s1600/ripetta%2B239%2B%2BQuilici%2Be%2BGiulia.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="623" data-original-width="930" height="214" src="https://1.bp.blogspot.com/-at_XOHPoGrw/XRY1QJr8N5I/AAAAAAAAScg/gGpJm8vhkagF_hplI979AC1V9-5_CQ65QCLcBGAs/s320/ripetta%2B239%2B%2BQuilici%2Be%2BGiulia.jpeg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Folco Quilici e Giulia</i></td></tr>
</tbody></table>
Procida, ancora con la Bannock e con Salvatore Scotto di Santillo del Cnr. A Procida, insieme a Jacques Mayol, dopo aver mangiato l’insalata di limoni favolosi, Nicola raccolse una pianta di<br />
<b><i>A ds. una foto storica: 1999, Jacques Mayol a bordo della Bannock con il sindaco di Ustica Nicola Longo e Giulia </i></b><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Kg6el7U3XVQ/XRY1_xpEUDI/AAAAAAAASco/DUcWilUILM843TLgCw01E58dSHtAsWDggCLcBGAs/s1600/%2Bripetta239Cappellano%252C%2BCafiero%2Bgiulia2.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1339" data-original-width="1600" height="267" src="https://1.bp.blogspot.com/-Kg6el7U3XVQ/XRY1_xpEUDI/AAAAAAAASco/DUcWilUILM843TLgCw01E58dSHtAsWDggCLcBGAs/s320/%2Bripetta239Cappellano%252C%2BCafiero%2Bgiulia2.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Ninì Cafiero, Pippo Cappellano e Giulia</i></td></tr>
</tbody></table>
quei limoni per trapiantarla a Ustica. E ancora, la nascita della Riserva Marina e poi il suo direttore Roberto Sequi che mi aveva aiutato ad organizzare sull’isola le varie mostre di libri di mare. E ancora con Lucio Messina l’organizzazione della prima Biblioteca Internazionale del Mare, sistemata dentro la Torre dello Spalmatore. Gli studi sulle grotte dell’Isola con Pino Giaccone, l’organizzazione dei sentieri archeologici con Piero Pruneti. Come dimenticare il convegno su Vincenzo Tusa, organizzato dal figlio Sebastiano sulla piccola isola bruciata dal sole e propaggine delle Eolie? Ora quel messaggio di Sebastiano mi faceva ritornare i ricordi che mi legano all’isola dove i fascisti avevano mandato al confino Antonio Gramsci, Giuseppe Scalarini e tanti altri antifascisti e dove Il Centro Studi e Documentazione di Ustica http://www.centrostudiustica.it organizza mostre, dibattiti, raccoglie e stampa volumi dedicati all’isola, pubblica “Lettera”, una bellissima rivista diretta per anni dal noto giornalista e scrittore Franco Foresta Martin, usticese doc. dove vi si trovano anche alcuni scritti di Sebastiano Tusa. Ora il carcere è restaurato, e anche grazie al lavoro si Sebastiano è diventato un museo molto interessante. Ricordo anche la serata meravigliosa organizzata a Roma presso la Libreria Il Mare con Vito Ailara, Mariella Burraco, Franco Foresta Martin, Margherita Longo e Maria Cristina con i suoi prodotti usticesi. Un convegno indimenticabile e una lenticchiata alla usticese con le lenticchie coltivate sull’isola. Quando Sebastiano mi inviò quel laconico messaggio, mi vennero in mente i ricordi e, nella tradizione della Libreria Il Mare gli proposi di organizzare all’interno della 60° Rassegna un evento dal titolo Tridenti-Scrittori, che lui trovò interessante. Così dopo la sua scomparsa in cielo, con mio figlio Marco Firrao e con gli strumenti avuti dai 44 anni di Libreria Internazionale Il Mare, abbiamo iniziato a lavorare a questo evento.Successivamente, dopo qualche incomprensione, il Consiglio dell’Accademia e Pippo Cappellano, hanno voluto che continuassi il lavoro. <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Eyqvu6GEQd8/XRY-_997uMI/AAAAAAAASds/4dW6Dubl3iUPQbVpAbHR7LpZs7nkLaiHQCLcBGAs/s1600/_DSC5647.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1304" data-original-width="1600" height="260" src="https://1.bp.blogspot.com/-Eyqvu6GEQd8/XRY-_997uMI/AAAAAAAASds/4dW6Dubl3iUPQbVpAbHR7LpZs7nkLaiHQCLcBGAs/s320/_DSC5647.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Giulia riceve il Tridente d’Oro</i></td></tr>
</tbody></table>
Perché Tridenti-Scrittori? Quasi tutti i Tridenti d’oro, hanno scritto libri dedicati al mare, sia scientifici che divulgativi e ci è sembrato utile che questi volumi rimassero sull’isola che ci ha dato la cittadinanza onoraria: chi avrebbe potuto curarli, custodirli e tenerli da conto se non il Centro Studi e Documentazione dell’Isola di Ustica? Abbiamo scritto a quasi tutti i Tridenti Italiani e abbiamo chiesto loro di donare al Centro Studi i loro volumi. Tra tante difficoltà, libri esauriti, invio a Ustica molto costoso, impegni di tutti, siamo comunque riusciti, grazie alla determinazione di Marco Firrao, a raccogliere e inviare a Ustica più di una sessantina di volumi che negli anni potrebbero aumentare e formare una Biblioteca dei Tridenti.<br />
Abbiamo avuto l’aiuto anche delle Case editrici La Mandragora, PhotoAtlante, Edizioni di Storia e Studi Sociali e della Fias, così venerdì 5 luglio alle ore 17,40 al Teatro Comunale di Ustica, Pippo Cappellano e Giulia D’Angelo presenteranno i volumi scritti da Sebastiano Tusa, poco prima del grande incidente aereo. Subito dopo, Giulia D’Angelo, consegnerà, a Mariella Barraco, Presidente del Centro Studi e Documentazione dell’isola di Ustica, i volumi scritti e donati dai Tridenti e dalle Case Editrici, aderenti all’iniziativa Tridenti-Scrittori.<br />
<b><i>Giulia D’Angelo</i></b><br />
<br />
<b><i>Ringrazio per l’aiuto:<br />Pippo Cappellano che ha creduto all’iniziativa e mi ha aiutato a superare gli ostacoli. <br />Fabio Ruberti che ha aderito con molti suoi volumi. <br />Stefano Carletti, Alberto Romeo, Pasquale Longobardi, Massimo Clementi, Tony Di Natale, Leonardo D’Imporzano, Ninì Cafiero, tra i primi ad aderire. <br />E ancora: Angelo Mojetta, Anna e Settimio Cipriani, Franco Andaloro. Luca Tamagnini .<br />Le Case Editrici, perché senza il loro impegno l’iniziativa sarebbe stata meno interessante. Infatti Giovanna Corradini con le Edizioni di Storia e Studi Sociali e la donazione degli otto volumi scritti da Sebastiano Tusa, ci permetterà di avere un quadro della produzione libraria del nostro grande e indimenticabile Archeologo Subacqueo.<br />La Casa Editrice La Mandragora, sollecitata da Alberto Romeo ha risposto all’appello inviando tutti i volumi del loro catalogo, scritti dai Tridenti: così potranno essere a Ustica con le loro pubblicazioni, anche Paolo Colantoni, Raimondo Bucher e altri che non sono più tra noi o che, negli anni, si sono defilati. <br />La Presidenza della Fias, nella persona di Bruno Galli, che su indicazione di Pasquale Longobardi, ha voluto partecipare inviando numerose copie di testi riguardanti la Medicina Subacquea, tema importante della Rassegna.<br />La Casa editrice PhotoAtlante che ci ha inviato oltre ai volumi di Tamagnini, anche i volumi scritti da Folco Quilici sulle riserve marine italiane.<br />Per saperne di più sui Tridenti e sulla Rassegna vedere il sito Accademia Internazionale degli Studi e Attività Subacquee<br />www.underwateracademy.org<br /> </i></b></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-89406950457700323192019-06-26T05:40:00.001-07:002019-10-02T08:52:45.962-07:00Erica e il suo libro Un anno in barcastop<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-DITpqnWCeys/XRNmr5eVN9I/AAAAAAAASbQ/AvcjQ2H_VJU954lkQXQSugBN5LI_g_n5QCLcBGAs/s1600/0-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="150" src="https://1.bp.blogspot.com/-DITpqnWCeys/XRNmr5eVN9I/AAAAAAAASbQ/AvcjQ2H_VJU954lkQXQSugBN5LI_g_n5QCLcBGAs/s200/0-1.jpg" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: inherit;">Roma Libreria Il Mare 6 giugno 2019 </span><br />
<span style="font-family: inherit;">Sono arrivata emozionata alla Libreria Il Mare per parlare del mio <a href="https://www.ilmare.com/prodotti/anno-in-barcastop.php" target="_blank"><b><i>Un anno in barcastop</i></b>;</a> a Roma, la mia seconda casa, ci tenevo a fare bella figura. Avrei voluto far ridere, trasmettere pensieri senza imporre verità assolute, raccontare il mare senza la pretesa di insegnarlo, che, tra il pubblico, ne ero sicura, ci sarebbero stati i Marinai, quelli veri, quelli con le palle a forma di timone. </span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: inherit;">Abbiamo fatto stretching io e Luca Pellegrini prima di iniziare: un paio di prosecchi di riscaldamento, necessari, pensavamo, a sciogliere la tensione di una presentazione nella capitale. </span><br />
<span style="font-family: inherit;">Ma la tensione se l’è portata tutta via Marco Firrao, prendendo il microfono con la disinvoltura di un ragazzo da pianobar: “Buonasera, benvenuti. Il libro di Enriga, in effetti, è un libro scorevole. Score”. E io, Enriga, non avrei immaginato partenza migliore per sentirmi a casa, per sentirmi nel pozzetto di una barca battente bandiera romana all’ora dell’aperitivo. Il secondo giro, infatti, l’ha offerto Luca chiedendomi “<i>Senti Enriga, dicce ‘npo’: ma ‘n barca kesse magna?</i>”. E dal “<i>kesse magna</i>”, si è passati a raccontare i lunghi giorni di bonaccia durante la traversata atlantica, la scelta degli imbarchi, il mal di mare, la </span><br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-le9vuBgmPkk/XRM_Jru_ABI/AAAAAAAASbE/UisfIihfFC8LLpkxpPZIEhz4pV4aDbuSACLcBGAs/s1600/IMG_4502k-kzsH-U31101971656089QNG-593x443%2540Corriere-Web-Sezioni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="443" data-original-width="593" height="149" src="https://1.bp.blogspot.com/-le9vuBgmPkk/XRM_Jru_ABI/AAAAAAAASbE/UisfIihfFC8LLpkxpPZIEhz4pV4aDbuSACLcBGAs/s200/IMG_4502k-kzsH-U31101971656089QNG-593x443%2540Corriere-Web-Sezioni.jpg" width="200" /></span></a><span style="font-family: inherit;">vita a bordo, i rapporti che si creano tra le persone dell’equipaggio e la lingua parlata dai barcastoppisti: quel mix di inglese, gesti e tutto il resto. Ho strappato una risata ai più, raccontando di </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-nJ72Z44t_gs/XRNnNhSN1WI/AAAAAAAASbY/W6Kz0QQH9nYrzmKTLH26iX3uLVaks8o4gCLcBGAs/s1600/0-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-nJ72Z44t_gs/XRNnNhSN1WI/AAAAAAAASbY/W6Kz0QQH9nYrzmKTLH26iX3uLVaks8o4gCLcBGAs/s320/0-2.jpg" width="320" /></span></a></div>
<span style="font-family: inherit;">come si torna dopo un anno in barcastop: presi da quell’incontrollabile desiderio di carbonara, e di bidet. Insomma ho svelato il libro e sono scaduta nel personale ma mi sentivo a mio agio come a casa e tutti ridevano e condividevano opinioni perché forse si sentivano a casa anche loro. Grazie a Marco e Giulia che mi hanno accolta a bordo per un’oretta il 6 giugno sera a raccontare il Barcastop. Buon vento a chi, dopo i racconti, avrà deciso di farselo un giretto in barca e anche a chi, spaventato dal mal di mare, opterà per un giro in pedalò. Alla prossima!</span><br />
<b><i><span style="font-family: inherit;">Erica Giopp</span></i></b></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-85203188701328838372019-06-12T03:01:00.002-07:002019-10-02T08:43:08.543-07:00Gabriele Musante – Illustratore<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-EHSq30Lr62E/XQDJW2EhXKI/AAAAAAAASYk/gDyfn-6bGhs7YmWxkzu0ctTbvHUIK9Z-QCEwYBhgL/s1600/Copia%2Bdi%2B615006150000.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="117" data-original-width="158" height="147" src="https://1.bp.blogspot.com/-EHSq30Lr62E/XQDJW2EhXKI/AAAAAAAASYk/gDyfn-6bGhs7YmWxkzu0ctTbvHUIK9Z-QCEwYBhgL/s200/Copia%2Bdi%2B615006150000.jpg" width="200" /></a>Vive a Cattolica <a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Musante+Gabriele&qt=0" target="_blank">Gabriele Musante</a>, illustratore e artista. E’ impegnato in alcuni progetti editoriali di illustrazione e pittura, con soggetti di barche e marine.<br />
Si è laureato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Brera. Subito dopo, si è dedicato per molti anni, alla vela, come istruttore, allenatore agonistico, agente nautico, restauratore e direttore di porti turistici.<br />
<a name='more'></a> <br />
Si dedica a tempo pieno all’arte con disegni, acquerelli e
quadri aventi come soggetto il mare e le barche, che sono la sua grande
passione da sempre. Ha intrapreso in passato la professione di
illustratore a Milano per vari editori e riviste, tra cui Bolina. Per
la rivista a fumetti, ha realizzato alcune storie disegnate e
dedicate ai più famosi pionieri della navigazione da diporto.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-2O0Yjb8Kbtg/XQDMZ7id9tI/AAAAAAAASYw/nkjyEzxXIE8-jhiG3WcnVev2Z3Qa-mqWgCLcBGAs/s1600/Copia%2B4.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="112" data-original-width="154" src="https://1.bp.blogspot.com/-2O0Yjb8Kbtg/XQDMZ7id9tI/AAAAAAAASYw/nkjyEzxXIE8-jhiG3WcnVev2Z3Qa-mqWgCLcBGAs/s1600/Copia%2B4.jpg" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-_ONZrxDhlNE/XQDMikjkSvI/AAAAAAAASY0/Y5cUEEILqIYkFdV8IQOmd-73lbVlujkvwCLcBGAs/s1600/Copia%2B3jpg.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="124" data-original-width="158" src="https://1.bp.blogspot.com/-_ONZrxDhlNE/XQDMikjkSvI/AAAAAAAASY0/Y5cUEEILqIYkFdV8IQOmd-73lbVlujkvwCLcBGAs/s1600/Copia%2B3jpg.jpg" /></a></div>
Come
artista ha illustrato il libro sul Passatore di Sartini.
Ha realizzato nel 2017 al Museo della Marineria di Cesenatico la mostra
antologica “Di mare, d’amore e altre storie”.<br />
Le sue opere, di cui vedete gli esempi, si possono acquistare presso la Libreria Internazionale Il Mare.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-61434751909142314962019-06-11T10:18:00.003-07:002019-10-02T08:42:31.072-07:00Racconti per immagini di cinque navigatori scrittori straordinari<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-YkCrWF_048o/XP_Ys2xTC8I/AAAAAAAASW4/ZDGTs5URwAwfXWzCyittXIsaN9XmHofVACLcBGAs/s1600/musante%2B2209.tif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-YkCrWF_048o/XP_Ys2xTC8I/AAAAAAAASW4/ZDGTs5URwAwfXWzCyittXIsaN9XmHofVACLcBGAs/s200/musante%2B2209.tif" width="141" /></a></div>
Recentemente nella nostra Libreria, è
stato presentato un volume dal titolo <b><i>Navigatori Straordinari - I
Pionieri della vela d’Altura</i></b> scritto e disegnato da <a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Musante+Gabriele&qt=3" target="_blank">Gabriele Musante</a>.<br />
Vive a Cattolica <a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Musante+Gabriele&qt=0" target="_blank">Gabriele Musante</a>,
illustratore e artista. Si è
laureato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Si dedica a tempo pieno all’arte con disegni, acquerelli e
quadri aventi come soggetto il mare e le barche che sono la sua grande
passione da sempre. Per Bolina ha realizzato alcune storie disegnate e
dedicate ai più famosi pionieri della navigazione da diporto. Un
volume particolare uscito dalla fantasia dell’autore dove racconta la vita dei
personaggi straordinari che sono stati i pionieri della vela d’altura,
attraverso le immagini. <br />
<a name='more'></a>L’idea di utilizzare i fumetti nella
nautica, non è un’idea nuova, basti pensare ai <i><a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Mancini+Mauro&qt=3" target="_blank">Navigare lungocosta</a> </i>
scritti e disegnati da Mauro
Mancini. <br />
In
questa pubblicazione invece si parla di storia e si raccontano le vicende di
cinque navigatori-scrittori che, con le loro gesta, hanno fatto sognare
milioni di appassionati di vela in tutto il mondo. Cinque personaggi che
ancora oggi attraggono molti velisti in erba, si tratta di: Joshua
Slocum e il famoso <b><i>Solo intorno al mondo</i></b>, Jack London con <b><i>La Crociera
dello Snark</i></b>, Francis Chichester e <b><i>Gipsy Moth,</i></b> Berbard Moitessier con il
<b><i>Vagabondo dei mari del sud</i></b> ed infine Eric Tabarly. Alla presentazione presso la Libreria Il Mare sono intervenuti, oltre al padron di casa, Marco Firrao e l’autore,
anche Alberto Casti, direttore di Bolina ed editore del volume. Ho
rivisto Alberto Casti dopo molti anni,<br />
lo avevo conosciuto, da
piccolissimo e ci eravamo persi di vista. Rivedendolo, non ho
potuto fare a <br />
meno di ricordare il padre Giorgio, quando nell’ottobre
del 1984 mi venne a trovare alla Libreria Il Mare che in quel momento si trovava al numero 22 di via di Ripetta, all’interno del cortile del palazzo Cherubini-Cavalcabò. Tutto orgoglioso della sua
creatura, <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-S207YBSobLE/XQCe_VuG-oI/AAAAAAAASX4/W3bwpiNnFEMJrevRcV4vrMd7NwrqBRuVQCLcBGAs/s1600/bolina205.tif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-S207YBSobLE/XQCe_VuG-oI/AAAAAAAASX4/W3bwpiNnFEMJrevRcV4vrMd7NwrqBRuVQCLcBGAs/s320/bolina205.tif" width="226" /></a></div>
Giorgio mi regalò il numero zero di Bolina, invitandomi a
scrivere sulla sua nuova rivista. Una bella sorpresa per me che amavo,
leggevo e conservavo la rivista Linus: “Finalmente “ -
esclamai - “anche il mare ha la sua rivista di fumetti!”
Successivamente fui ben lieta di ospitare Bolina all’interno
del nostro stand presso il Salone Nautico di Genova. Ora avevo di
fronte Alberto che mi mostrava l’opera di Gabriele Musante e ho pensato:
“sono passati 35 anni e Marco Firrao e Alberto Casti si trovano ancora a
collaborare per pubblicizzare libri di mare con tenacia e passione”.<br />
Torniamo
ai nostri navigatori straordinari raccontati nei disegni di
Musante e con dei brani letterari introduttivi scritti da Davide
Gnola, storico della navigazione e direttore del Museo della Marineria
di Cesenatico.<br />
La navigazione in solitario intorno al mondo di
<a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=slocum+joshua&qt=3" target="_blank">Joshua Slocum</a>, compiuta dal 1895 al 1898 è un’impresa eccezionale con
protagonista un marinaio di grandissima esperienza che usa al meglio la
barca da lui stesso costruita: lo Spray, uno sloop di 11 metri. Ciò che
lo rende famoso è lo stesso suo racconto scritto con ritmo e ironia,
facendo diventare il lettore un compagno di viaggio. Insomma Slocum non è
solo un grande navigatore, ma anche un grande scrittore diventato il
mito di generazioni di navigatori e sognatori di viaggi in mare che
tramite i suoi scritti, conoscono Capo Horn.<br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-RWzhkZj-zv8/XP_ZEZpxipI/AAAAAAAASXA/3gArGk-c-noF9B88XVpUUmJ6MVuKcfiPQCLcBGAs/s1600/musante%2B2208.tif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-RWzhkZj-zv8/XP_ZEZpxipI/AAAAAAAASXA/3gArGk-c-noF9B88XVpUUmJ6MVuKcfiPQCLcBGAs/s320/musante%2B2208.tif" width="226" /></a>Jack
London che ha scritto romanzi indimenticabili come <b><i>Il richiamo della
foresta</i></b> e <b><i>Zanna Bianca</i></b>, dopo aver letto <b><i>Solo torno al mondo</i></b> di Slocum,
insieme a sua moglie Charmian, decide di avventurarsi in un viaggio
attorno al mondo e salpa con la sua imbarcazione Snark da San Francisco,
il 23 aprile del 1907, con un equipaggio di 4 persone oltre a lui e
alla moglie. Si dirigono verso le isole del Pacifico e dopo un viaggio
disastroso, da un punto di vista nautico, con varie disavventure -
compreso un terremoto – terminano la crociera a Sidney. Durante il
viaggio London scrive <b><i>Martin Eden</i></b> e la <b><i><a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=London+Jack&qt=3" target="_blank">Crociera dello Snark</a>,</i></b> pubblicato
nel 1911.<br />
<a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Chichester+Francis&qt=3" target="_blank">Francis Chichester,</a> prima di arrivare alla navigazione a vela, ha volato tante
volte in aereo, fin quando non gli diagnosticarono un cancro e decide di
cimentarsi nella navigazione a vela. Parte da Plymouth l’11 giugno del
1960 per un giro intorno al mondo, dove gareggiano anche tre inglesi e un
francese. Francis aveva un’imbarcazione di sei metri e mezzo e arrivò
per primo, malgrado qualsiasi previsione. Nel 1964, però alla seconda
edizione della transatlantica, è superato da un altro navigatore: Eric
Tabarly ed egli arriva secondo. Ha chiamato tutte le sue barche Gypsy
Moth, lo stesso nome dell’aereo che aveva pilotato. Così chiama Gypsy
Moth IV anche il Ketch di 16 metri, con il quale salpa il 27 agosto del
1966 per effettuare la prima navigazione in solitario, passando per i
grandi Capi: un’impresa memorabile. Tanto che tornato in Gran Bretagna,
la regina Elisabetta lo nominò Sir usando la spada che fu di Francis
Drake. <br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-myn-1pXkCD4/XP_bApLwnLI/AAAAAAAASXM/n8R03924GCc1mYnW8uEwbRnhsDyMK8qVQCLcBGAs/s1600/musante207.tif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1131" data-original-width="1600" height="226" src="https://1.bp.blogspot.com/-myn-1pXkCD4/XP_bApLwnLI/AAAAAAAASXM/n8R03924GCc1mYnW8uEwbRnhsDyMK8qVQCLcBGAs/s320/musante207.tif" width="320" /></a><a href="https://libreriainternazionaleilmare.blogspot.com/search?q=Bernard+Moitessier" target="_blank">Bernard Moitessier</a> è l’incarnazione per tanti navigatori, della vela vissuta
come libertà e ricerca di se stessi. Malgrado i suoi numerosi naufragi è
diventato il mito dei giovani naviganti e molti italiani hanno
chiamato Bernardo i loro figli, in suo onore. È noto anche perché
mentre partecipava alla Golden Globe e prossimo alla vittoria, risalendo
l’Atlantico, decise di continuare a navigare. Scrive <b><i>La
Lunga Rotta</i></b>, pubblicato nel
1968, dove racconta del quasi doppio giro del mondo e il suo gran rifiuto alla
vittoria per continuare la navigazione verso i mari del Sud. Moitessier
vede il mare e la vela come scuola di libertà e partecipa tra gli anni
70 e 80 a tante battaglie ambientaliste e antinucleari. Nel 1982 incorre
in un altro naufragio e perde Joshua, ma costruisce in poco tempo
un’altra barca che chiama Tamatà che vuol dire tentare in polinesiano. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-gedQH3DaFYM/XQDVm8Pn8lI/AAAAAAAASZI/0R4UOQgufOogsNg8TK-uAVUYeQuzWA9qQCLcBGAs/s1600/ali%2Bbaba%25CC%2580%2BMoitessier.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1251" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-gedQH3DaFYM/XQDVm8Pn8lI/AAAAAAAASZI/0R4UOQgufOogsNg8TK-uAVUYeQuzWA9qQCLcBGAs/s320/ali%2Bbaba%25CC%2580%2BMoitessier.jpg" width="250" /></a></div>
Ricordo con piacere che nel 1989,
Sergio Papagni e la Libreria Internazionale il Mare invitarono a Roma
il grande navigatore, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede
in Via del Vantaggio 19. Fu proiettato il film girato dal Moitessier durante uno dei suoi viaggi in solitaria. Marco Firrao ebbe
un’occasione unica ed effettuò una breve navigazione a vela con il suo
grande mito, nelle vicinanze di Fiumicino. <a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Moitessier+Bernard&qt=3&p=2" target="_blank">Bernard</a> lasciò alla Libreria
Il Mare uno scritto e un disegno che conserviamo gelosamente.<br />
Quindi, dopo aver pubblicato tutti i suoi libri con l’editore Mursia,
per Bolina scrive <b><i>Tamatà e l’alleanza</i></b>.<br />
<a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Tabarly&qt=3" target="_blank">Eric Tabarly</a> è l’ultimo grande navigatore descritto a fumetti da Gabriele Musante. Eric, è un Bretone con il mare nel sangue. Nasce nel 1931 a Nantes. Ha chiamato le sue barche Pen Duick, che in gaelico vuol dire Capinera, un modo di ricordare il cutter aurico del 1898, progettato da William Fife, di cui suo padre era il proprietario. Era pilota di marina e, a guerra finita, riesce a compiere le prime regate facendo notare le proprie qualità sportive, tanto che la Marine National gli consente di gareggiare in mare senza doversi congedare. Nel 1964 partecipa con un Ketch di 13 metri, il Pen Duick II, alla seconda edizione della OSTAR vincendola, superando Chichester. E’ una grande vittoria per la Francia e Charles De Gaulle consegna la Legion d’Onore a Tabarly. Le imprese di Tabarly favoriscono la nascita di una “scuola francese” di <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-WHFBaX7Lvmw/XP_hLtZITSI/AAAAAAAASXo/zQCwDeJwZiohw0MWM29Q1HjkuzIFiVm8QCLcBGAs/s1600/musante%2B3210.tif" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-WHFBaX7Lvmw/XP_hLtZITSI/AAAAAAAASXo/zQCwDeJwZiohw0MWM29Q1HjkuzIFiVm8QCLcBGAs/s320/musante%2B3210.tif" width="226" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Gabriele Musante</i></td></tr>
</tbody></table>
velisti d’altura. E’ attento a tutte le innovazioni ed è tra i primi a vincere con i grandi Multiscafi. Nel 1998 in una grande festa di tre giorni, per il raduno di barche del grande progettista William Fife e durante il viaggio di trasferimento, tra il 12 e il 13 giugno, Tabarly cade in acqua. Al buio e con il mare in burrasca, i compagni non riescono a vederlo e il suo corpo viene ritrovato dopo alcuni giorni da un peschereccio bretone. Ha scritto numerosi libri di cui molti introvabili. <br />
Che dire infine dei fumetti che compongono il volume?<br />
La
matita di Musante è straordinaria, ogni sequenza vale cento pagine
scritte. Sembra di essere con i navigatori a cercare di manovrare nelle
burrasche le vele quasi sospese sulle onde gigantesche. Forse la sua
sfida è quella di avvicinare i giovani alla storia del mare. Un libro da
leggere e da regalare ai figli e ai nipoti.<br />
<b><i>Giulia D’Angelo </i></b><br />
<br />
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-89744118178650319462019-06-11T09:12:00.003-07:002019-06-12T23:57:31.795-07:00Viaggiare in mare con il barcastop<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-s9g_dXAH1TI/XP_PfSaLCRI/AAAAAAAASWQ/3FhAyqJVl7Y7aU7p90IEcENWk1_18e3DwCLcBGAs/s1600/barcastop223.tif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-s9g_dXAH1TI/XP_PfSaLCRI/AAAAAAAASWQ/3FhAyqJVl7Y7aU7p90IEcENWk1_18e3DwCLcBGAs/s320/barcastop223.tif" width="226" /></a></div>
Erica Giopp, autrice del volume <a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Giopp+Erica&qt=0" target="_blank"><b><i>Un anno in Barcastop</i></b></a> è una giovane donna, piacevole, ironica, colta, intelligente, e anche bella. Ha una laurea in Studi Orientali ottenuta all'Università La Sapienza di Roma, con un Master in Turismo presso l’Università Luiss Guido Carli. Lavora tra Roma e Milano, come interprete, mediatrice e marketing manager. Conosce numerose lingue, tra cui il cinese. Ha un bel nome che mi ricorda una valle lungo la costa sarda chiamata appunto Valle dell’Erica. E’ stata in viaggio in mare con il barcastop per un anno e per una ragazza nata in Pieve di Cadore, sulle dolomiti, non è niente male. Ha 26 anni quando lascia lavoro, fidanzato, amici, famiglia, non per ritrovare se stessa e tantomeno per inseguire un’estrema avventura, ma scappa dai doveri, dagli impegni e dai sui trent’anni che si stanno avvicinando. In un anno percorre in barcastop 17.000 miglia, portando con se un piccolissimo bagaglio a mano. E cosa trova? Pochissime ore di sonno, moltissime ore di lavoro duro, intossicazioni alimentari, settimane di bonaccia, ma anche innumerevoli tramonti sull’oceano e uno stile di vita che si basa solo sull’essenziale. Un viaggio che attraversa oceani, isole e che le fa conoscere persone nei loro aspetti primordiali che appartengono a tutti gli uomini. Trova legami veri che nascono dal nulla con coloro che non parlano la sua stessa lingua, ma che non si lavano per giorni e indossano sempre gli stessi vestiti sporchi. <br />
<a name='more'></a>Erica scrive questo libro che non è assolutamente un diario di bordo, ma un concentrato di aneddoti e di consigli. Si esprime con uno stile tutto suo, molto ironico e divertente. Eccone alcuni brani: “Ci si <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-kITZlDhrBUM/XP_RaXVO_tI/AAAAAAAASWw/9YZyrXuQVvsQaUR7X57qdLLp37Ub9dwBACEwYBhgL/s1600/barcastop%2Bb5224.tif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1132" data-original-width="1600" height="226" src="https://1.bp.blogspot.com/-kITZlDhrBUM/XP_RaXVO_tI/AAAAAAAASWw/9YZyrXuQVvsQaUR7X57qdLLp37Ub9dwBACEwYBhgL/s320/barcastop%2Bb5224.tif" width="320" /></a></div>
sente originali e sopra le righe, ci si lancia con coraggio e motivazione nell’avventura della vita, per poi ritrovarsi seduti a poppa di una barca, vomitando accanto a una fashion blogger polacca”. Vorreste seguire l’esempio di Erica? Dopo aver parlato con tanti capitani per cercare un imbarco, la giovane barcastoppista consiglia nel suo volume, alcune domande da fare ad un capitano che vorrebbe inserirvi nel suo equipaggio: “Chiederei se la barca è dotata di Epirb (trasmettitore radio indicante la posizione di emergenza), Ais e Radar, se a bordo c’è un warermaker (dissalatore) e quanti litri di acqua produce. Mi assicurerei della presenza del telefono satellitare a bordo e di come il capitano si tiene aggiornato sulle previsioni meteo durante le navigazioni più lunghe. Mi informerei sulla posizione della scialuppa di salvataggio e sulle ancore di cortesia, senza tralasciare di conoscere la condizione delle batterie, dei pannelli solari e il funzionamento dell’autopilota. Chiuderei con una domanda, di cui la risposta non è scontata: chiederei al capitano se di notte in oceano aperto tiene le luci di navigazione accese.” <br />
Un libro utile per chi volesse percorrere la strada di Erica che si legge in un battibaleno e che si vive con allegria. Il volume è stato presentato alla Libreria Internazionale Il Mare e i tanti giovani intervenuti si sono molto divertiti ad ascoltare le avventure di Erica Giopp.<br />
<b><i>Giulia D’Angelo</i></b></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-70179314641591687702019-06-11T02:33:00.002-07:002019-06-11T03:40:46.106-07:00L’Oceano di Tarabaralla, un libro da leggere<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-iHoSJTyaWWI/XP90Aud_iKI/AAAAAAAASTg/3rXl7YYjfaAJ5IkEoThYaA3zRSDzyNRsQCLcBGAs/s1600/tara%2BCOP.tif" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1179" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-iHoSJTyaWWI/XP90Aud_iKI/AAAAAAAASTg/3rXl7YYjfaAJ5IkEoThYaA3zRSDzyNRsQCLcBGAs/s320/tara%2BCOP.tif" width="235" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
Un nome poco usuale per una <a href="http://barca./">barca.</a> La parola è un’espressione popolare toscana probabilmente di origine onomatopeica. Si usa con valore avverbiale ma con il tono di una esclamazione e vuol dire: circa, pressappoco, in un modo o nell’altro, poco male. Una frase che qualche volta usano i toscani suona così “avrà cinquantotto o sessant’anni, tarabaralla!” Il nome della barca è indicativo anche dell’originalità dell’autore. Salvatore Mantaci, palermitano di origine, matematico e informatico, dalla Sicilia, si è trasferito a Milano quando aveva 27 anni. La mancanza del mare sotto casa è stata dura per lui. Dopo tante sofferenze per la mancanza del mare sotto casa, compra una barca dal nome Tarabaralla per realizzare un sogno e per fuggire da Milano. Si traferirà per mesi in barca durante i week end, coinvolgendo moglie e figlio. Il sogno man mano prende forma: la traversata dell’Atlantico in solitaria, dopo aver letto i libri dei grandi navigatori a vela, diventa realtà. Salvatore a 45 anni ha avuto coraggio e determinazione e con il consenso della moglie Caterina e del giovane figlio Federico, ha lasciato il suo ottimo lavoro, ben retribuito a Milano per avventurarsi con Tarabaralla nella traversata oceanica. Il sogno diventa realtà. Ci racconta i preparativi, Salvatore. Lo fa coinvolgendo il lettore che fa gioire con lui emozionandolo in ogni pagina, che scorre velocemente, <br />
<a name='more'></a>nella narrazione avvincente vivendo insieme a lui gli incontri con i delfini e il ritrovarsi in mezzo al<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-icOXGdBZioA/XP90UNI-uwI/AAAAAAAASTo/1jhdXGIG5RI-kc-sFl5r-u6HNWsk7QyggCLcBGAs/s1600/tara%2B2222.tif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-icOXGdBZioA/XP90UNI-uwI/AAAAAAAASTo/1jhdXGIG5RI-kc-sFl5r-u6HNWsk7QyggCLcBGAs/s320/tara%2B2222.tif" width="226" /></a></div>
mare sotto il sole e la luna con le stelle. Sembrerebbe di arrivare alla fine del viaggio in mare, tranquillamente, ma in una terribile notte, il sogno si infrange e a causa di una rottura imprevista di un pezzo d’acciaio, è costretto a chiedere aiuto e ad affondare la sua barca Tarabaralla, non più governabile. Un’esperienza così potrebbe far decidere chi l’ha subita, di chiudere con il mare e i suoi pericoli. Ma Salvatore Mantaci è un uomo molto tenace e determinato. Tornato a Milano, con l’aiuto della moglie, cerca un lavoro di insegnante. Si trova a suo agio con i ragazzi moderni e ci fa vivere con lui l’esperienza dell’insegnamento, facendoci scoprire, al di la dei luoghi comuni degli “anziani”, quanto i giovani abbiamo bisogno di chi li capisca e li consideri delle persone . Con loro, questo bravissimo autore, ha uno scambio culturale di alto livello. Però l’amore per il mare non lo ha abbandonato, anzi è più forte di prima. Insieme alla famiglia sceglie e compra un’altra barca a vela che chiama Calypso, come la ninfa del mare che fece innamorare Odisseo. Con lei riprende a navigare a sognare. Un libro da leggere che la Libreria Internazionale il Mare ha presentato, poco tempo fa, proprio per la sua particolarità.<br />
<b><i>Giulia D’Angelo</i></b><br />
<a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Mantaci+Salvatore&qt=3">https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Mantaci+Salvatore&qt=3</a></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-4914944653559941412019-06-08T07:16:00.000-07:002019-06-11T04:07:15.381-07:00Quote Tonno Rosso: la Tonnara di Carloforte in Sardegna<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-kwKGzz_VCs4/XP-Hq9I6u5I/AAAAAAAASVQ/XHHVGYA7TukJcdV7fYFDnklF5RBqITK2wCLcBGAs/s1600/Untitled-design-25.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="600" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-kwKGzz_VCs4/XP-Hq9I6u5I/AAAAAAAASVQ/XHHVGYA7TukJcdV7fYFDnklF5RBqITK2wCLcBGAs/s320/Untitled-design-25.jpg" width="320" /></a></div>
Abbiamo scritto recentemente dell’atteggiamento e dei problemi della tonnara dell’Isola di Favignana sulle quote tonno rosso divise dal Ministero delle Politiche Agricole tra le tonnare Italiane. Mentre a Favignana l’imprenditore Castiglione toglie le reti gettate a mare e Gianfranco Miccichè, presidente della Regione Sicilia fa un comizio alla popolazione, in Sardegna si fanno dichiarazioni di fuoco, all’agenzia giornalistica Dire che riportiamo di seguito. “Le elezioni in Sardegna sono state vinte di fatto dalla Lega, portata in Sardegna dal nuovo governatore, Christian Solinas. Matteo Salvini, durante la campagna elettorale nell’isola, ha preso l’impegno per una soluzione sulle quote sarde del tonno: voglio sperare che non sia proprio il Carroccio, a capo del ministero delle Politiche agricole, a togliere alla Sardegna il suo unico sistema di pesca del tonno”. Pier Paolo Greco, portavoce della consociazione tonnare della Sardegna, lancia l’ennesimo allarme sulla ripartizione delle quote tonno <br />
<div style="text-align: right;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-iaecwzi9310/XP-H9OjLZfI/AAAAAAAASVY/LXiHp0RSv14NP5OxXmeJW-3YUBjf5-3WACLcBGAs/s1600/tonnara.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="333" data-original-width="500" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-iaecwzi9310/XP-H9OjLZfI/AAAAAAAASVY/LXiHp0RSv14NP5OxXmeJW-3YUBjf5-3WACLcBGAs/s320/tonnara.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Tonnara di Carloforte</i></td></tr>
</tbody></table>
nazionali “Da quando esistono le quote tonno- prosegue Greco per una serie di ragioni, a partire dalla mancanza di coordinamento tra le decisioni dell’Unione europea e la legislazione interna dei Paesi, abbiamo una quota dedicata alle tonnare fisse assolutamente ridicola. In più con un emendamento scellerato in Parlamento, si è consentito l’ingresso di altri due impianti, tra cui quello siciliano di Favignana, che si aggiunge a quelli sardi di Carloforte, Portoscuso e Gonnesa, che sono consorziate”. In questo modo, spiega Greco “si mantiene un’unica quota indivisa. Tradotto: chi pesca di più sopravvive, gli altri falliscono. È inaccettabile, stiamo cercando di <br />
<a name='more'></a>smuovere l’opinione pubblica perché ora deve intervenire la politica sulla burocrazia”. Insiste Greco, “ Salvini ha preso un impegno, spiegando che le quote delle tonnare sarde non saranno toccate. Ma abbiamo notizia che si sta andando verso la quota olimpica. Ricordo che una tonnara, per andare in <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-left: 0px; margin-right: auto; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-cAlqsOTVyB8/XPvAp-j2iQI/AAAAAAAASS4/ZjUsimrgh4IsOjaJoloOMaUep_J6WfOCACLcBGAs/s1600/Favignana%2B2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="972" data-original-width="1600" height="194" src="https://1.bp.blogspot.com/-cAlqsOTVyB8/XPvAp-j2iQI/AAAAAAAASS4/ZjUsimrgh4IsOjaJoloOMaUep_J6WfOCACLcBGAs/s320/Favignana%2B2.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Si calano le reti</i></td></tr>
</tbody></table>
pareggio, deve pescare almeno 120 tonnellate di tonno, ma è impossibile raggiungere questa quantità per ciascuno dei cinque impianti italiani. Quelli che si sono aggiunti dopo devono aspettare che la quota italiana cresca”. La situazione, conclude, “è drammatica per le tonnare sarde. Con queste quote nessun cliente ci fa contratti e siamo in enorme difficoltà a impiantare la stagione. La nuova giunta è schierata con noi, ma a volte la burocrazia in Italia è più forte della politica. È chiaro che in questa situazione abbiamo paura”.<br />
“Il presidente Solinas, appoggiato da tutta la maggioranza, ha preso un impegno sulla partita delle quote tonno. L’obbiettivo è fare in modo che, insieme alla Sicilia, si vada a un tavolo con il ministro <br />
<div style="text-align: right;">
</div>
Centinaio, per trovare una strategia comune e nazionale per aumentare le quote di ciascuna tonnara”. Insomma secondo Greco c’è il serio rischio che si scateni una guerra del mare tra Sardegna e Sicilia per questo motivo la situazione delle quote tonno in Italia deve essere concordata. Deve essere l’Italia ad aumentare le quote, consentendo a ciascuna tonnara di raggiungere le 120 tonnellate di pescato, minimo indispensabile per garantire la sopravvivenza degli impianti. Insomma non si dovrebbero fare promesse elettorali che non si possono mantenere perché in tal modo si fanno danni sia alle imprese che ai lavoratori.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b>Giulia D’Angelo</b></i><br />
<i>Per saperne di più: https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=Tonnara&qa=&qt=3&p=3<br />https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=pesca+del+tonno&qas=0&qt=3<br />https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=pesca+del+tonno&qa=&qt=14<br />https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=castello+di+rete&qa=&qt=14<b><br /> </b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-54130892513424803012019-06-07T09:54:00.000-07:002019-06-07T16:08:59.141-07:00Roma e Cartagine: due civiltà a confronto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<strike><strike><b><b></b></b></strike></strike><br />
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-t4sZoi_krhw/XPqURNyenuI/AAAAAAAASSI/_uM3COFvIAoP3ugE3LISEqymRtRjQ0EcwCLcBGAs/s1600/0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="426" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-t4sZoi_krhw/XPqURNyenuI/AAAAAAAASSI/_uM3COFvIAoP3ugE3LISEqymRtRjQ0EcwCLcBGAs/s320/0.jpg" width="213" /></a></div>
Roma e Cartagine, il <a href="https://www.ilmare.com/search.php?q=Roma+e+Cartagine%3A+due+civilt%C3%A0+a+confronto" target="_blank">nuovo volume</a> pubblicato in aprile dall’Edizioni di Storia e Studi Sociali, è dedicato a Sebastiano Tusa. Citiamo dal testo: “ La tragica scomparsa di Sebastiano Tusa nel disastro aereo avvenuto il 10 marzo dl 2019 a Bishoftu, in Etiopia, costituisce una grave perdita per il paese civile e le comunità degli studi. All’archeologo Siciliano, collaboratore assiduo dei progetti storiografici delle Edizioni di Storia e studi Sociali, è dedicato quest’opera”<br />
Dieci sono gli autori ognuno con un capitolo diverso e una diversa materia di studio storico e archeologico (vedi in basso) che hanno dato vita a questo saggio collettivo dove ritroviamo chiavi di lettura innovative sul contributo del mondo fenicio- Cartaginese ai progressi materiali e conoscitivi del Mediterraneo antico, relativi alla nascita e all’evoluzione dell’Occidente. <br />
La metropoli nordafricana e la città del Tevere si disputarono per parecchi decenni l’egemonia del Mediterraneo. In una prima fase, lunghissima, esse vissero in pace. Trattarono, si accordarono per i commerci, cercarono di stabilire <br />
<a name='more'></a>regole di convivenza con vantaggi reciproci. <br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-MCBmh1m6nc4/XPqU4KFotUI/AAAAAAAASSQ/lpjdtybZGvgyJktSs3tkt5UIBIiRrS-twCLcBGAs/s1600/IMG_3318.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-MCBmh1m6nc4/XPqU4KFotUI/AAAAAAAASSQ/lpjdtybZGvgyJktSs3tkt5UIBIiRrS-twCLcBGAs/s320/IMG_3318.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Sebastiano Tusa con il diciottesimo rostro</i></td></tr>
</tbody></table>
Dalla prima metà del III secolo a.C., iniziò una lunga vicenda di conflitti che alla fine vide Roma vincitrice e la città punica umiliata nel 146 a.C. fino alla distruzione. Ci vengono in mente gli studi di storia delle scuole medie con Catone il censore che finiva tutti i suoi discorsi nel Senato Romano con “Carthago delenda est”. Sia Roma che Cartagine coltivavano un ethos patriottico, fatto di eroismi civili e militari, ma ognuna lasciò una propria impronta diversa nella storia. Cartagine proiettò i propri commerci oltre le Colonne d’Ercole, tentò il periplo dell’Africa e puntò, dall’Atlantico, verso le coste della Bretagna. Roma conquistò gran parte della penisola italica. Infatti, già dal Foedus Cassianum, stipulato nel 493 a.C. con le popolazioni latine, tessé la propria tela del diritto e delle cittadinanze. Alla fine Roma conquistò l’intero Mediterraneo che nominò Mare Nostrum. Mentre, per volontà di Cesare e, in particolar modo, dell’imperatore Ottaviano Augusto, Cartagine, non più punica ma romana, risorse dalle proprie rovine. La metropoli nordafricana, però, rivive ancora nell’immaginario collettivo, soprattutto attraverso il mito virgiliano di Didone. Viene ben descritta nel libro la storia complessa di due mondi che rivaleggiavano e che non mancavano tuttavia di similitudini, punti di contatto e perfino interdipendenze.<br />
<b><i>Giulia D’Angelo</i></b><br />
<br />
<h2 style="text-align: left;">
<b><i>Martedì 11 giugno alle ore 18,30 Il volume Roma e
Cartagine: due civiltà a confronto verrà presentato a Roma presso la Libreria Internazionale il
Mare in Via del Vantaggio 19</i></b></h2>
<br />
<b><i><a href="https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=Roma+e+Cartagine&qa=&qt=3&p=2https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=Roma+e+Cartagine&qa=&qt=3&p=2" target="_blank"><b>https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=Roma+e+Cartagine&qa=&qt=3&p=2</b></a><b><a href="https://www.blogger.com/null" target="_blank">https://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=Roma+e+Cartagine&qa=&qt=3&p=2</a> </b> </i></b><br />
<br />
<h3 style="text-align: left;">
Gli autori</h3>
<i><b>Sebastiano Tusa</b> Paletnologo, archeologo subacqueo, Soprintendente del Mare e Assessore alla Cultura della Regione Sicilia. Conosciuto in tutto il mondo per lo strepitoso ritrovamento di venti rostri, appartenuti alle navi cartaginesi e romane che parteciparono nelle acque delle Egadi alla prima guerra punica del 241 a.C. <br /><a href="https://libreriainternazionaleilmare.blogspot.com/search?q=sebastiano+tusa+ricordo">https://libreriainternazionaleilmare.blogspot.com/search?q=sebastiano+tusa+ricordo</a><br /><a href="https://libreriainternazionaleilmare.blogspot.com/search?q=rostrihttps://libreriainternazionaleilmare.blogspot.com/search?q=rostri">https://libreriainternazionaleilmare.blogspot.com/search?q=rostri</a><a href="https://www.blogger.com/null" target="_blank">https://libreriainternazionaleilmare.blogspot.com/search?q=rostri</a><br /><b>Maurizio Massimo Bianco</b>, professore laureato in Lettere Classiche si occupa di oratoria e storiografia latina. <a href="https://www.unipa.it/persone/docenti/b/mauriziomassimo.bianco/?pagina=curriculum">https://www.unipa.it/persone/docenti/b/mauriziomassimo.bianco/?pagina=curriculum</a><br /><b>Pino Blasone</b>, laureato in filosofia, ha insegnato italiano, latino e filosofia. </i><br />
<i><a href="http://domani.arcoiris.tv/author/pino-blasone/">http://domani.arcoiris.tv/author/pino-blasone/</a><br />Alfredo Casamento, laureato in Letteratura latina, è docente di letteratura latina. <a href="https://www.unipa.it/persone/docenti/c/alfredo.casamento/?pagina=curriculum">https://www.unipa.it/persone/docenti/c/alfredo.casamento/?pagina=curriculum</a><br /><b>Massimo Cultraro</b>, archeologo, storico e docente universitario è specializzato in archeologia Egea e ricercatore presso il CNR. </i><br />
<i><a href="https://www.archart.it/intervista-al-ricercatore-massimo-cultraro.html">https://www.archart.it/intervista-al-ricercatore-massimo-cultraro.html</a><br /><b>Rossana De Simone</b>, laureata in Lettere classiche con una tesi in Antichità puniche, ha conseguito il diploma di specializzazione Archeologia orientale. <br /><a href="http://trasparenza.unica.it/">http://trasparenza.unica.it</a><br /><a href="https://libreriainternazionaleilmare.blogspot.com/search?q=rostrihttps://libreriainternazionaleilmare.blogspot.com/search?q=rostri" target="_blank">dipartimentodistoriabeniculturalieterritorio/files/2015/03/CV-Secci-Raimondo.pdf</a><br /><b>Massimo Frasca</b>, Archeologo e docente universitario in Archeologia Classica all’Università di Catania.<br /><b>Francesca Oliveri,</b> archeologa specialista in Antichità Puniche è responsabile di zona per l’area marina costiera da Trapani a Sciacca.<br /><a href="http://www.coribia.it/pdf/C.V.%20Francesca%20Oliveri.pdf">http://www.coribia.it/pdf/C.V.%20Francesca%20Oliveri.pdf</a><a href="http://www.coribia.it/pdf/C.V.%20Francesca%20Oliveri.pdf" target="_blank">http://www.coribia.it/pdf/C.V.%20Francesca%20Oliveri.pdf</a><br /><b>Carlo Ruta</b>, storico e saggista, laureato in Filosofia, è autore di numerosi saggi storici e di tematiche sociali. <br /><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Rutahttps://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Ruta">https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Ruta</a><a href="https://www.blogger.com/null" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Ruta</a><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Rutahttps://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Ruta" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Rutahttps://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Ruta</a><br /><b>Francesco Tiboni</b>. archeologo navale, laureato in Paletnologia e lavora come archeologo subacqueo e navale in Italia e all’estero.<br /><a href="http://www.rassegnacinemaarcheologico.it/rica_context.jsp?ID_LINK=114454&area=316">http://www.rassegnacinemaarcheologico.it/rica_context.jsp?ID_LINK=114454&area=316</a></i></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-878476869145757816.post-76032346066298233002019-06-05T10:00:00.000-07:002019-06-05T10:00:32.124-07:00I misteri del tonno. Dai cold cases alle indagini satellitari<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-SUhn8pvxTdk/XPfxgyZF1gI/AAAAAAAASRc/T1jl3k0knVMVOpzd6O0g0S7VHkrAlWCKACLcBGAs/s1600/Tag_Awareness_Poster_Italian.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1143" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-SUhn8pvxTdk/XPfxgyZF1gI/AAAAAAAASRc/T1jl3k0knVMVOpzd6O0g0S7VHkrAlWCKACLcBGAs/s320/Tag_Awareness_Poster_Italian.jpg" width="228" /></a><b><i>Il biologo Antonio Di Natale è l’autore di questa “cold cases” sui misteri del tonno.</i></b><br />Il tonno si studia da oltre 2200 anni, sappiamo più o meno dove la sua pesca è stata più intensa, dove si riproduce prevalentemente, ma dobbiamo ancore scoprire molte cose della sua vita e ci mancano tantissimi elementi per poter gestire ancora meglio questa specie. Moltissimi aspetti della sua storia naturale sono ancora del tutto sconosciuti e misteriosi. Le grandissime variazioni della sua distribuzione, sia storiche che recenti, sono spesso senza le necessarie spiegazioni. È presente in tutto l’Oceano Atlantico sino al Mare Artico, il Mare del Nord ed il Mediterraneo. È stato presente anche nel Mar Baltico e nel Mar Nero, dove ultimamente sta lentamente tornando. È in grado di stare in acque con temperature di 2°C o acque con temperature oltre i 36°C e di andare dalla superficie ad oltre 2000 metri di profondità.<br />Le statistiche di pesca usate sinora sono troppo recenti per darci una buona idea della distribuzione nel tempo e delle sue variazioni, mentre i dati dettagliati sulla pesca alturiera sono disponibili solo dagli anni ‘50. Mancavano troppi secoli di dati! Certamente, in tempi recenti, abbiamo almeno tre grandi variazioni distributive solo parzialmente spiegabili: la scomparsa della pesca in Brasile ed in Norvegia e la scomparsa del tonno dal Mar Nero.<br />Per il Brasile, sembra che il fenomeno sia legato ad un cambio importante in alcuni fattori oceanografici, indotto da oscillazioni climatiche nell’Atlantico, ma non è certo.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-5gr4LjZL9dY/XPf0GahAaHI/AAAAAAAASRw/EyeJOfYk-h07wlojg9K-agjbB9Gm2A-YgCLcBGAs/s1600/1000%2Barchival%2Bitalian%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1170" data-original-width="827" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-5gr4LjZL9dY/XPf0GahAaHI/AAAAAAAASRw/EyeJOfYk-h07wlojg9K-agjbB9Gm2A-YgCLcBGAs/s320/1000%2Barchival%2Bitalian%25283%2529.jpg" width="226" /></a></div>
In Norvegia, in Germania e nel Baltico il tonno è stato presente, talvolta massivamente, per oltre 20 anni (tra il 1950 ed il 1970), per poi scomparire improvvisamente per oltre 30 anni e quindi riapparire dopo il 2010. Anche qui, sembrava che il fenomeno fosse legato alla pesca, ma poi si è visto che ci sono stati cambi oceanografici e climatici ed effetti collaterali che hanno condizionato la distribuzione della risorsa. La scomparsa del tonno dal Mar Nero è meno chiara e più intrigante! Il tonno era massivamente presente nel Mar Nero e le sue migrazioni erano conosciute dall’antichità, sin dai tempi di Aristotele. Con un rapidissimo declino, il tonno scomparve completamente alla fine degli anni ’70. L’inquinamento fu una delle cause, insieme ad importanti variazioni della catena trofica. Ora sta lentamente tornando. La sua recente ricomparsa nel Mar Nero è ancora più intrigante!<br />Con una complessa indagine riservata sul web e sul dark-web condotta dal GBYP (<a href="https://www.tesionline.it/tesi/brano/14053/Eastern-Mediterranean-Transient-%28EMT%29" target="_blank">Grand Bluefin Tuna Year Programme</a>), è stato possibile trovare la documentazione necessaria. A partire dal 2002 ci sono notizie certe su un graduale ritorno del tonno nel Mar di Marmara e negli Stretti, mentre dal 2007 è riapparso anche nel Mar Nero, dove le catture sono poi state documentate ogni anno. Recentemente il tonno ci ha fatto vedere quanto i fattori oceanografici siano importanti per i suoi spostamenti. Lo spostamento della principale attività di pesca dal Tirreno meridionale alle zone a Sud di Malta e nel mediterraneo orientale a metà degli anni ’90 appare correlata agli effetti dell’Eastern Mediterranean Transient. Il ritorno parziale del tonno nel Tirreno meridionale a partire dal 2006 conferma questa ipotesi. <br />
<br />
<a name='more'></a>Occorre anche considerare gli effetti di questa diversa distribuzione sul reclutamento, a causa delle superfici notevolmente più ampie disponibili per la riproduzione della specie, con le idonee condizioni di temperatura e di profondità del termoclino. Gli effetti positivi li stiamo rilevando da alcuni anni, nel Mediterraneo, nell’Atlantico orientale ed occidentale, laddove il fantastico reclutamento avvenuto a partire dal 2003, unito alle recenti severissime misure di gestione, hanno evidenziando un rilevante aumento della biomassa di tonno negli ultimi anni. Proprio per tentare di capire cosa sia accaduto nel tempo e per scoprire almeno una parte degli importanti elementi della vita del tonno che consentono di gestire in modo sostenibile la risorsa, l’ICCAT ha deciso di intraprendere una sfida complessa e difficile: l’Atlantic-wide Research Programme for Bluefin Tuna. Cosa conosciamo sulla distribuzione del tonno nell’Artico e nelle aree circostanti? Sinora, molto poco: La presenza della pesca dei grandi tonni in Norvegia negli anni ’50 comprendeva anche zone vicine all’Artico (sopratutto usando la definizione CIA dei confini e non quella della Commissione Oceanografica!)<br />Più recentemente: Una singola marca elettronica pop-up che incredibilmente è stata rilevata nel 2000 molto a nord dell’isola di Jan Meyen, ad ovest della Groenlandia, nel mezzo dell’Oceano Artico, vicino ai 75°N, che per anni è stata considerata come una marca alla deriva od una marca che fosse stata ingerita da un’orca, insieme al tonno sul quale era stata applicata. Ma, guardando un libro antico, abbiamo trovato un’altra prova! Uno dei più famosi libri sull’esplorazione della Groenlandia ed altre regioni dell’estremo Nord sino agli 81°N, riguarda un viaggio fatto a bordo della baleniera “Jonas” tra il 15 Aprile ed il 21 Agosto del 1671. Si tratta prevalentemente di un libro classico di baleneria, edito in tedesco ad Amburgo nel 1675, in tedesco. Questo libro, che ha avuto evidentemente un grandissimo successo editoriale, è stato poi edito in italiano (1680), inglese (1694), olandese (1685, 1710 e 1750), latino (1704) ed in francese (1715 e 1732), mentre una edizione in spagnolo riportata da alcuni non trova conferma. L’autore è Friederick Martens, uno scienziato nato ad Amburgo nel 1635 e morto nel 1699, talvolta descritto come un chirurgo ed un barbiere, ma fondamentalmente un naturalista ed un botanico. Sorprendentemente, il libro di Martens includeva alcune pagine sul tonno! <br />Martens descrive non solo la presenza del tonno, ma anche la sua pesca!<br />viaggio venne condotto in Groenlandia, a nord dell’Isola di Jan Meyen.<br />Il testo descrive quantità di grandi tonni, tra 170 e 270 cm di lunghezza, includendo una descrizione molto dettagliata dei salti fuor d’acqua, un comportamento evidentemente connesso ad una frenesia alimentare. Martens dice che questa specie era molto nota ai pescatori della Groenlandia, che la catturano sempre per caso, senza molta fatica. La cosa interessante è che, verificando le condizioni climatiche della Groenlandia nel 1671, grazie ad alcuni studi recenti fatti da Kobashi et al. (2009) su isotopi di N2 e Ar trovati nelle bolle d’aria di una carota di ghiaccio, è molto chiaro come nel ventennio intorno al 1671 ci sia stato un innalzamento della temperatura di oltre 2°C. Stranamente questo accadde durante uno dei periodi più freddi degli ultimi 10 secoli, chiamato la “Piccola Era Glaciale”, dal 15o secolo sino al 18o secolo. Evidentemente, il tonno è stato abilissimo nell’individuare questo repentino cambio climatico in quel breve periodo di tempo, spingendosi sino all’estremo Nord, possibilmente per trovare ricche catene trofiche. Ora siamo in grado di trovare alcune correlazioni tra i dati recenti e quelli storici. L’area dove la pesca del tonno era attiva nel 1671 (a nord dell’isola di Jan Meyen, nel mar di Groenlandia, nell’Oceano Artico) è la stessa identica area dove è stata rilevata la marca pop-up nel 2000; questa coincidenza pone questa marca sotto una nuova luce, mostrando possibilmente la presenza di un certo numero di tonni in una zona estrema della sua area di distribuzione storica. È chiaro che il tonno, ad un certo stadio della sua storia naturale, sia stato in grado di arrivare sino all’estremo Nord, avvantaggiandosi anche di leggerissimi cambi climatici e, possibilmente, di una ricca catena trofica. Come il tonno sia in grado di percepire questi modesti cambi oceanografici è ancora un mistero. <br />È molto curioso che l’ambito delle taglie riportato da Martens coincida con le taglie del tonno della pesca norvegese nel lontano Nord negli anni 50. Secondo questi dati, tonni giovani o molto grandi non erano presenti in queste estreme regioni settentrionali.<br />Proprio nel 2011, gruppi di tonni sono stati nuovamente avvistati a Nord dell’Islanda, in un’area dove si sono riscontrate concentrazioni rilevanti di aringhe e sgombri ed un innalzamento della temperatura. Guarda caso, uno dei tonni da noi marcati è finito in Groenlandia. Un’ulteriore conferma!<br />Il 12 Settembre 2014, una marca satellitare posta su un tonno nella tonnara marocchina di Larache il 13 Maggio 2013, trasmette dalla Groenlandia! Il 25 Giugno 2015 lo stesso tonno viene catturato nello Stretto di Gibilterra.<br />ANCHE ARISTOTELE SI SBAGLIAVA! Con una nostra ricerca, nel 2014, abbiamo scoperto un grande errore fatto da Aristotele, riguardante le migrazioni del tonno verso il Mar Nero, dove si pensava che si recasse per la riproduzione. L’ipotesi di Aristotele è stata riportata da tutti gli autori successivi, sino ai nostri giorni e, per secoli, ha fatto parte del pensiero scientifico storico in merito alle migrazioni genetiche del tonno. Abbiamo anche potuto accedere ai dati di pesca del Mar di Marmara nei primi decenni del XX secolo, verificando i tempi di passaggio dei tonni. Con l’analisi dei dati oceanografici, storici ed attuali, insieme alle più avanzate conoscenze scientifiche, abbiamo capito l’errore di Aristotele e ne abbiamo anche scoperto la causa. <br />Aristotele pensava che i tonni si recassero nel Mar Nero per riprodursi e che poi tornassero nel Mediterraneo per alimentarsi. Studiando la stagionalità e dopo aver scoperto che il tonno si riproduce anticipatamente nel Mar di Levante per via del riscaldamento anticipato delle acque in quella zona, è stato facile definire l’inversione dei percorsi, anche perché il Mar nero è ricco di piccoli pelagici e la bassa salinità non avrebbe consentito il galleggiamento delle uova. Un grande risultato, difficile da conseguire, ma che ora rende più chiari tanti aspetti storici e biologici. Dal 2012, invece, stiamo lavorando per tentare di capire cosa accada al tonno nell’Atlantico centro-meridionale, un’area enorme dalla quale non abbiamo più dati, ma solo informazioni sporadiche. Eppure qui il tonno è stato e talvolta è ancora massivamente presente! Le marche ci aiutano poco, la Natura un po’ più!. Il tonno frequenta ancora questa vasta parte dell’Oceano Atlantico ma le norme attuali non giocano a favore della scienza .<br />
SEMBRA CHE IL PUZZLE CHE MOSTRA LA STORIA NATURALE DEL TONNO E LA SUA VITA ATTUALE ABBIA VERAMENTE MOLTISSIMI PEZZI. SIAMO ANCORA LONTANI DAL COMPRENDERE QUANTI PEZZI MANCHINO PER COMPLETARE L’IMMAGINE, MA ABBIAMO TROVATO QUALCHE ALTRO ALTRO PEZZO! E CONTINUIAMO A TROVARNE ALTRI!<br />Ci sono milioni di dati conservati in antichi archivi, spesso in vecchie chiese, piccoli municipi, biblioteche o istituti, che possono aiutarci a descrivere il passato, per comprendere meglio il presente ed immaginare il futuro. Il GBYP ha il compito di trovarli, ricuperarli, standardizzarli e renderli disponibili per i ricercatori, per incorporarli nei vari modelli. Altri dati sono stati raccolti in anni più recenti da tanti ricercatori e dai pescatori, al di fuori dei circuiti statistici ufficiali: noi dobbiamo ricuperare anche quelli! Abbiamo iniziato, ovviamente, con un’opera di sensibilizzazione e convincimento, tentando di superare resistenze di vario genere.<br />Finalmente abbiamo tanti risultati! Siamo anche riusciti a trovare centinaia di migliaia di “dati tossici” (creati da un ricercatore francese ben identificato) che esistevano nella banca dati dell’ICCAT, che erano stati utilizzati per ben 12 anni nelle stime della specie e che ora sono stati cancellati dal sistema. Ora, però, ci stanno riprovando!<br />IL “DATA MINING”<br />I risultati del primo periodo di attività sono stati incredibili: ben 31,027,877 dati di varie attività di pesca del tonno sono stati ricuperati; tra questi, 28.019.062 sono dati storici di tonnare. Ora la banca dati dell’ICCAT dispone di una serie storica che va dal 1512 al 2017, la più ampia serie sinora mai ricuperata per una singola specie marina al mondo.<br />Tutti i dati raccolti sono stati singolarmente verificati e standardizzati secondo le regole statistiche attuali. L’ultimo audit scientifico internazionale ha riconosciuto i nostri sistemi di verifica e controllo come i più accurati disponibili nel settore. Nel 2016 abbiamo organizzato un corso pratico di formazione per raccolta di dati in Mauritania, con oltre 20 partecipanti. Aiutiamo i colleghi più sfavoriti! Ovviamente, ci sono ancora dei “buchi” temporali e spaziali, ma speriamo di poterli colmare presto! <br />
<i><b>Antonio Di Natale</b></i><br /><i>Ex Coordinatore ICCAT-GBYP – Madrid ora è nella Fondazione Acquario di Genova e nell’Accademia Peloritana dei Pericolanti.</i><br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com